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  • Passi verso la vita
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1951
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  • SANTIFICAZIONE E BATTESIMO
  • Il governo di Dio
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1951
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    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1955
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    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1950
  • Battesimo per la salvezza e battesimo di fuoco
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1952
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La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1951
w51 1/8 pp. 235-238

Passi verso la vita

OGNI persona ragionevole desidera vivere. La vita eterna in una condizione di perfetta pace e felicità, cosa si potrebbe desiderare di più? Il tempo è venuto per le persone sincere di vivere sulla terra per sempre se si conformano alle esigenze di Dio. Da Harmaghedon in poi il regno di Dio eserciterà un completo controllo sugli affari terrestri. Circa i risultati verso le creature umane ubbidienti sta scritto: E [Dio] asciugherà ogni lagrima dagli occhi loro e la morte non sarà più; né ci saran più cordoglio, né grido, né dolore, poiché le cose di prima sono passate”. — Apoc. 21:4.

La razza umana è stata afflitta da malattie, dolore e morte per un così lungo periodo di tempo che molti trovano difficile credere che le condizioni possano mutare. Si persuada ciascuno su questo punto applicandosi diligentemente ad apprendere la verità. Dio ha determinato che ci sia un tempo per ogni cosa; ed ora è tempo che le persone di buona volontà conoscano la via che mena alla vita eterna. — Sal. 16:11.

Nella Bibbia si trovano fatti indiscutibili i quali provano che la morte è la conseguenza del peccato, il quale è venuto sopra tutti gli uomini per eredità; che a Geova Dio appartiene la salvezza; che la più grande crisi di tutti i tempi è prossima, quando i malvagi saranno annientati ad Harmaghedon mentre quelli che ricercano giustizia e mansuetudine potrebbero esser risparmiati in quel grande disastro; che la salvezza dalla morte, e la vita eterna nella felicità, sono offerte agli ubbidienti; e che perciò una grande emergenza è dinanzi a coloro che costituiranno la “gran folla”. Per ottenere la vita eterna ci dobbiamo conformare alle esigenze divine. Quali sono alcune di queste esigenze come vengono esposte dalle Scritture?

Tutti quelli che vogliono ottenere il misericordioso dono della vita debbono piacere a Dio. La fede è il primo requisito. “Or senza fede è impossibile piacergli; poiché chi s’accosta a Dio deve credere ch’Egli è, e che è il rimuneratore di quelli che lo cercano”. (Ebr. 11:6) Questo significa che coloro i quali desiderano vivere devono anzitutto credere che Dio è l’Onnipotente, il cui nome è Geova, che egli è il Supremo, e che è il rimuneratore di quelli che diligentemente lo cercano. Il loro desiderio è quello d’essere in armonia con Dio Onnipotente.

Il suo provvedimento di vita è preso mediante Cristo Gesù. Perciò Gesù dice: “Io son la via, la verità e la vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me”. (Giov. 11:6) “E questa è la vita eterna: che conoscano te, il solo vero Dio, e colui che tu hai mandato, Gesù Cristo”. (Giov. 17:3) Gesù riscatta ogni appartenente alla razza umana che chiede d’esser riscattato; ed essendo riscattati, cioè ottenendo il beneficio del prezzo di riscatto ch’egli pagò per gli uomini, i riscattati divengono gli schiavi del Signore, e perciò Gesù dice: “Se uno mi serve, mi segua”. (Giov. 12:26) Il primo requisito, dunque, è quello di credere in Dio, l’Onnipotente, di credere nel Signore Gesù Cristo come nel Redentore o compratore dell’uomo, e quindi di seguire Gesù. L’uomo manifesta la propria fede mediante la condotta che tiene.

Il successivo passo da fare è quello di compiere la volontà dell’Iddio Onnipotente, poiché questo è ciò che Gesù fa sempre; come è scritto: “Egli dice poi: Ecco, io vengo per fare la tua volontà. Egli toglie via il primo [l’istituzione del vecchio patto], per stabilire il secondo [l’istituzione del nuovo patto]”. (Ebr. 10:9) “Dio mio, io prendo piacere a far la tua volontà, e la tua legge è dentro al mio cuore”. (Sal. 40:8) L’uomo imperfetto è egoista e desidera fare la propria volontà; ma avendo creduto in Dio e in Cristo Gesù, quell’uomo deve volontariamente rinunciare alla propria volontà egoistica, accettando di fare la volontà di Dio qualunque essa sia. Questo significa consacrazione dell’uomo che acconsente di servire Geova Dio mediante Cristo Gesù; e tale consacrazione dev’essere incondizionata, cioè, si deve di buon grado rinunziare alla sua propria volontà egoistica e cercare diligentemente di conoscere e di fare la volontà di Geova Dio.

