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Ausiliario per capire la Bibbia
ad pp. 256-257

Colonna

Sostegno verticale o pilastro, o qualche cosa di simile paragonabile a un pilastro di sostegno.

Alcuni antichi popoli del Medio Oriente erigevano colonne sacre in relazione alla falsa religione; molto probabilmente si trattava di simboli fallici. Gli israeliti, una volta entrati nella Terra Promessa, dovevano distruggere tali colonne sacre, e fu loro vietato di erigere colonne del genere. (Deut. 7:5; 16:22) Ma a volte adottarono usanze religiose pagane e fecero uso di colonne sacre. — I Re 14:23; II Re 3:2; vedi COLONNA SACRA.

A parte l’uso errato delle colonne odiato da Dio, le Scritture Ebraiche menzionano l’erezione di colonne o pietre di natura commemorativa. Tali colonne non erano oggetto di adorazione idolatrica e neppure simbolo di organi sessuali. Servivano a ricordare fatti o avvenimenti storici.

In due occasioni Giacobbe eresse colonne di pietra a Betel. Tutt’e due le volte furono poste a ricordo di uno speciale intervento di Geova a favore di Giacobbe avvenuto in quel luogo. (Gen. 28:18, 19, 22; 31:13; 35:14, 15) La colonna o cippo che Giacobbe pose sulla tomba di Rachele era senza dubbio di pietra ed esisteva ancora all’epoca di Mosè. (Gen. 35:19, 20) Quando gli israeliti accettarono di ubbidire alle leggi che Mosè aveva ricevute da Dio, Mosè costruì un altare e “dodici colonne corrispondenti alle dodici tribù d’Israele”. (Eso. 24:4) Giosuè diede istruzioni simili circa le pietre che dovevano rappresentare le tribù, anche se la Bibbia non le chiama colonne. Queste furono poste a ricordo per Israele e avrebbero dato ai padri occasione di spiegare ai figli cosa significavano le dodici pietre. — Gios. 4:1-9, 20-24.

Un patto o una vittoria potevano essere celebrati con l’erezione di una pietra, spesso una colonna. (Gen. 31:44-53; Gios. 24:26; I Sam. 7:10-12) Dopo la vittoria sugli amalechiti, il re Saul ‘si erigeva un monumento a Carmelo’. (I Sam. 15:12, NW) Il termine ebraico qui tradotto “monumento” di solito viene tradotto “mano”, ma anche in II Samuele 18:18 è usato a proposito del “cippo” eretto da Absalom chiamato “monumento di Absalom” (VR, vedi anche nota in calce; NM; CEI); quindi evidentemente Saul eresse una colonna o stele per commemorare la vittoria. — Confronta Isaia 56:5.

La profezia di Isaia 19:19 può racchiudere l’idea di una colonna eretta come un monumento commemorativo. Tale profezia, scritta nell’VIII secolo a.E.V., riguardava circostanze che si sarebbero verificate dopo la distruzione di Gerusalemme nel 607 a.E.V. Alcuni ebrei lasciati nel paese dai babilonesi fuggirono in Egitto e si stabilirono in città egiziane, com’era stato predetto in Isaia 19:18. (Ger. 43:4-7; 44:1) Perciò la promessa che al confine dell’Egitto ci sarebbe stata “una colonna a Geova”, secondo molti commentatori significherebbe che Geova sarebbe stato ricordato o commemorato in Egitto, con una colonna o senza. — Confronta Isaia 19:20-22.

USO FIGURATIVO

Il materiale e la funzione delle colonne portanti le resero appropriati simboli di vigoroso sostegno. Avrebbero ben rappresentato qualche cosa che serva di valido appoggio. La congregazione cristiana poté esser chiamata “colonna e sostegno della verità”, perché grazie ad essa i cristiani vengono a conoscenza e acquistano intendimento delle verità della Parola di Dio. (I Tim. 3:15) Essa sostiene la verità in contrapposizione all’errore religioso. Di Giacomo, Cefa e Giovanni viene detto che ‘sembravano essere colonne’ della congregazione primitiva; avevano essi stessi una base solida e sostenevano vigorosamente la congregazione. (Gal. 2:9) I cristiani vincitori diventeranno colonne nel “tempio” di Dio, ricevendo una posizione permanente in quell’edificio spirituale. (Riv. 3:12) L’allusione a delle colonne nel descrivere i piedi di un forte angelo dà l’idea della robustezza di una colonna. (Riv. 10:1) Le gambe del pastore innamorato della Sulammita erano come “colonne di marmo”, essendo forti e belle. — Cant. 5:15.

COLONNA DI NUVOLA E DI FUOCO

Geova guidò miracolosamente gli israeliti fuori dell’Egitto e attraverso il deserto, poiché “andava innanzi a loro di giorno in una colonna di nuvola . . . e di notte in una colonna di fuoco per far loro luce”. (Eso. 13:21) Non si trattava di due colonne, ma di una sola “colonna di fuoco e di nuvola” che normalmente aveva l’aspetto di una nuvola di giorno e di fuoco la notte. (Eso. 14:24) Quando gli egiziani inseguirono gli israeliti, la colonna si mise alla retroguardia, forse stendendosi come una parete. (Sal. 105:38, 39) Provocava oscurità dalla parte egiziana, ma illuminava la parte degli israeliti. (Eso. 14:19, 20) Quando venne eretto il tabernacolo, la colonna di nuvola sopra di esso indicava che Geova era nel suo luogo santo. (Eso. 40:35) La colonna rappresentava Geova e da essa egli parlava. (Num. 14:14; 12:5; Sal. 99:7) La colonna fu vista per l’ultima volta poco prima che Israele entrasse nella Terra Promessa. (Deut. 31:15) Quando si furono stabiliti nel loro paese non era più necessario che la colonna li guidasse come era avvenuto nel deserto. — Confronta Esodo 40:38; Isaia 4:5.

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