Muro
Da che l’uomo hA costruito case e città si è servito di molti materiali per erigere muri, fatti in vari modi e destinati a usi diversi. La grandezza e resistenza di un edificio dipendono in gran parte dalla costruzione e dai materiali usati per le pareti.
Nell’antichità il timore spinse a erigere mura protettive intorno alle città maggiori per ostacolare le invasioni nemiche. (I Re 4:13; Isa. 25:12) Gli abitanti delle piccole “borgate dipendenti” circostanti (Num. 21:25) se venivano attaccati si rifugiavano anch’essi all’interno della città murata. La legge mosaica faceva distinzione fra le città cinte da mura e quelle prive di mura in quanto ai diritti dei proprietari di case. (Lev. 25:29-31) Le mura non solo costituivano una barriera fra le abitazioni di una città e il nemico, ma offrivano anche una posizione elevata da cui i difensori potevano proteggere le mura stesse affinché non venissero scalzate alla base, non vi fossero scavate gallerie o fatte brecce con l’impiego di arieti. (II Sam. 11:20-24; 20:15; Sal. 55:10; Cant. 5:7; Isa. 62:6; Ezec. 4:1, 2; 26:9) Come contromisura, gli attaccanti a volte erigevano mura di assedio dietro le quali si facevano scudo per assalire le mura della città. — II Re 25:1; Ger. 52:4; Ezec. 4:2, 3; 21:22; vedi FORTIFICAZIONI.
Muretti di pietra venivano spesso costruiti per recintare vigneti o campi, e servivano come recinti per il bestiame o ovili per le pecore. (Num. 22:23-25; Prov. 24:30, 31; Isa. 5:5; Mic. 2:12; Abac. 3:17) E muri servivano pure per arginare i pendii a terrazze. (Giob. 24:11) Questi muri erano abbastanza solidi, costruiti con pietre non squadrate e fissate a volte con argilla o calcina.
MURI SIMBOLICI
Nelle Scritture muri e mura sono a volte menzionati in senso figurativo per indicare protezione o sicurezza (I Sam. 25:16; Prov. 18:11; 25:28), o separazione. (Gen. 49:22; Ezec. 13:10) In quest’ultimo senso Paolo scrisse agli efesini: “Egli [Cristo] è la nostra pace, egli che delle due parti ne ha fatto una sola e ha distrutto il muro di mezzo che le separava”. (Efes. 2:14) Paolo conosceva bene il muro che divideva il cortile del tempio di Gerusalemme, su cui era posto un segnale per avvertire che i non ebrei non potevano oltrepassare il muro pena la morte. Comunque, quando scrisse agli efesini nel 60 o 61 E.V., anche se vi alluse in modo illustrativo, Paolo non intendeva effettivamente dire che il muro letterale era stato abolito, infatti esisteva ancora. L’apostolo aveva piuttosto in mente la disposizione del patto della Legge che da secoli fungeva da muro divisorio fra ebrei e gentili. In seguito alla morte di Cristo avvenuta quasi trent’anni prima, quel simbolico “muro” era stato abolito.
A Geremia fu detto che sarebbe stato come fortificate mura di rame contro quelli che si opponevano a lui. (Ger. 1:18, 19; 15:20) In un’altra illustrazione il popolo di Dio, pur dimorando in una città priva di mura letterali, e perciò apparentemente indifeso, gode pace e sicurezza grazie all’invisibile aiuto di Dio. (Ezec. 38:11) Oppure una città forte era quella che aveva Geova come “un muro di fuoco tutto intorno” (Zacc. 2:4, 5), o che aveva mura di salvezza erette da Geova, invece di semplici mura di pietra e mattoni. (Isa. 26:1) Della “città santa, la Nuova Gerusalemme”, che scende dal cielo, viene detto che ha “un grande e alto muro” di diaspro, alto 144 cubiti o 64 m, e dodici pietre di fondamento, pietre preziose con su scritti i nomi dei dodici apostoli. — Riv. 21:2, 12, 14, 17-19.