Qual è, quindi, la volontà di Dio relativamente alle “altre pecore” del Signore che si stanno radunando per la vita? Esse devono raccogliersi intorno al Signore, staccandosi e separandosi dai sistemi dell’attuale empio mondo di Satana. (Sof. 2:1) Com’è indicato dalla simbolica città di rifugio, tali persone debbono fuggire a Cristo, il Capo dell’organizzazione di Dio, e rifugiarvisi finché la crisi di Harmaghedon sia passata. Quelle persone debbono riconoscere Cristo Gesù come il “pane della vita”; e come il popolo d’Egitto colpito dalla carestia supplicò Giuseppe di comperarlo affinché non morissero, così ora le persone di buona volontà debbono supplicare Cristo Gesù, il più grande Giuseppe, di comperarle e nutrirle col “pane della vita” perché non muoiano. Essi debbono rendersi conto che l’unico luogo di protezione e salvezza è il regno di Dio sotto Cristo. Le istituzioni religiose della Cristianità son lacci nei quali Satana attira gli uomini per prenderli in trappola; e chi vuole vivere deve evitare tali insidie e darsi interamente a Cristo Gesù.

Chi crede che Geova Dio è il supremo e che Cristo Gesù è l’Ufficiale Esecutivo di Dio, il grande Sommo Sacerdote e Re, e il Redentore dell’uomo, è quindi ansioso di conoscere e di fare la volontà di Dio. Credere non vuol semplicemente esprimere un concetto del fatto che Dio è supremo e che Cristo Gesù è il Redentore, ma significa riconoscere questo e operare conforme ad esso: “Perché, se con la bocca avrai confessato Gesù come Signore, e avrai creduto col cuore che Dio l’ha risuscitato dai morti, sarai salvato; infatti col cuore si crede per ottener la giustizia, e con la bocca si fa confessione per esser salvati. Difatti la Scrittura dice: Chiunque crede in lui non sarà svergognato”. — Rom. 10:9-11.

Fuggire dall’organizzazione di Satana e cercare rifugio sotto l’organizzazione di Cristo significa che uno riconosce il Signore Gesù Cristo e supplica Cristo d’introdurlo in essa. Non si vergogna di confessare davanti ad altri la sua completa fiducia in Dio e in Cristo Gesù; e in tal modo fa sapere ad altri che ha preso posizione dalla parte di Dio e di Cristo ed ha volontariamente accettato di fare la volontà di Dio. Il cuore è la sede dei motivi; e, perciò, quando una persona crede nel Signore, è indotta a far conoscere ad altri che è fuggita a Cristo Gesù e ha preso la sua determinazione per il Signore e desidera confessare d’essersi impegnata a fare la volontà di Dio. Essa cerca protezione tra le braccia di Cristo Gesù e invoca il Signore Dio per protezione e salvezza: “Poiché chiunque avrà invocato il nome del Signore, sarà salvato”. (Rom. 10:13) Essendo accolta dal Signore e posta sotto la sua protezione, tale persona tiene la condotta dovuta per essere salvata dalla devastazione di Harmaghedon. Essa consacra la propria vita a Dio.

SANTIFICAZIONE E BATTESIMO

Un altro necessario passo da fare è quello della santificazione. Nelle Scritture i termini “santificazione”, “santificare, “santificato,” e la parola “santo” vengono tutti dalla medesima radice greca. Dio disse agl’Israeliti, i quali scelse come suo popolo tipico e con i quali stabilì un patto: “Poiché io sono l’Eterno, l’Iddio vostro; santificatevi dunque e siate santi, perché io son santo”. (Lev. 11:41) L’apostolo ispirato cita queste parole: “Come figliuoli d’ubbidienza, non vi conformate alle concupiscenze del tempo passato quand’eravate nell’ignoranza; poiché sta scritto: Siate santi, perché io son santo”. (1 Piet. 1:14, 16) Dio è santo, dato che è esclusivamente dedito alla giustizia, quindi completamente, interamente e pienamente giusto, “santo”. A quelli che si sono messi dalla parte di Dio è rivolta la seguente esortazione: “Ma come Colui che vi ha chiamati è santo, anche voi siate santi in tutta la vostra condotta”. — 1 Piet. 1:15.

