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  • Decima
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  • LEGGI MOSAICHE RELATIVE ALLA DECIMA
  • DAI CRISTIANI NON È RICHIESTA LA DECIMA
  • Decima
    Perspicacia nello studio delle Scritture, volume 1
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    Bibbia: domande e risposte
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Altro
Ausiliario per capire la Bibbia
ad pp. 325-326

Decima

Decima parte o dieci per cento offerto o versato come tributo, specie per motivi religiosi.

La Bibbia riferisce due episodi precedenti l’istituzione del patto della Legge in cui una decima parte dei possedimenti venne data a Dio o a un suo rappresentante. Il primo quando Abraamo offrì a Melchisedec un decimo del bottino della vittoria riportata su Chedorlaomer e i suoi alleati. (Gen. 14:18-20) L’apostolo Paolo cita quest’episodio per dimostrare che il sacerdozio di Cristo simile a quello di Melchisedec è superiore a quello di Levi, dal momento che Levi, essendo nei lombi di Abraamo, pagò in effetti le decime a Melchisedec. (Ebr. 7:4-10) Il secondo caso riguardava Giacobbe, il quale a Betel aveva fatto il voto di offrire a Dio un decimo dei suoi averi. — Gen. 28:20-22.

Tuttavia in questi due casi si trattava dell’offerta di un decimo dei propri averi fatta volontariamente. Non c’è alcuna prova che Abraamo o Giacobbe ordinassero ai loro discendenti di seguire il loro esempio, stabilendo così una consuetudine, usanza o legge religiosa. Sarebbe stato superfluo che Giacobbe, se avesse già avuto l’obbligo di pagare le decime, facesse un voto simile. È dunque evidente che quella della decima non era una consuetudine o una legge seguita anticamente dagli ebrei. Fu introdotta con l’istituzione del patto della Legge, non prima.

LEGGI MOSAICHE RELATIVE ALLA DECIMA

Geova diede a Israele le leggi relative alla decima per motivi ben precisi, che riguardavano l’uso di due decime del loro reddito annuo, fatta eccezione per gli anni sabatici in cui non si pagava la decima dal momento che non ci si poteva aspettare alcun reddito. (Lev. 25:1-12) Alcuni studiosi ritengono invece che ci fosse un’unica decima. Tali decime erano un’aggiunta all’offerta delle primizie che gli israeliti avevano l’obbligo di fare a Geova. — Eso. 23:19; 34:26.

La prima decima, che consisteva di un decimo del prodotto della terra e del frutto degli alberi e (evidentemente dei nuovi nati) della mandria e del gregge, era portata al santuario e data ai leviti, poiché essi non avevano eredità nel paese ma si dedicavano al servizio del santuario. (Lev. 27:30-32; Num. 18:21, 24) I leviti a loro volta offrivano un decimo di quello che ricevevano per il mantenimento del sacerdozio aaronnico. — Num. 18:25-29.

Evidentemente prima di pagare la decima il grano veniva trebbiato e il frutto della vigna e dell’ulivo convertito in vino e olio. (Num. 18:27, 30; Nee. 10:37) Se un israelita desiderava offrire denaro invece del prodotto, poteva farlo, ma doveva aggiungere un quinto del suo valore. (Lev. 27:31) La cosa era però diversa per il gregge o la mandra. Quando gli animali uscivano a uno a uno dalla porta del recinto, il proprietario stava alla porta e segnava con una verga come decima un capo di bestiame su dieci, senza esaminarlo o sceglierlo. — Lev. 27:32, 33.

Pare che ci fosse anche una seconda decima, un altro decimo messo da parte ogni anno per motivi diversi dal mantenimento diretto del sacerdozio levitico, benché i leviti ne ricevessero una parte. Di solito serviva in gran parte alla famiglia israelita che ne godeva quando si radunava durante le feste della nazione. Se la distanza da Gerusalemme era troppo grande per trasportare agevolmente la decima, il prodotto veniva convertito in denaro e questo era impiegato a sua volta a Gerusalemme per il sostentamento della famiglia durante il santo congresso. (Deut. 12:4-7, 11, 17, 18; 14:22-27) Inoltre alla fine del terzo e del sesto anno di ciascun ciclo sabatico di sette anni, questa decima, anziché essere usata per sostenere le spese durante le assemblee, veniva devoluta ai leviti, ai residenti forestieri, alle vedove e ai ragazzi senza padre della propria città. — Deut. 14:28, 29; 26:12.

