Fondamento per credere alla Bibbia
“La tua parola è verità”. — Giov. 17:17, NW.
1. Come i fondamentalisti abbattono la fede nella Bibbia?
IL CLERO della Cristianità fa parte di due classi generali: i fondamentalisti e i modernisti, o grandi critici. Essi hanno diverse vedute sulla Bibbia. Il fondamentalista prende tutto alla lettera; il grande critico disfa tutto. Il fondamentalista la contamina col paganesimo, insegnando dottrine come la trinità, il tormento eterno, il purgatorio, e altre credenze insegnate dai pagani molto tempo prima di Cristo. Quando la Cristianità apostata divenne cattolica o universale dal quarto secolo in poi abbracciò insegnamenti pagani, per attrarre i pagani e convertirli al nominale Cristianesimo. In un vano sforzo per evitare il conflitto con la Parola di Dio, il clero fondamentalista torce alcuni testi in modo che si adattino ai loro paganismi, come disse Pietro: “Il significato delle quali gli ineducati e gli instabili torcono, come fanno pure del resto delle Scritture, a loro propria distruzione”. (Matt. 15:6-9; 2 Piet. 3:16, NW) Malgrado pretendano di edificare sulla verità biblica, i fondamentalisti basano la loro fede sul mito pagano. Le loro errate rappresentazioni di Dio e di Cristo fanno allontanare molti dalla Bibbia. In tal modo essi si prestano come strumenti per abbattere la fede in Dio e nella sua Parola.
2, 3. Quale atteggiamento prendono i grandi critici rispetto alla Bibbia?
2 Paolo avvertì contro “la filosofia e vuoti inganni secondo la tradizione degli uomini”, e disse che dopo la sua dipartita oppressivi lupi sarebbero sorti devastando il gregge di Dio. Tali voraci lupi, Gesù mise in guardia, sarebbero venuti in abiti da pecore. (Matt. 7:15; Atti 20:29; Col. 2:8, NW) Essi escono infatti ora dalle scuole clericali, mascherati con indumenti di seminari teologici per apparire come autorevoli ministri di Dio. Ma sia se sono fondamentalisti che se sono modernisti, essi divorano la fede anziché edificarla. Il grande critico moderno fa questo dicendo che la Bibbia è solo mito e leggenda, che non è accurata storicamente, che gran parte di essa è invenzione e deliberata contraffazione. Come prova notate questo brano scritto dalla penna di uno di tali grandi critici:
3 “Gli autori e i compilatori dei libri biblici spesso ebbero una varietà di tradizioni, leggende e scritti davanti a loro, ed essi pubblicarono questi per il loro scopo, il quale non era principalmente quello di trasmettere informazioni storiche, ma quello di dichiarare il messaggio di Dio ai loro contemporanei per mezzo di queste memorie del passato della nazione. Essi si servirono di invenzioni letterarie, solite nel loro tempo, come il discorso diretto mediante cui facevano dire ai loro personaggi i punti di vista che si riportava erano stati da loro sostenuti, o scrivevano un intero libro nel nome della riverita figura di un giorno passato. Daniele e la Seconda Epistola di Pietro sono esempi di questa pratica”. Questo critico aggiunge che non ha nessuna importanza il fatto che lo “scritto non fa un racconto accurato, secondo la prospettiva storica moderna”.a
L’ARCHEOLOGIA SOSTIENE LA BIBBIA
4. Quale argomento si usava una volta per negare che Mosè era lo scrittore, e perché non è usato più dal critici informati?
