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  • Gelosia, geloso
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  • LA GELOSIA DI GEOVA
  • Per il suo nome
  • Per la giustizia
  • Per il suo popolo
  • Incitare Geova a gelosia
  • DI GESÙ CRISTO
  • ESCLUSIVA DEVOZIONE DEGLI ADORATORI DI DIO
  • Incitare a gelosia in modo giusto
  • ZELO SBAGLIATO
  • GELOSIA E INVIDIA
  • GELOSIA CONIUGALE
  • NON È AMMESSA RIVALITÀ FRA I SERVITORI DI DIO
  • Gelosia, Geloso
    Perspicacia nello studio delle Scritture, volume 1
  • L’amore vince la gelosia errata
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1995
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    Perspicacia nello studio delle Scritture, volume 2
  • Gelosia per la pura adorazione di Geova
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1995
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Ausiliario per capire la Bibbia
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Gelosia, geloso

[ebr. qinʼàh, gelosia, zelo, ardore; gr. zèlos, gelosia, zelo].

Il termine “geloso” indica uno “che esige esclusiva devozione”, “che non tollera rivalità o infedeltà; invidioso, sospettoso”. Sia nell’ebraico che nel greco può avere significato positivo o negativo e nella Bibbia è usato in entrambi i modi.

LA GELOSIA DI GEOVA

Geova stesso si definisce “un Dio che esige esclusiva devozione”. (Eso. 20:5; Deut. 4:24; 5:9; 6:15) E dice: “Geova, il cui nome è Geloso, è un Dio geloso”. (Eso. 34:14) Di che cosa è geloso e di che genere è la sua gelosia? Non è certo la gelosia invidiosa ed egoista degli esseri umani. È una gelosia, uno zelo o ardore per il suo santo nome, del quale egli stesso dice: “Mostrerò esclusiva devozione per il mio santo nome”. — Ezec. 39:25.

Per il suo nome

Se si considera tutto ciò che è implicito nel nome di Dio, si comprende la ragione della sua “insistenza sull’esclusiva devozione”. (Ezec. 5:13) Il suo nome rappresenta tutto ciò che è giusto e retto. Egli è santo, puro, integro e leale in grado superlativo. (Isa. 6:3; Riv. 4:8; 16:5) La sua sovranità è necessaria per l’esistenza stessa dell’universo, e la fedeltà alla sua sovranità e alle sue leggi è indispensabile per l’ordine e la pace di tutta la creazione. (Prov. 29:2; I Cor. 14:33) La sua è dunque una gelosia pura, irreprensibile, e completamente a beneficio delle sue creature, poiché la loro devozione non reca alcun profitto a lui, il Creatore, Provveditore e Datore di ogni cosa buona. (Giob. 41:11; Sal. 145:16; Rom. 11:35; Giac. 1:17; Riv. 4:11) Ma nella sua devozione alla giustizia il suo cuore si rallegra con amorevole apprezzamento quando i suoi servitori non transigono sulla giustizia e gli rendono esclusiva devozione. — Prov. 23:15, 16; 27:11.

Per la giustizia

Nel suo amore per la giustizia e nella sua insistenza sull’esclusiva devozione Geova è imparziale. Mosè avvertì il popolo d’Israele, che era in una relazione di patto con Dio, delle conseguenze di una eventuale trasgressione da parte di qualcuno: “L’ira di Geova e il suo ardore fumeranno contro quell’uomo, . . . e Geova davvero ne cancellerà il nome di sotto i cieli”. (Deut. 29:19-21) Dio disse all’apostata, idolatra, immorale città di Gerusalemme che l’avrebbe giudicata e le avrebbe dato “il sangue del furore e della gelosia”. (Ezec. 16:38; 23:25) Questo avvenne quando i babilonesi distrussero la città e il tempio su cui era stato invocato il nome di Geova, nome che essi avevano però gravemente vituperato. Ciò nonostante la sua gelosia non adombrò né annullò i suoi propositi e la sua misericordia, infatti Geova risparmiò un rimanente perché tornasse a riedificare il tempio.

