BIBLIOTECA ONLINE Watchtower
BIBLIOTECA ONLINE
Watchtower
Italiano
  • BIBBIA
  • PUBBLICAZIONI
  • ADUNANZE
  • ad pp. 332-334
  • Deserto

Nessun video disponibile.

Siamo spiacenti, c’è stato un errore nel caricamento del video.

  • Deserto
  • Ausiliario per capire la Bibbia
  • Sottotitoli
  • Vedi anche
  • I TERMINI EBRAICI
  • VITA NEL DESERTO
  • IL DESERTO NELLE SCRITTURE GRECHE CRISTIANE
  • USI FIGURATIVI
  • Singoli individui
  • “Deserto del mare”
  • In Rivelazione
  • Deserto
    Perspicacia nello studio delle Scritture, volume 1
  • Deserto di Giuda
    Perspicacia nello studio delle Scritture, volume 1
  • Deserto di giuda
    Ausiliario per capire la Bibbia
  • Deserto
    Traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre Scritture (edizione per lo studio)
Altro
Ausiliario per capire la Bibbia
ad pp. 332-334

Deserto

Molti avvenimenti biblici sono ambientati in regioni desertiche che spesso ricorrono anche in espressioni figurative o metaforiche.

Nel suo esodo dall’Egitto la nazione d’Israele fu guidata da Dio nel deserto lungo il Mar Rosso, tanto che il faraone pensò che si fossero persi in quella regione. (Eso. 13:18-20; 14:1-3) Sull’altra sponda del Mar Rosso, e per il resto dei quaranta anni, Israele passò da una zona desertica all’altra, fra cui i deserti di Sur, Sin, Sinai, Paran e Zin (Eso. 15:22; 16:1; 19:1; Num. 10:12; 20:1), a volte accampandosi presso un’oasi, come quella di Elim, con le sue dodici sorgenti e settanta palme (Eso. 15:27), e quella di Cades-Barnea. — Num. 13:26; Deut. 2:14.

La stessa Terra Promessa, che faceva parte della cosiddetta “fertile mezzaluna”, era un lembo di terra ben coltivata delimitato da una parte dal Mar Mediterraneo, e dalle altre due da vaste regioni desertiche: il deserto siro–arabico a E e la penisola del Sinai a S. (Eso. 23:31) Entro i confini del paese c’erano regioni desertiche minori, per esempio quella di Dotan, a S della valle di Izreel, dove Giuseppe venne gettato nel pozzo dai fratelli (Gen. 37:17, 22), il deserto di Giuda, di cui parte intorno alle città di Zif, Maon ed En-Ghedi, deserto dove Davide cercò scampo da Saul (Giud. 1:16; I Sam. 23:14, 24; 24:1) e le regioni desertiche a E del Giordano che si fondevano col deserto siro–arabico. (Num. 21:13; Deut. 1:1; 4:43) Gran parte della fossa tettonica o Rift Valley (oggi chiamata “Ghor”) in cui scorre il Giordano è desertica.

I TERMINI EBRAICI

Il termine ebraico per deserto (midhbàr) ha evidentemente significato piuttosto ampio, ma in genere si riferisce a un terreno non coltivato, scarsamente popolato. (Ger. 2:2) Secondo alcuni studiosi midhbàr deriva da una radice (davàr), che significa “condurre”, nel senso di condurre il gregge fuori a pascolare la mattina e di nuovo a casa la sera. La Bibbia menziona “i pascoli del deserto” (Sal. 65:12; Ger. 23:10) e mandrie e greggi che pascolano in tali regioni. (Gen. 36:24; Eso. 3:1; I Sam. 17:28) Vi si potevano trovare cisterne (II Cron. 26:10), case, e anche alcune città. — I Re 2:34; Gios. 15:61, 62; Isa. 42:11.

Anche se spesso si riferisce a una steppa in cui crescono solo arbusti e erba, midhbàr può anche indicare regioni senz’acqua, cioè veri e propri deserti. Altri termini ebraici più specifici ricorrono spesso insieme a midhbàr in parallelismi poetici. — Sal. 78:40; Ger. 50:12.