Il termine “santificato”, applicato secondo le Scritture, significa essere completamente dedicato a Dio e al suo regno, quindi santo, come son santi il Signore Iddio e Cristo Gesù. Il Signore è pienamente e completamente dedito alla giustizia; come sta scritto: “Tu sei giusto, o Eterno, e diritti sono i tuoi giudizi. La tua giustizia è una giustizia eterna, e la tua legge è verità”. (Sal. 119:137, 142) Cristo Gesù è come il Padre suo; cioè, interamente giusto. Di lui sta scritto: “Tu ami la giustizia e odii l’empietà. Perciò Iddio, l’Iddio tuo, ti ha unto d’olio di letizia a preferenza de’ tuoi colleghi”. (Sal. 45:7) Come Geova Dio, anche Cristo è santo: “Santo, innocente, immacolato, separato dai peccatori”. — Ebr. 7:26.

Ogni creatura che piace a Dio e riceve l’approvazione di Dio dev’esser santa, ossia dedicata senza riserva a Dio e al suo regno, che è giusto. Perciò ognuna di queste creature deve essere santificata. Questo non vuol dire che la persona sia perfetta nella carne, ma significa che la dedizione del suo cuore è per il Signore Dio senza riserve di sorta. Quelli che prendono posizione dalla parte di Dio, del suo Re e del suo regno, da quel momento in poi devono essere completamente dedicati a Dio e al suo regno e devono evitare di compromettersi col mondo, che è l’organizzazione di Satana.

La “santificazione” è l’atto di santificare. Chi ha accettato di fare la volontà di Dio ha preso la sua determinazione dichiarando d’essere per Iddio e per il suo regno deve quindi operare per la santificazione di se medesimo, il che vuol dire che si pone il compito di eseguire interamente il proprio impegno di fare la volontà di Dio. Non dovrà semplicemente acconsentire; egli deve adempiere il suo patto. È la fedele osservanza del patto che Dio approva. Essere santificato significa quindi che l’uomo che ha accettato di fare la volontà di Dio si mette fedelmente all’opera di eseguire il suo patto, e pertanto si apparta e si dedica interamente a ciò ch’è giusto e retto. Colui che fa il passo di mettersi all’opera di fare la volontà di Dio viene assunto al lavoro dal Signore per fare la volontà di Dio e mantenere così verso Dio la sua integrità.

Come vien l’uomo santificato? Gesù risponde con queste parole, rivolto a Geova: “Santificali nella verità: la tua parola è verità”. (Giov. 17:17) È perciò impossibile che qualsiasi specie di ritualistica cerimonia religiosa santifichi uno a Dio. Il clero delle organizzazioni religiose ortodosse non può far nulla per consacrare un uomo a Dio. La consacrazione ha unicamente luogo tra la persona, che ha accettato di fare la volontà di Dio, e il Signore Iddio, che mette l’uomo all’opera perché provi il suo patto. L’uomo deve apprendere quale sia la volontà di Dio a suo riguardo: “Perché questa è la volontà di Dio: che vi santifichiate, che v’asteniate dalla fornicazione”. — 1 Tess. 4:3.

In questo testo il termine “fornicazione” ha più di un significato letterale, comprendendo non soltanto le illecite relazioni sessuali tra persone ma altresì le sconvenienti relazioni tra un Cristiano e questo mondo. Colui che ha determinato di fare la volontà di Dio ha il divieto d’immischiarsi o di compromettersi col mondo, con l’organizzazione del Diavolo; fare questo vuol dire avere una relazione illecita descritta come fornicazione o adulterio. “O gente adultera, non sapete voi che l’amicizia del mondo è inimicizia contro Dio? Chi dunque vuol essere amico del mondo si rende nemico di Dio”. (Giac. 4:4) Il consacrato e santificato dev’essere interamente o completamente dalla parte di Dio e del suo regno e interamente o completamente contro il Diavolo e la sua organizzazione.

