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    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1972
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Ausiliario per capire la Bibbia
ad pp. 862-864

Nabonedo

(Nabonèdo) [accadico, Nabuna’id; il dio Nabu (Nebo) è esaltato].

Ultimo monarca assoluto dell’impero babilonese e padre di Baldassarre. Sulla base di testi cuneiformi si ritiene che abbia regnato circa diciassette anni (556-539 a.E.V.). Si interessava di letteratura, arte e religione.

Nelle sue stesse iscrizioni in caratteri cuneiformi Nabonedo vanta nobili origini e più volte chiama suo padre “il saggio principe”. In base a un frammento rinvenuto presso l’antica Haran, si pensa che sua madre fosse una sacerdotessa del dio-luna Sin. In seguito, da re, Nabonedo fu molto devoto al culto del dio lunare, sia a Haran che a Ur, dove questo dio primeggiava.

Nel suo libro Nabonidus and Belshazzar (Yale Oriental Series) il professor R. P. Dougherty avanza l’ipotesi che Nitocri fosse figlia di Nabucodonosor e quindi che Nabonedo (Labineto) fosse genero di Nabucodonosor. A sua volta il “figlio” di Nitocri e Nabonedo (Labineto) menzionato da Erodoto si pensa fosse Baldassarre, contro il quale Ciro in effetti combatté. Anche se si basa in gran parte su un ragionamento deduttivo e induttivo, questa tesi offre una spiegazione dell’ascesa di Nabonedo al trono di Babilonia. Cosa più importante, è d’accordo con la Bibbia sul fatto che Nabucodonosor è chiamato “padre” di Baldassarre figlio di Nabonedo (Dan. 5:11, 18, 22), avendo il termine “padre” a volte significato di nonno o antenato. Secondo questa tesi Baldassarre sarebbe nipote di Nabucodonosor. Il prospetto che segue indica la dinastia neobabilonese compilata dal professor Dougherty.

Nabonedo salì al trono dopo l’assassinio di Labashi-Marduk, figlio di Neriglissar. Ma il fatto che in una delle sue iscrizioni Nabonedo si definisse il “potente delegato” di Nabucodonosor e Neriglissar si ritiene indichi, insieme ad altre prove, che abbia conquistato il trono in modo legittimo e non fosse un usurpatore.

Secondo diverse iscrizioni, nelle preghiere al dio lunare Nabonedo ha accanto a sé il figlio primogenito, Baldassarre. In un’iscrizione è indicato che nel terzo anno del suo regno, prima di iniziare una campagna che portò alla conquista di Tema in Arabia, Nabonedo affidò a Baldassarre il governo di Babilonia. — Vedi BALDASSARRE.

Sembra che Nabonedo stabilisse la sua residenza reale a Tema e altri testi indicano che carovane di cammelli vi portavano provviste dalla Babilonia. Pur non rinunciando alla posizione di sovrano dell’impero, Nabonedo affidò a Baldassarre l’amministrazione del governo di Babilonia. Poiché Tema era una città dove si incontravano le antiche vie carovaniere lungo le quali oro e spezie attraversavano l’Arabia da E a O e da N a S, l’interesse di Nabonedo poteva essere dettato da ragioni economiche o da motivi di carattere militare.

Non abbiamo alcuna notizia delle attività di Nabonedo dal dodicesimo all’ultimo anno del suo regno. Temendo un’aggressione da parte dei medi e dei persiani sotto Ciro il Grande, Nabonedo si era alleato con la Lidia e l’Egitto. La Cronaca di Nabonedo indica che egli aveva fatto ritorno a Babilonia nell’anno dell’attacco medo-persiano per celebrare il Capodanno e portare nella città i vari dèi di Babilonia. A proposito dell’avanzata di Ciro, la Cronaca dichiara che, dopo la vittoria di Opis, conquistò Sippar (quasi 60 km a N di Babilonia) e “Nabonedo fuggì”. Segue poi la descrizione della conquista di Babilonia da parte dei medi e dei persiani, ed è precisato che quando Nabonedo vi fece ritorno fu preso prigioniero. Gli scritti di Beroso, sacerdote babilonese del III secolo a.E.V., rivelano che Nabonedo aveva finito per attaccare gli eserciti di Ciro ma era stato sconfitto e si era rifugiato a Borsippa (a S-SO di Babilonia) e che, dopo la caduta di Babilonia, si arrese a Ciro e quindi fu deportato in Carmania (nella Persia meridionale). Questo coincide con ciò che dice la Bibbia in Daniele capitolo 5, da cui risulta che a Babilonia all’epoca della sua caduta regnava Baldassarre.

In quanto all’assenza di qualsiasi riferimento diretto a Nabonedo nel quinto capitolo del libro di Daniele, si noti che Daniele descrive solo pochissimi avvenimenti precedenti la caduta di Babilonia, e dedica poche parole all’effettivo crollo dell’impero. Tuttavia il ruolo che aveva nel governo risulta evidente in Daniele 5:7, 16, 29, dove Baldassarre offre a Daniele di diventare il terzo governante del regno, indicando che Nabonedo era il primo e Baldassarre il secondo. Infatti il professor Dougherty osserva: “... il quinto capitolo di Daniele si adegua alla realtà non attribuendo a Nabonedo un posto nella storia, poiché sembra che non abbia avuto parte negli avvenimenti che si succedettero quando Gobria [alla testa dell’esercito di Ciro] invase la città”.

