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  • Messia
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  • MESSIA NELLE SCRITTURE EBRAICHE
  • Profezie in cui non ricorre il termine “Messia”
  • INTENDIMENTO DELLE PROFEZIE MESSIANICHE NEL I SECOLO E.V.
  • Re e figlio di Davide
  • Nato a Betleem
  • Un profeta che avrebbe compiuto segni
  • ASPETTATIVE CHE INDUSSERO LA NAZIONE EBRAICA A DISCONOSCERE IL MESSIA
  • Falsi Messia
  • GESÙ SI DICHIARÒ E FU RICONOSCIUTO QUALE MESSIA
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    Perspicacia nello studio delle Scritture, volume 2
  • Erano in attesa del Messia
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  • Il Messia: il mezzo di salvezza provveduto da Dio
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Ausiliario per capire la Bibbia
ad pp. 824-826

Messia

Dal verbo ebraico mashàhh, che significa “spalmare” e quindi “ungere”. Messia (mashìahh) significa “unto”. L’equivalente greco è Khristòs o Cristo.

Nelle Scritture Ebraiche l’aggettivo verbale mashìahh si riferisce a molti uomini. Davide fu ufficialmente nominato re essendo unto con olio e per questo è chiamato “unto” o, letteralmente, “messia”. (II Sam. 19:21; 22:51; 23:1; Sal. 18:50) Altri re, fra cui Saul e Salomone, sono definiti “unto” o “l’unto di Geova”. (I Sam. 2:10, 35; 12:3, 5; 24:6, 10; II Sam. 1:14, 16; II Cron. 6:42; Lam. 4:20) Lo stesso termine viene applicato anche al sommo sacerdote. (Lev. 4:3, 5, 16; 6:22) I patriarchi Abraamo, Isacco e Giacobbe vengono chiamati “unti” o meshihhìm (LXX, khristòi) di Geova. (I Cron. 16:16, 22) Ciro re di Persia è definito “unto” in quanto avrebbe ricevuto da Dio un certo incarico. — Isa. 45:1.

Nelle Scritture Greche Cristiane la forma traslitterata Messias ricorre nel testo greco di Giovanni 1:41, con la spiegazione “che, tradotto, significa: Cristo”. (Vedi anche Giovanni 4:25). A volte il termine Khristòs è usato da solo in riferimento a qualcuno che è o si dichiara il Messia o l’Unto. (Matt. 2:4; 22:42; Mar. 13:21) Quasi sempre però Khristòs è accompagnato dal nome proprio Gesù (“Gesù Cristo” e “Cristo Gesù”) per indicare che lui è il Messia. A volte è usato da solo, ma si riferisce chiaramente a Gesù nel senso che è il Cristo per eccellenza, come nella frase: “Cristo morì per noi”. — Rom. 5:8; Giov. 17:3; I Cor. 1:1, 2; 16:24.

MESSIA NELLE SCRITTURE EBRAICHE

In Daniele 9:25, 26 il termine mashìahh si riferisce esclusivamente al futuro Messia. (Vedi SETTANTA SETTIMANE). D’altra parte, molti altri versetti delle Scritture Ebraiche ne additano la venuta, ma non in modo così esclusivo. Per esempio il Salmo 2:2 ebbe evidentemente una prima applicazione quando i re filistei cercarono di deporre l’unto re Davide. Ma una seconda applicazione al Messia predetto è confermata da Atti 4:25-27, dove il versetto viene applicato a Gesù Cristo. Inoltre molti degli uomini cui si riferiva il termine “unto” prefigurarono in vari modi Gesù Cristo e la sua opera, fra questi Davide, il sommo sacerdote di Israele e Mosè (chiamato Cristo in Ebrei 11:23-26).

Profezie in cui non ricorre il termine “Messia”

Molti altri versetti delle Scritture Ebraiche che non menzionano specificamente il “Messia” erano considerate dagli ebrei profezie che lo riguardavano. Il dottor A. Edersheim ha individuato 456 brani che “l’antica Sinagoga riteneva messianici”, e nei più antichi scritti rabbinici c’erano 558 riferimenti a sostegno di tali conclusioni. (Life and Times of Jesus the Messiah, Vol. 1, p. 163; Vol. 2, pp. 710-737) Per esempio in Genesi 49:10 era predetto che lo scettro del comando sarebbe appartenuto alla tribù di Giuda e che Silo sarebbe venuto da quella discendenza. Sia il Targum di Onkelos che il Targum di Gerusalemme e il Midrash riconoscono che l’espressione “Silo” va riferita al Messia.

