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Ausiliario per capire la Bibbia
ad pp. 686-687

Ioiachin

(Ioiachìn o Ioiàchin) [Geova stabilisce fermamente].

Figlio di Ioiachim re di Giuda e di Neusta (II Re 24:6, 8; II Cron. 36:8), chiamato anche Ieconia (variante di Ioiachin) e Conia (forma abbreviata di Ieconia). — Est. 2:6; Ger. 28:4; 37:1.

Ioiachin diventò re a diciotto anni e continuò a fare il male come suo padre. (II Re 24:8, 9; II Cron. 36:9 [vedi NW, nota in calce]). Ioiachim, padre di Ioiachin, si era assoggettato al re di Babilonia Nabucodonosor, ma nel terzo anno di vassallaggio (618 a.E.V.) si era ribellato. (II Re 24:1) Il risultato fu che Gerusalemme venne assediata. Può darsi che l’espressione “durante quel tempo” (II Re 24:10) non vada riferita necessariamente al breve regno di Ioiachin, ma piuttosto all’intero periodo in questione; quindi l’assedio può essere iniziato durante il regno di suo padre Ioiachim, come Daniele 1:1, 2 sembra indicare. Evidentemente Ioiachim morì durante l’assedio e Ioiachin salì al trono di Giuda. Il suo regno però finì solo tre mesi e dieci giorni dopo, quando si arrese a Nabucodonosor (617 a.E.V., nel mese di adar secondo le cronache babilonesi). (II Re 24:11, 12; II Cron. 36:9) In adempimento della parola pronunciata da Geova per mezzo di Geremia, fu portato prigioniero a Babilonia. (Ger. 22:24-27; 24:1; 27:19, 20; 29:1, 2) Furono esiliati anche altri appartenenti alla casa reale, funzionari di corte, artigiani e guerrieri. — II Re 24:14-16.

In II Re 24:12-16 si legge che Nabucodonosor portò questi prigionieri in esilio, insieme a “tutti i tesori della casa di Geova e i tesori della casa del re”. In Daniele 1:1, 2 viene detto invece che solo “parte degli utensili” vennero portati a Babilonia. La spiegazione può essere che i tesori menzionati in II Re fossero in particolare gli utensili d’oro, a cui si fa specifico riferimento, e che altri utensili furono lasciati stare. Un’altra possibilità è che, quando Gerusalemme fu assediata dai babilonesi (in seguito alla ribellione di Ioiachim contro Babilonia), “alcuni utensili della casa di Geova” venissero portati a Babilonia, e qualche tempo dopo, quando Ioiachin stesso fu trasferito a Babilonia, fossero portati via anche altri “oggetti desiderabili della casa di Geova”. Questa possibilità è indicata da II Cronache 36:6-10. Dalla narrazione di Cronache sembra che Nabucodonosor, dopo aver conquistato Gerusalemme, facesse ritorno a Babilonia di dove “mandò e . . . portava [Ioiachin] a Babilonia con gli oggetti desiderabili della casa di Geova”. In modo simile, dieci anni dopo, durante la definitiva conquista e distruzione di Gerusalemme (607 a.E.V.), Nabucodonosor si ritirò a Ribla “nel paese di Amat”, lasciando che Nebuzaradan, capo della guardia del corpo, si occupasse dei particolari del dopoconquista. — II Re 25:8-21.

A Babilonia Ioiachin ebbe sette figli. (I Cron. 3:16-18) In questo modo fu preservata la discendenza reale che avrebbe portato al Messia. (Matt. 1:11, 12) Ma come aveva indicato la profezia, nessuno dei discendenti di Ioiachin regnò mai nella Gerusalemme terrena. Perciò fu come se Ioiachin non avesse avuto figli, nessun discendente che diventasse re dopo di lui. — Ger. 22:28-30.

Nel quinto anno dell’esilio di Ioiachin cominciò l’opera profetica di Ezechiele. (Ezec. 1:2) Circa trentadue anni dopo, nel 580 a.E.V., Ioiachin fu rimesso in libertà da Evil-Merodac, successore di Nabucodonosor, e ricevette una posizione di favore al di sopra di tutti gli altri re prigionieri. D’allora in poi mangiava alla tavola di Evil-Merodac e riceveva una razione giornaliera. — II Re 25:27-30; Ger. 52:31-34.

Documenti amministrativi babilonesi pervenutici elencano le razioni per Ioiachin e cinque dei suoi figli.

[Figura a pagina 686]

Calco di un sigillo rinvenuto in Giuda, con l’iscrizione “Di Eliakim, economo di YWKN [forse abbreviazione di Ioiachin]”

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