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  • w50 1/4 pp. 99-104
  • Siate ricchi in buone opere

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  • Siate ricchi in buone opere
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1950
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  • EGOISMO E MALCONTENTO MONDANO
  • COME GUADAGNARE LA VITA
  • COME DARE Al POVERI
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La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1950
w50 1/4 pp. 99-104

Siate ricchi in buone opere

“Ordina . . . che facciano del bene, che siano ricchi in buone opere, pronti a dare, a far parte dei loro averi, in modo da farsi un tesoro ben fondato per l’avvenire, a fin di conseguire la vera vita”. — 1 Tim. 6:17-19.

1 Come dimostrò Iddio fin dal principio di essere il provveditore dell’uomo?

GEOVA Dio è un maraviglioso provveditore. Egli ha dato al genere umano tutto quello che gli abbisogna. Fin dal principio in cui creò Adamo ed Eva e li collocò nell’Eden provvide loro una magnifica dimora in un paradiso. Fece di più. Dio non obbligò la sua prima creatura intelligente ad andare in cerca del nutrimento che gli occorreva per vivere. L’aveva provvisto anche di tutto questo”. “E Dio disse: ‘Ecco, io vi do ogni erba che fa seme sulla superficie di tutta la terra, ed ogni albero fruttifero che fa seme; questo vi servirà di nutrimento.’” (Gen. 1:29) Con tutte queste provvisioni, avrebbero dovuto avere abbastanza. Ma anche dopo che la prima coppia umana ebbe peccato mangiando il frutto dell’unico albero proibito, il quale frutto era stato loro proibito per mettere alla prova la loro ubbidienza, il Signore provvide loro degli abiti. “E l’Eterno Iddio fece ad Adamo e alla sua moglie delle tuniche di pelle, e li vestì”. — Gen. 3:21.

2. Con quali provviste le creature dovrebbero essere soddisfatte?

2 Fin d’allora circa seimila anni fa, l’uomo ha avuto bisogno di queste tre cose — abitazione, nutrimento e vestiario — per poter procedere nella sua naturale esistenza di vita. Con queste tre cose dovrebbe esser contento. “Poiché non abbiam portato nulla nel mondo, perché non ne possiamo neanche portar via nulla; ma avendo di che nutrirci e di che coprirci, saremo di questo contenti”. (1 Tim. 6:7, 8) Davide, un uomo secondo il cuore di Dio, esprime con quale generosità Geova provvede per ognuna delle sue creature; non solo per l’uomo, dandogli tutto quello che gli occorre, ma per ogni vivente: per gli uccelli, per i pesci e per gli animali della campagna. L’Onnipotente Iddio ha cura e si occupa di tutto quello che crea”. Gli occhi di tutti sono intenti verso di te, e tu dai loro il loro cibo a suo tempo. Tu apri la tua mano, e sazi il desiderio di tutto ciò che vive”. — Sal. 145:15, 16.

3. La provvisione per i bisogni dell’uomo significò forse che dovesse esser pigro? Perché?

3 Provvedendo tutte queste cose necessarie in abbondanza Iddio non volle che l’uomo rimanesse in ozio perché potesse dire: “Non ho nulla da fare”. Egli lo tenne invece occupato fin da quando lo creò, e lo pose nel giardino “perché lo lavorasse e lo custodisse”. (Gen. 2:15) Così sarà per l’uomo nel nuovo mondo. Ma quando l’uomo andò contro alla legge di Dio, Egli dichiarò: “Il suolo sarà maledetto per causa tua; ne mangerai il frutto con affanno, tutti i giorni della tua vita”. (Gen. 3:17) Iddio fece l’uomo alquanto minore degli angeli e lo coronò di gloria e d’onore, e fu Geova che gli assegnò il compito di aver cura delle cose della terra. Egli mise ogni cosa sotto i piedi dell’uomo: “Abbia dominio sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e sul bestiame e su tutta la terra e su tutti i rettili che strisciano sulla terra”. (Gen. 1:26) L’uomo si è servito degli animali da lavoro nel suo travaglio per piantare, coltivare, annaffiare e in seguito per produrre il nutrimento. Ma è sempre Geova il Provveditore originario di tutto quello che ci occorre e a lui dobbiamo rendere grazie per ogni cosa. Noi dipendiamo da lui per la pioggia, il sole, l’aria, il suolo, le sementi feconde, per ogni cosa; ed egli ce le dà. Quando Iddio fece l’uomo governatore di questi animali e gli diede l’incarico di conservare i campi e le foreste in tutta la loro maestà, non decretò che l’uomo dovesse diventare tiranno dell’uomo. Il sovrano Signore dell’uomo ed eterno Provveditore non può essere altri che Geova. La vita dell’uomo dipende dall’unico vero Iddio.

