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Ausiliario per capire la Bibbia
ad p. 719

Laodicea

(Laodìcèa [forse, giudizio del popolo], LAODICESI.

Città dell’Asia Minore occidentale, le cui rovine si trovano nei pressi di Denizli, quasi 150 km a E di Efeso. Nota in precedenza coi nomi di Diospoli e Rhoas, Laodicea fu probabilmente ricostruita nel III secolo a.E.V. dal sovrano seleucide Antioco II e così chiamata in onore di sua moglie Laodice. Situata nella fertile valle del Lico (affluente del Meandro), Laodicea era il punto d’incontro di importanti vie carovaniere e strade la collegavano con altre città come Efeso, Pergamo e Filadelfia.

Laodicea godeva di grande prosperità essendo una città industriale e un centro bancario. Indice della grande ricchezza della città è il fatto che quando fu gravemente danneggiata da un terremoto durante il regno di Nerone, venne ricostruita senza alcun aiuto finanziario di Roma. (Tacito, Annali, Libro XIV, 27) La lana di un nero lucente di Laodicea e gli indumenti confezionati con questa erano rinomati. Sede di una famosa scuola di medicina, in questa città probabilmente si produceva anche il medicamento per gli occhi chiamato “polvere frigia”. È comprensibile dunque che una delle principali divinità venerate a Laodicea fosse Esculapio, dio della medicina.

La città aveva un grave inconveniente: a differenza delle vicine città della valle del Lico come Ierapoli, con le sue sorgenti calde famose per le loro proprietà terapeutiche, e Colosse, con la sua fresca acqua ristoratrice, Laodicea non aveva una riserva idrica permanente. Da considerevole distanza l’acqua doveva essere incanalata fino a Laodicea e probabilmente quando raggiungeva la città era tiepida. Nella parte iniziale l’acqua era convogliata mediante un acquedotto e poi, più vicino alla città, attraverso blocchi di pietra forati e uniti insieme.

Nel I secolo E.V. a Laodicea c’era una congregazione cristiana che evidentemente si radunava in casa di Ninfa, una sorella cristiana del luogo. Senza dubbio gli sforzi di Epafra contribuirono alla formazione di quella congregazione. (Col. 4:12, 13, 15) E l’effetto dell’opera di Paolo a Efeso si sarà sentito senz’altro fino a Laodicea. (Atti 19:10) Anche se non vi prestò servizio personalmente, Paolo si preoccupava ugualmente della congregazione di Laodicea e le scrisse una lettera. — Col. 2:1; 4:16.

Quella di Laodicea era una delle sette congregazioni dell’Asia Minore a cui il glorificato Gesù Cristo, in rivelazione a Giovanni, inviò messaggi personali. (Riv. 1:11) In quel tempo, verso la fine del I secolo E.V., la congregazione di Laodicea aveva poco di cui essere lodata. Benché materialmente ricca, era spiritualmente povera. Invece dell’oro letterale che passava per le mani dei banchieri laodicesi, invece degli abiti di lana nera lucente confezionati nella città, invece del medicamento per gli occhi prodotto dai medici laodicesi, invece delle bollenti acque medicamentose delle sorgenti della vicina Ierapoli, la congregazione di Laodicea aveva bisogno di cose simili ma in senso spirituale. Aveva bisogno di “oro raffinato dal fuoco” per arricchire la sua personalità (confronta I Corinti 3:10-14; I Pietro 1:6, 7), di abiti bianchi per avere un aspetto cristiano irreprensibile senza caratteristiche non cristiane vergognose come la nudità fisica. (Confronta Rivelazione 16:15; 19:8). Aveva bisogno di “collirio” spirituale che potesse eliminare la sua cecità alla verità biblica e alle responsabilità cristiane. (Confronta Isaia 29:18; II Pietro 1:5-10; I Giovanni 2:11). Poteva comprare queste cose da Cristo Gesù, Colui che bussava alla porta, se lo avesse fatto entrare accogliendolo in modo ospitale. (Confronta Isaia 55:1, 2). Doveva diventare calda da stimolare (confronta Salmo 69:9; II Corinti 9:2; Tito 2:14) o fredda da ristorare (confronta Proverbi 25:13, 25), ma non rimanere tiepida. — Riv. 3:14-22.

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