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  • Daniele
  • Ausiliario per capire la Bibbia
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  • SOTTO LA DOMINAZIONE BABILONESE
  • I sogni di Nabucodonosor
  • Visioni
  • SOTTO LA DOMINAZIONE MEDO–PERSIANA
  • Daniele
    Perspicacia nello studio delle Scritture, volume 1
  • Libro biblico numero 27: Daniele
    “Tutta la Scrittura è ispirata da Dio e utile”
  • Punti notevoli del libro di Daniele
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 2007
  • Daniele, un libro sotto processo
    Prestate attenzione alle profezie di Daniele!
Altro
Ausiliario per capire la Bibbia
ad pp. 311-312

Daniele

[Dio è (mio) giudice].

Noto profeta di Geova della tribù di Giuda, e scrittore del libro che porta il suo nome. Ben poco si sa del primo periodo della sua vita, ma egli rivela di esser stato portato a Babilonia, probabilmente quand’era adolescente, insieme ad altri nobili e principi di stirpe reale. — Dan. 1:3-6.

SOTTO LA DOMINAZIONE BABILONESE

Mentre molti esuli si trovavano presso il fiume Chebar, fuori Babilonia, Daniele e i suoi tre compagni furono scelti e istruiti per tre anni secondo la cultura babilonese affinché fossero in grado di svolgere incarichi governativi. Com’era consuetudine furono dati loro nomi babilonesi; quello di Daniele era Baltassar, che significa “Proteggi la sua vita”. Non volendosi contaminare coi cibi assegnati loro, che potevano includere cose proibite dalla legge mosaica o profanate da riti pagani, chiese che la loro dieta si limitasse a verdura e acqua. Venne insegnata loro tutta la sapienza di Babilonia, ma fu Geova Dio che diede loro “conoscenza e perspicacia in ogni scrittura e sapienza; e Daniele stesso aveva intendimento di ogni sorta di visioni e di sogni”. (Dan. 1:17) Alla fine dei tre anni il re trovò che erano “dieci volte migliori di tutti i sacerdoti che praticavano la magia e gli evocatori che erano in tutto il suo regale reame”. — Dan. 1:20.

I sogni di Nabucodonosor

Nel secondo anno del suo regno (probabilmente a partire dalla caduta di Gerusalemme nel 607 a.E.V.), Nabucodonosor fa un sogno che ‘agita il suo spirito’. Tutti i saggi sono incapaci di rivelarlo, perciò Daniele si presenta al re e non solo gli descrive il sogno, rivelatogli da Dio, ma lo interpreta salvando se stesso e gli altri saggi dalla condanna a morte. Questo induce Nabucodonosor a fare di Daniele il “governante su tutto il distretto giurisdizionale di Babilonia e principale prefetto su tutti i saggi”. (Dan. 2:48) I suoi tre compagni ricevono alti incarichi, ma non a corte, mentre Daniele presta servizio alla corte del re.

Non si sa perché Daniele non fosse implicato nella prova d’integrità affrontata dai suoi compagni, Sadrac, Mesac e Abednego, quando fu ordinato loro di adorare la statua d’oro eretta nella pianura di Dura. (Dan. cap. 3) La precedente condotta di Daniele come pure la lealtà che mostrò in seguito a Dio anche a rischio di morire (vedi il capitolo 6) dimostrano che se fosse stato presente, e in qualunque circostanza, Daniele non sarebbe sceso a compromessi inchinandosi davanti alla statua. Inoltre la Parola di Geova esprime la Sua approvazione per la completa dedizione di Daniele, menzionandolo insieme a Noè e Giobbe. — Ezec. 14:14, 20; Matt. 24:15; Ebr. 11:32, 33.

Daniele interpretò poi il sogno di Nabucodonosor relativo all’immenso albero che era stato abbattuto e poi lasciato germogliare di nuovo, che (nel significato più semplice della profezia) rappresentava il grande monarca babilonese stesso. (Dan. 4:20-22) Nabucodonosor avrebbe perso la ragione per sette anni e poi avrebbe riacquistato la sanità di mente e il regno. Nabucodonosor attesta che questo accadde realmente per opera di Dio, facendo pubblicità all’avvenimento in tutto il reame. — Dan. 4:1, 2.

