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  • Società patriarcale
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1953
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La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1953
w53 1/1 pp. 3-6

Società patriarcale

“Abrahamo, il capo di famiglia, . . . Per fede dimorò temporaneamente nella terra della promessa come in un paese straniero, e abitò in tende con Isacco e Giacobbe, eredi con lui della medesima promessa.” — Ebr. 7:4; 11:9, NW.

1. Perché i Cristiani oggi trovano appropriato esaminare delle ombre e dei sistemi delle prime società?

LE PERSONE che temono Dio in tutta la terra sono conscie dell’attuale disintegrazione della corrotta società del vecchio mondo. Le profezie bibliche e il segno dei tempi dimostrano in maniera conclusiva che questi sistemi di cose del vecchio mondo prenderanno permanentemente congedo con un profondo inchino nella totale distruzione nell’immediato futuro. Per fortuna alla generazione dei giusti che sono ora sulla terra, Geova Dio nella sua grande misericordia e previdenza ha preservato una raccolta delle sue divine rivelazioni che contengono moltissimi segreti relativi al nostro benessere presente e futuro. Mediante la forza degli avvenimenti molti di questi segreti vengono ora svelati dallo stesso Grande Interprete. (Dan. 2:47) Da questi è possibile ottenere una chiara visione dei particolari che si verificheranno nell’ordine di cose del nuovo mondo. In realtà il nuovo ordine di cose comincia già a delinearsi e sarà pienamente in vigore al tempo di Harmaghedon per prendere il posto lasciato dalla catastrofica scomparsa del vecchio ordine. Per questa ragione i testimoni di Dio sulla terra studiano ora con diligenza le Sacre Scritture allo scopo di esaminare bene le numerose ombre, i princìpi, i metodi, le procedure e i sistemi adottati dalle società dei servitori di Dio nei tempi biblici. Il modo di trattare di Dio con quelle antiche società prefigurò molti sviluppi dell’ordine di cose del nuovo mondo. — Rom. 15:4.

2. Che cosa significa “società Patriarcale”? Quando esistè una tale forma di società biblica?

2 Il nostro scopo ora è quello di esaminare la società patriarcale. Per cominciare dovremmo conoscere ciò che significa la parola società. Società significa un’organizzazione di persone associate per vari scopi con persone che generalmente vivono insieme come membri di una comunità. Per 856 anni dopo il diluvio la forma di società umana con la quale Geova Dio trattò fu quella di una società patriarcale. Tuttavia, negli ultimi 215 anni di questa èra patriarcale gli Israeliti si trovarono in schiavitù come una società patriarcale al servizio dell’Egitto. Un patriarca era un capo di famiglia. (Atti 7:8, 9) Perciò una società patriarcale era un’organizzazione di persone che avevano relazione per sangue, matrimonio o adozione e che vivevano e lavoravano insieme in una comunità sotto la direttiva di un capo di famiglia. Tale società patriarcale formava un “governo di famiglia”.a

IL CAPO DI FAMIGLIA NOÈ

3. Descrivete l’attività di organizzazione di Noè.

3 Il primo grande patriarca o capo di famiglia dell’immediata società postdiluviana fu Noè. Dal racconto biblico delle attività di Noè e da successive prove della sua direttiva, rileviamo che Noè fu un grande organizzatore di società. Per 40 o 50 anni prima del diluvio, Noè organizzò la sua famiglia di tre figli e le mogli loro e la sua propria moglie per la costruzione dell’arca. Questo fu un prodigioso progetto per il quale fu necessario trovare e mettere insieme molto legname da costruzione e altri materiali. Tutto questo richiese trattative coi popoli vicini, pagamenti in denaro per merci e servizi e la stipulazione di contratti che mettevano in giuoco regole di condotta e di commercio. Similmente per ordinare la moltitudine di animali che poi entrò nell’arca ci volle predisposizione e ordinati preparativi. Noè, l’accorto organizzatore di 599 anni, dopo aver avuto cura di tutti i preliminari, entrò nell’arca nel 2370 a.C. con un’organizzata società della quale egli era il capo. Per un anno e dieci giorni egli mantenne l’ordine e il benessere di questa comunità nell’arca mentre le acque del diluvio ricoprivano la terra. — Gen. 6:13–8:19.