4. Perché non dobbiamo essere avidi, invidiosi dei beni altrui?

4 L’uomo dovrebbe sapere che tutto il creato, compreso l’uomo stesso, fu formato per mettere in evidenza lo splendore e la gloria di Geova, il Supremo dell’universo. L’uomo dovrebbe sentire la necessità di confidare in Dio; poiché quando viene nel mondo non ha nient’altro che il dono della vita concesso da Dio, e non può portar via nulla quando lo lascia. Quando una persona considera questo fatto, perché dovrebbe bramare di dominare e controllare la vita e il destino di altre creature umane? Perché essere ingordi e nutrire tali egoistici sentimenti? Se, come sappiamo, Iddio provvede tutte le cose necessarie alla vita, perché tentare di togliere il sostentamento che Dio ha dato ad altri per la loro esistenza? In questo mondo commercializzato la maggioranza delle persone ha poco o niente e i giganti del commercio non vogliono che abbia di più. Quelli che sostituiscono le cooperative comuniste non riescono a sormontare questo stato di cose e il popolo continua a soffrire per mancanza del necessario. Sotto qualsiasi sistema stabilito dagli uomini l’egoismo e l’avidità prendono rapidamente il predominio. Sarebbe meglio dare le nostre sostanze ai poveri che invidiare quel poco che hanno. Che cosa guadagneremo derubando i poveri? Non ce lo possiamo certo portar via!

5. Perché i Cristiani dovrebbero soccorrere i poveri?

5 Il Signore si è sempre interessato dei poveri e li ha sempre aiutati. I Cristiani dovrebbero fare altrettanto. Davide sapeva che il favore di Dio non accompagna l’oppressore del povero, poiché disse: “Tutte le mie ossa diranno: O Eterno, chi è pari a te che liberi il misero da chi è più forte di lui, il misero e il bisognoso da chi lo spoglia?” (Sal. 35:10) L’intero corpo di Davide, anche le sue ossa, prorompeva in un’espressione di lode al suo Creatore per l’amorevole interessamento di Dio a favore dei poveri. È certamente un conforto conoscere che Geova proteggerà il povero contro l’oppressore, contro il forte, contro il ricco e contro il potente. Gli uomini buoni soccorreranno il povero. “Chi opprime il povero oltraggia Colui che l’ha fatto, ma chi ha pietà del bisognoso, l’onora”. (Prov. 14:31) I poveri amano la vita come tutta l’altra gente. Perché dunque farli soffrire e derubarli di quello che hanno?

6. Perché non c’è ragione d’essere avidi, ed è male esserlo?

6 L’uomo fu formato per essere libero e affinché gli sia concesso di far uso delle molte cose che Iddio creò per il suo benessere. Se ad un uomo piace ciò che possiede un altro non dovrebbe esserne avido. Vi è abbastanza di ogni cosa nel mondo perché ognuno abbia abbondanza. L’accumulazione della ricchezza e dei possedimenti terreni non è la cosa principale nella vita. “Non concupire la casa del tuo prossimo; non concupire la moglie del tuo prossimo, nè il suo servo, nè la sua serva, nè il suo bue, nè il suo asino, nè cosa alcuna che sia del tuo prossimo”. (Eso. 20:17) Non è un male aver casa, moglie, servi, o animali; ma è male concupire quello che possiede un altro. Nessuno dovrebbe servirsi del suo potere o della sua ricchezza o della sua influenza per strappare ad un altro il suo prezioso possesso. Chi agisce così ha lo spirito del vecchio mondo, ha lo spirito che il Diavolo ha impiantato nella mente degli uomini. Questo egoismo si è sviluppato nei cuori delle creature umane, e queste hanno una forte avidità di avere il controllo su altra gente e di render l’uomo sottomesso all’uomo invece che a Geova Dio, il quale è il provveditore di tutte le cose. Se Iddio ha così abbondantemente provveduto il nutrimento, il vestiario e le altre cose necessarie alla vita, perché si dovrebbe derubare il povero? Perché non ricercare la cosa maggiore, la vita eterna?

