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Ausiliario per capire la Bibbia
ad p. 267

Conviti d’amore

[gr. agàpai (pl. di agàpe, amore)].

La Bibbia non descrive questi conviti d’amore né indica quanto spesso venissero tenuti. (Giuda 12) Non erano stati raccomandati dal Signore Gesù Cristo né dagli apostoli, ed è evidente che non erano ritenuti obbligatori o permanenti. Secondo alcuni erano occasioni in cui cristiani abbienti organizzavano banchetti a cui erano invitati i compagni di fede poveri.

Tertulliano, scrittore cristiano del II–III secolo, fornisce una descrizione di tali conviti d’amore, riferendo che i partecipanti, prima di mettersi a tavola, rivolgevano una preghiera a Dio. Mangiavano e bevevano con moderazione, solo per appagare la fame e la sete, ricordando che anche di notte dovevano adorare Dio. La loro conversazione si addiceva a persone consapevoli che il Signore ascolta. Ciascuno cantava un cantico, e la festa si concludeva con una preghiera.

Che questi conviti in origine fossero tenuti con buone intenzioni è indicato dal loro stesso nome. Agàpe è il termine greco per definire la più alta forma di amore: l’amore basato sul principio. La Bibbia dice che “Dio è” tale amore. (I Giov. 4:8) È uno dei frutti dello spirito menzionati in Galati 5:22 ed è descritto con maggiori particolari in I Corinti 13:4-7.

ABUSI

Come un pasto letterale i conviti d’amore potevano dar luogo ad abusi da parte di coloro che non avevano la giusta veduta spirituale, e poiché non erano stati raccomandati dal Signore Gesù Cristo né dagli apostoli, ma erano solo una consuetudine, furono poi abbandonati. Le parole di Giuda indicano che alcuni vi partecipavano per motivi errati: “Questi sono gli scogli nascosti sotto l’acqua nei vostri conviti d’amore mentre festeggiano con voi, pastori che pascono se stessi senza timore”. (Giuda 12) Pietro denuncia l’infiltrarsi di individui malvagi e di falsi insegnanti fra i veri cristiani, dicendo: “Essi considerano la vita lussuriosa di giorno un piacere. Sono macchie e sozzure, che si dilettano senza restrizioni dei loro ingannevoli insegnamenti mentre festeggiano insieme a voi”. (II Piet. 2:13) Anche se i cristiani hanno continuato a godere e godono tuttora una piacevole fratellanza e si aiutano materialmente a vicenda per quanto sia in loro potere, non c’è motivo di ricominciare a tenere tali conviti d’amore nella congregazione. — Giac. 1:27; 2:15.

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