4. Che cosa fece Iddio per la società umana subito dopo il diluvio?

4 Geova Dio aveva benedetto e guidato questa antidiluviana società patriarcale sotto la direttiva di Noè. Come questa società era entrata nell’arca completamente organizzata così ne venne fuori completamente organizzata sotto un governo di famiglia. Essendo sbarcato felicemente su terra asciutta nel 2369 a.C., Noè fece fare immediatamente alla sua famiglia un gigantesco olocausto di lode al loro liberatore Geova. A Geova piacque questa prova di gratitudine ed egli prese a dare a Noè istruzioni per il mantenimento della società umana. Iddio promise all’uomo che non avrebbe mai più maledetto il suolo e che la terra avrebbe continuato ad avere le sue stagioni. Inoltre fu dato il comando divino di riempire ogni parte della terra con famiglie della sua discendenza. Con diretta rivelazione Iddio cominciò a dare all’uomo la legge divina per mezzo di Noè. L’arcobaleno fu posto nel cielo come un segno del grande patto di Dio con la sopravvissuta società sotto la direttiva di Noè. Quindi Geova Dio come grande Superiore dispose di dare all’uomo un giusto inizio sopra una terra purificata. Iddio diede al giusto uomo una legge intorno alla quale avrebbe potuto sviluppare il suo governo postdiluviano. — Gen. 8:20–9:17.

5. Come fu preparato Noè per dare una giusta guida alla società umana dopo il diluvio?

5 Poiché era stato in diretta comunicazione con Dio molte volte e aveva ricevuto rivelazioni della volontà divina, Noè come perspicace avvocato ed organizzatore era nell’autorevole grado di guidare l’espansione della società umana dopo il diluvio. E questo fece con zelo durante gli altri 350 anni della sua vita dopo il diluvio. Essendo un uomo di grande saggezza, previdenza e lunga esperienza nelle attività teocratiche, su Noè si poteva fare affidamento per stabilire la giusta direttiva nelle questioni del governo postdiluviano. Quando sorgevano nuovi problemi egli era in grado di esporre con chiarezza giusti princìpi, determinare appropriati precedenti, dare inizio a sani costumi e pronunziare corretti giudizi conforme all’opinione del Signore che egli conosceva come confidente servitore e profeta di Dio. Come fu fortunata la società umana dopo il diluvio avendo un tale ammaestrato organizzatore teocratico per suo consigliere! — Gen. 9:28, 29.

6. Quale modello di governo stabilì Noè per la società dopo il diluvio?

6 Afferrò forse Noè dopo il diluvio l’opportunità di diventare il re di un governo superiore per dominare sopra tutti i suoi discendenti che crescevano rapidamente di numero? No. Noè temeva Dio e nutriva fede nella promessa Progenie che doveva esser mandata come Re per stabilire un nuovo governo mondiale sopra tutto il genere umano. (Gen. 3:15; Ebr. 11:7) A Noè non fu affidato un regno. Invece Noè continuò a mostrare il modo di sviluppare piccole unità di governi familiari o società patriarcali, i quali gruppi familiari sarebbero vissuti indipendentemente l’uno dall’altro e sarebbero emigrati in tutte le parti della terra. L’unità di questa disposizione non era l’individuo ma la famiglia, un gruppo di individui uniti da vincoli di parentela i quali erano governati dal loro capo di famiglia, il patriarca. Dopo la morte di un capo di famiglia, il figlio maggiore avrebbe continuato a tenere direttiva di quella unità permettendo agli altri figli di separarsi, come fecero Esaù e Giacobbe, nella storia posteriore, per formare distinte società. In un tempo successivo, i figli di un capo di famiglia si tenevano uniti dopo la morte del loro padre sotto la direttiva di un fratello preminente come fecero i dodici figli di Giacobbe che divennero così una “casa” o un insieme di dodici famiglie. Col passar del tempo ogni famiglia di Israeliti formò una tribù, e infine queste tribù di parenti composero una nazione sotto la direttiva di Geova. — Gen. 46:2, 3; 49:28; 50:24, 25; Eso. 19:4-6.

7. Noè visse per vedere che cosa? Come Satana cercò di ostacolare i propositi postdiluviani di Dio, e che cosa ne risultò?