4 Come è accaduto agli scienziati evoluzionisti, i grandi critici sono stati costretti a ritirarsi dalle precedenti posizioni a causa dell’avanzata della conoscenza, in particolare la conoscenza scoperta dagli archeologi. Nel diciannovesimo secolo i grandi critici schernivano con le loro denuncie l’affermazione biblica che Mosè scrisse i primi cinque libri della Bibbia, e uno dei loro argomenti contro di essa era che la scrittura non si conosceva al tempo di Mosè. Quando dovettero cedere su questo punto lo abbandonarono a malincuore, e dissero arbitrariamente che anche se la scrittura era conosciuta non veniva largamente usata e Mosè non ne sapeva l’arte. Ma ulteriori scoperte han messo i grandi critici in completa rotta. Ora si riconosce che la scrittura era molto nota al tempo di Abrahamo, che era adoperata non soltanto da adulti ma da fanciulli, dei quali sono stati trovati i libri di testo. La scrittura si conosceva prima del diluvio noetico. Le tavolette d’argilla con scrittura impressa su di loro risalgono al quarto millennio avanti Cristo, giungendo fino al periodo della vita di Adamo. Infatti, l’archeologia indica che Adamo scrisse, e che insieme ad altri come Noè, Sem, Isacco e Giacobbe provvide documenti scritti dai quali Mosè attinse informazioni nella compilazione del libro di Genesi, fino al capitolo 37 versetto 2.b
5. Quali sono i fatti inerenti al racconto della creazione e del diluvio, e al monoteismo e al politeismo?
5 Adamo fu impiegato per scrivere il racconto della creazione, e Noè e i suoi tre figli scrissero del diluvio universale al quale sopravvissero nell’arca. Questo contraddice la disputa dei grandi critici secondo la quale Mosè semplicemente purificò le molte diverse storie della creazione e del diluvio messe ovunque in circolazione fra i pagani. Le scoperte archeologiche indicano che col suo proprio stile Mosè mostrò di citare i racconti di Adamo sulla creazione e di Noè e i suoi figli sul diluvio. La pretesa dei grandi critici qui è simile al loro atteggiamento riguardo al monoteismo e al politeismo. Essi dicono che il politeismo esisteva per primo, poi gli Ebrei con un processo di purificazione svilupparono il monoteismo. L’archeologia contesta tale supposizione. I Sumeri sono quasi il più antico popolo noto all’archeologia, e al tramonto della loro cultura essi avevano un panteon di 5.000 dèi.c Ma mentre si risale nel loro passato il numero diminuisce, poiché antecedentemente avevano solo 750 dèi. Una ulteriore considerazione ci porta al tempo in cui c’era una sola divinità, l’Iddio-Cielo, dal quale provenne il panteon sumero di 5.000 dèi. Mentre il monoteismo veniva corrotto nel politeismo, i veri, originali racconti erano pure corrotti perché si adattassero alla varietà dei falsi dèi. Il racconto biblico della creazione e del diluvio fu sparso oralmente e con nuovi scritti mentre i popoli emigravano, e le variazioni e le distorsioni si accrebbero. Le leggende non si purificano con le ripetizioni, ma subiscono molti cambiamenti, alcune parti sono esagerate, altre rimpicciolite o omesse, ed altre ancora mal rappresentate. La Bibbia contiene i veri racconti originali e mostra che il monoteismo venne per primo. Seguirono il politeismo e i racconti corrotti. L’archeologia sostiene questa tesi, nonostante la diversa opinione dei grandi critici.
6. In che modo l’archeologia ha fornito delle prove che sostengono il racconto biblico della torre di Babele?
6 Il disprezzo è stato accumulato sulla storia della torre di Babele. (Gen. 11:1-9) Ma in Mesopotamia gli archeologi hanno scoperto i resti di un certo numero di templi turriti, e uno di questi è ritenuto da molti eruditi biblici come la torre di Babele. Sotto la figura di una ricostruzione di questo luogo leggiamo: “Ricostruzione di Babilonia e della Torre di Babele. La torre . . . fu iniziata nel terzo millennio a.C. ma non fu completata fino al regno di Nebucadnetsar”.d Giorgio Smith, membro del personale del Museo Britannico, nel suo libro Chaldean Account of Genesis, traduce lo scritto trovato in un antico frammento che parla della distruzione di uno dei templi turriti di Babilonia, come segue: “La costruzione di questo tempio offese gli dèi. In una notte essi abbatterono ciò che avevan costruito. Li sparpagliarono, e resero strano il loro linguaggio. Essi impedirono il progresso”. Su questo Giuseppe Free osserva: “Questo racconto potrebbe essere una ulteriore riflessione su ciò che effettivamente accadde quando Dio discese al tempo della costruzione della Torre di Babele e sparse il popolo, confondendo la loro lingua”. — Achaeology and Bible History, pagina 46.
