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  • Dalle Piccole Antille alla Bethel

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  • Dalle Piccole Antille alla Bethel
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1951
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La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1951
w51 1/7 pp. 204-206

Dalle Piccole Antille alla Bethel

IL MERCOLEDÌ mattina, 18 gennaio, N. H. Knorr, presidente della Società Watch Tower Bible & Tract, e il suo compagno di viaggio, R. E. Morgan, lasciarono Caracas, Venezuela, diretti all’isola di Aruba nelle Piccole Antille. In poco più di un’ora il DC-4 delle Royal Dutch Airlines fu sull’isola, che poteva esser vista dall’alto in tutta la sua estensione; e ben presto furono sbrigate le formalità doganali e quelle inerenti all’entrata di stranieri nel paese e i viaggiatori e i fratelli venuti a riceverli andavano in automobile verso la casa missionaria di San Nicola. Aruba è una piccola, interessante isola, ordinata, pulita, battuta dal vento e calda. Le sue 69 miglia quadrate sono ben popolate da persone di lingua olandese e inglese. Particolarmente interessanti erano le caratteristiche di sviluppo dell’albero divi-divi, il cui fogliame s’estende dal tronco orizzontalmente tutto in un’unica direzione. Questo è dovuto ai venti che soffiano costantemente dalla stessa parte. Non c’è nessuna fornitura naturale d’acqua nell’isola, tutta l’acqua fresca vien presa dall’oceano e filtrata per l’uso. La raffinazione del petrolio è la base di tutta l’economia, e lo stesso può dirsi per la vicina isola gemella di Curaçao. Il Venezuela è un gran produttore di petrolio e molto del suo ‘oro nero’ viene trasportato con battelli nelle Piccole Antille, dove viene raffinato. Infatti, Aruba e Curaçao hanno due raffinerie che sono tra le più grandi del mondo.

I testimoni di Geova sono attivi in Aruba, essendovi quasi cinquanta proclamatori ora nel ruppo di San Nicola, in confronto ai quindici d’un anno fa. Due diplomati della Scuola Biblica Watchtower di Galaad sono assegnati a questo territorio, e stanno facendo un lodevole lavoro. Vi è più territorio di quanto ne possano tenere due persone. Il mercoledì sera i fratelli Knorr e Morgan pronunziarono discorsi di servizio a un’adunanza di sessanta persone nella sala del Club Suriname, e il giovedì pomeriggio parlarono ancora ai fratelli della congregazione locale nella loro Sala del Regno. Molta pubblicità del discorso “Libertà ai prigionieri” era stata fatta dai fratelli mediante manifesti automobili con altoparlanti e volantini. Il Club Suriname era stato affittato anche per il discorso pubblico, essendo richiesto che i testimoni di Geova pagassero solo il portiere e il consumo d’energia elettrica. Furono noleggiate le sedie supplementari, e il giovedì sera fu un piacere vedere 332 persone nel Club Suriname, tutte attentamente in ascolto, avendo riempito il luogo, nel quale restavano “posti in piedi soltanto” quando l’oratore cominciò a parlare. Il fatto che un prete cattolico passeggiava su e giù fuori del Club, spiando attraverso la porta aperta se tra il pubblico ci fossero dei suoi parrocchiani, non affievolì l’entusiasmo dell’uditorio per il messaggio che udì. Né la visita del prete alle case di coloro che avevano assistito all’assemblea li spaventò, poiché molti nuovi visi han trovato la via della Sala del Regno dei testimoni di Geova da che fu tenuto il discorso. I membri del Club Suriname furono così soddisfatti dell’adunanza pubblica che in seguito decisero di rifiutare qualsiasi pagamento per l’uso della sala. E hanno piacere che altri discorsi sian tenuti dai testimoni di Geova. Indubbiamente l’opera ricevette un nuovo impulso in quest’isola e i due viaggiatori furono lieti d’aver preso parte al programma d’espansione in Aruba.

Il venerdì pomeriggio i due viaggiatori di New York, insieme ai due missionari assegnati ad Aruba, salutarono i fratelli e andarono in aereo alla più grande isola di Curaçao per partecipare all’assemblea indetta per quella fine di settimana. Willemstad, città capitale, era in festa per la visita del principe d’Olanda. La notte gli edifici e le vie principali furono vivamente illuminati da luci colorate; e le insegne olandesi erano esposte dappertutto, con un gran numero di bandiere arancioni in onore della Casa Olandese d’Orange. Willemstad ricordava al fratello Knorr in molti modi la sua visita in Olanda. La città sorge a pochi piedi sul livello del mare e lo stile delle costruzioni edilizie è simile a quello degli edifici della madre patria. Una caratteristica insolita della città è il ponte Regina Emma che attraversa la baia di S. Anna. Questo ponte a doppio traffico è sostenuto da quattordici grandi pontoni, e vi transitano sia i veicoli che i pedoni. Da un lato il ponte ha un congegno a cardine, e quando i piroscafi debbono entrare nella baia, l’intero ponte gira verso una parte sui suoi cardini, prendendo una posizione parallela rispetto alla spiaggia. Mentre è aperto, le persone vengono traghettate da una parte all’altra gratis, ma i veicoli devono attendere finché il ponte sia chiuso di nuovo. In pochi minuti vien facilmente chiuso e il traffico riprende.

