Generazione
[ebr. dohr, periodo, età; uomini viventi in un particolare periodo di tempo; aram. dar (Dan. 4:3, 34); gr. geneà, discendente, stirpe; successivi discendenti in ordine genealogico; tutti gli uomini in vita nello stesso tempo].
La definizione del termine italiano “generazione” concorda con le definizioni del termine ebraico e greco. Il contesto in cui si trova nella Bibbia rivela in che senso viene usato.
VARI SIGNIFICATI
In Genesi 6:9 ha il significato di contemporanei, infatti viene detto di Noè: “Si mostrò senza difetto fra i suoi contemporanei [lett. “generazioni” NW, ed. 1953, nota in calce]”. In Giobbe 42:16, per ‘generazione’ si intende l’arco di tempo fra la nascita dei genitori e quella dei loro figli.
Le generazioni del genere umano discendenti dal peccatore Adamo sono sempre state transitorie, al contrario della terra, che rimane per sempre. (Eccl. 1:4; Sal. 104:5) Tuttavia le espressioni “mille generazioni” e “innumerevoli generazioni” si riferiscono a qualche cosa di permanente, a tempo indefinito. (I Cron. 16:15; Isa. 51:8) Il comando dato agli ebrei di celebrare la Pasqua “in tutte le vostre generazioni” ne prescriveva la continua osservanza per un tempo allora indefinito. (Eso. 12:14) Dio dichiarò a Mosè che Geova era il suo nome quale memoriale “a tempo indefinito”, “di generazione in generazione”, cioè per sempre. (Eso. 3:15) L’apostolo Paolo ci dice che si deve rendere gloria a Dio “in tutte le generazioni”, e aggiunge, “per i secoli dei secoli”. — Efes. 3:21.
Una generazione può significare una classe, cioè persone caratterizzate da certe qualità o condizioni. La Bibbia parla della “generazione del giusto” (Sal. 14:5; 24:6; 112:2) e di una “generazione perversa e storta”, una “generazione di perversità”. (Deut. 32:5, 20) Quando era sulla terra Gesù Cristo parlò in modo simile di coloro che facevano parte della nazione ebraica di allora, e l’apostolo Paolo usò un’espressione del genere riferendosi al mondo dei suoi giorni in generale, mondo che era alienato da Dio. — Matt. 12:39; 16:4; 17:17; Mar. 8:38; Filip. 2:14, 15.
Un altro termine ebraico, tohldhòhth, è reso a volte “generazioni” o “genealogia” (Num. 3:1; Rut 4:18), “discendenti” o ‘famiglie” (I Cron. 5:7; 7:2, 4, 9e “storia” o “origini” — Gen. 2:4; 5:1; 6:9; confronta Di, Ga, NM, PIB, VR e altre traduzioni.
DURATA
Quando il termine “generazione” si riferisce alle persone viventi in un dato periodo di tempo, non si può stabilire l’esatta durata di tale periodo. Il significato dell’espressione “questa generazione” si può determinare dal contesto. Nel denunciare i capi religiosi ebrei, Gesù Cristo concluse dicendo: “Veramente vi dico: Tutte queste cose verranno su questa generazione”. La storia ci dice che circa trentasette anni dopo (nel 70 E.V.) la generazione contemporanea vide di persona la distruzione di Gerusalemme, come era stato predetto. (Matt. 23:36) Più tardi, quello stesso giorno, Gesù ripeté quelle parole: “Veramente vi dico che questa generazione non passerà affatto finché tutte queste cose non siano avvenute”. (Matt. 24:34) In questo caso però Gesù non parlava solo di quello che sarebbe accaduto all’Israele naturale, ma rispondeva alla domanda circa il “segno” che avrebbe contraddistinto la sua “presenza” e il “termine del sistema di cose”. — Matt. 24:3.
Coloro che fanno parte della generazione del XX secolo in vita dal 1914 hanno visto tutti questi spaventosi avvenimenti concomitanti e particolarmente gravi: guerre fra nazioni, grandi terremoti, terribili pestilenze, estese carestie, persecuzione dei cristiani, e altre condizioni predette da Gesù in Matteo capitolo 24, Marco capitolo 13 e Luca capitolo 21.