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Ausiliario per capire la Bibbia
ad p. 1106

Salario

Generalmente, compenso per il lavoro o servizio reso. (Lev. 19:13) Nelle lingue originali la forma verbale ha il significato di ‘assumere’ lavoratori, ‘assoldare’ (Matt. 20:1) o di ‘prendere in affitto’, ‘noleggiare’ qualche cosa. (Eso. 22:14, 15; Atti 28:30) Salario pub essere sinonimo di “ricompensa”. Per esempio, fu predetto che il salario o la ricompensa del re Nabucodonosor per il servizio reso nel distruggere Tiro in qualità di giustiziere di Geova sarebbe stato la conquista dell’Egitto con tutta la sua ricchezza da saccheggiare. (Ezec. 29:18, 19; vedi anche Rut 2:12; Isaia 61:8; 62:11). “Salario” a volte può significare anche “retribuzione”. Il salario che il peccato paga è la morte. — Rom. 6:23; vedi anche Salmo 109:20; Isaia 65:6, 7.

A differenza del termine ebraico sakhàr (che di solito significa salario pagato per un lavoro o servizio reso) il termine ebraico ʼethnàm dalla radice nathàn, dare, è usato nelle Scritture esclusivamente a proposito del guadagno ottenuto con la prostituzione, letterale o figurativa. Quindi si tratta più di un dono che di un salario guadagnato col lavoro e di solito è usato in senso dispregiativo. La Legge vietava di portare come voto nel santuario sia la “ricompensa d’una meretrice” che il prezzo di un cane, espressione quest’ultima che probabilmente si riferiva al prezzo di un omosessuale. (Deut. 23:18) A questo proposito, il riferimento alla ricompensa di Tiro per essersi prostituita alle nazioni che diventa qualcosa di santo a Dio evidentemente significa che l’Altissimo avrebbe santificato tali profitti materiali di Tiro, nel senso di disporne secondo la sua volontà, a beneficio dei suoi servitori. (Isa. 23:17, 18) Sia Giuda che Israele furono colpevoli di prostituirsi ad altre nazioni. (Ezec. 23:1-16; Osea 9:1; Mic. 1:6, 7) Ma Dio denunciò in particolare Gerusalemme per qualche cosa di insolito a questo riguardo. A differenza delle meretrici che ricevono un compenso, Gerusalemme diede invece un compenso alle nazioni che commettevano prostituzione con lei. — Ezec. 16:26-34, 41.

Il salario non veniva pagato solo in denaro o in argento (II Cron. 24:11, 12; 25:6), ma anche dando in cambio animali domestici, prodotti agricoli, ecc. Il salario di Giacobbe per quattordici anni di lavoro furono le sue due mogli, Lea e Rachele. Inoltre egli servì per sei anni in cambio della parte pattuita del gregge di Labano. (Gen. 29:15, 18, 27; 31:41) Lea, nel dare le mandragole di suo figlio a Rachele, ‘assoldò’ Giacobbe affinché avesse rapporti con lei, e per questa ragione si riferì al figlio che le nacque come al “salario del salariato”: (Gen. 30:14-18) Le decime degli israeliti costituivano il salario dei leviti per il servizio che rendevano presso il santuario. (Num. 18:26, 30, 31) All’epoca dei ministero terreno di Gesù il normale salario giornaliero dei braccianti agricoli era evidentemente un denaro. (Matt. 20:2) In adempimento di Zaccaria 11:12, Giuda Iscariota ricevette dai sacerdoti trenta pezzi d’argento come “salario” per tradire Gesù Cristo. — Matt. 26:14-16; 27:3-10; Atti 1:18.

La legge data da Dio a Israele richiedeva che i lavoratori salariati fossero pagati al termine della giornata lavorativa. (Lev. 19:13; Deut. 24:14, 15) Le Scritture rimproverano severamente coloro che si comportano in modo disonesto col salario dei lavoratori salariati. (Ger. 22:13; Mal. 3:5; Giac. 5:4) Quando un israelita prendeva a nolo un animale e questo si storpiava o era rubato, egli non doveva alcun risarcimento al proprietario oltre al noleggio. — Eso. 22:14, 15.

Quando si assumevano lavoratori bisognava assicurarsi che fossero competenti. Di qui il proverbio: “Come l’arciere che trafigge ogni cosa è chi assume qualche stupido o chi assume i passanti”. — Prov. 26:10.

L’ospitalità e l’aiuto materiale offerti a coloro che si dedicano esclusivamente agli interessi del Regno si possono considerare un salario loro dovuto, secondo il principio che l’operaio è degno del suo salario”. (Luca 10:7; I Tim. 5:17, 18) Viceversa l’approvazione di Dio, e la vita, non vengono dati come salario a coloro che Lo servono, perché sono doni dovuti all’immeritata benignità di Dio per mezzo di Gesù Cristo, a motivo della fede nel sacrificio di riscatto di Cristo esercitata dai Suoi servitori. — Rom. 4:2-8; 6:23.

Poiché ai giorni del profeta Aggeo il santuario veniva trascurato, Geova trattenne la sua benedizione così che coloro che lavoravano per un salario ricevevano “una borsa che ha buchi”, vale a dire ricevevano un salario misero, subito speso. (Agg. 1:3-6) Quindi, a proposito dei giorni precedenti la restaurazione del tempio, Geova disse per mezzo di Zaccaria: “Prima di quel tempo non v’era salario per il lavoro dell’uomo, né salario per il lavoro delle bestie”. — Zacc. 8:9, 10, VR

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