Non lungi da questo ponte, legate alla banchina, sono molte piccole imbarcazioni che portano frutta tropicale dal Venezuela, la quale vendono direttamente dalla barca ai consumatori. Pochi isolati più in là è il mercato cittadino. Il visitatore non può che divertirsi osservando la strana usanza di fumare di molti nativi. Benché ‘accendano’ al solito modo, la sigaretta accesa vien subito capovolta in modo che il tabacco acceso si trovi dentro la bocca. L’osservatore quindi vede le consuete buffate di fumo, ma sulle prime rimane stupito per l’assenza di fuoco su quella parte di sigaretta che sporge dalla bocca. Ma dove c’è fumo ci dev’essere fuoco, e ben presto vede che la sigaretta viene rimossa dalle labbra del fumatore per scuotere la cenere. Allora il fenomeno diventa chiaro. Le società americane di sigarette non hanno ancora fatto pubblicità per questo metodo. Forse possono vendere al pubblico l’idea d’esser “mangiatori di fuoco” invece di essere semplici fumaiuoli.

Il gruppo di cinquanta testimoni di Geova di Willemstad aveva atteso questa prima visita del presidente della Società a Curaçao, ed essi, insieme ai due missionari assegnati a quel territorio, avevano fatto buoni preparativi. Il venerdì sera c’erano 93 persone adunate per ascoltare i discorsi dei due fratelli venuti da New York. Dopo che ciascuno ebbe parlato, un compendio dei discorsi fu fatto in papiamento. Dato il fatto che il fratello si sarebbe trattenuto a Curaçao solamente l’intera giornata del sabato, la conferenza pubblica fu disposta per quella sera nel magnifico edificio della biblioteca pubblica. Questo edificio è alquanto originale perché, sebbene sia chiuso da un recinto con l’ingresso sulla strada, ha un ampio cortile centrale, particolarmente adatto per assemblee e conferenze. Quindi, sotto il cielo stellato, 234 persone ascoltarono il discorso del fratello Knorr sulla grande libertà che il nuovo mondo apporterà ben presto a tutti coloro che amano la giustizia. Il popolo delle Piccole Antille ascolta con piacere conferenze del genere, com’era stato notato pure in Aruba, dove molti pensavano che il discorso di un’ora fosse troppo breve. Perciò a Curaçao il fratello Knorr espose maggiori particolari, dedicando al soggetto buona parte di un’ora e mezza, Molte furono le espressioni di apprezzamento udite.

Esaminando l’opera del Regno nelle Piccole Antille, si notò che c’è un interesse ognor crescente nelle sei isole di questo arcipelago. I nuovi proclamatori del Regno abbisognano di più cure e di più servizio di quanto ne può esser loro prestato dall’ufficio di Brooklyn. Per questo il fratello Knorr dispose per lo stabilimento d’una nuova Filiale a cominciare dal 11 marzo 1950, col nome di Filiale delle Piccole Antille. Questa manterrà i fratelli e i gruppi dei testimoni di Geova in più stretto contatto con la Società, dando loro migliore assistenza nell’esecuzione del ministero di campo. Il fratello Thomas R. Yeatts, diplomato di Galaad che lavora in questo territorio dalla metà del 1946, fu nominato servitore di Filiale.

Di buon’ora la domenica mattina, 22 gennaio, il fratello Knorr salutò i fratelli e partì in aeroplano per Paramaribo, Surinam (Guaiana Olandese). Il fratello Morgan rimase a Curaçao per tenere un servizio di battesimo per il gruppo di Willemstad quella mattina; e la sera parlò nuovamente ai fratelli dopo il normale studio Torre di Guardia. Come era stato fatto a quasi tutti i discorsi pronunziati dai due visitatori a Curaçao, un fratello locale fece un breve sunto in dialetto papiamento per il beneficio di quelli che non capivano bene l’inglese. I fratelli di Curaçao sono entusiasti, delle prospettive di espansione dell’opera nelle Piccole Antille; ed essi sono specialmente lieti per il fatto che adesso hanno un ufficio filiale che li serve. Inoltre, i missionari che servono in entrambe Aruba e Curaçao eran contenti d’apprendere che sarebbero stati aiutati da diplomati della XIV classe di Galaad dopo l’assemblea del 1950.