Queste leggi sulla decima che Israele doveva osservare non erano esorbitanti. E da non sottovalutare è il fatto che, se venivano osservate le leggi sulla decima, Dio aveva promesso di far prosperare Israele aprendo “le cateratte dei cieli”. (Mal. 3:10; Deut. 28:1, 2, 11-14) Quando il popolo trascurava di pagare la decima il sacerdozio ne soffriva, perché sacerdoti e leviti erano costretti a cercare un lavoro secolare e quindi a trascurare i loro impegni ministeriali. (Nee. 13:10) Tale infedeltà finiva per provocare il declino della vera adorazione. Purtroppo quando le dieci tribù si allontanarono a motivo dell’adorazione dei vitelli d’oro usarono la decima per sostenere tale falsa adorazione. (Amos 4:4, 5) Invece quando gli israeliti erano fedeli a Geova ed erano governati da amministratori retti, veniva versata la decima ai leviti e, secondo la promessa di Geova, la popolazione non mancava di nulla. — II Cron. 31:4-12; Nee. 10:37, 38; 12:44; 13:11-13.

Nella Legge non era dichiarato quale punizione infliggere a chi non pagava la decima. Geova riteneva tutti soggetti all’obbligo morale di provvedere la decima; alla fine di un triennio dovevano confessare davanti a Lui che la decima era stata pagata per intero. (Deut. 26:12-15) Tutto quello che era stato ingiustamente trattenuto era considerato rubato a Dio. — Mal. 3:7-9.

Nel I secolo E.V. i capi religiosi ebrei, specie gli scribi e i farisei, ostentavano ipocritamente di pagare la decima e compiere altre azioni esteriori, in una forma di adorazione, mentre il loro cuore era lontano da Dio. (Matt. 15:1-9) Gesù rimproverò loro tale atteggiamento egoista e ipocrita, richiamando l’attenzione sul fatto che erano meticolosi nel dare la decima persino “della menta e dell’aneto e del comino”, cosa che dovevano fare, ma nello stesso tempo trascuravano “le cose più importanti della Legge, cioè la giustizia e la misericordia e la fedeltà”. (Matt. 23:23; Luca 11:42) Come esempio Gesù fece un paragone fra il fariseo che si vantava di sentirsi giusto a motivo delle opere che compiva digiunando e pagando la decima, e l’esattore di tasse che, pur essendo disprezzato dal fariseo, si umiliò, confessò i suoi peccati a Dio e implorò la misericordia divina. — Luca 18:9-14.

DAI CRISTIANI NON È RICHIESTA LA DECIMA

I cristiani del primo secolo non ricevettero mai il comando di pagare le decime. Prima di tutto, sotto la Legge la disposizione della decima aveva lo scopo di sostenere il tempio e il sacerdozio d’Israele; quindi l’obbligo di pagare le decime sarebbe cessato quando il patto della legge mosaica fosse giunto a termine essendo stato adempiuto mediante la morte di Cristo sul palo di tortura. (Efes. 2:15; Col. 2:13, 14) È vero che i sacerdoti levitici continuarono a prestare servizio nel tempio di Gerusalemme finché non fu distrutto nel 70 E.V., ma i cristiani dal 33 E.V. in poi entrarono a far parte di un nuovo sacerdozio spirituale che non era sostenuto da decime. — Rom. 6:14; Ebr. 7:12; I Piet. 2:9.

Quali cristiani erano incoraggiati a sostenere il ministero cristiano sia con la propria attività ministeriale sia con contribuzioni materiali. Invece di contribuire una somma stabilita per sostenere le spese della congregazione, ciascuno doveva contribuire ‘secondo quello che aveva’, come aveva “deciso nel suo cuore, non con rancore o per forza, poiché Dio ama il donatore allegro”. (II Cor. 8:12; 9:7) I cristiani erano incoraggiati a seguire il principio: “Gli anziani che presiedono in modo eccellente siano ritenuti degni di doppio onore, specialmente quelli che faticano nel parlare e insegnare. Poiché la scrittura dice: ‘Non devi mettere la museruola al toro quando trebbia il grano’; e: ‘L’operaio è degno del suo salario’”. (I Tim. 5:17, 18) Comunque l’apostolo Paolo fu di esempio nell’evitare di imporre un eccessivo onere finanziario alla congregazione. — Atti 18:3; I Tess. 2:9.

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