7 Sotto la saggia direttiva di Noè il tipico mandato divino di popolare la terra fu osservato sino al tempo in cui vi furono infine settanta nazioni che parlavano tutte la stessa lingua ma che emigravano come comunità nomadi in tutte le direzioni. Ventisei di queste nazioni sorsero dal figlio di Noè chiamato Sem, quattordici dal figlio più anziano Jafet e trenta dal suo figlio più giovane Cam. (Gen. 10:1-32) Anche Noè nella sua vita vide sorgere come un cancro il principio della ribellione contro il grande Sovrano Superiore, Geova Dio. Tutto questo cominciò da un suo pronipote nominato Nimrod che non ebbe l’onore di essere fra i settanta capi di famiglia delle settanta nazioni. Sfidando il patto dell’arcobaleno di Dio, combattendo guerre per incutere agli uomini timore di se stesso, e come uno strumento di Satana, Nimrod si ribellò contro il sistema di governo noetico. Invece egli istituì il primo governo reale con Babilonia come centro. Quest’uomo caparbio cercò di farsi più grande di Noè proclamandosi primo re umano. Egli si impegnò nella costruzione di una torre secondo un progetto religioso che avrebbe trattenuto molte famiglie dall’emigrare verso i quattro canti della terra come Dio aveva determinato. Iddio espresse la sua ira contro questo movimento ribelle confondendo le lingue di queste tribù sottoposte a Nimrod, costringendole in tal modo a disseminarsi conformemente alla sua volontà originale. Avendo vissuto una lunga vita come consigliere fra molte antiche nazioni, l’organizzatore Noè infine morì, nel 2020 a.C., alla matura età di 950 anni. Prima della sua morte egli vide adempiere il mandato di Dio malgrado i contrastanti sforzi di Satana per l’unione degli uomini sotto governi opposti a Geova Dio. — Gen. 11:1-9.

ASPETTI INTERESSANTI

8, 9. (a) Da dove i capi di famiglia ebrei presero le loro consuetudini e legge? (b) Come fu possibile al patriarchi teocratici trattare coi loro vicini pagani conformemente alla comune procedura legale? (c) Qual è l’argomento che ci fa pensare che molte di queste consuetudini erano di sancita origine divina?

8 Ora prenderemo in esame alcuni aspetti interessanti della società patriarcale. A questo punto si dovrebbe comprendere che mentre molti aspetti legali della Bibbia sono considerati negli antichi sistemi legali non teocratici come il Codice Babilonese di Hammurabi, il Codice Hitteo e il Codice Assiro, i quali tre codici sono stati trovati recentemente dagli archeologi, queste non sono prove per sostenere che tali aspetti furono dagli Ebrei presi a prestito dai loro vicini pagani. Anzi, espressamente al contrario. Queste son prove che dimostrano come le nazioni pagane hanno accolto molte antiche leggi e costumi del sistema di legge e ordine noetico, il cui modello era seguito dai fedeli patriarchi ebrei. — Ezech. 14:12-14, 20.

9 Mentre le prime tribù e nazioni venivano sotto maggior controllo di Satana e dei suoi falsi teorie e governo, la struttura noetica della legge e dell’ordine originale veniva in un certo senso tratta indietro. Nondimeno, dato che in realtà molte delle loro leggi fondamentali erano ancora di antica origine noetica, questo permise ai fedeli patriarchi teocratici come Abrahamo, Isacco e Giacobbe di trattare coi loro vicini pagani secondo le comuni consuetudini della procedura legale. È anche bene affermare a questo punto che, dal momento che molti degli aspetti legali adottati dai fedeli patriarchi teocratici furono in seguito incorporati nel patto della Legge dettato da Dio a Mosè, questo indica in maniera vigorosa che essi erano di sancita origine divina. Poiché di certo Iddio non avrebbe incorporato leggi e consuetudini che fossero state originate dai governi demonici di Satana. — 2 Cor. 6:14-16.

10. Come era tenuta la proprietà nella società patriarcale? Spiegate.

10 Come è già accennato, la famiglia più che l’individuo era l’unità della società patriarcale. In genere non veniva tenuta nessuna proprietà individuale eccetto alcuni beni personali. Tutta la proprietà come gregge, beni familiari, arredo e terre era tenuta in comune dalla famiglia, poiché eran tutti parenti fra loro per nascita, matrimonio o adozione. Questo è confermato dalla dichiarazione fatta da Rachele e Lea a Giacobbe loro marito e capo di famiglia nell’occasione nella quale si separarono con tutti i loro beni dalla casa della tribù del loro padre Labano per cominciare una indipendente società patriarcale. “Rachele e Lea risposero [a Giacobbe loro marito e capo] e gli dissero: ‘Abbiam noi forse ancora qualche parte o eredità in casa di nostro padre? Non ci ha egli [il loro padre Labano] trattate da straniere, quando ci ha vendute e ha per di più mangiato il nostro danaro? Tutte le ricchezze che Dio ha tolte a nostro padre, sono nostre e dei nostri figliuoli; or dunque, fa’ tutto quello che Dio v’ha detto.’” (Gen. 31:14-16) Tenendo quindi la loro ricchezza in comune, come abbiamo notato sopra, il piccolo governo familiare formava ciò che si potrebbe paragonare a una moderna associazione che avrebbe per capo legale il padre o il figlio più anziano della più vecchia linea di discendenza del comune antenato se diverse famiglie vivevano insieme in una “casa” o tribù. Vediamo inoltre nel caso di Giacobbe come il capo di famiglia serviva da sacerdote che comunicava con Dio. In aggiunta, come rappresentante di Dio il capo di famiglia dirigeva l’offerta di sacrifici familiari.