Le Scritture Ebraiche contengono molte profezie che rivelano particolari circa l’origine e le attività del Messia, l’epoca della sua comparsa, il trattamento che avrebbe subito e il posto che avrebbe avuto nella disposizione di Dio. Tutti insieme, vari accenni al Messia formavano un grandioso quadro che avrebbe aiutato i veri adoratori a identificarlo. Questo avrebbe costituito una base per riporre fede in lui, il vero Condottiero inviato da Geova. Anche se gli ebrei non riconobbero in anticipo tutte le profezie che si riferivano all’Unto, le prove evangeliche indicano che avevano sufficiente conoscenza per riconoscere il Messia quando effettivamente apparve.

INTENDIMENTO DELLE PROFEZIE MESSIANICHE NEL I SECOLO E.V.

Le informazioni storiche permettono di avere un quadro generale di ciò che la maggioranza degli ebrei del I secolo E.V. sapeva del Messia. Tali informazioni sono tratte primariamente dai Vangeli.

Re e figlio di Davide

Gli ebrei in genere riconoscevano che il Messia sarebbe stato un re della discendenza di Davide. Quando gli astrologi si informarono circa “il nato re dei Giudei”, Erode il Grande sapeva che intendevano “il Cristo”. (Matt. 2:2-4) Gesù chiese ai farisei di chi sarebbe stato discendente il Cristo o Messia. Anche se non credevano in Gesù, quei capi religiosi sapevano che il Messia sarebbe stato figlio di Davide. — Matt. 22:41-45.

Nato a Betleem

Michea 5:2, 4 aveva indicato che da Betleem sarebbe venuto colui che doveva essere “dominatore in Israele” e “grande fino alle estremità della terra”. Si comprendeva che questo era un riferimento al Messia. Quando Erode il Grande chiese ai capi sacerdoti e agli scribi dove doveva nascere il Messia, questi risposero: “A Betleem di Giudea”, e citarono Michea 5:2. (Matt. 2:3-6) E lo sapevano anche alcuni fra il popolo comune. — Giov. 7:41, 42.

Un profeta che avrebbe compiuto segni

Per mezzo di Mosè Dio aveva predetto la venuta di un grande profeta. (Deut. 18:18) Ai giorni di Gesù gli ebrei lo aspettavano. (Giov. 6:14) Il modo in cui l’apostolo Pietro usò le parole di Mosè, in Atti 3:22, 23, indica che sapeva che la loro natura messianica sarebbe stata riconosciuta anche dagli oppositori religiosi e dimostra quanto fosse diffuso tale intendimento di Deuteronomio 18:18. Anche la samaritana al pozzo pensava che il Messia sarebbe stato un profeta. (Giov. 4:19, 25, 29) La gente si aspettava che il Messia compisse segni. — Giov. 7:31.

ASPETTATIVE CHE INDUSSERO LA NAZIONE EBRAICA A DISCONOSCERE IL MESSIA

Il Vangelo di Luca indica che molti ebrei attendevano ansiosamente che il Messia facesse la sua comparsa proprio nel tempo in cui Gesù era sulla terra. Quando il piccolo Gesù fu portato al tempio, Simeone e altri ebrei aspettavano “la consolazione d’Israele” e “la liberazione di Gerusalemme”. (Luca 2:25, 38) Durante il ministero di Giovanni il Battezzatore il popolo “era in aspettazione” del Cristo o Messia. (Luca 3:15) Molti però speravano che il Messia soddisfacesse le loro idee preconcette. Le profezie delle Scritture Ebraiche rivelavano che la venuta del Messia avrebbe avuto due aspetti diversi. Secondo un aspetto sarebbe stato “umile”, e ‘avrebbe cavalcato un asino’, secondo l’altro doveva venire “con le nuvole dei cieli” per annientare gli oppositori e avere dominio su tutti. (Zacc. 9:9; Dan. 7:13) Gli ebrei non riconobbero che queste profezie si riferivano a due comparse del Messia, che sarebbero avvenute in tempi molto diversi.

Fonti ebraiche convengono con Luca 2:38 che la popolazione attendeva in quell’epoca la liberazione di Gerusalemme. The Jewish Encyclopedia osserva: “Attendevano ansiosamente il promesso liberatore della casa di Davide, che li avrebbe liberati dal giogo dell’odiato usurpatore straniero, avrebbe posto fine alla spietata dominazione romana e avrebbe instaurato il Suo regno di pace”. (Vol. VIII, p. 508) Cercarono di fare di lui un re terreno. (Giov. 6:15) Quando non soddisfece le loro aspettative, lo respinsero.

