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Ausiliario per capire la Bibbia
ad pp. 157-158

Beemot

(Beemòt).

Il nome “Beemot”, che ricorre in Giobbe 40:15, è stato variamente considerato (1) una derivazione del nome egiziano del “bue d’acqua”, (2) un termine forse d’origine assira che significa mostro e (3) un plurale intensivo del termine ebraico behemàh (bestia selvaggia) che si ritiene significhi “bestia grossa” o “enorme”. Nella Settanta il termine greco therìa (bestie selvagge traduce l’ebraico behemàh. (Giob. 40:10, Bagster) Evidentemente però s’intende un solo animale, com’è indicato dal fatto che si tratta della descrizione di una sola bestia, generalmente ritenuta l’ippopotamo, non di molte. Infatti, diverse traduzioni della Bibbia (vedi VR, CEI, Ga, NW ed. 1957, Ge) usano la parola “ippopotamo” per identificare la creatura menzionata da Dio.

L’ippopotamo è un mammifero enorme, dalla pelle spessa, quasi senza pelo, che frequenta fiumi, laghi e acquitrini. Si nutre di piante d’acqua dolce, erba, canne e cespugli, ingerendo ogni giorno oltre 90 kg di vegetazione per riempire il suo stomaco che ha una capienza di 150–190. litri circa.

Un tempo l’ippopotamo si trovava in quasi tutti i grandi laghi e fiumi dell’Africa, ma, avendogli l’uomo dato la caccia, è scomparso da molte regioni e pare sia sconosciuto a N delle cateratte di Khartoum, nel Sudan. Nell’antichità l’ippopotamo può aver frequentato le acque del Giordano. Infatti si dice che zanne e ossa d’ippopotamo siano state trovate in varie parti della Palestina.

Il quarantesimo capitolo del libro di Giobbe offre una vivida immagine di questo enorme mammifero, il beemot. È descritto in modo accurato come un animale erbivoro (v. Giobbe 40:15). Poi viene indicato che la sua tremenda forza ed energia risiede nei fianchi e nei tendini del ventre, cioè nei muscoli dorsali e addominali (v. Giobbe 40:16). La sua coda è come un cedro. Poiché la coda dell’ippopotamo è piuttosto corta, misurando solo 45–50 cm, generalmente si ritiene che ciò voglia dire che l’animale può tenere rigida in alto la sua spessa coda o dondolarla come un albero. “I tendini delle sue cosce sono intessuti”, cioè le fibre e i tendini dei muscoli delle sue cosce sono ritorti insieme e intrecciati come potenti cavi (v. Giobbe 40:17). Le ossa delle gambe sono forti come “tubi di rame” e quindi in grado di sostenere il peso del corpo. Le ossa e le costole sono come verghe di ferro battuto (v. Giobbe 40:18). Viene menzionata l’enorme quantità di cibo ingerito da questo animale (v. Giobbe 40:20), e si parla della sua abitudine di rilassarsi sotto spinose piante di loto o di nascondersi in luoghi paludosi, all’ombra dei pioppi (vv. Giobbe 40:21, 22). Anche quando un fiume straripa, questa creatura non è presa dal panico, perché può tenere la testa sopra il livello dell’acqua e nuotare contro la forza della piena (v. Giobbe 40:23). Essendo il beemot così possente e munito di mascelle e denti formidabili, un uomo avrebbe mai l’ardire di fronteggiare tale mostro e di cercare di forargli il naso con un uncino? — Giob. 40:24.

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