Il termine yeshimòhn denota un deserto o luogo naturalmente desolato. (Sal. 68:7; Isa. 43:19, 20) Evidentemente è più forte di midhbàr, e indica maggiore aridità, come nell’espressione “deserto [yeshimòn] vuoto, ululante”. (Deut. 32:10, NW) Con l’articolo determinativo, è inteso come nome proprio di particolari zone desertiche. — Num. 21:20; I Sam. 23:19, 24.

ʽAravàh (probabilmente da ‘aràv che significa “essere riarso per il calore”) descrive una terra arida e sterile come quella al di là del Giordano, di fronte a Gerico. (Num. 22:1) Tali pianure desertiche potevano essere il risultato della distruzione dei boschi e della mancata tutela dell’ambiente e coltivazione, oppure essere dovute a prolungata siccità, tutte condizioni che trasformano un terreno produttivo in una sterile landa desolata. (Isa. 33:9; Ger. 51:43) Con l’articolo determinativo anche questo termine si riferisce a una particolare zona della Terra Promessa. Un altro termine, tsiyàh, descrive qualsiasi “regione senz’acqua” e ricorre, insieme ai termini già menzionati, in parallelismi. — Sal. 72:9; 107:35.

Nella Bibbia anche le regioni che meritano il nome di “deserto” raramente sono sabbiose, come certe parti del Sahara con le sue ondulate dune di sabbia. Di solito sono pianure aride o semiaride, quasi prive di alberi, altopiani rocciosi o desolate valli senz’acqua strette fra alte montagne e vette spoglie. — Giob. 30:3-7; Ger. 17:6; Ezec. 19:13.

VITA NEL DESERTO

Viaggiatori stanchi che percorrevano i sentieri battuti (Ger. 12:12) trovavano ristoro all’ombra dei sottili rami filiformi di una ginestra (I Re 19:4, 5) o di uno sparuto ginepro nano (Ger. 48:6) o presso il nodoso tronco di un tamarisco sotto leggere fronde di foglioline sempreverdi. (Gen. 21:33) In alto, aquile e altri uccelli rapaci si libravano nel cielo senza nubi (Deut. 32:10, 11), mentre vipere e colubri strisciavano sulle rocce e sotto i cespugli, lucertole correvano sulla rena e grossi varani si spostavano goffamente sulle corte zampe robuste. (Lev. 11:30; Sal. 140:3; Isa. 34:15) Capre di montagna si stagliavano sui dirupi (I Sam. 24:2), asini selvatici, zebre, cammelli e struzzi brucavano la scarsa vegetazione, e si potevano vedere anche pellicani e porcospini. (Giob. 24:5; 39:5, 6; Ger. 2:24; Lam. 4:3; Sof. 2:13, 14) Di notte l’ululato di lupi e sciacalli era accompagnato dal grido della civetta e del caprimulgo, conferendo all’ambiente un aspetto selvaggio e desolato. (Isa. 34:11-15; Ger. 5:6) Coloro che dormivano nel deserto di solito non si sentivano affatto sicuri. —Confronta Ezechiele 34:25.

IL DESERTO NELLE SCRITTURE GRECHE CRISTIANE

Il termine greco èremos corrisponde generalmente all’ebraico midhbàr. (Luca 15:4) Descrive il deserto dove si svolse la predicazione di Giovanni Battista (Matt. 3:1), i “deserti” in cui vagarono uomini di fede precristiani (Ebr. 11:38) e i luoghi solitari dove fu trascinato un indemoniato. (Luca 8:27-29) Dopo esser stato battezzato, Gesù digiunò e fu tentato da Satana in una regione desertica. (Matt. 4:1; confronta Levitico 16:20-22). Durante il suo ministero, a volte Gesù si ritirava nel deserto a pregare. (Luca 5:16) Ma assicurò i discepoli che la sua presenza non sarebbe avvenuta in un simile deserto solitario. (Matt. 24:26) Il deserto presentava ancora i suoi pericoli quando l’apostolo Paolo compì i suoi viaggi missionari. — II Cor. 11:26; confronta Atti 21:38.