Falsi Messia

Come Gesù aveva predetto, dopo la sua morte gli ebrei seguirono molti falsi Messia. (Matt. 24:5) “Giuseppe Flavio rivela che nel I secolo, prima della distruzione del Tempio [nel 70 E.V.], sorsero diversi Messia che promisero di alleviare il giogo romano, ed ebbero subito seguito”. (The Jewish Encyclopedia, Vol. X, p. 251) Poi nel 132 Bar Kokhba (Bar Koziba), uno dei più noti pseudomessia, fu acclamato re Messia. Nel reprimere la rivolta da lui capeggiata, i soldati romani uccisero migliaia di ebrei. Tali falsi Messia rivelano che molti ebrei s’interessavano in primo luogo di un Messia politico, ma indicano anche che giustamente si aspettavano che il Messia fosse una persona e non semplicemente una nazione messianica o un’era messianica. Alcuni ritengono che Bar Kokhba fosse discendente di Davide, cosa che avrebbe favorito la sua pretesa messianica. Ma questa pretesa non ha alcun fondamento, poiché le registrazioni genealogiche erano andate distrutte nel 70 E.V. Quindi i successivi pretendenti al ruolo di Messia non potevano dimostrare di essere della famiglia di Davide. (Il Messia doveva perciò comparire prima del 70 E.V., come Gesù, per poter dimostrare di essere erede di Davide. Questa è una prova che coloro che attendono ancora la venuta del Messia sono in errore). Fra i presunti Messia comparsi in seguito ci furono un certo Mosè di Creta, che asserì di poter dividere il mare fra Creta e la Palestina, e Sereno, che sviò molti ebrei spagnoli. The Jewish Encyclopedia elenca ventotto falsi Messia fra il 132 E.V. e il 1744 E.V.

GESÙ SI DICHIARÒ E FU RICONOSCIUTO QUALE MESSIA

L’evidenza storica dei Vangeli dimostra che Gesù era davvero il Messia. Persone vissute nel I secolo, che potevano interrogare i testimoni e valutare le prove, riconobbero l’autenticità delle informazioni storiche. Ne erano così sicuri che furono pronti a subire la persecuzione e a morire per la loro fede basata su informazioni autentiche. La documentazione dei Vangeli indica che diversi riconobbero apertamente che Gesù era il Cristo o il Messia. (Matt. 16:16; Giov. 1:41, 45, 49; 11:27) Gesù non disse che erano in errore, e a volte ammise di essere il Cristo. (Matt. 16:17; Giov. 4:25, 26) Spesso volutamente non diceva di essere il Messia; a volte ordinò ad altri di non parlarne. (Mar. 8:29, 30; 9:9; Giov. 10:24, 25) Poiché si trovava dove la gente poteva sentirlo parlare e vedere le sue opere, voleva che credessero in base a queste prove; in tal modo la loro fede avrebbe avuto come solido fondamento il fatto che avevano visto coi propri occhi l’adempimento delle Scritture Ebraiche. (Giov. 5:36; 10:24, 25; confronta Giovanni 4:41, 42). La narrazione evangelica di ciò che Gesù era e faceva si affianca alle Scritture Ebraiche, che contenevano tante informazioni su quello che avrebbe fatto, per cui è possibile sapere e credere che Gesù è davvero il Messia. — Giov. 20:31; vedi GESÙ CRISTO.

[Prospetto a pagina 825]

(Per la corretta impaginazione, vedi l’edizione stampata)

Gen. 49:10 Nato dalla tribù di Matt. 1:2-16; Luca 3:23-33;

Giuda Ebr. 7:14

Sal. 132:11; Dalla famiglia di Matt. 1:1, 6-16; 9:27;

Isa. 9:7; Davide figlio di Atti 13:22, 23;

Isa. 11:1, 10 Iesse Rom. 1:3; 15:8,12

Mic. 5:2 Nato a Betleem Luca 2:4-11; Giov. 7:42

Isa. 7:14 Nato da una vergine Matt. 1:18-23; Luca 1:30-35

Ger. 31:15 Bambini uccisi dopo Matt. 2:16-18

la sua nascita

Mal. 3:1; Via preparata in Matt. 3:1-3; 11:10-14;

anticipo Matt. 17:10-13;

Mal. 4:5; Luca 1:17, 76; 3:3-6;

Isa. 40:3 Luca 7:27; Giov. 1:20-23;

Giov. 3:25-28; Atti 13:24;

Atti 19:4 Osea 11:1 Chiamato dall’Egitto Matt. 2:15

Isa. 61:1, 2 Suo mandato Luca 4:18-21

Isa. 9:1, 2 Suo ministero fece Matt. 4:13-16

vedere gran luce in

Neftali e Zabulon

Sal. 78:2 Usò illustrazioni Matt. 13:11-13, 31-35

Isa. 53:4 Portò nostre infermità Matt. 8:16, 17

Isa. 53:1 Non credettero in lui Giov. 12:37, 38;