7. Come è mostrata l’accuratezza della Bibbia nel caso dei re pagani?
7 Un’altra sorprendente prova dell’accuratezza storica del racconto biblico è il caso di quarantasette monarchi, oltre quelli d’Israele e Giuda. Essi sono menzionati nella Bibbia, ma i loro nomi mancavano nella storia secolare. “Per questa ragione i dotti capi del ‘grande criticismo’ relegarono questi quarantasette monarchi nelle colonne della mitologia. Furono messi tra ‘le leggende e il folklore del Vecchio Testamento’ che questa ingannata scuola insegnò erroneamente che fossero una delle fondamentali debolezze del testo. Quindi uno dopo l’altro questi disputati monarchi cominciarono a sorgere dai morti in una risurrezione archeologica. In alcuni casi fu scoperto un tumulo sepolcrale; in altri, una tavoletta annalistica, una indicazione di confine, o un grande edificio con l’iscrizione del nome del monarca. Ora, tutti e quarantasette questi personaggi presumibilmente favolosi sono stati trasferiti dalle colonne della mitologia alle accettate registrazioni della storia stabilita”. — Pagina 22 di Dead Men Tell Tales, del dott. Harry Rimmer.
8. Come Mosè fu rivendicato come storico quando Erodoto era in contrasto con lui?
8 Un’altra rivendicazione dell’accuratezza della Bibbia si verificò quando ci fu un contrasto fra Mosè e il famoso storico greco, Erodoto, comunemente chiamato “il padre della storia”. Erodoto visse nel quinto secolo avanti Cristo, e scrisse che gli Egiziani non coltivavano le viti e non bevevano il vino. Più di mille anni prima Mosè aveva scritto intorno a un coppiere che aveva il dovere di provvedere vino per la tavola di Faraone. (Gen. 40:9-13) I critici, conforme alla loro abitudine, accettarono Erodoto come loro autorità e rigettarono il racconto biblico come erroneo. Ma ora gli archeologi hanno trovato tra gli affreschi che decorano le tombe dell’antichità egiziana alcuni dipinti che raffigurano gli Egiziani che coltivano le viti, vendemmiano l’uva, premono i grappoli e ripongono il mosto in recipienti di pietra o argilla e in orci di pelle. Parte del mosto era stato indubbiamente bevuto nello stato non fermentato, ma su una parete era rappresentato un gruppo di Egiziani, che alla fine di un banchetto sono mostrati a casa ubriachi mentre vengono assistiti dai loro schiavi, e uno dei bevitori è mostrato ubriaco fradicio sotto la tavola.e
9. Circa il fatto d’Israele che attraversò il Giordano, quale recente avvenimento è interessante?
9 Lasciando la scena egiziana e giungendo al tempo dell’entrata d’Israele in Canaan, veniamo alla miracolosa caduta delle mura di Gerico e alla distruzione di quella città mediante gli Ebrei sotto Giosuè. Quando non era disponibile nessuna conferma archeologica del racconto biblico la sua storicità fu facilmente disputata. Questo non è possibile più. La Bibbia ci dice che quando gl’Israeliti attraversarono il Giordano le acque di quel fiume cessarono di scorrere, arrestandosi e accumulandosi per un certo tempo affinché gli Israeliti potessero attraversare il Giordano nel periodo della piena a piedi asciutti. (Gios. 3:14-17; 4:18) Questo arresto delle acque del Giordano fu miracoloso; ma queste acque da allora sono state arrestate con mezzi naturali. Quando erano in piena furono arrestate per sedici ore a causa di una frana dell’alta sponda occidentale che fermò il corso delle acque, nel 1267 d.C. Secoli dopo, nel 1927, una frana simile nello stesso luogo ostruì il fiume per ventidue ore. Durante tale tempo le persone attraversarono e riattraversarono il fiume liberamente a piedi. A proposito, queste ostruzioni del fiume successero nello stesso luogo dove si arrestarono le acque del Giordano al tempo di Giosuè.f