11. Quali responsabilità ricadevano sul capo di famiglia?

11 Il patriarca serviva anche come paterno governatore e sorvegliante. Egli dava comandi relativamente al lavoro giornaliero della famiglia e sorvegliava accuratamente l’istruzione dei suoi figli, poiché era del tutto responsabile legalmente per ogni loro violazione della legge. Faceva contratti coi vicini e anche giudicava e puniva la sua famiglia per ogni violazione della legge e della consuetudine. In realtà il capo della famiglia controllava e governava completamente la vita e la proprietà di tutti i membri della sua organizzazione familiare. Essendo il portavoce della famiglia dinanzi a Dio e agli uomini, il patriarca era inoltre ritenuto responsabile della condotta della sua famiglia. Egli e la famiglia nel suo insieme dovevano render conto delle violazioni e torti fatti da lui stesso o da membri della sua famiglia contro altre unità familiari. Al capo della famiglia si poteva richiedere di consegnare un membro della sua famiglia o di pagare in proprietà per riparare i torti commessi. — Gios. 7:24, 25.

12. A che cosa nei tempi moderni si potrebbe paragonare la patriarcale unità familiare? Spiegate.

12 Come nel caso delle associazioni moderne composte di molte persone l’intera associazione è considerata una sola persona legale che viene citata per danni commessi contro altri, così tutta la famiglia antica era considerata una rappresentativa persona legaleb che dava retribuzione per i torti commessi. Perciò dall’inizio subito dopo il diluvio ci fu quella che si chiama “responsabilità familiare” che in seguito si estese nella “responsabilità della comunità” che riteneva tutto il corpo responsabile dei torti commessi da un membro. Questo veniva considerato così perché tutti unitamente possedevano la proprietà e le loro vite eran strettamente legate al loro capo di famiglia. Dalla Bibbia si rileva che queste famiglie tenute in stretta unità, con responsabilità legale, avevano grande prosperità e sicurezza e vivevano in molta gioia quando il loro capo di famiglia agiva in maniera teocratica servendo Geova. Questi governavano le loro case con amore e saggezza. — Gen. 24:1.

PROCEDURE

13. Descrivete come veniva trasferito il possesso della terra.

13 I patriarchi avevano un interessante modo di offrire e trasferire possedimenti terrieri. Il probabile compratore veniva messo in condizione vantaggiosa dal venditore che descriveva i confini precisi e i pregi della terra che offriva. Dopo un lungo mercanteggiare da una parte e dall’altra, il venditore ripeteva in fine gli esatti quattro confini della terra per il trasferimento. Quando il compratore diceva: “Vedo,” l’affare si considerava terminato e veniva stipulato un contratto.c Il trapasso di proprietà si faceva in questa maniera davanti a testimoni senza una letterale “consegna” della terra per mezzo di documento scritto. Tuttavia, contratti scritti erano pure usati. A volte lo stesso processo per mercanteggiare costituiva una vera e propria cerimonia. — Gen. 23:3-16.

14, 15. (a) In che modo Geova si conformò a questa consuetudine di trasferimento della terra? Spiegate. (b) Come vi si conformò Satana? Spiegate.

14 Geova Dio stesso si conformò a questa consuetudine quando fece un’offerta legale ad Abrahamo della Terra Promessa. Da un vantaggioso punto di Canaan, Iddio indicò ad Abrahamo i precisi confini del territorio che offriva. Ma Iddio non permise ad Abrahamo di dire: “Vedo,” e così accettare legalmente il trapasso di proprietà, perché non era ancora il divino tempo stabilito per concedere il possesso legale. (Gen. 13:14, 15) Comunque, il trapasso legale fu fatto nell’anno 1473 a.C., circa quattrocento anni dopo, quando Geova fece “vedere” o accettare a Mosè il possesso legale a favore della nazione d’Israele poco prima che attraversassero il Giordano per occupare la Terra Promessa. “Poi Mosè salì dalle pianure di Moab sul Monte Nebo, . . . E l’Eterno [Geova] gli fece vedere tutto il paese: . . . L’Eterno gli disse: ‘Questo è il paese riguardo al quale io feci ad Abrahamo, a Isacco ed a Giacobbe, questo giuramento: . . . Io te l’ho fatto vedere con i tuoi occhi.’” — Deut. 34:1-4; 3:27.

