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  • Doni
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  • DONI PER OTTENERE BENEFICI
  • DONI A RE E PROFETI
  • COME RICOMPENSA E IN SEGNO DI GIOIA
  • IN RELAZIONE AL SANTUARIO
  • CONSIGLI RELATIVI AI DONI
  • IL DARE CRISTIANO
  • Doni
    Perspicacia nello studio delle Scritture, volume 1
  • Apprezziamo i doni di Dio
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1953
  • Doni premurosi
    Svegliatevi! 1970
  • Qualcosa di meglio dei regali di Natale
    Svegliatevi! 1992
Altro
Ausiliario per capire la Bibbia
ad p. 349

Doni

Fin dall’antichità il fare doni aveva una parte importante nella vita d’ogni giorno. L’anziano servitore di Abraamo regalò dei gioielli a Rebecca dopo aver avuto la prova che Geova l’aveva scelta come moglie di Isacco. (Gen. 24:13-22) Poi, avuto il consenso al matrimonio da Labano e Betuel, il servitore di Abraamo fece altri doni a Rebecca e diede anche “cose scelte al fratello e alla madre di lei”. (Gen. 24:50-53) In seguito Abraamo lasciò tutti i suoi possedimenti a Isacco, ma fece doni ai figli delle concubine e li mandò via. — Gen. 25:5, 6; confronta II Cronache 21:3.

DONI PER OTTENERE BENEFICI

Spesso si facevano doni nell’intento di ottenere qualche cosa che si desiderava. Giacobbe preparò un cospicuo dono di bestiame per Esaù al fine di trovare favore ai suoi occhi. (Gen. 32:13-18; 33:8) L’insistenza di Giacobbe perché Esaù accettasse il dono può essere meglio compresa se si considera che, secondo la consuetudine orientale, il rifiuto di accettare un dono indicava che non sarebbe stato concesso alcun favore. (Gen. 33:10) Per cattivarsi l’amicizia del severo amministratore annonario d’Egitto (che in effetti era il loro fratello Giuseppe) anche i figli di Giacobbe fecero come aveva raccomandato il loro padre e portarono in dono i migliori prodotti del paese. — Gen. 42:30; 43:11, 25, 26.

Il fare regali può recare benefici diretti al donatore, com’è indicato dal proverbio: “Il dono fa largo all’uomo e lo introduce alla presenza dei grandi”. (Prov. 18:16, CEI) Un dono può placare l’ira, ma non dissiperà la collera di un uomo robusto contro chi commette adulterio con sua moglie, per quanto grande sia il regalo offerto dall’adultero. — Prov. 21:14; 6:32-35.

DONI A RE E PROFETI

Pare fosse consuetudine che chi si presentava a un re portasse doni. “Uomini buoni a nulla” che non avevano alcun rispetto per Saul si distinsero come tali per non avergli portato alcun dono. Salomone in particolare riceveva doni in quantità da coloro che venivano da paesi lontani per udire la sua sapienza. Gli astrologi che andarono a vedere “il nato re dei Giudei” non fecero altro che seguire quest’usanza quando presentarono doni al bambino Gesù. (I Sam. 10:27; I Re 10:10, 24, 25; Matt. 2:1, 2, 11; vedi anche II Re 20:12; II Cronache 17:5). Similmente, a volte coloro che andavano a interrogare un profeta portavano un dono. (I Sam. 9:7; II Re 8:8, 9) Ma i profeti di Dio non aspettavano né chiedevano doni per i loro servigi, com’è evidente dal rifiuto di Eliseo di accettare un “dono di benedizione” dalla mano di Naaman. — II Re 5:15, 16.

COME RICOMPENSA E IN SEGNO DI GIOIA

Doni erano dati in premio a chi portava felicemente a termine qualche incarico. (II Sam. 18:11; Dan. 2:6, 48; 5:16, 17, 29) Secondo la Legge lo schiavo messo in libertà non veniva mandato via a mani vuote, ma riceveva in dono qualche cosa preso dal gregge, dall’aia e dallo strettoio del vino e dell’olio. (Deut. 15:13, 14) Anche occasioni di grande gioia potevano essere accompagnate da regali. — Est. 9:20-22; confronta Rivelazione 11:10.

IN RELAZIONE AL SANTUARIO

Geova Dio prese i leviti come un dono per la casa di Aaronne, come dati o dedicati a Lui per svolgere il servizio del santuario. (Num. 18:6, 7) Anche i gabaoniti e altri che divennero servitori presso il santuario erano chiamati netinei (ebr. nethinìm), che significa “dati”. (Gios. 9:27; I Cron. 9:2; Esd. 8:20) Inoltre le contribuzioni a favore del servizio del santuario e anche i sacrifici erano chiamati doni. — Eso. 28:38; Lev. 23:37, 38; Num. 18:29; Matt. 5:23, 24; Luca 21:1.

Essendo il Creatore, a Geova appartiene ogni cosa. Perciò, quando offre cose materiali per promuovere la vera adorazione, il donatore non fa che restituire una parte di ciò che in origine ha ricevuto da Dio. — Sal. 50:10; I Cron. 29:14.

CONSIGLI RELATIVI AI DONI

Poiché i doni fatti per corrompere possono distruggere il cuore e pervertire il giudizio, le Scritture esortano a odiare doni del genere. Sono condannati coloro che vanno in cerca di doni. (Deut. 16:19, 20; Eccl. 7:7; Prov. 15:27; Isa. 1:23) Inoltre, “l’uomo che si vanta di un dono nella falsità”, non facendo quanto vanta, è paragonato a nuvole di vapore e vento senza pioggia. (Prov. 25:14) Chi fa doni può avere molti compagni, ma i suoi doni non possono assicurargli un’amicizia duratura. — Prov. 19:6.

Le Scritture Greche Cristiane rimproverano severamente certe usanze relative al fare doni. Gesù condannò gli scribi e i farisei perché trasgredivano al comandamento di onorare il padre e la madre. Secondo loro, se uno affermava che i suoi beni materiali erano un dono dedicato a Dio, si sottraeva all’obbligo di aiutare i suoi genitori. (Matt. 15:1-6; vedi CORBAN). Non c’è alcun merito nel dare perché ci si aspetta qualche cosa in cambio. (Luca 6:30-36; 14:12-14) per essere graditi a Geova i doni devono esser fatti altruisticamente e senza ostentazione. — Matt. 6:2-4; I Cor. 13:3.

IL DARE CRISTIANO

I primi cristiani facevano doni o contribuzioni a favore dei fratelli bisognosi. (Rom. 15:26; I Cor. 16:1, 2) Comunque tali doni erano tutti volontari, come indicano le parole di Paolo: “Ciascuno faccia come ha deciso nel suo cuore, non con rancore o per forza, poiché Dio ama il donatore allegro”. (II Cor. 9:7) Inoltre aiutavano quelli che si dedicavano completamente al “ministero della parola” come faceva l’apostolo Paolo. Per quanto apprezzasse moltissimo i doni inviatigli dai fratelli, Paolo non ricercò mai un dono. — Atti 6:4; Filip. 4:15-17.

I cristiani possono offrire cose molto più preziose dei regali materiali. Possono dare del loro tempo e delle loro capacità per edificare e rafforzare altri mentalmente e spiritualmente, cosa che reca maggior felicità. Il dono più grande che si può offrire a qualcun altro è l’intendimento della Parola di Dio, perché può portare chi lo accetta alla vita eterna. — Giov. 6:26, 27; 17:3; Atti 20:35; Riv. 22:17.

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