10. Come l’archeologia ha confermato il racconto biblico della caduta di Gerico?
10 In quanto a Gerico stesso, il racconto della Scrittura mostra che le mura dovevano cadere, ma evidentemente non ogni parte, poiché la casa di Rabab sulle mura doveva restare come un luogo di sicurezza per lei e per la sua famiglia. La città era sotto la maledizione e non doveva esser saccheggiata, ma doveva essere bruciata. Giosuè pronunciò una maledizione contro chiunque l’avesse riedificata. (Gios. 2:15; 6:5, 17, 18, 20, 22-24, 26) Secondo il racconto biblico, tutte queste condizioni si verificarono nella distruzione della città. Le conferma l’archeologia? Sì. Il professore Garstang cominciò gli scavi a Gerico nel 1930. Egli trovò che le doppie mura di cinta della città eran cadute per il pendio, come se fossero state scrollate da un terremoto o da una tale invisibile mano. Delle case erano state costruite sulle travi che congiungevano le sommità della doppia fila di mura, e in una sezione parte delle mura erano ancora in piedi, e potrebbe essere stata quella dove si era preservata la casa di Rahab nella catastrofe biblica. Gli scavatori trovarono le tracce di un fuoco intenso. La città era stata bruciata. Questo non è insolito in tali casi, ma questo non fu un bruciare ordinario, perché gli strati di ceneri erano insolitamente spessi e si notava che tutto il combustibile a disposizione era stato radunato per compiere una distruzione completa. La città non era stata saccheggiata, poiché le provvisioni di datteri, orzo, avena, ulive ed altri cibi si trovavano, carbonizzati dalle fiamme. Inoltre, gli archeologi stimarono che non c’era stata nessuna reale ricostruzione della città fino a cinquecento anni dopo.g Questo sarebbe accaduto verso il tempo del re Achab, in cui la Bibbia dice che fu ricostruita — 1 Re 16:33, 34.
CONFUTAZIONE DEGLI ATTACCHI CONTRO DANIELE
11. (a) Come considerano i grandi critici il libro di Daniele, e perché? (b) Come si mostrano essi inconsistenti?
11 Nel terzo paragrafo abbiamo riportato la dichiarazione di un grande critico secondo la quale il libro di Daniele sarebbe una contraffazione. Questa è l’opinione generale dei grandi critici. Essi dicono che il libro non fu scritto da Daniele nel sesto secolo avanti Cristo, come afferma la Bibbia, ma che fu scritto verso il 165 a.C. da uno sconosciuto che solo si servì del nome di Daniele per dare importanza al suo scritto. Una delle ragioni per le quali sostengono questo è il fatto che essi pensano che le dichiarazioni di Daniele relative all’abominazione che causa la desolazione fossero basate sulla profanazione del tempio compiuta da Antioco Epifane a Gerusalemme nel 168 a.C. (Dan. 9:27; 11:31; 12:11) Essi pongono deliberatamente lo scritto della profezia dopo ciò che considerano il suo adempimento, poiché non credono nella potenza di profetizzare. “I critici considerarono la predizione come incredibile, quindi basarono il loro lavoro sul presupposto che le profezie fossero scritte dopo che gli avvenimenti predetti erano già avvenuti”.h Ma che la profezia di Daniele circa “la cosa disgustante che causa la desolazione” non si adempì nel 168 a.C. è evidente, poiché quando Gesù la menzionò duecento anni dopo il suo adempimento era ancora futuro. I grandi critici dovrebbero attribuire la composizione del libro a una data posteriore al tempo di Gesù. Anzi, per essere consistenti dovrebbero ritenere che il libro fosse scritto dopo il 1914, dato che questo è il tempo in cui cominciò la seconda presenza invisibile di Cristo ed egli parlò di questa abominazione come di una parte del segno visibile della sua seconda presenza! (Matt. 24:15, NW) Quanto irragionevole è la follia dei grandi critici!