E il battesimo? È esso un altro passo necessario verso la vita? Sì, perché il battesimo o l’immersione in acqua è un simbolo attestante in modo visibile che la persona così immersa ha sacrificato la propria volontà egoistica per fare la volontà di Dio. A tale creatura Dio garantisce protezione. L’immersione esprime in simbolo: ‘Io mi sono messo interamente agli ordini di Dio Onnipotente, e per sua grazia farò la sua volontà.’ È a tale creatura che Dio riserva la sua protezione e guida. Prima d’intraprendere la propria opera Gesù si presentò a Giovanni per essere battezzato, e Giovanni fece obbiezione, ma Gesù replicò: “Lascia fare per ora; poiché conviene che noi adempiamo così ogni giustizia!” (Matt. 3:15-17) Gesù venne allora battezzato; e quando uscì fuori dall’acqua, Dio diede un’esteriore dimostrazione della sua accettazione di Gesù.

Quelli che entrarono con Noè nell’arca mostrarono che essi avevano accettato di fare la volontà di Dio come era stata loro resa nota da Noè. Essi furono battezzati in Noè e vennero così salvati dal diluvio. “Quando la pazienza di Dio aspettava, ai giorni di Noè, mentre si preparava l’arca; nella quale poche anime, cioè otto, furon salvate tra mezzo all’acqua. Alla qual figura corrisponde il battesimo (non il nettamento delle sozzure della carne ma la richiesta di una buona coscienza fatta a Dio), il quale ora salva anche voi, mediante la risurrezione di Gesù Cristo”. — 1 Piet. 3:20, 21.

Allorché gl’Israeliti abbandonarono l’Egitto sotto il comando di Mosè, essi tutti accettarono in tal modo di ubbidire a Mosè come rappresentante di Dio; e Mosè era una figura di Cristo. Sotto una miracolosa nuvola seguirono Mosè attraverso il letto asciutto del Mar Rosso, reso tale per miracolo di Dio. Essi furono in tal modo nascosti o immersi nella nuvola e nel mare. “Perché fratelli, non voglio che ignoriate che i nostri padri furon tutti sotto la nuvola, e tutti passarono attraverso il mare, e tutti furon battezzati, nella nuvola e nel mare”. (1 Cor. 10:1, 2) Quando Giovanni Battista venne come rappresentante del Signore comandò agl’Israeliti di ravvedersi dei loro peccati contro il patto della legge e d’esser battezzati. (Matt. 3:1-11) Quelli che si ravvidero e furono battezzati attestarono in tal modo che essi avevano mutato la loro condotta e che non si sarebbero più lasciati condurre dal loro proprio egoismo e avrebbero volontariamente ubbidito alla volontà di Dio. Quelli che sentivano di non aver violato il patto della Legge ma che erano stati fedeli a Dio sentivano di non aver bisogno d’essere battezzati.

Il battesimo, quindi, simbolicamente ed esteriormente testifica di un patto di fare la volontà di Dio. Nella illustrazione relativa alle città di rifugio (Num. 35:10-32) le “altre pecore” del Signore sono rappresentate in atto di fuggire verso l’organizzazione del Signore, accettando così di fare la sua volontà. Esse vengono così nascoste o immerse sotto l’organizzazione del Signore. Quelli che seguirono Mosè attraverso le acque del Mar Rosso e sotto il riparo della nuvola furono così “battezzati in Mosè” nel mare e nella nuvola ed erano quindi contro gli Egiziani, che rappresentavano l’organizzazione del Diavolo. Similmente quelli che seguirono Noè nell’arca e vi rimasero furono nascosti o immersi e in tal modo battezzati in Noè. Sia Mosè che Noè rappresentarono Cristo Gesù il grande Profeta di Geova Dio. Perciò anche le “altre pecore” del tempo presente ricevono il battesimo nel Noè più Grande, Cristo Gesù. Venendo sotto la protezione dell’organizzazione teocratica di Cristo Gesù, ora essi trovano asilo, e se perseverano ricercando in essa giustizia e mansuetudine, consacrandosi mediante l’ubbidienza al Signore, hanno la promessa d’esser liberate dall’ira di Dio ad Harmaghedon. Quel battesimo “del fuoco” sarà per la distruzione di tutta l’organizzazione di Satana, ma altresì per la protezione di tutti coloro che trovano rifugio entro o sotto l’organizzazione di Geova.

Pertanto vivere secondo il significato della fede, della consacrazione, della santificazione e del battesimo sono importanti passi sulla via che conduce alla vita nell’imminente nuovo mondo di giustizia di Geova.

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