Per il suo popolo

A motivo dell’amore che ha per il suo popolo, che porta il suo santo nome, Geova ne è geloso con zelo ardente. Come un marito protegge gelosamente la moglie che gli è preziosa, così Geova dice: “Chi tocca voi tocca la pupilla del mio occhio”. (Zacc. 2:8) Perciò, a motivo delle azioni malvage delle nazioni verso il suo popolo, Dio predisse: “Sarò geloso di Sion con grande gelosia, e con gran furore sarò geloso di lei”. E disse anche che avrebbe avuto zelo per il paese e compassione per il popolo. — Zacc. 8:2; 1:14; Gioe. 2:18.

I suoi servitori possono confidare che Dio farà trionfare la giustizia e aver fiducia nello zelo che ha per il suo nome. Egli ha dato un esempio del suo zelo col modo in cui trattava l’antico Israele, e ci parla della distruzione dei governi terreni e dell’istituzione del governo del Principe della pace con giustizia e rettitudine: “Il medesimo zelo di Geova degli eserciti farà questo”. — Isa. 9:6, 7; Sof. 3:8, 9.

Incitare Geova a gelosia

Nella sua insistenza sull’esclusiva devozione Geova non si lascia beffeggiare. (Gal. 6:7) Chiunque fra i suoi servitori rifiuti di rendergli piena devozione e non lo ami con tutto il cuore, la mente, l’anima e la forza, cerca di servire due padroni. Gesù ha spiegato che il risultato di tale condotta sarebbe disastroso, poiché tale uomo amerebbe un padrone e disprezzerebbe l’altro. (Matt. 6:24) Una persona del genere ‘incita Geova a gelosia’. (Deut. 32:16; I Re 14:22) In una visione Geova mostrò a Ezechiele un “simbolo di gelosia”, evidentemente idolatrico, all’ingresso del tempio. (Ezec. 8:3, 5) La gelosia di Geova divampò contro il popolo di Giuda perché si era allontanato dall’esclusiva devozione.

L’apostolo Paolo dice ai cristiani: “Non potete partecipare alla ‘tavola di Geova’ e alla tavola dei demoni. O ‘incitiamo Geova a gelosia’? Noi non siamo più forti di lui, non vi pare?” (I Cor. 10:21, 22; Deut. 32:21) Egli mette in risalto che se un cristiano pratica volontariamente il peccato dopo aver acquistato accurata conoscenza della verità, può attendersi solo il giudizio e “un’ardente gelosia che consumerà quelli in opposizione”. — Ebr. 10:26, 27.

DI GESÙ CRISTO

Il Figlio di Dio, essendo più vicino al Padre di qualsiasi altra creatura e meglio in grado di emularlo e farlo conoscere ad altri, poteva ben dire: “Chi ha visto me ha visto anche il Padre”. (Giov. 14:9; Matt. 11:27; Giov. 1:18) Perciò nel suo zelo per la giustizia e nella sua gelosia per il nome del Padre suo superava chiunque altro. (Ebr. 1:9; Sal. 45:7) Rese sempre a Geova esclusiva devozione. (Matt. 4:10; Giov. 8:29) Quando era sulla terra il suo cuore ardeva animato da zelo e gelosia, perché il nome di Geova era diffamato nel tempio stesso dai mercanti amanti del denaro. (Giov. 2:13-17) In quell’occasione adempì la profezia del Salmo 69:9: “L’assoluto zelo per la tua casa mi ha divorato”. Perciò i suoi seguaci possono essere certi del suo zelo nello stabilire in modo completo e per sempre diritto, giustizia e rispetto per il nome e la sovranità di Geova, adempiendo la profezia del Salmo 45:3-6.

ESCLUSIVA DEVOZIONE DEGLI ADORATORI DI DIO

Tutti i veri adoratori di Dio hanno sempre mostrato zelo per il suo servizio e gelosia per il suo nome. Il profeta Elia, che compì opere potenti convertendo molti israeliti dalla falsa adorazione all’adorazione di Geova, disse: “Sono stato assolutamente geloso per Geova l’Iddio degli eserciti”. (I Re 19:10, 14) Fineas ebbe una devozione gradita a Dio e, grazie al suo zelo nell’uccidere un capotribù di Israele che aveva contaminato l’accampamento introducendovi l’impura adorazione fallica di Baal, salvò Israele dallo sterminio. Come israelita e come sacerdote, Fineas manifestò il suo zelo “non tollerando alcuna rivalità” verso Geova. — Num. 25:11; confronta II Re 10:16.

