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Ausiliario per capire la Bibbia
ad pp. 10-12

Abacuc, libro di

Libro delle Scritture Ebraiche, ottavo fra i cosiddetti “profeti minori” sia nel testo ebraico che nella Settanta, come pure nelle comuni Bibbie italiane. È composto di due parti: (1) Un dialogo fra lo scrittore e Geova (capp. 1, 2); (2) una preghiera in forma di canto funebre. — Cap. 3.

Lo scrittore è identificato nel libro stesso. La composizione di entrambe le parti è attribuita ad “Abacuc il profeta”. — 1:1; 3:1.

CANONICITÀ

La canonicità del libro di Abacuc è confermata da antichi cataloghi delle Scritture Ebraiche. Anche se non vi è menzionato per nome, il libro era evidentemente incluso nei riferimenti ai ‘dodici profeti minori’, altrimenti non sarebbero più dodici. La canonicità del libro è sostenuta al di là di ogni dubbio dalle citazioni contenute nelle Scritture Greche Cristiane. Pur non menzionando il profeta per nome, Paolo cita Abacuc 1:5 (LXX) rivolgendosi a ebrei senza fede. (Atti 13:40, 41) Cita Abacuc 2:4 (“Ma in quanto al giusto, continuerà a vivere per la sua fedeltà”) nell’incoraggiare i cristiani a mostrare fede. — Rom. 1:16, 17; Gal. 3:11; Ebr. 10:38, 39.

Fra i Rotoli del Mar Morto c’è un manoscritto di Abacuc (capp. 1, 2) che consiste di un testo ebraico premasoretico con relativo commento. Benché di data incerta, questo rotolo potrebbe essere del I secolo a.E.V. Anche se di epoca più recente, evidentemente è il più antico manoscritto ebraico, esistente del libro di Abacuc. Cosa interessante, in Abacuc 1:6 questo rotolo ha “caldei”, dove certi eruditi (avendo in mente “greci” o “macedoni” sotto Alessandro Magno) hanno cercato di mettere invece “chittim”. Questo manoscritto è dunque d’accordo col testo masoretico nell’indicare che Geova avrebbe suscitato i caldei come suoi agenti.

EPOCA E AMBIENTE

Le parole “Geova è nel suo santo tempio” (Abac. 2:20) e la nota dopo Abacuc 3:19 (“Al direttore sui miei strumenti a corda”) indicano che Abacuc profetizzava prima che il tempio costruito da Salomone a Gerusalemme fosse distrutto nel 607 a.E.V. Inoltre, la dichiarazione di Geova “faccio sorgere i Caldei” (1:6) e il tono generale della profezia indicano che i caldei (o babilonesi) non avevano ancora devastato Gerusalemme. Ma Abacuc 1:17 può suggerire che avevano già cominciato ad abbattere alcune nazioni. Caldei e medi avevano preso Ninive nel 632 a.E.V., e Babilonia era allora in procinto di diventare una potenza mondiale. (Naum 3:7) Questo durante il regno del buon re Giosia di Giuda (659-629 a.E.V.).

Alcuni, d’accordo con la tradizione rabbinica, sostengono che Abacuc abbia profetizzato prima, durante in regno di Manasse re di Giuda. Ritengono che fosse uno dei profeti menzionati in II Re 21:10 o a cui si allude in II Cronache 33:10. Sostengono che i babilonesi non costituivano ancora una minaccia, il che rendeva la profezia ancor più incredibile per i giudei. — Vedi Abacuc 1:5, 6.

D’altronde, all’inizio del regno di Ioiachim, Giuda si trovava nella sfera d’influenza egiziana (II Re 23:34, 35), e anche quello poteva essere un tempo in cui il fatto che Dio avrebbe suscitato i caldei per unire i ribelli abitanti di Giuda sarebbe stato per loro ‘un’attività incredibile, benché fosse narrata’. (Abac. 1:5, 6) Nabucodonosor re di Babilonia sconfisse il faraone Neco a Carchemis nel 625 a.E.V., quarto anno del regno di Ioiachim. (Ger. 46:2) Quindi Abacuc può aver profetizzato e scritto la profezia prima di quell’avvenimento, finendo forse di metterla per iscritto in Giuda verso il 628 a.E.V. L’uso del futuro, parlando della minaccia caldea, potrebbe indicare una data anteriore a quella in cui Ioiachim divenne re vassallo di Babilonia (620-618 a.E.V.). — II Re 24:1.