EGOISMO E MALCONTENTO MONDANO

7. Come si è dimostrata la religione organizzata egoista, oppressiva?

7 Lo spirito di questo mondo è l’egoismo, il quale dice: “Non abbiamo bisogno di Dio!“ Siano commerciali, politiche o religiose, queste associazioni sono avide dell’altrui. La religione cerca di controllare la politica; lo stesso fa il commercio. Le ricchezze hanno una potente influenza sulla religione. La politica si inchina e cava tanto di cappello alla religione per riceverne un sorriso. Prendete per esempio la più grande organizzazione religiosa nel mondo oggi, la Gerarchia Cattolica Romana. Guardatela. Notate quanto male ha fatto nel nome della religione: come ha corrotto le nazioni; come si è ingegnata per mantenere i suoi membri nell’analfabetismo; come si è impadronita del controllo dell’istruzione in molti paesi e ha tenuto la gente povera nell’ignoranza; come ha nascosto la Bibbia e ha fatto bruciare le Bibbie affinché il Libro della libertà non diventasse mai il Libro di testo della vita dei popoli. Sì, guardiamo l’influenza che esercita sul mondo! Le sue guerre! Le sue camere di tortura! Il sangue che ha sparso! L’oppressione sotto cui ha tenuto i poveri! Perché non ha dato la Bibbia al popolo, affinché potesse conoscere il vero Dio, il suo Figlio e la via che conduce alla vita eterna?

8. Come hanno agito I governi per prendere il controllo e per la loro propria esaltazione?

8 Volgiamoci ora alle organizzazioni politiche del mondo. Nessuna è soddisfatta del suo proprio territorio o della propria sfera d’influenza. Il desiderio di ognuna è quello di controllare il popolo mediante una forma di governo. Si vantono spesso di avere un governo con capi i quali avrebbero diritto divino. Il vero scopo dei governi del mondo è quello di controllare i popoli rendendoli soggetti allo stato invece che a Dio. Vogliono far credere a tutto il popolo che quello che ha proviene dalla buona grazia di un dittatore, di un primo ministro, di un presidente o di un partito politico. Tutta questa propaganda non è altro che uno stratagemma di governo per irreggimentare il popolo e renderlo totalmente soggetto al regime di vita escogitato dall’uomo invece che a Geova Dio, il quale promette di fornire a tutti il necessario per vivere: abitazione, nutrimento e vestiario. Lo stato prescrive all’agricoltore la quantità di grano che deve seminare, quanti maiali deve ammazzare per sotterrarli, quanto caffè deve bruciare quando le riserve dei magazzini sono troppo grandi per piacere al commercio o alla politica. Essi fanno gettare le patate nel mare oppure le distruggono con altri mezzi quando i prezzi sono “troppo bassi”. La fecondità che Iddio ha dato al suolo e agli animali, agli alberi fruttiferi e alle erbe, l’uomo la distrugge per piacere allo stato e al commercio. Del povero e del bisognoso avranno cura al loro proprio modo se non morranno prima. L’uomo, nella sua avidità di dominio e di sfruttamento del popolo, ha detto: “Questo è mio”. Egli non riflette mai neppure per un momento che Iddio, il Creatore dei cieli e della terra e di tutto quello che contengono, ha provveduto queste cose per tutti gli uomini, non perché siano sotto il controllo di pochi.

9. Come ha agito egoisticamente il commercio e in modo ingrato verso Dio?

9 Viene quindi la terza di questa oppressiva, grande, diabolica organizzazione: il commercio. Vediamo le grandi associazioni e i trusts operanti febbrilmente gli uni contro gli altri. Vediamo i dirigenti e gli operai nella lotta per il controllo dell’industria. Vediamo i piccoli uomini d’affari contendere per un’esistenza grama in un mondo di concorrenza. Le cose che contano sono il denaro, la potenza, la ricchezza, superarsi, far meglio degli altri, raggiungere il culmine, abbattere i concorrenti nei mercati mondiali, nazionali o cittadini. Lo spirito caritatevole verso i poveri è scomparso. Lo spirito di altruismo è pressoché ignorato, e relativamente al lavoro quotidiano il motto dell’uomo è: “Fa’ il meno che puoi e tieni d’occhio l’orologio”. Quando la terra dà il suo frutto non ci sono ringraziamenti a Dio, ma il commercio ne carpisce il controllo e ne alza o abbassa i prezzi secondo i suoi propri interessi. È pauroso essere immischiati in questa grande organizzazione commerciale senza cuore e sentire la sua egoistica, avida, padroneggiante atmosfera. È meglio chiedere al Signore che ‘ci dia oggi il nostro pane quotidiano’ che seguire l’esempio dei ricchi del mondo religioso, politico e commerciale. Essi si fanno “tesori sulla terra, ove la tignola e la ruggine consumano, e dove i ladri sconficcano e rubano”. — Matt. 6:19.