La congregazione cristiana deve esercitare la stessa gelosa vigilanza, affinché nulla di impuro spunti come una “radice velenosa” a causare difficoltà e contaminare molti. (Ebr. 12:15) Nel caso si insinuasse una persona corrotta che tentasse di contaminare altri, la congregazione deve avere molta premura di mostrarsi senza colpa dinanzi a Geova con indignazione e zelo. I cristiani devono ‘rimuovere l’uomo malvagio di fra loro’. — I Cor. 5:4, 5, 13; II Cor. 7:11, 12.

È bene dunque che i cristiani esercitino “santa gelosia” a favore dei compagni di fede. Dovrebbero cioè ardere dal desiderio di fare tutto il possibile per aiutarsi l’un l’altro a manifestare esclusiva devozione a Dio e ubbidienza a Cristo. L’apostolo Paolo paragonò i suoi fratelli spirituali a una vergine fidanzata a Cristo e sua promessa sposa. Li proteggeva gelosamente affinché rimanessero incontaminati. (II Cor. 11:2; confronta Rivelazione 19:7, 8) Lo zelo che aveva verso di loro si rivela in molte espressioni contenute nelle lettere inviate alla congregazione di Corinto e ad altri. E la gelosia che Cristo stesso ha per la sua “sposa” (Riv. 21:9) è manifestata dalle vigorose parole rivolte alle congregazioni, riportate in Rivelazione, capitoli 1-3.

Incitare a gelosia in modo giusto

Geova mostrò misericordia alla nazione d’Israele dopo che tutti tranne un rimanente avevano rigettato il Messia. Il rimanente di ebrei credenti fu l’inizio della congregazione cristiana, che ora aveva il favore di Geova al posto della rigettata nazione ebraica. Geova confermò tale cambiamento con segni, portenti e opere potenti. (Ebr. 2:3, 4) Diede ai gentili la possibilità di entrare nel suo favore, ma non escluse completamente Israele, come sottolineano le Scritture: “Hanno [gli israeliti come popolo] inciampato in modo da cadere completamente? Non sia mai! Ma dal loro passo falso viene la salvezza per le persone delle nazioni, per incitarli a gelosia”. (Rom. 11:11) Secoli prima Geova aveva detto che avrebbe fatto questo, per la salvezza di alcuni. (Deut. 32:21; Rom. 10:19) L’apostolo Paolo, che cercava ansiosamente il bene degli israeliti suoi fratelli, seguì lo stesso principio: “Dal momento che sono, in realtà, apostolo delle nazioni, io glorifico il mio ministero, se in qualche modo posso incitare quelli che sono la mia carne a gelosia e salvare fra loro alcuni”. — Rom. 11:13, 14; 10:1.

ZELO SBAGLIATO

Uno potrebbe essere sinceramente zelante, o geloso, per una certa causa, eppure essere in errore e dispiacere a Dio. Questo accadde a molti ebrei del I secolo. Essi pensavano che la giustizia derivasse dalle loro stesse opere secondo la legge mosaica. Ma Paolo spiegò che il loro zelo era sbagliato per mancanza di accurata conoscenza. Perciò non conseguirono la vera giustizia che viene da Dio. Dovevano capire il proprio errore e rivolgersi a Dio per mezzo di Cristo onde essere dichiarati giusti e liberati dalla condanna della Legge. (Rom. 10:1-10) Saulo di Tarso era stato uno di questi, essendo estremamente zelante nel giudaismo al punto di ‘perseguitare la congregazione di Dio e devastarla’. (Gal. 1:13, 14; Filip. 3:6) Pur osservando scrupolosamente la Legge come “uno che si è mostrato irriprovevole”, la sua gelosia per il giudaismo era sbagliata. Il suo cuore però era sincero, e perciò Geova manifestò immeritata benignità per mezzo di Cristo indicandogli la via della vera adorazione. — I Tim. 1:12, 13.

GELOSIA E INVIDIA

La persona ingiustamente gelosa sospetta di altri senza buona ragione o si irrita perché altri hanno quello che ingiustificatamente vuole per sé. La persona invidiosa è malcontenta e desidera per sé la buona sorte e i successi altrui. Il contesto spesso determina il significato che assumono nella Bibbia i termini ebraici comunemente tradotti “gelosia” o “geloso”, e a volte “invidia”. Lo stesso avviene per il sostantivo greco tradotto “gelosia”, anche se in greco c’è un altro termine, phthònos, per “invidia”.