LA CRONACA DI NABONEDO

Detta anche “Cronaca di Ciro-Nabonedo” e “Tavoletta annalistica di Ciro”, è un frammento di una tavoletta di argilla attualmente conservato nel British Museum. Descrive soprattutto i principali avvenimenti del regno di Nabonedo, l’ultimo monarca assoluto di Babilonia, includendo un’incisiva relazione della resa di Babilonia alle truppe di Ciro. Benché sia indubbia la sua origine babilonese e sia scritta in caratteri coneiformi babilonesi, alcuni studiosi che hanno esaminato lo stile del testo dicono che potrebbe risalire all’epoca dei Seleucidi (312-65 a.E.V.), quindi a due secoli o più dopo i giorni di Nabonedo. Quasi certamente si tratta di una copia di un documento precedente. Il tono di questa cronaca glorifica talmente Ciro, mentre presenta Nabonedo in modo denigratorio, che è considerata opera di uno scriba persiano e, infatti, è stata definita “propaganda persiana”. Tuttavia, anche stando così le cose, fonti autorevoli ritengono che le “informazioni circostanziate” che contiene siano comunque degne di fiducia.

Nonostante la sua brevità — la tavoletta misura solo 14 cm nel punto più largo e circa altrettanto in altezza — la Cronaca di Nabonedo rimane il più completo documento cuneiforme esistente della caduta di Babilonia. Nella terza delle sue quattro colonne, a partire dalla quinta riga, si legge al riguardo: “[Diciassettesimo anno:] ... Nel mese di tashritu, quando Ciro attaccò l’esercito di Akkad a Opis sul Tigri, gli abitanti di Akkad insorsero, ma egli (Nabonedo) massacrò gli abitanti disorientati. Il 14º giorno, Sippar fu presa senza combattere. Nabonedo fuggì. Il 16º giorno, Gobria (Ugbaru), governatore di Gutio e l’esercito di Ciro entrarono a Babilonia senza combattere. Dopo di che Nabonedo fu imprigionato a Babilonia quando (vi) tornò. . . . Nel mese di arahshamnu, il 3º giorno, Ciro entrò a Babilonia, ramoscelli verdi gli furono stesi davanti: lo stato di ‘pace’ (sulmu) fu imposto alla città”. — James B. Pritchard, Ancient Near Eastern Texts Relating to the Old Testament (1955), p. 306.

Si noti che la locuzione “diciassettesimo anno” non compare nel testo, perché quella parte della tavoletta è danneggiata. Tale locuzione è inserita dai traduttori dal momento che non sono stati rinvenuti altri testi cuneiformi di data posteriore al diciassettesimo anno del regno di Nabonedo. Perciò presumono che la caduta di Babilonia sia avvenuta quell’anno e, se la tavoletta non fosse danneggiata, queste parole comparirebbero nella parte ora mancante. Anche se il regno di Nabonedo fosse stato molto più lungo di quanto generalmente si supponga, questo non cambierebbe la data del 539 a.E.V., l’anno della caduta di Babilonia, poiché altre fonti la confermano. (Vedi CIRO). Questa circostanza tuttavia riduce alquanto l’importanza della Cronaca di Nabonedo.

Anche se l’anno manca, il mese e il giorno della caduta della città compaiono comunque nel testo pervenutoci. Su questa base, cronologi secolari calcolano che il 16º giorno del mese di tashritu (tishri) corrisponda all’11-12 ottobre, secondo il calendario giuliano, e al 5-6 ottobre, secondo il calendario gregoriano, dell’anno 539 a.E.V. Poiché questa è una data riconosciuta, non essendoci alcuna prova del contrario, può servire come “data fondamentale” per coordinare la storia secolare con la storia biblica.

Interessante è ciò che la Cronaca dice a proposito della notte della caduta di Babilonia: ‘L’esercito di Ciro entrò a Babilonia senza combattere’. Questo probabilmente significa senza un conflitto vero e proprio, e concorda con la profezia di Geremia secondo la quale ‘gli uomini potenti di Babilonia avrebbero cessato di combattere’. — Ger. 51:30.

[Diagramma a pagina 862]

(Per la corretta impaginazione, vedi l’edizione stampata)

NABOPOLASSAR

(Fondatore della dinastia)

NABUCODONOSOR

(Figlio di Nabopolassar)

--------------------------------------------------------------

AMEL-MARDUK NERIGLISSAR NABONEDO

(Figlio di (Genero di (Genero di

Nabucodonosor) Nabucodonosor) Nabucodonosor?)

LABASHI-MARDUK BALDASSARRE

(Figlio di Neriglissar) (Figlio di

Nabonedo)

[Figura a pagina 863]

Cronaca di Nabonedo

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