10. Che cosa ci garantisce l’ubbidienza ai comandi di Dio relativamente alle provvisioni?

10 Come è meglio confidare nel Signore e credere alla sua Parola! “Se vi conducete secondo le mie leggi, se osservate i miei comandamenti e li mettete in pratica, io vi darò le piogge nella loro stagione, la terra darà i suoi prodotti, e gli alberi della campagna daranno i loro frutti. La trebbiatura vi durerà fino alla vendemmia, e la vendemmia vi durerà fino alla sementa; mangerete a sazietà il vostro pane, e abiterete in sicurtà il vostro paese”. (Lev. 26:3-5) Tale fu la promessa che Dio fece al Suo popolo eletto, ed era una promessa sicura, ma significava che essi dovevano osservare i comandamenti del Signore e camminare in essi. In quanto alle provvisioni per la vita, Iddio le garantisce per tutto l’anno a quelli che camminano secondo le sue leggi. Fin dal principio della creazione, Geova provvide all’uomo tutto il necessario, e nella loro abbondanza cibo e provviste c’erano per tutti. Queste cose sono altrettanto sicure oggi per quelli che amano Geova.

11. Che cosa si vantano di dare i governanti accumulando ricchezze e potenza? E le danno?

11 Ma come sono diverse oggi tutte le nazioni che cercano di controllare tutta la produzione e di fissare quale parte delle provvisioni date da Dio devono avere gli uomini! Impadronendosi del controllo di quanto è necessario nel mondo una nazione può imporre il suo dominio sulle altre. Quanta verità nelle parole: ‘La mano dell’uno si leva contro la mano dell’altro’. (Zacc. 14:13) I governanti delle nazioni si vantano: ‘Noi accumuliamo queste ricchezze e questa potenza perché voi, popolo, possiate aver sicurezza’. Ha forse portato sicurezza l’organizzazione delle Nazioni Unite, con tutta la sua potenza latente che ha accumulata? Più sono le cose controllate dalle nazioni del mondo, siano esse bombe atomiche, aeroplani, navi, derrate alimentari, materie grezze, o qualsivoglia altro, più ne vogliono controllare e maggiore diventa la loro influenza e la loro potenza, mentre il popolo soffre. Non esiste sicurezza nell’accumulamento di tutte queste ricchezze per gli ultimi giorni. Dopo aver bramato e accumulato ricchezza, influenza e potenza politica e religiosa, che cosa faranno questi uomini nel giorno del giudizio quando Geova Dio riverserà la sua ira sugli oppressori dei poveri, questa empia organizzazione, e li distruggerà?

12. Come si dimostreranno le loro ricchezze nel giorno dell’ira di Dio?

12 La Parola del Signore profetizza precisamente come si sentiranno questi uomini in tale tempo: “A voi ora, o ricchi; piangete e urlate per le calamità che stanno per venirvi addosso! Le vostre ricchezze son marcite le vostre vesti son rose dalle tignuole. Il vostro oro e il vostro argento sono arrugginiti, e la loro ruggine sarà una testimonianza contro a voi, e divorerà le vostre carni a guisa di fuoco. Avete accumulato tesori negli ultimi giorni”. (Giac. 5:1-3) Nessuna ricchezza materiale salverà i governi o gli uomini dalla distruzione che si abbatterà su di loro, a causa delle loro opere malvage, nella battaglia di Harmaghedon. Momentaneamente la ricchezza materiale di una nazione può farla sentire forte, ma Geova disse ch’egli libera “il misero da chi è più forte di lui, il misero e il bisognoso da chi lo spoglia”. (Sal. 35:10) Come le nazioni nella terra hanno spogliato il popolo, specialmente durante la prima e la seconda guerra mondiale! Neppure negli anni fra le due guerre, nè fino a questo giorno esiste pace, ma i popoli delle nazioni continuano a essere spogliati. E per che cosa? “Getteranno il loro argento per le strade, e il loro oro sarà per essi una immondezza; il loro argento e il loro oro non li potranno salvare nel giorno del furore dell’Eterno; non potranno saziare la loro fame, né empir loro le viscere, perché furon quelli la pietra d’intoppo per cui caddero nella loro iniquità”. (Ezech. 7:19) Come sono stolti dunque gli uomini che ammassano ricchezze solo per soddisfare le loro egoistiche brame! Non serviranno loro a niente. Non potranno portarle con loro. Il savio scrisse in Proverbi: “Le ricchezze non servono a nulla nel giorno dell’ira, ma la giustizia salva da morte”. — Prov. 11:4.