Nella congregazione di Corinto del I secolo si erano introdotti uomini ambiziosi, che attiravano l’attenzione su di sé, vantandosi e provocando conflitti nella congregazione. La congregazione era divisa in fazioni che seguivano ed esaltavano semplici uomini. Paolo rilevò che tale gelosia era carnale, non spirituale. (I Cor. 3:3; II Cor. 12:20) Spiegò che il santo amore non prova gelosia fuori luogo, ma anzi ha fiducia e speranza, e agisce sempre nell’interesse di altri. — I Cor. 13:4, 5, 7.

Una gelosia come quella della congregazione di Corinto, condannata da Paolo, è negativa. Non favorisce l’esclusiva devozione a Geova. E anzi una forma di idolatria, di origine demonica, e produce invidia e lotta. La Bibbia mette ripetutamente in guardia, spiegando che influisce sul cuore. — Giac. 3:14-16; Rom. 13:13; Gal. 5:19-21.

Tale gelosia nuoce alla salute, infatti “il cuore calmo è la vita dell’organismo carnale, ma la gelosia è marciume alle ossa”. (Prov. 14:30) Può essere più deleteria del furore o dell’ira perché può avere radici più profonde, essere più tenace e resistente e meno facile da placare. Di solito è completamente irragionevole. (Prov. 27:4) Anche la gelosia di un uomo, giustamente adirato con un altro che ha commesso adulterio con sua moglie, non accetta riscatto o scuse. — Prov. 6:32-35.

Una gelosia del genere può portare la persona a peccare contro Dio, come fecero i dieci fratellastri di Giuseppe. (Gen. 37:11; Atti 7:9) Può far perdere la vita al singolo e ad altri con lui, come avvenne nel caso di Datan e Abiram con le loro famiglie. (Sal. 106:16, 17) Peggio ancora, la gelosia spinse ebrei increduli a commettere gravi reati nei confronti degli apostoli e per di più li rese colpevoli di bestemmia e tentato omicidio. — Atti 13:45, 50; 14:19.

GELOSIA CONIUGALE

La gelosia verso il proprio marito o la propria moglie, se è appropriata, è una qualità positiva: zelo per il bene e il benessere del coniuge. Ma l’eccessiva gelosia e la mancanza di fiducia senza ragione è sbagliata e priva di amore, e può rovinare il matrimonio. (I Cor. 13:4, 7) La legge mosaica prevedeva casi di gelosia in cui il marito sospettava che la moglie avesse commesso adulterio in segreto. Se non c’erano i due testimoni richiesti per provare l’accusa e permettere ai giudici umani di agire e ricorrere alla condanna a morte, la Legge prescriveva che la coppia si presentasse al rappresentante di Geova, il sacerdote. Quest’azione costituiva un ricorso a Geova, il quale era al corrente di come erano andate le cose, perché fosse lui a giudicare. Se adultera, la donna subiva, come diretta punizione impartita da Geova, la perdita delle facoltà procreative. Se la gelosia del marito era infondata, egli doveva riconoscere l’innocenza della moglie avendo rapporti sessuali con lei perché potesse avere un bambino. — Num. 5:11-31.

NON È AMMESSA RIVALITÀ FRA I SERVITORI DI DIO

La rivalità o competizione così comune nell’attuale sistema di cose non si addice al servitore di Dio. Lo scrittore del libro di Ecclesiaste dice: “Io stesso ho visto tutto il duro lavoro e tutta l’abilità nell’opera, che significa rivalità [ebr. qinʼàth] dell’uno verso l’altro; anche questo è vanità e un correr dietro al vento”. (Eccl. 4:4; confronta Galati 5:26). Essendo geloso dei successi, dei possedimenti o dei talenti altrui, il servitore di Dio può diventare invidioso e avido, al punto di invidiare i malvagi che prosperano. Le Scritture esortano a guardarsi da ciò; anche se può sembrare che prosperino per molto tempo, al momento giusto il giudizio di Dio si abbatterà improvvisamente su di loro. (Sal. 37:1, 2) Invidiarli può spingere a imitarne il comportamento violento, detestabile a Geova. — Prov. 3:31, 32; 23:17; 24:1, 19; confronta Salmo 73:2, 3, 17-19, 21-23.

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