Visioni

Daniele ebbe due visioni (capp. 7 e 8), rispettivamente nel primo e nel terzo anno di Baldassarre, in cui vari animali rappresentavano il succedersi delle potenze mondiali, fino al tempo in cui queste sarebbero state annientate e la sovranità celeste sarebbe stata data a “qualcuno simile a un figlio d’uomo”. (Dan. 7:11-14) Sembra che, qualche tempo dopo la morte di Nabucodonosor, per molti anni Daniele facesse poco o nulla in qualità di consigliere, tanto che la regina (probabilmente la regina madre Nitocri) dovette ricordarlo a Baldassarre quando nessuno dei saggi fu in grado di interpretare il sinistro scritto apparso sulla parete del palazzo durante lo sfrenato e blasfemo banchetto di Baldassarre. Come promesso, Daniele ricevette l’onore di essere terzo nel regno, essendo Nabonedo il primo sovrano e suo figlio Baldassarre il secondo. Quella stessa notte la città fu conquistata dai medi e dai persiani e Baldassarre fu ucciso. — Dan. 5:1, 10-31.

SOTTO LA DOMINAZIONE MEDO–PERSIANA

Durante il breve regno di Dario il Medo, Daniele fu uno dei tre alti funzionari preposti ai 120 satrapi che dovevano reggere l’impero. Distintosi grazie al favore di Dio, Daniele stava per essere preposto a tutto il regno quando invidia e gelosia spinsero gli altri funzionari a tramare la sua morte. La legge che indussero il re a emanare doveva aver relazione con l’adorazione che Daniele rendeva a Dio, dato che altrimenti non avrebbero potuto trovare in lui colpa alcuna. Il re, riluttante, agì per far osservare la legge, che, secondo la consuetudine, non poteva essere revocata, e gettò Daniele nella fossa dei leoni. Per la salda integrità e la fede che Daniele mostrò, Geova mandò il suo angelo a liberarlo dalla bocca dei leoni. Allora Dario giustiziò i cospiratori, facendoli sbranare dagli stessi leoni. — Dan. cap. 6.

Nel primo anno di Dario, Daniele comprese che, secondo gli scritti di Geremia, era vicina la fine dei settant’anni di desolazione di Gerusalemme. (Ger. 25:11, 12) Daniele riconobbe umilmente i peccati del suo popolo e pregò Geova di far risplendere la sua faccia sul desolato santuario di Gerusalemme. (Dan. 9:1, 2, 17) Gabriele gli fece una rivelazione, comunicandogli la profezia delle settanta settimane, che determinava con esattezza l’anno della venuta del Messia. Ormai vecchio e alla fine di una lunga carriera, nel terzo anno di Ciro (ca. 536 a.E.V.) Daniele ebbe la visione di un angelo che, mentre si recava in missione da Daniele, dovette lottare col principe di Persia. L’angelo rivelò quello che doveva ‘accadere al popolo di Daniele nella parte finale dei giorni, perché era una visione ancora per i giorni avvenire’. (Dan. 10:14) Iniziando coi re di Persia, Daniele scrisse storia in anticipo. La profezia rivelava che la scena mondiale sarebbe stata dominata da due principali potenze politiche ostili, chiamate “re del nord” e “re del sud”, situazione che sarebbe esistita finché non fosse sorto Michele e a cui avrebbe fatto seguito un tempo di grande angustia. — Dan. capp. 11 e 12.

Daniele poté vivere fino a vedere nel 537 a.E.V. la partenza degli ebrei al comando di Zorobabele, ma non è detto che li abbia accompagnati. Forse non visse più molto oltre quella data. Le parole dell’angelo, “in quanto a te stesso, va verso la fine; e riposerai, ma sorgerai per la tua sorte alla fine dei giorni”, sembrano indicare che la vita di Daniele volgeva alla fine, con la certezza che lo attendeva una risurrezione.

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