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  • Abba
    Perspicacia nello studio delle Scritture, volume 1
  • “Abba, Padre”
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1966
  • Padre
    Ausiliario per capire la Bibbia
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    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 2009
Altro
Ausiliario per capire la Bibbia
ad p. 12

Abba

(Àbba).

Questo termine aramaico compare tre volte nelle Scritture, sempre traslitterato nel testo originale greco, e in quasi tutte le traduzioni italiane. Ogni volta è seguito immediatamente dalla traduzione ho patèr in greco, “Padre” in italiano. In ogni caso si riferisce a Geova, il Padre celeste.

Il termine aramaico ʼabbàʼ significa “padre” e corrisponde all’ebraico ’av (padre) ma è la forma enfatica o determinativa di ’av = “il padre”. Era l’appellativo confidenziale con cui i bambini si rivolgevano al padre e unisce un po’ della familiarità della parola “papà” pur conservando la dignità della parola “padre”, essendo privo di formalità eppure rispettoso. Era perciò un appellativo affettuoso più che un titolo ed era fra le prime parole che un bambino imparava a pronunciare. Secondo la Gemara ebraica, in casa non era permesso agli schiavi rivolgersi al capofamiglia col termine ʼabbàʼ.

Marco riferisce che Gesù usò questo termine quando pregò Geova Dio nel Getsemani poco prima di morire, dicendo: “Abba, Padre, ogni cosa ti è possibile; rimuovi da me questo calice. Tuttavia non ciò che io voglio, ma ciò che tu vuoi”. (Mar. 14:36) Questa è la fervente supplica di un figlio al padre diletto, seguita dall’assicurazione che in ogni caso, sarebbe stato ubbidiente. Le altre due volte ricorre nelle lettere di Paolo, in Romani 8:15 e Galati 4:6. In entrambi i casi il termine è usato in relazione ai cristiani chiamati a essere fili di Dio generati dallo spirito e indica l’intimità della loro relazione col Padre. Pur essendo “schiavi di Dio” e “comprati a prezzo”, sono anche figli in casa di un Padre amorevole, e lo spirito santo mediante il loro Signore Gesù li rende ben consapevoli di questa condizione. (Rom. 6:22; I Cor. 7:23; Rom. 8:15; Gal. 4:6) Più che una semplice traduzione dall’aramaico in greco, nell’uso di ʼAbbàʼ e “Padre” insieme alcuni vedono, prima, la fiducia, la confidenza e la sottomissione di un figlio, poi, il maturo riconoscimento della relazione fra padre e figlio e della responsabilità che comporta. Da questi versetti sembra evidente che, in tempi apostolici, i cristiani facevano uso del termine ʼAbbàʼ nelle preghiere a Dio.

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