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  • Domande dai lettori (1)
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La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1953
w53 15/11 pp. 477-478

Domande dai lettori

◆ Si applicano forse alla risurrezione i testi di Matteo 19:30; 20:16; Marco 10:31 e Luca 13:30 circa ai primi che sono ultimi e agli ultimi primi? — H. E., Michigan, Stati Uniti.

No, il punto in discussione non è la risurrezione. Due classi di persone entrano qui in considerazione. Una classe ritenuta prima nel favore di Dio finisce per esser l’ultima ossia ad essere del tutto esclusa, e la classe ritenuta ultima o esclusa entra nella più alta posizione di favore. I presuntuosi capi religiosi d’Israele non soltanto erano materialmente ben provvisti ma erano anche ricchi in privilegi e opportunità spirituali, primi in linea per la benedizione divina, così essi credevano. Secondo loro la povera gente comune era spregevole e veniva qualificato ‘am haarets’ ossia “popolo della terra”, come se fosse sotto i loro piedi, ultimo a meritare considerazione da parte di Dio. Eppure Gesù disse agli individui esaltati che sarebbe venuto il tempo in cui essi sarebbero stati esclusi dall’ordinamento del regno di Dio, rappresentato da Abrahamo, Isacco e Giacobbe e dai profeti, e che sarebbero venuti i disprezzati al loro posto per reclinarsi a tavola nel regno di Dio. Parlando di queste persone che devono venire dall’est, dall’ovest, dal nord e dal sud Gesù indicava che non solamente sarebbero state persone comuni della nazione giudaica ma anche poveri di tutte le nazioni. Tali calpestati Giudei e sprezzati Gentili erano ultimi per quanto concerneva una possibilità per il regno di Dio; o per lo meno così ragionavano gli orgogliosi religionisti che si mettevano nei primi posti per la divina benedizione. Fu perciò con queste classi e relazioni in mente che Gesù concluse con queste parole: “Vi son quelli che sono ultimi che saranno i primi, e vi sono quelli che son primi che saranno ultimi”. — Luca 13:23-30; 16:14-31, NW.

Coloro che desiderano esser ricchi e comodi sia in senso materiale che nella pubblica stima e considerazione, troveranno estremamente difficile entrare nel Regno; mentre coloro i quali spontaneamente si spogliano dei beni materiali e della buona riputazione mondana per servire Iddio malgrado la persecuzione saranno benedetti. Tali umili persone possono esser messe ultime nella lista del divino favore secondo la valutazione di questo mondo, e le persone altolocate del mondo possono essere messe prime nella lista. Tuttavia, fu dopo aver paragonato queste classi dei ricchi e dei poveri che Gesù disse: “Molti che sono primi saranno ultimi e gli ultimi primi”. (Matt. 19:24-30; Marco 10:23-31, NW) L’uso di questa espressione in Matteo e Marco si riferisce a circostanze diverse da quella di Luca, ma il principio che viene stabilito è il medesimo; cioè, che quelli ricchi in privilegi e opportunità spirituali e che sono apparentemente al primo posto per la benedizione divina, come la classe del clero, finiscono per esser ultimi, e quelli umili ritenuti dal superbo clero gli ultimi quanto al meritare qualche favore divino sono designati primi da Dio.

In Matteo 20:16 il principio è dichiarato ancora in un’altra maniera. Mediante un’illustrazione di un padrone che chiamò degli operai perché lavorassero nella sua vigna, stabilendo di pagarli un denaro per una giornata di lavoro. All’ora terza, sesta, nona e undicesima del giorno fece venire altri gruppi di operai, promettendo di pagar loro quel ch’era giusto. Alla fine della giornata ricevettero tutti un denaro ciascuno, non importa per quanto tempo avessero lavorato. Quelli che avevano lavorato tutto il giorno ricevettero quanto erano d’accordo di ricevere, eppure brontolarono perché quelli che lavorarono soltanto un’ora ricevettero la stessa paga. Il padrone disse loro che aveva tenuto il suo impegno, e che poteva fare quanto gli pareva con ciò che gli apparteneva. Egli li mandò via, e concluse con l’espressione che i primi sono ultimi e gli ultimi primi. (Matt. 20:1-16) Questa illustrazione si applica da quando il Signore venne nel suo tempio nel 1918, e la conclusione giunse nel 1931 quando ebbe luogo il pagamento sotto forma del nuovo nome, testimoni di Geova. Alcuni che erano stati più a lungo nella verità si offesero, mormorarono, e se ne andarono. Non erano soddisfatti del nuovo nome che li metteva allo stesso livello di tutti gli altri proclamatori, e non volevano vivere in modo degno del nome facendo l’opera di testimonianza. Quindi tali persone un tempo prime dati i loro anni di servizio, divennero ultime ossia furono escluse, e quelle più recenti nella verità e più umili presero i loro posti.

Pertanto applicata a queste due classi l’espressione diviene comprensibile in tutti i suoi diversi aspetti, e acquista senso sia riferendosi alla situazione esistente in Israele fra i Giudei al tempo di Gesù, che riferendosi all’aggiunta dei Gentili alla classe della chiesa, o alle condizioni della Cristianità in questi ultimi giorni. L’altera classe del clero che pensava una volta di essere la prima viene abbassata per essere l’ultima, e gli umili abbassati per essere gli ultimi Dio li innalza con lui alla prima posizione. — Luca 14:11.

Ma come sappiamo che esser ultimi significa esser del tutto esclusi? Nella stessa maniera che sappiamo che quelli ‘chiamati minimi nel regno de’ cieli’ sono interamente esclusi dal Regno. Dal contesto. Esso significa che quelli menzionati come ‘minimi nel regno’ erano gli scribi e i Farisei, e Gesù disse esplicitamente ch’essi non entrerebbero mai nel Regno, né vi entrerebbe alcun altro la cui giustizia non superasse la loro. È questa stessa classe del clero che è anche citata come la prima che diviene ultima; perciò tanto “minimo” quanto “ultimo” indica la stessa sorte. (Matt. 5:17-20) Alcuni possono citare Matteo 11:11 come prova che “minimo nel regno” significa essere in esso, allorché Gesù disse parlando di Giovanni Battista: “Il minimo nel regno de’ cieli è maggiore di lui”. Però, qui “minimo” è tradotto da una parola greca diversa da quella che è in Matteo 5:19, e dovrebbe esser tradotta esattamente “minore”. (NW; Dy; AS; Ro) Tutti nel regno celeste sono minori o inferiori rispetto a Cristo Gesù, che è “chiamato grande nel regno”, poiché è l’unico che osservi e insegni perfettamente la Legge. È altresì il contesto che indica che i primi che divengono ultimi sono cacciati fuori, non entrano nell’ordinamento del Regno, non essendo in grado di entrarvi più che un cammello possa passare per la cruna di un ago. Possiamo anche illustrarlo con moderne espressioni. Quando diciamo: “Questa è l’ultima delle mie preoccupazioni,” intendiamo dire che non è per nulla una preoccupazione. Quando diciamo: “È l’ultima cosa a cui avrei pensato,” intendiamo dire che non vi avremmo mai pensato affatto. Pertanto i primi che diventano ultimi sono addirittura esclusi.

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