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  • Tessalonicesi, lettere ai
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  • RAGIONI PER CUI FU SCRITTA LA PRIMA LETTERA
  • SCHEMA DEL CONTENUTO
  • RAGIONI PER CUI FU SCRITTA LA SECONDA LETTERA
  • SCHEMA DEL CONTENUTO
  • I Tessalonicesi informati circa la presenza di Cristo e il giorno di Geova
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1977
  • Tessalonicesi, Lettere ai
    Perspicacia nello studio delle Scritture, volume 2
  • Libro biblico numero 52: 1 Tessalonicesi
    “Tutta la Scrittura è ispirata da Dio e utile”
  • Libro biblico numero 53: 2 Tessalonicesi
    “Tutta la Scrittura è ispirata da Dio e utile”
Altro
Ausiliario per capire la Bibbia
ad p. 1242

Tessalonicesi, lettere ai

Due lettere ispirate delle Scritture Greche Cristiane, le prime composte dall’apostolo Paolo, che si identifica come la fonte di entrambe. (I Tess. 1:1; 2:18; II Tess. 1:1; 3:17) Quando le lettere furono messe per iscritto Silvano (Sila) e Timoteo erano con Paolo. (I Tess. 1:1; II Tess. 1:1) Questo indica che furono inviate da Corinto, poiché non risulta che abbiano lavorato di nuovo tutti e tre insieme dopo la sosta a Corinto durante il secondo viaggio missionario di Paolo. (Atti 18:5) Dal momento che l’attività svolta dall’apostolo a Corinto per diciotto mesi pare fosse iniziata nell’autunno del 50 E.V., probabilmente fu più o meno in quell’epoca che scrisse la prima lettera ai tessalonicesi. (Atti 18:11) La seconda deve essere stata scritta non molto dopo, probabilmente verso il 51 E.V.

Tutti i principali cataloghi del II, III e IV secolo E.V. includono entrambe le lettere considerandole canoniche. Queste inoltre sono in piena armonia col resto delle Scritture nell’esortare i servitori di Dio a tenere sempre una condotta eccellente. Degna di nota è anche l’importanza data in queste lettere alla preghiera. Paolo, insieme ai suoi compagni d’opera, ricordava sempre i tessalonicesi nelle preghiere (I Tess. 1:2; 2:13; II Tess. 1:3, 11; 2:13) e li incoraggiò: “Pregate incessantemente. Circa ogni cosa, rendete grazie”. (I Tess. 5:17, 18) “Fratelli, continuate a pregare per noi”. — I Tess. 5:25; II Tess. 3:1.

RAGIONI PER CUI FU SCRITTA LA PRIMA LETTERA

Sin dall’inizio la congregazione alla quale era indirizzata la prima lettera ai tessalonicesi aveva subito persecuzione. Giunto a Tessalonica Paolo aveva predicato nella sinagoga locale per tre sabati. Diversi divennero credenti, e fu stabilita una congregazione. Ebrei fanatici però fomentarono un tumulto. Non trovando Paolo e Sila in casa di Giasone, la turba trascinò Giasone e alcuni altri fratelli davanti ai capi della città, accusandoli di sedizione. Solo dopo aver versato “sufficiente cauzione” Giasone e gli altri furono rilasciati. Per questo i fratelli di notte mandarono Paolo e Sila a Berea, evidentemente sia per proteggere la congregazione che per mettere in salvo i due uomini. — Atti 17:1-10.

Poi, oltre alla continua persecuzione (I Tess. 2:14), la congregazione a quanto pare fu molto addolorata per la morte di uno (o più) dei suoi componenti. (I Tess. 4:13) Consapevole della pressione che veniva esercitata sulla nuova congregazione e molto preoccupato dell’effetto che avrebbe potuto avere, Paolo mandò Timoteo a confortare e rafforzare i tessalonicesi. In precedenza l’apostolo aveva cercato due volte di visitarli, ma ‘Satana gli aveva intralciato il cammino’. — I Tess. 2:17-3:3.

Paolo si rallegrò ricevendo da Timoteo incoraggianti notizie circa la fedeltà e l’amore dei tessalonicesi. (I Tess. 3:6-10) Comunque essi avevano ancora bisogno di incoraggiamento ed esortazione a resistere alle debolezze della carne. Per questa ragione Paolo, oltre a lodarli per la fedele perseveranza (I Tess. 1:2-10; 2:14; 3:6-10) e confortarli con la speranza della risurrezione (I Tess. 4:13-18), li esortò a continuare a tenere una condotta approvata da Dio e a farlo ancor più pienamente. (I Tess. 4:1, 2) L’apostolo fra l’altro li consigliò di astenersi dalla fornicazione (I Tess. 4:3-8), di amarsi a vicenda in misura più piena, di lavorare con le proprie mani (I Tess. 4:9-12), di rimanere spiritualmente svegli (I Tess. 5:6-10), di avere riguardo per coloro che lavoravano strenuamente fra loro, di ‘ammonire i disordinati, parlare in maniera consolante alle anime depresse, sostenere i deboli, essere longanimi con tutti’ e ‘astenersi da ogni forma di malvagità’. -I Tess. 5:11-22.