COME GUADAGNARE LA VITA

13. Che cos’è che conta per vivere al sicuro e felici?

13 È più che evidente che l’accumular ricchezze non dona pace, sicurezza o prosperità alle nazioni, nè reca vera felicità ai singoli individui che avrebbero potuto accumularla con mezzi illeciti e con avidità. È la giustizia che conta! Chi desidera vivere e godere veramente la vita deve rivolgersi alla Parola del Signore per ricevere consiglio e quindi seguirlo. Tanto il povero che il ricco deve riporre la sua fiducia in Geova, eseguire i suoi ordini e predicare la buona notizia del regno di Dio. Possono fare una tal cosa i ricchi, quelli che possiedono molti beni di questo mondo? Vi è qualche speranza che essi guadagnino la vita nel nuovo mondo? Se vi è, che cosa devono fare?

14. In che cosa ci dice Iddio di essere ricchi, e a qual fine?

14 La Parola di Dio ci dice che dobbiamo esser ricchi in buone opere; ma quali sono queste buone opere? Il problema fu esplicitamente presentato al Maestro, Cristo Gesù, quando era sulla terra. Gli interessi degli uomini ai giorni suoi erano gli stessi degli uomini di oggi: essi desideravano la vita, e la desideravano più abbondantemente. La morte non offriva loro niente di buono; perciò gli fu proposta la domanda: Come si può guadagnare la vita eterna?

15. Su che cosa un giovane ricco interrogò Gesù? Che cosa rispose Gesù?

15 Ascoltiamo la conversazione. “Ed ecco un tale, che gli s’accostò e gli disse: Maestro, che farò io di buono per aver la vita eterna? E Gesù gli rispose: Perché m’interroghi tu intorno a ciò ch’è buono? Uno solo è il buono. Ma se vuoi entrar nella vita osserva i comandamenti. Quali? gli chiese colui. E Gesù rispose: Questi: Non uccidere; non commettere adulterio; non rubare; non attestare il falso; onora tuo padre e tua madre, e ama il tuo prossimo come te stesso. E il giovane a lui: Tutte queste cose le ho osservate; che mi manca ancora? Gesù gli disse: Se vuoi esser perfetto, va, vendi, ciò che hai e dàllo ai poveri, ed avrai un tesoro nei cieli; poi, vieni e seguitami. Ma il giovane, udita questa parola, se ne andò contristato, perché avea di gran beni”. — Matt. 19:16-22.

16. Perché il giovane ricco non seguì il consiglio di Gesù?

16 Questo giovane ricco al quale Gesù parlò ebbe la risposta sul modo di ottenere la vita eterna, ma la seguì? No! In quanto alla persona, egli aveva probabilmente splendide qualità, e, secondo tutte le apparenze esteriori, viveva conforme alla legge di Dio. Una delle sue qualità più palesi come fu rivelata nella conversazione era l’amore per il prossimo come per se stesso. È molto verosimile ch’egli non fosse un oppressore del povero. Ottenne le sue ricchezze forse con legittimo, duro lavoro e con l’onesta amministrazione dei suoi vasti beni. Così vediamo che non c’è niente di male se a qualcuno accade di essere ricco oppure se guadagna grandi ricchezze col suo proprio lavoro. La questione per il ricco oggi è: Come usare le ricchezze? Se dai al povero, disse Gesù, “avrai un tesoro nei cieli”. Quindi, vi era un altro requisito per la vita eterna, e questo era: “Vieni e seguitami”. Chi usa la sua ricchezza per l’avanzamento della vera adorazione dell’Iddio Altissimo, adopera i suoi “gran beni” nel modo giusto. Gesù diede a questo ricco il miglior consiglio per fargli acquistare la vera gioia di vivere. Quello che il Maestro desiderava fargli avere era la ricchezza in buone opere, il tesoro nel cielo. Ma, come nel caso di molte persone, così fu per quel ricco; desiderava conservare ciò che egli credeva gli appartenesse per diritto. Aveva lavorato per esso, e perciò era suo. Nessun altro poteva toccarlo, e non vi era motivo perché dovesse regalarlo. Aveva dimenticato che “uscito ignudo dal seno di sua madre, quel possessore se ne va com’era venuto; e di tutta la sua fatica non può prender nulla da portar seco in mano”? (Eccl. 5:15) I suoi possedimenti terreni non gli avrebbero dato la vita eterna.

