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  • Fecondità — una manifestazione dello spirito santo

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  • Fecondità — una manifestazione dello spirito santo
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1953
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La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1953
w53 1/8 pp. 250-253

Fecondità — una manifestazione dello spirito santo

Lo SCORSO anno quando due semi germogliarono e crebbero in una serra di Washington, D. C., vi fu grande emozione nei circoli botanici. Milioni di semi germogliano annualmente, ma questi erano speciali. Erano semi di loto provenienti da una palude della Manciuria, che ha secondo alcuni 50.000 anni di vita. Quando essi germogliarono l’importanza della loro età aumentò, e così altri semi dello stesso posto furono provati con l’orologio radiocarbonico. Questo apparecchio atomico indicava che avevano circa 1000 anni.

Per 1000 anni questi semi erano rimasti inattivi e improduttivi. Se fossero stati dovutamente piantati poco dopo la loro maturazione i semi provenienti da essi sarebbero saliti nel frattempo a parecchi miliardi. Ma data la loro inattività soltanto due semi originali l’anno scorso esistevano. È come Gesù disse: “Veracissimamente io vi dico: A meno che un granello di frumento non cada nel terreno e muoia, esso rimane solo un granello; ma se muore, allora porta molto frutto.” — Giov. 12:24, NW.

Così è con le verità della Parola di Dio, che sono paragonate, in una delle illustrazioni di Gesù, ai semi sparsi da un seminatore. (Luca 8:11) La Parola di Dio sussiste per sempre. (1 Piet. 1:25) Ma noi non possiamo aspettare tanto per seminare le verità in essa contenute. Non dobbiamo lasciarle giacere inattive per 1000 anni, come i due semi di loto. Noi non siamo sicuri della vita all’indomani, molto meno mille anni più tardi. (Prov. 27:1) Dobbiamo seminare adesso, senza indugio, per produrre i frutti del Regno. Dopo aver seminato il seme della verità con tali mezzi quali la testimonianza di porta in porta, dobbiamo ritornare ad annaffiare e a coltivare rivisitando e conducendo studi biblici a domicilio, e poi contare su Dio che faccia crescere. (1 Cor. 3:6) Così noi edifichiamo sul fondamento che abbiamo deposto nel seminare di porta in porta. Gesù non edificò sul fondamento di un altro. Egli è il nostro modello. Paolo non edificò sul fondamento di un altro. Noi siamo esortati a imitarlo. (Rom. 15:20; 1 Cor. 11:1; 1 Piet. 2:21) Partecipando a tutte le forme della predicazione del Vangelo noi vediamo i semi della verità spuntare e crescere e divenire radicati nelle menti e nei cuori degli altri, i quali a loro volta diventano fecondi seminatori del seme altrove.

Nella illustrazione di Gesù le persone alle quali noi predichiamo sono paragonate a differenti specie di suolo; qualcuno non riceve il seme per essere troppo duro, o troppo roccioso, o troppo spinoso, ma qualcuno essendo ricettivo al seme diventa produttivo. (Matt. 13:3-9, 18-23) Quando lasciamo il seme in forma di letteratura alla porta, noi non possiamo sapere con certezza quale specie di suolo rappresenta quegli che la riceve. Nemmeno un agricoltore pratico può sempre precisamente giudicare il terreno soltanto guardandolo. Talvolta lo deve far analizzare. Similmente, il ministro non può giudicare i risultati delle pubblicazioni lasciate alla porta soltanto dall’aspetto del ricevente. Anche il proclamatore dotato di esperienza spesso si sbaglia. Perciò dobbiamo rivisitare per controllare il seme, per vedere se ha messo radici; per vedere se una maggior cura simbolizzata dall’annaffiare e dal coltivare stimolerà la sua crescita. Non dobbiamo commettere l’errore contro cui ci ammoniva Gesù: “Cessate di giudicare dall’aspetto esteriore, ma giudicate con retto giudizio”. (Giov. 7:24, NW) Quindi non dobbiamo fare subitanei giudizi secondo l’apparenza delle cose all’atto del collocamento della letteratura, ma per giudicare giustamente se il ricevente è simbolizzato dal terreno spinoso, o dal terreno roccioso, o dal terreno duro, battuto lungo la strada, o dal buon suolo dobbiamo continuare con ulteriori visite. Questo è nell’interesse della fruttuosità.

“FRUTTI DELLO SPIRITO”

Il crescente numero di ministri che viene fuori da questa semina è una evidenza dell’appoggio dello spirito di Geova: “Non per potenza né per forza, ma per lo spirito mio, dice l’Eterno degli eserciti”. (Zacc. 4:6) Ma non basta il solo aumento di numero; molte false religioni possono segnalare gli aumenti numerici delle loro congregazioni. Per giudicare l’albero dobbiamo esaminare il frutto: “Ogni buon albero produce buon frutto, ma ogni albero guasto produce frutto cattivo; un albero buono non può portare cattivo frutto, né può un albero guasto produrre buon frutto. Ogni albero che non produce buon frutto viene abbattuto e gettato nel fuoco. Veramente, quindi, dai loro frutti voi riconoscerete quegli uomini.” — Matt. 7:17-20, NW.

