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  • Moglie
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  • DESCRIZIONE DI UNA BUONA MOGLIE
  • USO FIGURATIVO
  • NELLA CONGREGAZIONE CRISTIANA
  • Moglie
    Perspicacia nello studio delle Scritture, volume 2
  • La moglie teneramente amata
    Come rendere felice la vita familiare
  • Marito
    Ausiliario per capire la Bibbia
  • Il marito che merita profondo rispetto
    Come rendere felice la vita familiare
Altro
Ausiliario per capire la Bibbia
ad pp. 845-846

Moglie

Geova Dio provvide una moglie al primo uomo, Adamo, prendendogli una costola da cui formò la donna. Essa era quindi ossa delle sue ossa e carne della sua carne. Era la controparte di Adamo, creata per essergli d’aiuto. (Gen. 2:18, 20-23) Dio si rivolgeva direttamente a Adamo, e Adamo, a sua volta, trasmetteva i comandamenti di Dio alla moglie. Essendo stato creato per primo e a immagine di Dio, egli come capo aveva la priorità ed era per lei il portavoce di Dio. Tale autorità doveva essere esercitata con amore e la donna quale aiutante doveva cooperare nell’assolvere il mandato di procreare loro affidato. — Gen. 1:28; vedi DONNA.

Poiché il marito occupava la posizione superiore nella disposizione matrimoniale, Dio esigeva che provvedesse alla famiglia e ne avesse cura sia materialmente che spiritualmente. Inoltre tutte le trasgressioni della famiglia si riflettevano su di lui; perciò la sua era una grave responsabilità. E anche se il marito aveva privilegi maggiori di quelli della moglie, la legge di Dio la proteggeva, e offriva anche a lei certi privilegi esclusivi, così poteva avere una vita felice, produttiva.

Ecco alcuni esempi dei provvedimenti della Legge relativi alla moglie: Sia il marito che la moglie potevano essere messi a morte per adulterio. Se il marito sospettava che la moglie gli fosse segretamente infedele, poteva portarla dal sacerdote, perché Geova Dio giudicasse la cosa. Se la donna era colpevole, i suoi organi della riproduzione si sarebbero atrofizzati. Viceversa se non era colpevole, il marito doveva renderla incinta, riconoscendo in tal modo pubblicamente l’innocenza di lei. (Num. 5:12-31) Un marito poteva divorziare da sua moglie se trovava in lei qualche cosa di indecente. Questo probabilmente includeva cose come mostrargli grave mancanza di rispetto, oppure disonorare la sua famiglia o quella di suo padre. Ma la moglie era protetta poiché egli doveva scriverle un certificato di divorzio. In tal caso era libera di sposare un altro uomo. (Deut. 24:1, 2) Se la moglie faceva un voto che il marito riteneva poco saggio o nocivo al benessere della famiglia, egli lo poteva annullare. (Num. 30:10-15) Questa era una protezione per la moglie, evitandole qualsiasi azione avventata che avrebbe potuto metterla in difficoltà.

Sotto la legge mosaica era permessa la poligamia, ma regolata in modo che la moglie fosse protetta. Il marito non poteva trasferire la primogenitura dal figlio di una moglie meno amata al figlio della moglie prediletta. (Deut. 21:15-17) Se la figlia di un israelita veniva venduta dal padre come schiava e il padrone la prendeva come concubina ed essa non gli piaceva, questi poteva consentire che venisse riscattata ma non poteva venderla a uno straniero. (Eso. 21:7, 8) Se lui o suo figlio l’aveva presa come concubina e poi sposava un’altra donna, le doveva provvedere vitto, vestiario e alloggio, oltre al debito coniugale. (Eso. 21:9-11) Se un marito accusava con malignità la moglie di aver affermato falsamente di essere vergine al momento del matrimonio e l’accusa risultava falsa, egli era punito e doveva pagare al padre di lei il doppio del prezzo della sposa stabilito per le vergini e non poteva divorziare da lei per tutta la vita. (Deut. 22:13-19) Se un uomo seduceva una vergine non fidanzata, doveva pagare al padre di lei il prezzo della sposa e, se il padre acconsentiva, la doveva sposare, dopo di che non poteva divorziare da lei per tutta la vita. — Deut. 22:28, 29; Eso. 22:16, 17.

Anche se la posizione della moglie nella società ebraica era un po’ diversa da quella che gode nell’odierna società occidentale, la fedele moglie ebrea si rallegrava della posizione che aveva e del proprio lavoro. Aiutava il marito, allevava i figli, dirigeva la casa e faceva molte cose che le procuravano soddisfazione e piacere, permettendole di esprimere appieno la sua natura femminile e i suoi talenti.

DESCRIZIONE DI UNA BUONA MOGLIE

La felicità e le attività della moglie fedele sono descritte in Proverbi 31. Viene detto che per il marito essa è più preziosa dei coralli. Egli può aver fiducia in lei. È industriosa: tesse, confeziona abiti per la famiglia, provvede all’acquisto del necessario per la casa, lavora nella vigna, dirige la casa e i servitori, aiuta altri nel bisogno, veste con decoro la famiglia, e trae anche qualche guadagno dal proprio lavoro manuale, prepara la famiglia ad affrontare future emergenze, si esprime con saggezza e amorevole benignità e, poiché teme Geova e fa opere buone, viene lodata dal marito e dai figli, onorando così il marito e la famiglia nel paese. Davvero chi ha trovato una buona moglie ha trovato una cosa buona e ottiene buona volontà da Geova. — Prov. 18:22.

USO FIGURATIVO

In senso figurativo Geova parlava di Israele come di una moglie unita a lui a motivo del patto stipulato con la nazione. (Isa. 54:6) L’apostolo Paolo parla di Geova, il Padre dei cristiani generati dallo spirito, e della “Gerusalemme di sopra”, loro madre, come se Geova l’avesse sposata al fine di produrre cristiani generati dallo spirito. (Gal. 4:6, 7, 26) La congregazione cristiana è chiamata la sposa o moglie di Gesù Cristo. — Efes. 5:23, 25; Riv. 19:7; 21:2, 9.

NELLA CONGREGAZIONE CRISTIANA

Nella congregazione cristiana la norma è che un marito abbia una sola moglie vivente. (I Cor. 7:2; I Tim. 3:2) Le mogli hanno il comando di essere sottomesse ai mariti, siano essi credenti cristiani o no. (Efes. 5:22-24) Le mogli non devono trattenere il debito coniugale perché, come il marito, anche la moglie “non esercita autorità sul proprio corpo”. (I Cor. 7:3, 4) L’adornamento della moglie dev’essere prima di tutto quello della persona segreta del cuore, producendo i frutti dello spirito, affinché grazie alla sua condotta il marito possa accettare il cristianesimo. — I Piet. 3:1-6.

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