Rom. 10:11, 16

Sal. 69:9 Zelo per la casa Matt. 21:12, 13;

di Geova Giov. 2:13-17

Isa. 42:1-4 Quale servitore di Matt. 12:14-21

Geova non avrebbe

disputato per le vie

Sal. 69:4 Odiato senza ragione Luca 23:13-25;

Giov. 15:24, 25

Zacc. 9:9; ingresso a Gerusalemme Matt. 21:1-9; Mar. 11:7-11;

su puledro d’asina; Luca 19:28-38:

Sal. 118:26 acclamato come re e Giov. 12:12-15

come colui che viene

nel nome di Geova

Isa. 28:16; Rigettato, ma diventa Matt. 21:42, 45, 46;

Isa. 53:3; pietra angolare Atti 3:14; 4:11; I Piet. 2:7

Sal. 69:8;

Sal. 118:22, 23

Isa. 8:14,15 Diventa pietra Luca 20:17,18; Rom. 9:31-33

d’inciampo

Sal. 41:9; Apostolo infedele, Matt. 26:47-50;

Sal. 109:8 lo tradisce Giov. 13:18, 26-30;

Atti 1:16-20

Zacc. 11:12 Tradito per trenta Matt. 26:15, 27:3-10;

pezzi d’argento Mar. 14:10, 11

Zacc. 13:7 Discepoli dispersi Matt. 26:31, 56; Giov. 16:32

Sal. 2:1, 2 Autorità romane e Matt. 27:1, 2;

capi d’Israele Mar. 15:1, 15;

cooperano contro Luca 23:10-12;

l’unto di Geova Atti 4:25-28

Isa. 53:8 Processato e Matt. 26:57-68;

condannato Matt. 27:1, 2,11-26;

Giov. 18:12-14, 19-24,

Giov. 18: 28-40; 19:1-16

Sal. 27:12 Falsi testimoni Matt. 26:59-61;

Mar. 14:56-59

Isa. 53:7 Tace di fronte agli Matt. 27:12-14; Mar. 14:61;

accusatori Mar.15:4, 5; Luca 23:9

Isa. 50:6; Percosso, sputacchiato Matt. 26:67; 27:26,30;

Mic. 5:1 Giov. 19:3

Sal. 22:16 Messo al palo Matt. 27:35; Mar. 15:24, 25;

(NW, nota Luca 23:33; Giov. 19:18, 23;

in calce) Giov. 20:25, 27

Sal. 22:18 Abiti tirati a sorte Matt. 27:35; Giov. 19:23, 24

Isa. 53:12 Annoverato fra i Matt. 26:55, 56; 27:38;

peccatori Luca 22:37

Sal. 22:7,8 Oltraggiato sul palo Matt. 27:39-43;

Mar. 15:29-32

Sal. 69:21 Gli vengono dati aceto Matt. 27:34, 48;

e fiele Mar. 15:23,36

Sal. 22:1 Abbandonato ai nemici Matt. 27:46;

da Dio Mar. 15:34

Sal. 34:20; Nessun osso spezzato Giov. 19:33, 36

Eso. 12:46

Isa. 53:5; Trafitto Matt. 27:49;

Zacc. 12:10 Giov. 19:34, 37; Riv. 1:7

Isa. 53:5, Morte in sacrificio Matt. 20:28, Giov. 1:29;

Isa. 53:8, per togliere peccati Rom. 3:24; 4:25;

Isa. 53:11, e permettere di avere I Cor. 15:3; Ebr. 9:12-15;

Isa. 53:12 approvazione di Dio I Piet. 2:24; I Giov. 2:2

Isa. 53:9 Sepolto col ricco Matt. 27:57-60;

Giov. 19:38-42

Giona 1:17; Nella tomba parte Matt. 12:39, 40; 16:21;

Giona 2:10 di tre giorni, poi Matt. 17:23; 27:64;

risuscitato Matt. 28:1-7; Atti 10:40;

I Cor. 15:3-8

Sal. 16:8-11 Risorto prima di Atti 2:25-31; 13:34-37

(NW, nota decomporsi

in calce)

Sal. 2:7 Geova lo dichiara Matt. 3:16, 17; Mar. 1:9-11;

Figlio suo Luca 3:21, 22; Atti 13:33;

generandolo mediante Rom. 1:4; Ebr. 1:5; 5:5

spirito e

risuscitandolo

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