12. Quali due avvenimenti una volta ritenuti miti dai grandi critici sono ora comprovati dagli scavi?
12 Un’altra obiezione fatta contro il libro di Daniele è l’opinione che certe storie in esso non siano altro che miti. Essi indicano il racconto dei tre Ebrei gettati nella fornace di fuoco, e dicono che tali cose non si facevano. Ma, gli scavatori a Babilonia trovarono ciò che da principio pensarono che fosse una fornace di mattoni, finché lessero l’iscrizione sulla sua base: “Questo è il luogo per bruciare dove morivano gli uomini che bestemmiavano gli dèi della Caldea per mezzo del fuoco”.i Gli schernitori mettono in ridicolo la storia di Daniele che fu gettato nella fossa dei leoni, dicendo che non c’è nessuna prova che fosse praticata una tale specie di punizione. La semplice mancanza della conferma di qualche cosa non la condanna come falsa. Tuttavia, in questo caso qualche conferma era prossima, poiché gli scavatori rivelarono una profonda fossa che portava questa iscrizione: “Il luogo di esecuzione dove gli uomini che facevano adirare il re erano sbranati da bestie selvagge”.j Noi non diciamo che questa fossa e questa fornace siano quelle che menziona la Bibbia, ma esse mostrano che tali cose esistevano.
13, 14. Quali particolari relativi a Belsatsar e a Nabonide son ora noti, i quali fanno tacere precedenti accuse?
13 Un argomento che i critici sfruttarono fu la menzione che fa Daniele di Belsatsar come re di Babilonia. La storia secolare indica che Nabonide fu l’ultimo re di Babilonia, ed essa non seppe niente di alcun Belsatsar. Quindi i grandi critici pretesero che questa fosse un’ulteriore prova che il libro di Daniele sarebbe stato scritto secoli dopo il tempo di Daniele, e che questo spiega come lo scrittore avrebbe fatto questo grave errore di elencare un personaggio mitologico come ultimo re di Babilonia. Essi pensarono che un altro sbaglio fosse commesso quando lo scrittore parlò di Daniele come elevato a “terzo nel governo del regno”, dato che colui che era fatto primo ministro era di solito il secondo nel regno. (Dan. 5:1, 29, 30) Ma ora queste critiche non si odono più, poiché le iscrizioni di Nabonide stesso riportano le sue preghiere per il suo figlio maggiore, Belsatsar.k Un testo cuneiforme babilonese dice intorno a Nabonide: “Egli affidò un campo al suo figlio maggiore, il primogenito; mandò con lui le truppe del paese. Liberò la sua mano; gli conferì la regalità”.l Il re Nabonide era spesso assente dalla città di Babilonia, e nella sua assenza il figlio Belsatsar agiva come re. Belsatsar fece Daniele il terzo nel potere anziché il secondo perché il secondo nel potere era lui, essendo il primo posto tenuto dal padre Nabonide.
14 Mentre Belsatsar agiva come re, Babilonia fu presa da Dario e Ciro. Dario disse di aver ucciso il re quando prese la città, ma un’iscrizione di Ciro afferma che egli prese il re come prigioniero.a Qui non c’è nessun contrasto. Come mostra la Bibbia, nella notte in cui Dario entrò nella città il re Belsatsar fu ucciso. (Dan. 5:30, 31) Ma in seguito Ciro prese il re Nabonide come prigioniero.