Il frutto buono proviene dallo spirito, il cattivo è opera della carne: “Ora le opere della carne sono manifeste, e sono fornicazione, impurità, condotta dissoluta, idolatria, pratica di spiritismo, odii, lotta, gelosia, attacchi d’ira, contese, divisioni, sette, invidie, ubriacature, baldorie, e cose simili. In quanto a queste cose io vi preavverto, nello stesso modo in cui vi ho preavvertiti, che quelli che praticano tali cose non erediteranno il regno di Dio. D’altra parte, il frutto dello spirito è amore, gioia, pace, longanimità, gentilezza, bontà, fede, dolcezza, padronanza di sé.” — Gal. 5:19-23, NW.

Le grandi organizzazioni religiose della Cristianità possono esser in grado d’indicare la forza numerica, ma possono esse mostrare i frutti dello spirito? Il mondo in genere è ora negli spasimi di un collasso morale, in quanto si dedica eccessivamente alle opere della carne. Si distinguono le grandi organizzazioni religiose comportandosi diversamente da questo mondo materialistico? Non fanno esse, invece, parte di esso, immerse come sono nelle opere della carne? Non si attribuisce mai a loro la qualità di essere notevolmente diverse dall’umanità in genere, e certamente lo sarebbero se producessero i frutti dello spirito che sono molto rari in questo mondo delinquente.

Però, i testimoni di Geova si distinguono mostrandosi diversi. Non soltanto sono diversi perché predicano di porta in porta, tornano a fare visite, conducono studi, ammaestrano nuovi ministri e ottengono incremento in un’epoca in cui molte religioni lamentano diminuito interesse e deboli congregazioni; ma sono anche diversi perché producono i frutti dello spirito. Per esempio, i mondani vengono alle nostre grandi assemblee e qui vedono quello che essi non possono fare, quello che le Nazioni Unite non possono fare, quello che nessun’altra organizzazione umana può fare. Vedono persone di molte razze diverse, di diverse nazionalità, lingue e precedenti religioni ora unite nella pace e nell’unità, avendo superato le barriere che dividono questo mondo. La gioia brilla in ogni volto, e l’amore e la cooperazione e il riguardo affabile vengono esternati in seno alle grandi folle, superanti talvolta le 100.000 persone. I visitatori mondani si meravigliano dell’efficente organizzazione delle numerose attività, e ammettono prontamente che nessuna organizzazione mondana può assolutamente eguagliarla. Eppure, mentre rimangono perplessi e meravigliati, essi riconoscono che noi mostriamo di essere persone ordinarie, comuni. E questo, naturalmente, è vero.

Quando chiedono spiegazioni sull’unità che esiste malgrado le diversità che dividono tutto il mondo, diciamo loro che la forza unificatrice è lo spirito di Dio, che quello che vedono è il risultato o la manifestazione dello spirito santo. Noi siamo contenti quando essi osservano queste cose, poiché è l’evidenza che noi produciamo i frutti dello spirito che ci distingue da quelli che sono assorbiti nelle opere della carne. Ma ciò pone questi osservatori mondani in una posizione critica e di grande responsabilità, e una errata decisione potrebbe renderli soggetti alla distruzione eterna. Come? A causa della possibilità di peccare contro lo spirito santo senza speranza di perdono.

PECCATO CONTRO LO SPIRITO SANTO

Per chiarire questo, vogliate prendere la vostra Bibbia e leggere Matteo 12:22-33. Gesù aveva appena guarito un uomo indemoniato, cosa impossibile per la potenza umana. Le folle che vi assistevano lo sapevano, ed erano pronte a riconoscere Gesù come il figlio di Davide in base al miracolo. Ma i Farisei negarono che il miracolo fosse una manifestazione dello spirito di Dio e sostennero che era compiuto per la potenza di Satana, bestemmiando e parlando ingiuriosamente e peccando così contro lo spirito santo. Essi sapevano che se accettavano quello come spirito di Dio dovevano accettare Gesù come Messia. Dovevano riconoscersi come falsi maestri, abbandonare il loro modo di vivere e divenire seguaci di Gesù. Ciò li avrebbe rimossi dalla loro alta posizione coi relativi utili egoistici. Essi non erano disposti a rinunciare a tali cose e perciò rifiutarono deliberatamente di accettare questa evidente operazione dello spirito di Geova che compie miracoli.