COME DARE Al POVERI

17. Perché non poteva egli seguir Gesù e conservare in pari tempo le sue grandi ricchezze?

17 Ammettiamo pure che il ricco desiderasse seguir Gesù senza vendere tutto quello che aveva per darlo ai poveri. Avrebbe potuto seguire il Signore e nello stesso tempo continuare a curare tutti i suoi possedimenti terreni? Sarebbe stato impossibile. Cristo Gesù era un uomo occupatissimo; aveva cura degli interessi del Regno. Passava per le città, i villaggi, i paesi — tutto il territorio — predicando la buona novella del Regno. I suoi discepoli lo seguivano ed erano istruiti da lui. Egli non poteva relegarsi in qualche località particolare per aver cura delle mandre, dei terreni o possedimenti, nè lo potevano i suoi discepoli; non lo potevano se dovevano predicare l’evangelo del Regno in tutta la nazione d’Israele. Gesù non aveva un luogo dove posare il capo, e tanto meno una dimora che potesse chiamare casa sua. No, il ricco non avrebbe mai potuto seguire Gesù mentre curava i suoi “gran beni”.

18. Perché Gesù non cercò di accumulare grandi ricchezze terrene?

18 Geova provvide per Gesù, il secondo Adamo, come aveva provveduto per il primo Adamo. Il Figlio di Dio ebbe cibo, vestiario e il luogo di abitazione necessario. Era ospite gradito nelle case di quelli che amavano la verità e la giustizia. Gesù sapeva che l’operaio è degno del suo salario; infatti operava per gli interessi del regno di Dio. Le cose necessarie alla vita gli erano assicurate; quindi perché avrebbe dovuto cercar di accumulare grandi ricchezze? Aveva cibo e abiti, e con questi era contento.

19. Quali persone attive, interessate cercava Gesù?

19 Gesù cercava dei discepoli per il servizio continuo, che avrebbero viaggiato con lui e avrebbero fatto la sua stessa opera, cercava persone che avrebbe potuto mandare per settimane e per mesi in territori diversi a compiere opere simili a quelle ch’egli stesso stava compiendo, affinché il popolo fosse portato a ravvedimento. Egli cercava persone fidate, che avrebbero imparato e poi predicato: “Il regno de’ cieli è vicino”. Nulla doveva frapporsi sulla loro via di servizio per il loro Dio. Non dovevano essere simili a molta gente troppo affaccendata per occuparsi delle cose realmente importanti nella vita. Ricordiamo come in una certa occasione Gesù parlò di un uomo che preparò una gran cena e invitò molti a partecipare a quella cena. Era un convito di allegrezza; quindi mandò i suoi servitori a invitare quelli che gli erano graditi. Ma gli invitati, siccome avevano gran beni e cose che interessavano loro di più del convito di quel certo signore, risposero all’invito: “Ho comprato un campo e ho necessità d’andarlo a vedere; ti prego, abbimi per iscusato. . . . Ho comprato cinque paia di buoi, e vado a provarli; ti prego, abbimi per iscusato. . . . Ho preso moglie, e perciò non posso venire”. — Luca 14:18-20.

20, 21. Perché la maggior parte delle persone non trova tempo per gli interessi del Regno?

20 Così avviene anche oggi; la maggior parte delle persone è tanto affaccendata nei propri obblighi e nei propri lavori che non ha tempo per occuparsi degli interessi del Re. Non hanno tempo per entrare nella gioia del Signore e celebrare col Padrone l’esecuzione della più importante opera sulla terra oggi. Hanno messo un grande ostacolo sulla loro via a causa del loro amore per il denaro.

21 Era difficilissimo per il ricco rinunziare a tutto quello che possedeva per avere i tesori del cielo. È altrettanto difficile oggi per molti rinunziare anche alle piccole cose e lavorare per gli interessi dei poveri e consolare quelli che fanno cordoglio, recando loro il messaggio del Regno. Sono occupati a cercar di mantenere e accrescere i loro possedimenti terreni. Questo è egoismo. È avidità. È concupiscenza. “Poiché l’amor del denaro è radice d’ogni sorta di mali”. (1 Tim. 6:10) Anche quando predispongono per un convito, i ricchi pensano al profitto che ne possono ricavare.

22. Perché dovete far del bene ai poveri che non possono ricompensarvi?

22 Gesù era stato invitato a una cena, ed egli disse all’ospite: “Quando fai un desinare o una cena, non chiamare i tuoi amici, nè i tuoi fratelli, nè i tuoi parenti, nè i vicini ricchi; che talora anch’essi non t’invitino, e ti sia reso il contraccambio; ma quando fai un convito, chiama i poveri, gli storpi, gli zoppi, i ciechi; e sarai beato, perché non hanno modo di rendertene il contraccambio; ma il contraccambio ti sarà reso alla risurrezione de’ giusti”. (Luca 14:12-14) Il principio indicato dal Signore era di dare ad altri senza aspettare il contraccambio. Perché sperperare le vostre ricchezze per quelli che sono ricchi? Essi possono ripagarvi facendo le stesse cose per voi. Invitate piuttosto i poveri; essi ne saranno veramente grati e il donatore sarà benedetto. Sì, “va, vendi, ciò che hai e dàllo ai poveri, ed avrai un tesoro nei cieli; poi, vieni e seguitami”. Così sarete “ricchi in buone opere”.