SURINAM

Benché il fratello Knorr fosse stato nel Surinam solo l’anno scorso durante il suo viaggio nell’America del Sud sembrò opportuno che ora facesse un viaggio speciale da Curaçao al Surinam. Erano sorti tra i fratelli delle difficoltà e dei problemi ch’essi non si sentivano in grado di risolvere. Nell’interesse dell’opera parve consigliabile che facesse il viaggio. Il fratello Knorr fu ricevuto la domenica pomeriggio all’aeroporto dai fratelli, andò in città e pranzò nella casa missionaria con i diplomati di Galaad. Quella sera parteciparono tutti allo studio Torre di Guardia; i presenti furono 86. Mezz’ora dopo cominciò l’adunanza pubblica. Era stato disposto che questa avesse luogo nella Sala del Regno, e furono invitate solo le persone conosciute di buona volontà. Non fu fatta alcuna pubblicità. Ce n’erano 112 presenti ed esse mostrarono grande interessamento. Questo fu l’inizio di un’assemblea di tre giorni.

Il lunedì e il martedì il fratello Knorr parlò mediante un interprete a circa 75 fratelli. L’ammonimento dato fu di scordare le difficoltà sorte nel passato e dedicarsi alla principale opera di predicare l’evangelo. Anche se la popolazione del Surinam mormora e parla male dei testimoni di Geova, i fratelli non debbono esserne turbati. “Con la vita che conducete e il messaggio che predicate sarete in grado di confortare coloro che cercano verità e giustizia,” disse il fratello Knorr. Fu fatto pure rilevare che noi non seguiamo un uomo o un’organizzazione ma i princìpi della Parola di Dio, e dobbiamo far questo indipendentemente da ciò che gli altri han fatto o faranno nel futuro. La nostra opera è stata, e continua ad essere, quella di ‘predicare la Parola’. Ma mentre si “predica la Parola” la nostra vita e la nostra condotta giornaliera debbono mostrare che noi crediamo alla Parola di Dio e viviamo conforme ad essa, come fece Cristo Gesù. Egli tenne la condotta giusta nella sua vita giornaliera e predicò la verità, dimostrando che era degno d’essere il principale di tutti i testimoni di Geova. I fratelli furono notevolmente incoraggiati a perseverare. Essi si convinsero che è essenziale mantenere la propria integrità, senza tener conto di ciò che dicono o fanno gli altri.

Fu nominato un nuovo servitore di Filiale, il fratello Simmonite del Canadà. Si ritiene ch’egli imparerà molto presto la lingua olandese. Dopo essere stato lì due mesi soltanto, fu in grado di leggere il proprio discorso in lingua olandese, e questo fu apprezzato molto da tutti i fratelli. Ora i missionari nel Surinam cooperano bene assieme e fanno tutto quello che possono per promuovere l’organizzazione di gruppo e far progredire l’opera d’espansione. I tre giorni a Paramaribo furono veramente benedetti, benché fossimo alla fine della stagione piovosa e ad intervalli durante la giornata la pioggia fosse così torrenziale da coprire letteralmente le strade di acqua da una parte all’altra. Fu bene stare ancora con i fratelli. Essi son tutti decisi di continuare nell’opera fedelmente, e inviarono i loro saluti affettuosi ai loro conservi di tutto il mondo.

Il mercoledì, 25 gennaio, ci dovevamo alzare alle ore 5,30 antimeridiane, perché c’era da percorrere un lungo cammino fino all’aeroporto dove il fratello Knorr doveva intraprendere il suo volo su un velivolo della Pan American per tornare a casa. Salutò i fratelli alle ore 8,45 e fu in volo alla volta di Trinidad. Dato che la sosta a Trinidad era solo di venti minuti, erano state prese disposizioni anticipate affinché il servitore di Filiale s’incontrasse col presidente all’aeroporto per esaminare qualsiasi problema relativo all’opera nelle Piccole Antille. I venti minuti di sosta a Trinidad passarono come un attimo. Ma fu una buona cosa rivedere il fratello Newton prima di proseguire il volo per Puerto Rico.