Essi riuscirono infine a mettere a morte Gesù, ma proprio com’egli aveva detto riguardo al granello di frumento che per divenire produttivo doveva morire, la sua morte non fece che produrre molti più unti che avevano il dono dello spirito con cui compivano segni miracolosi, come quelli di parlare diverse lingue, profetizzare, doni di conoscenza, doni di guarigione, e così via. Il compimento di questi miracoli da parte degli apostoli e dei loro associati era un’aperta manifestazione dell’operazione dello spirito santo di Dio, e quelli che non la volevano ammettere resistevano deliberatamente allo spirito, peccavano e bestemmiavano contro di esso e si contrassegnavano per l’eterna distruzione. Come il clero religioso aveva un tempo lamentato che il mondo stava andando dietro a Gesù a causa dei suoi miracoli, essi ora lamentavano che i suoi seguaci con simili opere avevano messo sossopra la terra, rovesciando il loro ordine di cose religioso. — Giov. 12:17-19; Atti 17:6; 1 Cor. 12:1-11.

Tuttavia, queste miracolose manifestazioni dello spirito dovevano cessare: ‘L’amore non viene mai meno. Ma se vi sono doni di profezia, saranno annullati; se vi sono lingue, cesseranno; se c’è conoscenza, sarà annullata. Poiché noi abbiamo una conoscenza parziale e profetizziamo parzialmente; ma quando arriva ciò che è completo, ciò che è parziale sarà annullato. Quando ero bambino, parlavo da bambino, pensavo da bambino, ragionavo da bambino; ma ora che sono diventato un uomo, ho eliminato i tratti del bambino”. — 1 Cor. 13:8-11, NW.

Lo scopo di questi doni miracolosi sulla chiesa primitiva era di cominciarla e stabilirla, per mostrare il trasferimento da parte di Dio del suo spirito dall’organizzazione giudaica della Legge mosaica al nuovo sistema di cose cristiano. Dopo che fosse uscita dalla sua infanzia e si fosse messa stabilmente sui suoi propri piedi, questi doni miracolosi non dovevano essere più praticati. Non sarebbero più necessari. Per questo i doni miracolosi non sono conferiti alla organizzazione cristiana odierna. Anche senza tali aiuti, la chiesa matura, fortificata dalla migliore conoscenza scritturale e dall’adempimento di molte profezie, può predicare un convincente messaggio e far progresso con quelli che hanno orecchi che odono. Possiede ancora lo spirito santo, ma questo spirito è manifestato in una maniera differente, primieramente mediante l’amore e tutti gli altri frutti associati menzionati in Galati 5:22, 23 e in 1 Corinzi 13:4-7.

È questa matura operazione dello spirito santo che gli osservatori mondani notano nelle nostre assemblee. Essi riconoscono che siamo gente comune, e nondimeno vedono che l’organizzazione è differente da qualsiasi altra organizzazione umana per il frutto dello spirito. Ma questa evidente operazione dello spirito santo non li fa divenire una parte di quell’organizzazione unificata della quale si meravigliano. L’egoismo farisaico li trattiene dal modificare la loro maniera di vivere, il loro godimento nelle opere della carne, la loro parte nel mondo e nelle sue organizzazioni. Essi rifiutano di lasciarsi condurre nella giusta direzione da questa manifestazione dello spirito santo, e sono scettici al fatto che tutto ciò sia dovuto allo spirito di Dio. Come i Farisei, cercano altre cause e attribuiscono ad altri motivi la gioia e la pace e l’unità che li stupiscono in tal modo. Non stanno essi così realmente peccando contro la manifesta operazione dello spirito santo, e non è possibile ch’essi si condannino così alla morte eterna?

Comunque, tutto il nostro dovere è di manifestare sempre che possediamo lo spirito di Geova. Non è con la nostra propria forza che predichiamo incessantemente in tutta la terra, che affrontiamo la persecuzione, sopportiamo la violenza della folla, soffriamo la prigionia, manteniamo l’integrità fino alla morte, e tuttavia continuiamo ad aumentare e abbondare dei frutti dello spirito. Nella condotta privata e nella testimonianza pubblica, sia come individui che come organizzazione dobbiamo sempre condurci secondo lo spirito e non secondo la carne. Noi dobbiamo essere “de’ segni e dei presagi”, dobbiamo essere “uno spettacolo teatrale per il mondo”; e ciò è soltanto possibile se manifestiamo lo spirito di Dio in noi. — Isa. 8:18; 1 Cor. 4:9, NW.

Non lasciate quindi che i semi della verità restino oziosi e improduttivi per 1.000 anni, come i due semi di loto. Anzi, seminate e annaffiate affinché Dio possa dare la crescita e renda manifesto il suo spirito sull’organizzazione teocratica. Ciò separerà il popolo durante questo periodo di giudizio che raggiungerà presto il suo culmine nella battaglia di Harmaghedon.

Avverrà, negli ultimi giorni, che il monte della casa dell’Eterno si ergerà sulla vetta dei monti, e sarà elevato al disopra dei colli; e tutte le nazioni affluiranno ad esso. Molti popoli v’accorreranno, e diranno: “Venite, saliamo al monte dell’Eterno, alla casa dell’Iddio di Giacobbe; egli ci ammaestrerà intorno alle sue vie, e noi cammineremo per i suoi sentieri”. Poiché da Sion uscirà la legge, e da Gerusalemme la parola dell’Eterno. — Isaia 2:2, 3.

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