LA VITA VAL PIÙ DELLA RICCHEZZA MATERIALE

23 Perché si deve stare in guardia contro ogni sorta di avidità e di concupiscenza?

23 Essendo nato nel peccato e formato nell’iniquità, l’uomo è incline alle cose cattive della vita e ad amare il denaro. Gli viene detto che deve arrivare in alto per avere sicurezza. Dev’essere un uomo fatto da sè, soddisfatto della sua propria grandezza. Che stolto! Non esiste forse qualche cosa di maggior valore della sicurezza e dei beni mondani? Non è la vita più importante? Come l’abbiamo ricevuta? E quelle ricchezze non sono esse un accaparramento delle provvisioni di Dio per tutti? Gesù disse: “Badate e guardatevi da ogni avarizia; perché non è dall’abbondanza de’ beni che uno possiede, ch’egli ha la sua vita”. (Luca 12:15) Un’altra traduzione della Bibbia, quella di Ricciotti, dice: “Guardatevi dunque con ogni cura dall’avarizia, perché la vita di un uomo non dipende dall’abbondanza dei beni che possiede”. In altri termini, possiamo dire sulla base di questa verità che ciascuno deve stare continuamente attento e in guardia contro ogni forma di avarizia, di avidità o di concupiscenza, perché anche quando si possiede abbondanza di beni di questo mondo la sua vita non dipende dalle cose che si possiede. Non è la vita, quindi, di maggior valore delle ricchezze?

24. Che cosa non è garantito dalle ricchezze materiali? Com’è dimostrato dalla parabola?

24 Paolo seguiva questo savio e sano consiglio di Gesù quando scrisse a Timoteo e disse: “Che facciano del bene, che siano ricchi in buone opere, pronti a dare, a far parte dei loro averi, in modo da farsi un tesoro ben fondato per l’avvenire, a fin di conseguire la vera vita”. (1 Tim. 6:18, 19) Quelle che un uomo ha raccolto come suo possesso in fatto di ricchezze, proprietà o potente influenza non sono cose che gli garantiscono la vita. Ci vuole qualche altra cosa. Continuando l’argomento che “la vita dell’uomo non gli appartiene, per quanto ricco egli sia” Gesù disse: “La campagna d’un certo uomo ricco fruttò copiosamente; ed egli ragionava così fra sè medesimo: Che farò, poiché non ho dove riporre i miei raccolti? E disse: Questo farò: demolirò i miei granai e ne fabbricherò dei più vasti, e vi raccoglierò tutto il mio grano e i miei beni, e dirò all’anima mia: Anima, tu hai molti beni riposti per molti anni; riposati, mangia, bevi, godi. Ma Dio gli disse: Stolto, questa notte stessa l’anima tua ti sarà ridomandata; e quel che hai preparato, di chi sarà? Così è di chi tesoreggia per sè, e non è ricco in vista di Dio”. — Luca 12:16-21.

25. Com’era il ricco della parabola stolto, egoista, pigro?

25 Quanta verità in queste parole! L’uomo che accumula denaro per sè non è ricco dinanzi a Dio. Egli pensa solo a se stesso, ai suoi beni, ai suoi piaceri. Non è da stupire che Gesù abbia detto, alludendo a quegli egoisti che “un ricco malagevolmente entrerà nel regno dei cieli. . . . È più facile a un cammello passare per la cruna d’un ago, che ad un ricco entrare nel regno di Dio”. Consideriamo per un momento i piani di questo ricco. Egli voleva fabbricare dei granai più vasti per rinchiudervi i suoi raccolti e quindi dimenticare il resto del mondo del genere umano, delle ricchezze che avrebbe immagazzinato. Che egoista! Che sconsiderato! Che pigro! Egli avrebbe potuto dar molta della sua ricchezza ai poveri e tuttavia averne ancora per sé. Avrebbe potuto disporre per la coltivazione delle sue terre per l’anno seguente e così conservare l’impiego ai suoi salariati. Avendo cura della sua terra anno dopo anno avrebbe potuto aumentare le sue rendite e avrebbe potuto mettere maggior quantità di cibo a disposizione dei poveri. Ma no, nulla di tutto questo! Si disse: “Riposati, mangia, bevi, godi”. Che stolto! Egli non potè godere le sue ricchezze e non si fece ricchezze nel cielo dando ai poveri”.Non ti vantare del domani, poiché non sai quel che un giorno possa produrre”. — Prov. 27:1.

