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  • I giorni della creazione dal punto di vista di Dio
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1970
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Ausiliario per capire la Bibbia
ad p. 582

Giorno

[ebr. yohm; gr. hemèra].

Geova Dio introdusse questa fondamentale divisione del tempo quando, dissolto o eliminato l’ostacolo che causava oscurità, fece in modo che l’umida terra, grazie alla luce del sole, vedesse mentre ruotava sul proprio asse il suo primo giorno e la sua prima notte. “Dio operò una divisione fra la luce e le tenebre. E Dio chiamava la luce Giorno, ma chiamò le tenebre Notte”. (Gen. 1:4, 5) Qui il termine “Giorno” si riferisce alle ore diurne in contrasto con le ore notturne. Ma la Bibbia altre volte usa il termine “giorno” in riferimento ad altre unità di tempo di varia durata. Sia nelle Scritture Ebraiche che nelle Scritture Greche la parola “giorno” è usata in senso letterale e in senso figurativo o anche simbolico.

Un giorno solare, la fondamentale unità di tempo, corrisponde a una rotazione completa della terra sul suo asse, dal momento in cui il sole passa da un meridiano, il punto più alto raggiunto a mezzogiorno, finché vi ritorna.

Per gli ebrei il giorno iniziava la sera, dopo il tramonto, e terminava l’indomani al tramonto. Il giorno si calcolava dunque da una sera all’altra. (Lev. 23:32) E questo secondo il modello dei giorni creativi di Geova. (Gen. 1:5) Anche se ufficialmente per gli ebrei il giorno cominciava la sera, a volte si diceva che iniziava al mattino. Per esempio, in Levitico 7:15 si legge: “La carne del sacrificio di rendimento di grazie dei suoi sacrifici di comunione deve mangiarsi il giorno che è offerta. Non ne deve lasciare alcuna parte fino al mattino”. Questo era un modo come un altro per dire che non si doveva lasciarla fino all’indomani.

Com’è menzionato nella storia della creazione, il periodo di luce è pure chiamato “giorno”. (Gen. 1:5; 8:22) Nella Bibbia è suddiviso in naturali periodi di tempo come il crepuscolo del mattino o le tenebre del mattino, poco prima che il giorno inizi col levar del sole o l’aurora (Sal. 119:147; I Sam. 30:17; Giob. 3:9); quindi segue la mattina (Gen. 24:54), il mezzogiorno (Deut. 28:29; I Re 18:27; Isa. 16:3; Atti 22:6) e il tramonto, che segna la fine della giornata, seguito dal crepuscolo o dalle tenebre della sera. (Gen. 15:12; Gios. 8:29; II Re 7:5, 7) Anche l’orario in cui i sacerdoti facevano certe offerte o bruciavano l’incenso corrispondeva a periodi di tempo ben noti. — I Re 18:29, 36; Luca 1:10.

All’epoca del ministero terreno di Gesù c’era l’abitudine di dividere in ore il periodo diurno. Infatti in Giovanni 11:9 Gesù disse: “Vi sono dodici ore di luce in un giorno, non è vero?” Queste generalmente si contavano dall’alba al tramonto, cioè dalle 6 alle 18 circa. Perciò la “terza ora”, quando fu versato lo spirito santo alla Pentecoste, doveva essere verso le 9. (Matt. 20:3; Atti 2:15) Quando Gesù, stanco del viaggio, se ne stava seduto presso la fonte di Giacobbe era circa la “sesta ora” o mezzogiorno; era anche il tempo in cui Pietro ebbe molta fame a Ioppe. (Giov. 4:6; Atti 10:9, 10) Pure verso mezzogiorno le tenebre caddero su tutta la terra fino alla “nona ora”, le 15 circa, quando Gesù spirò sul palo di tortura. (Matt. 27:45, 46; Luca 23:44, 46) La nona ora era chiamata anche “l’ora della preghiera”. (Atti 3:1; 10:3, 4, 30) Quindi la “settima ora” doveva corrispondere alle 13 e “l’undicesima ora” alle 17 circa. (Giov. 4:52; Matt. 20:6-12) In quel tempo anche la notte era divisa in ore. — Atti 23:23; vedi NOTTE.

A volte gli ebrei usavano l’espressione ‘giorno e notte’ per indicare solo parte di un giorno solare di ventiquattr’ore. Per esempio in I Re 12:5, 12 si legge che Roboamo disse a Geroboamo e agli israeliti di ‘andarsene per tre giorni’ e poi tornare da lui. Che non intendesse dire tre interi giorni di ventiquattr’ore ma, piuttosto, parte di ciascuno dei tre giorni si capisce dal fatto che il popolo tornò da lui “il terzo giorno”. In Matteo 12:40 lo stesso significato viene attribuito ai “tre giorni e tre notti” che Gesù rimase nello Sceol. Come indica la Bibbia, egli fu risuscitato il “terzo giorno”. Così i sacerdoti ebrei compresero le parole di Gesù, perché, nel tentativo di impedirne la risurrezione, dissero che Gesù aveva detto: “Dopo tre giorni sarò destato”. Perciò chiesero a Pilato di dar ordine che “il sepolcro [fosse] reso sicuro fino al terzo giorno”. — Matt. 27:62-66; 28:1-6; nota altri esempi in Genesi 42:17, 18; Ester 4:16; 5:1.

Il termine “giorno” o “giorni” è usato anche a proposito del periodo di tempo in cui visse un dato personaggio, per esempio, i “giorni di Noè” e i “giorni di Lot”. — Luca 17:26-30; Isa. 1:1.

Altri casi in cui il termine “giorno” è usato in modo flessibile o in senso figurativo sono: il “giorno che Dio creò Adamo” (Gen. 5:1), il “giorno di Geova” (Sof. 1:7), il “giorno di furia” (Sof. 1:15), il “giorno della salvezza” (II Cor. 6:2), il “giorno del giudizio” (II Piet. 3:7), il “gran giorno dell’Iddio Onnipotente” (Riv. 16:14), ecc.

L’uso del termine “giorno” per indicare periodi di tempo di diversa durata è evidente in Genesi nella storia della creazione, dove si parla di una settimana di sei giorni creativi seguiti da un settimo giorno di riposo. — Vedi CREAZIONE.

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