USI FIGURATIVI

Le regioni desertiche stesse, poco popolate, incolte e prive delle cure dell’uomo, erano spesso usate per descrivere i deleteri risultati di un’invasione nemica. A motivo dell’infedeltà di Giuda, gli eserciti di Babilonia avrebbero reso le sue ‘città sante un deserto, Sion un assoluto deserto, Gerusalemme una distesa desolata’ (Isa. 64:10), i suoi frutteti e i suoi campi coltivati avrebbero assunto tutti l’aspetto di un deserto. (Ger. 4:26; 9:10-12) I suoi prìncipi, che un tempo erano simili a maestosi cedri della foresta, sarebbero stati abbattuti. (Ger. 22:6, 7; confronta Ezechiele 17:1-4, 12, 13). D’altra parte, per ripagare l’odio e l’opposizione manifestati verso il regno di Dio, le nazioni nemiche, come Babilonia, Egitto, Edom e altre, avrebbero subito un’esperienza simile. Babilonia in particolare doveva diventare un arido deserto e una pianura desolata, disabitata, dimenticata nella sua desolazione. — Ger. 50:12-16; Gioe. 3:19; Sof. 2:9, 10.

Invece il risanamento di Giuda, dopo i settant’anni di esilio, sarebbe stato come trasformare un deserto in un giardino edenico, con pingui frutteti e campi produttivi, irrigati da ruscelli e fiumi, ricco di canneti, alberi fronzuti e fiori, tanto da sembrare che la terra si rallegrasse. — Isa. 35:1, 2; 51:3.

Singoli individui

Simili riferimenti a singoli individui indicano che queste profezie hanno principalmente un adempimento spirituale, più che letterale. Infatti chi confida negli uomini anziché in Geova è paragonato a un albero solitario nel deserto, che non vedrà il bene. Mentre chi confida in Geova è come “un albero piantato presso le acque”, fruttifero, lussureggiante, sicuro. (Ger. 17:5-8) Questi paragoni aiutano a farsi un’idea di che cos’era una regione desertica.

“Deserto del mare”

Il “deserto [midhbàr] del mare” di Isaia 21:1 è inteso da alcuni commentatori come un’espressione enigmatica che si riferiva alla parte meridionale dell’antica Babilonia. Quando ogni anno l’Eufrate e il Tigri straripavano la regione diventava come un ‘mare deserto’. La Settanta greca omette il termine “mare” in questo versetto e il termine corrispondente nel testo consonantico del Rotolo del Mar Morto di Isaia può significare anche “parole”. Per questo alcuni suggeriscono la seguente traduzione di Isaia 21:1: “Parole come venti tempestosi che spazzano il Negheb, venendo dal deserto, da un paese terribile”. (The Interpreter’s Bible, Vol. V, p. 286) Questa traduzione, se accettata, potrebbe indicare che le “parole” di una “dura visione” (v. 2) contro Babilonia attraversavano la mente del profeta come tempestosi venti del deserto attraversano il Negheb.

In Rivelazione

Nel libro di Rivelazione il deserto ha un duplice significato: rappresenta solitudine e rifugio dagli attaccanti nel caso della donna simbolica che partorisce il regale figlio maschio (Riv. 12:6, 14), e rappresenta la dimora di bestie selvagge nel caso della donna simbolica, “Babilonia la Grande”, che cavalca la bestia selvaggia con sette teste. — Riv. 17:3-6, 12-14.

    Pubblicazioni in italiano (1950-2025)
    Disconnetti
    Accedi
    • Italiano
    • Condividi
    • Impostazioni
    • Copyright © 2025 Watch Tower Bible and Tract Society of Pennsylvania
    • Condizioni d’uso
    • Informativa sulla privacy
    • Impostazioni privacy
    • JW.ORG
    • Accedi
    Condividi