26. A quali domande sulla sicurezza e sulla vita dobbiamo rispondere? Come?

26 Che cosa desiderate come uomo? La sicurezza in questo mondo che tosto scomparirà, oppure la vita nel nuovo mondo di giustizia? La Parola di Dio pone il modello che tutti i Cristiani devono seguire per ottenere la vita eterna, sia la vita con Cristo Gesù come sua sposa nella gloria del Regno celeste, sia la vita come creatura che godrà benedizioni sotto il regno dei cieli e i piaceri della vita eterna sulla gloriosa nuova terra che Iddio prepara affinché l’uomo vi dimori. Tanto l’una che l’altra si ottengono mediante la vera ricchezza; perciò accumulate tesori nel cielo.

27. Come, sia i ricchi che i poveri, possono essere veramente “ricchi in buone opere”?

27 Tutti posseggono qualche cosa, chi più chi meno; perciò il principio: “Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date” vale tanto per i ricchi, quanto per la classe media e per i poveri. La povera vedova che mise nella cassa delle offerte i suoi due spiccioli ‘vi gettò tutto quanto aveva per vivere’ affinché servisse per l’opera di Dio, disse Gesù: i ricchi invece che andarono e fecero i loro versamenti nella tesoreria del tempio diedero “del loro superfluo”. (Luca 21:14) I ricchi non sentirono la mancanza del dono che avevano fatto al Signore. Quindi era lecito chiedere: Chi diede di più? Non fu forse la vedova con le sue due piccole monete di poco valore? Se, pertanto, volete essere ricchi dinanzi a Dio, adoperate i vostri beni e la vostra conoscenza di Geova Dio e del suo governo di giustizia a beneficio dei poveri e per consolare quelli che fanno cordoglio, con la buona notizia del regno di Dio. Non lasciatevi legare dalla vostra ricchezza e non diventate schiavi dei vostri beni, ma fate in modo che i vostri beni operino per voi nella vostra predicazione della Parola di Dio.

28. Timoteo ricevette istruzioni di ordinare che cosa ai “ricchi in questo mondo”? Perché?

28 Paolo sapeva che certi membri della chiesa erano ricchi ed erano affaccendati ad accumulare sempre maggiori beni, e in una lettera che scrisse a Timoteo disse: “A quelli che son ricchi in questo mondo ordina che non siano d’animo altero, che non ripongano la loro speranza nell’incertezza delle ricchezze, ma in Dio, il quale ci somministra copiosamente ogni cosa perché ne godiamo; che facciano del bene, che siano ricchi in buone opere, pronti a dare, a far parte dei loro averi, in modo da farsi un tesoro ben fondato per l’avvenire, a fin di conseguire la vera vita”. (1 Tim. 6:17-19) Il fatto che uno ha poco o molto dei beni di questo mondo non vuol dire che deve assumere un contegno arrogante con i suoi amici e col suo prossimo, o con quelli che appartengono alla congregazione cristiana, o con quelli del mondo. Non si deve mai riporre le proprie speranze sulle ricchezze incerte come oro o argento, tutte cose che non hanno nessun valore negli ultimi giorni di questo vecchio mondo. I ricchi devono rendersi conto come i poveri che è Iddio che provvede ogni cosa abbondantemente affinché ne godiamo. Perché uno ha più ricchezze di questo mondo di un altro non ha motivo di guardare il povero dall’alto in basso con disprezzo. Quelle di cui ognuno può e dev’esser ricco sono le “buone opere”.

29. Quale consiglio ci dà Giacomo contro la parzialità?

29 Giacomo diede un ottimo consiglio a tutto il popolo del Signore dicendo: “Ascoltate, fratelli miei diletti; Iddio non ha egli scelto quei che sono poveri secondo il mondo perché siano ricchi in fede ed eredi del Regno che ha promesso a coloro che l’amano? Ma voi avete disprezzato il povero! Non son forse i ricchi quelli che vi opprimono e che vi traggon ai tribunali? Non sono essi quelli che bestemmiano il buon nome che è stato invocato su di voi? Certo, se adempite la legge reale, secondo che dice la Scrittura: Ama il tuo prossimo come te stesso, fate bene; ma se avete de’ riguardi personali, voi commettete un peccato essendo dalla legge convinti quali trasgressori”. — Giac. 2:5-9.

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