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Ausiliario per capire la Bibbia
ad pp. 470-471

Fornaio

Nelle case ebraiche fare pane e focacce era compito delle donne, anche se nelle case più grandi lo facevano gli schiavi. Parlando per Geova, Samuele disse agli israeliti che avevano chiesto un re umano: “Prenderà le vostre figlie come mischiatrici di unguenti e come cuoche e come panettiere”. (I Sam. 8:13) Ma degli uomini potevano sorvegliare il lavoro o farlo personalmente, com’è indicato dal fatto che quando due angeli andarono da Lot a Sodoma, egli fece un convito “e cosse pani non fermentati, ed essi mangiarono”. — Gen. 19:1-3.

In tempi biblici il pane di solito era cotto al forno. (Vedi FORNO). A volte però si cuoceva accendendo il fuoco su pietre disposte una accanto all’altra. Quando erano ben calde, si toglieva la cenere e l’impasto veniva messo sulle pietre. Dopo un po’ il pane veniva girato e lasciato sulle pietre finché era ben cotto. (Osea 7:8) I viaggiatori potevano cuocere il pane in una buca riempita di ciottoli caldi, sui quali si era acceso il fuoco. Dopo aver tolto la brace, l’impasto era deposto sulle pietre scaldate, e forse lo si voltava diverse volte finché era cotto. (I Re 19:6) I beduini cuociono ancora il pane in questo modo o su una piastra di ferro riscaldata.

Le offerte di grano degli israeliti spesso erano “qualche cosa cotta al forno”, nella “teglia” o nella “pentola” con malto grasso. (Lev. 2:4-7) La teglia era uno spesso piatto di ceramica con scanalature (simile a una moderna bistecchiera di ferro), ma si usavano anche teglie di ferro. — Ezec. 4:3.

Nelle città c’erano botteghe di fornaio. Quando Geremia era tenuto prigioniero a Gerusalemme nel Cortile della Guardia durante la carestia che precedette la caduta della città nel 607 a.E.V., riceveva come razione giornaliera un pane rotondo “dalla via dei fornai”, finché le scorte non si esaurirono. (Ger. 37:21) Quindi le botteghe dei fornai si trovavano evidentemente in una particolare strada di Gerusalemme. Anni dopo, quando furono ricostruite le mura di Gerusalemme sotto la sorveglianza di Neemia, fu ripristinata anche la “Torre dei Forni”. (Nee. 3:11; 12:38) Non si sa perché la torre si chiamasse così, ma può darsi che le fosse stato dato questo nome perché vi si trovavano le botteghe dei fornai.

Nei tempi moderni, in Oriente il fornaio abitualmente non prepara l’impasto. Questo invece è preparato in casa poi mandato al forno pubblico. Perciò non è insolito vedere per la strada il garzone del fornaio coi vassoi di pane appena sfornato in equilibrio sulla testa, che consegna il pane nelle case dei clienti. Anche nei tempi biblici il fornaio spesso cuoceva l’impasto che gli veniva portato (e anche carne e verdura). Dopo aver tolto il pane o le focacce dal forno con una lunga paletta, il fornaio a volte li oliava. L’ottima qualità del pane cotto nei forni più grandi delle botteghe dei fornai orientali sembra indicata da questo proverbio arabo: “Manda il tuo pane al forno del fornaio, anche se lui ne mangia la metà”.

Il fornaio del re era evidentemente un uomo importante nell’antico Egitto. Un dipinto della tomba di Ramsete III nella Valle dei Re presso Tebe raffigura un forno reale egiziano in piena attività, e illustra le varie fasi come intridere l’impasto coi piedi, dare forma al pane e preparare il forno.

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