PUERTO RICO

Alle ore 10 di lunedì sera 23 gennaio, il fratello Morgan lasciò Curaçao per San Juan, Puerto Rico, dove giunse alle prime ore del mattino. Il fratello R. V. Franz, servitore di Filiale, e un altro diplomato di Galaad erano ad attenderlo, e dopo le ore 3 antimeridiane si ritirarono per riposare qualche ora prima d’iniziare il programma stabilito per il martedì. Siccome il fratello Knorr non sarebbe giunto a Puerto Rico dal Surinam fino al mercoledì pomeriggio, su un aeroplano della Pan American diretto a New York, la Filiale di Puerto Rico dispose onde il fratello Morgan servisse due adunanze. Il mercoledì mattina un gruppo di fratelli accompagnò il fratello Morgan nella città di Caguas, dove era stata appena stabilita una nuova casa missionaria. Durante il viaggio in automobile la comitiva percorse dei campi bellissimi. Nel pomeriggio 64 fratelli e persone di buona volontà si adunarono per ascoltare un discorso, in inglese e in ispagnolo, affollando le due stanze della casa missionaria che sono usate come Sala del Regno. Nel tardo pomeriggio la comitiva tornò a San Juan, e quella sera 190 persone, compresi 23 diplomati di Galaad, si riunirono insieme in una sala appositamente affittata per l’occasione. Tutti si rallegrarono apprendendo del buon progresso che l’opera del Regno sta facendo in tutta l’America Centrale e negli altri posti visitati. E i fratelli di Puerto Rico son pure lieti del loro proprio progresso e della manifesta benedizione del Signore sui loro sforzi, poiché durante il mese di dicembre 1949, Puerto Rico ha superato i 300 proclamatori del Regno per la prima volta.

Il mercoledì mattina fu dedicato un po’ di tempo ai problemi della Filiale e all’ispezione della casa che la Società ha recentemente acquistato a San Juan. Nelle prime ore del pomeriggio un numeroso gruppo di fratelli accompagnò il fratello Morgan all’aeroporto, dove si sarebbe unito al fratello Knorr nel tratto finale del lungo viaggio. Alle ore 3 pomeridiane il fratello Knorr arrivò in aeroplano dal Surinam e i quaranta fratelli che eran venuti all’aeroporto poterono parlargli per un’ora e mezza. Di questi, 27 erano diplomati di Galaad. Il servitore della Filiale poté pure parlare col fratello Knorr su alcuni punti concernenti l’opera a Puerto Rico. Alle ore 4 pomeridiane l’altoparlante invitò tutti i passeggeri diretti a New York a salire sull’aeroplano quadrimotore, e quindi i fratelli Knorr e Morgan partirono nel loro volo finale, da Puerto Rico a New York. I passeggeri furono avvisati che a New York il tempo era cattivo e che l’unico aeroporto aperto era il nuovo Aeroporto Internazionale ad Idlewild. Però quando l’aeroplano ebbe percorso quasi la metà del volo ininterrotto di otto ore, la hostess annunciò che l’atterraggio sarebbe stato effettuato all’Aeroporto Nazionale di Washington, dato che tutta la zona di New York era coperta di nebbia. Alle ore 12,10 antimeridiane l’apparecchio atterrò a Washington; e alle ore 1,05 antimeridiane tutti i passeggeri presero posto in uno speciale autobus per il viaggio fino alla città di New York. Alle ore 9 di martedì mattina numerosi fratelli della Bethel di Brooklyn ricevettero gli stanchi viaggiatori presso l’aeroporto nel cuore di New York.

Considerando il viaggio, che fu compiuto in otto settimane dal fratello Morgan e in sei settimane dal fratello Knorr, si constata che è stato profittevole. Molto fu fatto e furono prese parecchie predisposizioni per l’espansione. Nel 1946 il presidente della Società visitò questi medesimi tredici paesi, ad eccezione delle Piccole Antille, e in quel tempo c’erano 3.810 proclamatori nel campo. Tre anni dopo troviamo che ce ne sono in media 8.219 tutti i mesi i quali predicano il messaggio del Regno, o un aumento del 115 per cento. In base ai rapporti provenienti da questi luoghi sull’opera fatta nei rispettivi paesi, si riteneva che il 1950 avrebbe mostrato più di 10.000 proclamatori operanti sotto i tredici uffici filiali. Dunque l’opera avanza. I fratelli continuano a ‘predicare la Parola’ e il nome di Geova viene onorato. Nel 1950 nuovo territorio sarebbe stato raggiunto in tutti questi paesi; e, per grazia del Signore, i piani fatti per il futuro avrebbero significato che subito dopo l’assemblea del 1950 nella città di New York molti altri missionari sarebbero entrati in questi territori. Fino a tanto che Geova Dio mostra la sua pazienza in modo che la salvezza possa pervenire ad altri noi, suoi servitori sulla terra, vogliamo, con lui, essere pazienti e presentare le buone notizie per tutto il mondo in testimonianza. Noi siamo riconoscenti della misericordia mostrataci e dell’opportunità di ‘predicare la Parola’.

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