15 Notate che l’imitatore Satana pure si conformò a questo metodo di offrire quando si avvicinò a Gesù nel deserto per tentarlo. “Ancora il Diavolo lo condusse [Gesù] su un monte insolitamente alto, e gli mostrò tutti i regni del mondo e la loro gloria, e gli disse: ‘Tutte queste cose io te le darò se tu ti prostri e mi fai un atto di adorazione.’” (Matt. 4:8, 9, NW) Satana qui non faceva altro che una semplice offerta legale a Gesù perché considerasse con serietà di accettarla legalmente. Sebbene Gesù la riconoscesse all’istante come un’offerta legale non perdette comunque tempo nel rigettarla completamente dicendo: “Va’ via, Satana!”

16, 17. (a) Come giudici in che modo i capi di famiglia determinavano l’evidenza? (b) Fate esempi biblici.

16 Risolvendo le locali dispute familiari i capi di famiglia servivano come giudici. Per rendere giustizia era necessario che essi esaminassero l’esatta evidenza nella questione della controversia. Secondo le versioni King James e American Standard, quando l’evidenza era determinata con chiarezza essi usavano le espressioni “comprendere”, “discernere” o “riconoscere” dichiarando il loro giudizio sui fatti. Questo linguaggio legale sarebbe simile a quello del nostro tempo quando un giudice o una giuria siede “per trovare” un uomo colpevole di delitto secondo le prove fornite. Quando Labano accusò Giacobbe di aver rubato il suo idolo Giacobbe diede legalmente a Labano il diritto di cercare la prova dell’innocenza di Giacobbe. Giacobbe disse: “Davanti ai nostri fratelli discerni ciò che è tuo presso di me, e prenditelo”. — Gen. 31:32, AS.

17 Un altro esempio è il caso del capo di famiglia Giuda che sedette come giudice per udire il caso della sua nuora Tamar la quale era accusata d’essere illegittimamente incinta. “E Giuda disse: Conducetela fuori, e sia bruciata. Quando veniva condotta fuori, mandò dal suocero, dicendo: Dell’uomo, del quale son questi, io sono incinta; ed ella disse: Discerni, ti prego, di chi son questi, il sigillo, le corde e il bastone. E Giuda li riconobbe, e disse: Ella è più giusta di me”. (Gen. 38:24-26, 11-20, AS) Il giudice Giuda fu costretto ad ammettere legalmente che egli era il padre del bambino di lei dalla chiara evidenza presentata ch’ella era la supposta prostituta con la quale Giuda aveva avuto relazione qualche tempo prima.

18. Perché i fedeli patriarchi teocratici continuarono a vivere come residenti temporanei nella Terra Promessa?

18 C’erano molte altre consuetudini inerenti al diritto di primogenitura, al diritto dei genitori di scegliere le mogli ai loro figli, alla responsabilità quando si affida una proprietà alla custodia di un altro, alla schiavitù, al concubinaggio, al riscatto di schiavi, e ad altre cose. Parecchi di questi saranno esaminati nell’articolo seguente. A questo punto dell’esame della società patriarcale si può vedere che non era un rude ordine sociale. Anzi era un sistema altamente organizzato e adattato alla vita nomade di quelle prime unità familiari. Esse vivevano in tende e vagavano per il paese badando ai loro grandi greggi e armenti. I fedeli patriarchi teocratici Abrahamo, Isacco e Giacobbe e gli altri erano contenti di vivere nella terra della promessa come residenti temporanei in attesa del tempo in cui il promesso Messia, Cristo Gesù, sarebbe venuto come Re per stabilire l’eterno regno di giustizia sopra la terra. “Poiché egli [Abrahamo] aspettava la città che ha vera fondamenta e il cui costruttore e creatore è Dio”. (Ebr. 11:8-10, NW) Vediamo quindi che c’è molto di particolare interesse per noi oggi in quanto al modo di trattare di Dio coi suoi servitori del sistema o organizzazione patriarcale. Dato che la condotta legale di Dio non muta, le sue azioni legali di quel tempo devono indicare una condotta simile riguardo al sistema di cose del nuovo mondo. Perciò non disprezziamo questi primi giorni di piccoli avvenimenti. — Mal. 3:6; Zacc. 4:10.

[Note in calce]

a Biblical Law, di H. B. Clark, pagine 53, 125.

b Ancient Law, di H. S. Maine, pagine 178, 179.

c Biblical Law, di D. Daube, del 1947, pagine 29-36.

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