SCHEMA DEL CONTENUTO

I Saluti e benedizione iniziali (1:1)

II Attività di Paolo e compagni d’opera a Tessalonica e risultato della medesima (1:2-3:13)

A. Cristiani di Tessalonica divenuti un esempio per i credenti in Macedonia e Acaia; la loro fede ben nota ad altri dà a Paolo e compagni ragione di ringraziare Dio (1:2-10)

B. Paolo e compagni d’opera predicarono la “buona notizia” in mezzo a molta lotta, non furono di peso ai tessalonicesi, divennero gentili in mezzo a loro, li esortarono come un padre (2:1-12)

C. Paolo e compagni ringraziano Dio perché i tessalonicesi hanno accettato la “parola di Dio” e perseverato nella sofferenza (2:13-16)

D. Separato da loro, Paolo desiderava vederli; due volte cercò invano di recarsi da loro, ma poi mandò Timoteo (2:17-3:5)

E. Paolo si rallegra alla buona notizia che i tessalonicesi continuano a essere fedeli e prega che possano abbondare nell’amore (3:6-13)

III Tessalonicesi esortati a comportarsi in modo retto; e osservazioni sulla risurrezione e la venuta del giorno di Geova (4:1-5:22)

A. Astenersi dalla fornicazione (4:1-8)

B. Amarsi a vicenda in misura più piena e lavorare con le proprie mani (4:9-12)

C. Poiché i morti risorgeranno, non bisogna addolorarsi come chi non ha speranza (4:13-18)

D. Il giorno di Geova verrà come un ladro di notte, quindi si deve essere spiritualmente desti (5:1-11)

E. Rispettare coloro che presiedono, essere pacifici, ammonire i disordinati, cercare il bene reciproco, rallegrarsi, pregare incessantemente, accertarsi di tutte le cose, astenersi da malvagità (5:12-22)

IV Benedizione finale e richiesta che i fratelli preghino per Paolo e compagni d’opera e che la lettera sia letta da tutti (5:23-28)

RAGIONI PER CUI FU SCRITTA LA SECONDA LETTERA

La fede dei cristiani di Tessalonica cresceva in modo straordinario, il loro amore reciproco aumentava ed essi continuavano a sopportare fedelmente persecuzione e tribolazione. Perciò l’apostolo Paolo, come nella prima lettera, li lodava e incoraggiava a continuare a perseverare. — II Tess. 1:3-12; 2:13-17.

Qualcuno nella congregazione però sosteneva che la presenza di Gesù Cristo fosse imminente. Forse anche una lettera erroneamente attribuita a Paolo si pensava indicasse che “il giorno di Geova [fosse] venuto”. (II Tess. 2:1, 2) Può darsi che per questo l’apostolo abbia ribadito l’autenticità della sua seconda lettera, dicendo: “Ecco il mio saluto, di Paolo, di mia propria mano, che è un segno in ogni lettera; io scrivo in questo modo”. (II Tess. 3:17) Non volendo che i fratelli fossero indotti ad accettare un insegnamento sbagliato, Paolo spiegò che altri avvenimenti dovevano precedere la venuta del giorno di Geova, e scrisse: “Non verrà se prima non viene l’apostasia e non è rivelato l’uomo dell’illegalità”. — II Tess. 2:3.

Era necessario prestare ancora attenzione a un problema che si era già presentato nella congregazione. Nella prima lettera ai tessalonicesi Paolo aveva detto loro: “Vi esortiamo, fratelli, . . . ad avere la mira di vivere quietamente e di pensare ai fatti vostri e a lavorare con le vostre mani, come vi abbiamo ordinato; onde camminiate decentemente riguardo alle persone di fuori e non abbiate bisogno di alcuna cosa”. (I Tess. 4:10-12) Alcuni nella congregazione non avevano preso a cuore questa esortazione. Perciò Paolo ordinò loro di lavorare tranquillamente e mangiare il cibo che si erano guadagnato, aggiungendo: “Ma se qualcuno non è ubbidiente alla nostra parola per mezzo di questa lettera, tenetelo segnato, smettete d’associarvi con lui, affinché si vergogni. Eppure non lo considerate come un nemico, ma continuate ad ammonirlo come un fratello”. — II Tess. 3:10-15.

SCHEMA DEL CONTENUTO

I Saluti e benedizione iniziali (1:1, 2)

II Gratitudine per la fedeltà dei cristiani di Tessalonica e assicurazione che Dio farà vendetta su coloro che li fanno tribolare (1:3-10)

III Preghiera che i tessalonicesi siano ritenuti degni della chiamata di Dio (1:11, 12)

IV Apostasia e rivelazione dell’uomo dell’illegalità prima della venuta del giorno di Geova (2:1-12)

A. Tessalonicesi esortati a non eccitarsi per messaggi secondo i quali il giorno di Geova è venuto (2:1, 2)

B. Descrizione dell’uomo dell’illegalità (2:3-12)

V Esortazione a comportarsi dovutamente (2:13 -3:15)

A. Fermezza nelle cose imparate (2:13-17)

B. Paolo chiede di pregare per lui e compagni d’opera e confida che i tessalonicesi faranno ciò che ha ordinato (3:1-5)

C. Lavorare, non immischiarsi negli affari altrui (3:6-12)

D. Come comportarsi con coloro che non si attengono all’esortazione dell’apostolo (3:13-15)

VI Benedizione finale; saluti di Paolo (3:16-18)

Vedi il libro “Tutta la Scrittura è ispirata da Dio e utile”, pp. 225-229.

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