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Ausiliario per capire la Bibbia
ad pp. 441-442

Febe

[radiosa].

Cristiana della congregazione di Cencrea nel I secolo. Nella lettera scritta ai cristiani di Roma, Paolo ‘raccomanda’ loro questa sorella, e chiede di darle tutto l’aiuto di cui poteva aver bisogno, poiché aveva difeso molti cristiani e anche Paolo stesso. (Rom. 16:1, 2) Può darsi che Febe abbia portato a Roma la lettera di Paolo o abbia accompagnato il latore della lettera.

Paolo chiama Febe “ministro della congregazione di Cencrea”. Questo pone l’interrogativo se abbia usato il termine diàkonos (“ministro”) in senso ufficiale come in I Timoteo 3:8 e Filippesi 1:1, o semplicemente in senso generico. Alcuni traduttori danno al termine un significato ufficiale e perciò lo rendono “diaconessa” (VR, CEI). Altri, come Garofalo, gli attribuiscono significato generico e traducono “al servizio”.

L’idea fondamentale di diàkonos, e anche del verbo diakonèo, è quella di rendere un servizio di carattere personale, come quello di servire a tavola. (Giov. 2:5, 9; Luca 12:37; 17:7, 8; 22:27) A volte viene detto che alcune donne servivano Gesù in questo senso, senza dubbio preparando e servendo pasti, forse tenendo in ordine gli abiti e rendendo servizi simili. (Matt. 27:55; Mar. 15:41; Luca 8:3; Giov. 12:2) Nella parabola delle pecore e dei capri Matteo usa il verbo diakonèo che include non solo di dare da mangiare e da bere, ma anche provvedere indumenti e visitare chi è malato o in prigione. (Matt. 25:44) Sembra dunque che Febe fosse un “ministro” in questo senso.

Cencrea, uno dei maggiori porti dell’importante città di Corinto, offriva molte opportunità di manifestare ospitalità a persone di passaggio, fra cui l’apostolo Paolo. (Atti 18:18) Alcuni ritengono che in tal senso Febe prestasse servizio come “difensora di molti”. Tuttavia il termine tradotto “difensora” (prostàtis) ha il significato fondamentale di “protettrice” o “soccorritrice”, e quindi non richiede di mostrare semplice cordialità, ma anche di venire in aiuto di altri nel bisogno. Può inoltre essere tradotto “patrona”. Essendo libera di viaggiare e di rendere notevoli servizi nella congregazione, Febe probabilmente era vedova e anche piuttosto ricca. Poteva essere in grado di far valere la sua influenza nella comunità a favore dei cristiani che erano accusati ingiustamente, difendendoli; oppure poteva aver offerto loro rifugio in momenti di pericolo, proteggendoli. La Bibbia comunque non fornisce particolari.

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