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Ausiliario per capire la Bibbia
ad pp. 828-829

Michele

(Michèle) [Chi è simile a Dio?].

L’unico santo angelo oltre a Gabriele menzionato per nome nella Bibbia, e il solo chiamato “arcangelo”. (Giuda 9) Il nome ricorre per la prima volta nel decimo capitolo di Daniele, dove Michele, definito “uno dei primi principi”, viene in aiuto di un angelo inferiore a cui si opponeva “il principe del regale reame di Persia”. Nelle parole rivolte a Daniele, Michele è chiamato “il vostro principe”, “il gran principe che sta a favore dei figli del tuo popolo”. (Dan. 10:13, 20, 21; 12:1) Questo indica che Michele era l’angelo che guidò gli israeliti nel deserto. (Eso. 23:20, 21, 23; 32:34; 33:2) A sostegno di questa conclusione sta il fatto che “l’arcangelo Michele ebbe una controversia col Diavolo e disputava intorno al corpo di Mosè”. — Giuda 9.

Prove scritturali mostrano che Michele era il nome del Figlio di Dio prima che lasciasse il cielo per diventare Gesù Cristo e anche dopo che vi tornò. Michele è l’unico chiamato “arcangelo”, che significa “angelo principale” o “angelo capo”, termine che ricorre nella Bibbia solo al singolare, a indicare che uno solo Dio ha designato quale capo delle schiere angeliche. In I Tessalonicesi 4:16 la voce del risuscitato Signore Gesù Cristo viene definita “voce di arcangelo”, e ciò fa pensare che lui stesso sia in effetti l’arcangelo. Questo versetto lo descrive nell’atto di scendere dal cielo con “chiamata di comando”. È solo logico dunque che la voce che esprime tale chiamata di comando sia definita con un termine che non sminuisca la grande autorità di cui ora è investito Cristo Gesù quale Re dei re e Signore dei signori. (Matt. 28:18; Riv. 17:14) Se il titolo “arcangelo” non si riferisse a Gesù Cristo, ma ad altri angeli, l’espressione “voce di arcangelo” non sarebbe appropriata: sarebbe una voce meno autorevole di quella del Figlio di Dio.

Ci sono anche altri elementi che permettono di affermare che Michele è effettivamente il Figlio di Dio. Daniele, dopo aver menzionato per la prima volta Michele (Dan. 10:13), mise per iscritto una profezia di grande portata che si proiettava “nel tempo della fine” (Dan. 11:40), e poi dichiarò: “E durante quel tempo sorgerà Michele” (Dan. 12:1), cioè assumerà il potere o comincerà a regnare. (Confronta Daniele 8:22, 23; 11:2, 3, 7, 20, 21). Questo implica un periodo precedente al suo ‘sorgere’ durante il quale stava ‘seduto’. A questo proposito Ebrei 10:12, 13 dice di Cristo Gesù: “Quest’uomo offrì un solo sacrificio per i peccati in perpetuo e si mise a sedere alla destra di Dio, aspettando quindi che i suoi nemici fossero posti a sgabello dei suoi piedi”. Col ‘sorgere’ di Michele doveva cominciare “un tempo d’angustia tale come non se ne sarà fatto accadere da che ci fu nazione fino a quel tempo”. — Dan. 12:1.

Il libro di Rivelazione (12:7, 10, 12) menziona Michele in relazione all’istituzione del regno di Dio e collega tale avvenimento con guai per la terra: “E scoppiò la guerra in cielo: Michele e i suoi angeli guerreggiarono contro il dragone, e il dragone e i suoi angeli guerreggiarono. E udii nel cielo un’alta voce dire: ‘Ora son venuti la salvezza e la potenza e il regno del nostro Dio e l’autorità del suo Cristo, perché è stato gettato giù l’accusatore dei nostri fratelli,... Per questo motivo, rallegratevi, o cieli e voi che risiedete in essi! Guai alla terra e al mare’”. Gesù Cristo è poi descritto quale condottiero degli eserciti celesti che guerreggiano contro le nazioni della terra. (Riv. 19:11-16) Ciò presagirebbe un periodo d’angustia, incluso logicamente nel “tempo d’angustia” che doveva seguire il ‘sorgere’ di Michele. (Dan. 12:1) Poiché il Figlio di Dio deve combattere contro le nazioni, è solo ragionevole che fosse colui che con i suoi angeli aveva già combattuto contro il sovrumano dragone, Satana il Diavolo, e i suoi angeli.

Nella sua esistenza preumana Gesù era chiamato “la Parola”. (Giov. 1:1) Aveva anche il nome proprio Michele. Conservando il nome Gesù dopo la risurrezione (Atti 9:5), la “Parola” dimostra la sua identità col Figlio di Dio sulla terra. Il fatto di aver ripreso il suo nome celeste Michele e il suo titolo (o nome) “La Parola di Dio” (Riv. 19:13) lo ricollega con la sua esistenza preumana. Lo stesso nome Michele, che significa “Chi è simile a Dio?”, fa notare che Geova Dio è senza uguali e che Michele, il suo arcangelo, è il suo grande Sostenitore o Vendicatore.

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