STILE

Il libro è scritto in tono vigoroso e commovente, con vivaci illustrazioni e paragoni. (Abac. 1:8, 11, 14, 15; 2:5, 11, 14, 16, 17; 3:6, 8-11) A proposito dello stile di Abacuc, lo studioso Driver ha detto: “Il vigore letterario di Abacuc è notevole. Pur essendo breve, il suo libro è pieno di forza; le sue descrizioni sono vivaci e potenti; pensiero ed espressione sono parimenti poetici”. Tali qualità naturalmente sono primariamente dovute all’ispirazione divina.

Il libro di Abacuc dà risalto alla supremazia di Geova su tutte le nazioni (Abac. 2:20; 3:6, 12), alla sua sovranità universale. Pone inoltre in rilievo il fatto che i giusti vivono a motivo della fede. (2:4) Genera fiducia in Geova spiegando che egli non muore (1:12), che giustamente trebbia le nazioni, e salva il suo popolo. (3:12, 13) Per coloro che esultano in lui, Geova si è dimostrato l’Iddio della salvezza e la Fonte di energia vitale. — 3:18, 19.

SCHEMA DEL CONTENUTO

I Invocazione d’aiuto; Geova annuncia giudizio futuro (1:1-17)

A. Abacuc chiede aiuto a motivo della violenza e malvagità in Giuda (1:1-4)

B. Geova identifica i caldei come suo strumento di giudizio contro le nazioni (1:5-11)

1. Tale terribile nazione radunerà in gran fretta prigionieri come la sabbia (1:5-9)

2. Si farà burla dei re, avanzerà come il vento e diventerà colpevole (1:10, 11)

C. Abacuc si chiede perché Dio permetta che il malvagio divori il giusto (1:12-17)

1. Chiede perché Geova, la Roccia, guardi quelli che si comportano slealmente (1:12, 13)

2. Dio ha reso gli uomini come pesci e animali striscianti su cui nessuno domina (1:14-16)

3. Sarà consentito al nemico di continuare a uccidere nazioni? (1:17)

II I giusti vivranno per la loro fedeltà, ma i caldei saranno distrutti (2:1-20)

A. Il profeta deve scrivere la visione, che si avvererà (2:1-3)

B. Per la sua fedeltà il giusto rimarrà in vita (2:4)

C. Giusta fine del caldeo, indicata da cinque guai (2:5-19)

1. Perché “moltiplica ciò che non è suo”; sarà spogliato da altri per il suo spargimento di sangue e la sua violenza (2:5-8)

2. Perché “fa guadagno empio per la sua casa”; una pietra del muro griderà (2:9-11)

3. Per aver ‘costruito una città mediante spargimento di sangue’; è da Geova che i popoli si affaticheranno solo per il fuoco (2:12-14)

4. Avendo fatto ubriacare i suoi compagni per “guardare le loro parti vergognose”; berrà il calice dalla destra di Geova e si coprirà di vergogna (2:15-18)

5. Per aver confidato negli idoli in cui non c’è respiro (2:19)

D. Geova è nel suo tempio santo; tutta la terra rimanga in silenzio (2:20)

III Abacuc invoca misericordia nel giudizio (3:1-19)

A. Implora la misericordia divina e rappresenta Dio come potente guerriero (3:1-15)

1. Dio percorre la terra con la sua denuncia, trebbia le nazioni (3:1-12)

2. È uscito per salvare il Suo popolo (3:13-15)

B. Agitato, Abacuc attende “il giorno dell’angustia”, determinato a esultare in Geova, l’Iddio della salvezza (3:16-19)

Vedi il libro “Tutta la Scrittura è ispirata da Dio e utile”, pp. 159-161.

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