15, 16. particolari probativi sono presentati per dimostrare che Daniele scrisse il libro che porta il suo nome, e che fece questo quando la Bibbia dice che lo scrisse?
15 “Venite, e discutiamo assieme” su alcune prove che il libro lo scrisse Daniele nel sesto secolo a.C., e non qualche imbroglione quattro secoli dopo. (Isa. 1:18) Nessuna storia secolare antecedente a Cristo ha preservato alcun ricordo dell’esistenza di Belsatsar. Come avrebbe potuto conoscerla un falsificatore del 165 a.C., quando tutti gli altri, compresi gli storici, n’erano immemori?b Il vantato Erodoto non lo riportò nemmeno, ed egli scrisse tre secoli prima. Oppure, in che modo un impostore del secondo secolo a.C. avrebbe conosciuto che Nebucadnetsar fu colui che aveva promosso le vaste opere di costruzione di Babilonia? (Dan. 4:30) La storia secolare non aveva tramandato questo fatto, e gli archeologi hanno scoperto la prova solo in tempi comparativamente recenti. Un grande critico cercò erroneamente di scusarsi: “Noi non sapremo presumibilmente mai”.c Ma lo scrittore del libro lo seppe, poiché fu Daniele, ed egli visse durante i regni di entrambi Nebucadnetsar e Belsatsar! E non disse Cristo Gesù che questo libro lo scrisse Daniele? (Matt. 24:15) Di quale valore sono dunque le inutili vanterie dei grandi critici?
16 Lo storico ebraico Giuseppe Flavio indica che il libro esisteva prima del tempo di Artaserse (probabilmente Artaserse III, che cominciò a regnare intorno al 474 a.C.).d Egli sostiene che alcune profezie di Daniele furono mostrate ad Alessandro Magno quando entrò a Gerusalemme nel 332 a.C.e Il libro di Daniele si trova nelle copie originali della Versione dei Settanta, che fu tradotta dall’ebraico in greco durante il terzo e il secondo secolo a.C.f Un frammento del libro di Daniele fu trovato col Rotolo del Mar Morto scoperto recentemente, che conteneva il libro d’Isaia, e che l’orologio radiocarbonico ha permesso agli eruditi biblici di attribuire al secondo secolo a.C. Perciò il libro di Daniele esisteva durante quel secondo secolo, era stato copiato, era tanto ben conosciuto da essere accettato nel canone biblico, era stato tradotto come una parte della famosa versione originale dei Settanta, ed era messo insieme al venerato rotolo di Isaia Non poteva essere uno scritto recente di un impostore di quel secondo secolo, noto a tutti come un libro che costituisse uno stupido scherzo. Inoltre, il primo libro dei Maccabei, che è quasi dello stesso tempo degli avvenimenti del secondo secolo che vi sono narrati, non solamente presuppone l’esistenza del libro di Daniele ma rivela in realtà di conoscerlo. (Paragonate 1 Maccabei 2:59, 60 con Daniele 3:26, 27; 6:22.) Questo dimostra che Daniele dovette essere scritto molto tempo prima, e che era riconosciuto come un documento autentico. In tutto quello che abbiamo detto la prova è sovrabbondante. Come Daniele fu liberato dalla fossa dei leoni, così il libro di Daniele è stato liberato dalla fossa dei bugiardi!
ALCUNE TESTIMONIANZE INDIRETTE SULLA BIBBIA
17. A chi potremmo giustamente associare i grandi critici?
17 Abbiamo considerato alcuni particolari del libro di Daniele perché è stato il centro del bersaglio dei grandi critici, e rivolgendo gl’infuocati dardi diretti contro di esso infrangiamo alcune delle più scottanti frecce dei grandi critici. I loro attacchi contro altre parti della Bibbia possono similmente esser sostenuti. In realtà, questi ipercritici, scettici e dubbiosi sono i seguaci assidui degli agnostici e degli atei. Essi si dimostrano primi cugini di quelli e secondi cugini di questi. Certo sembra che parlino il medesimo linguaggio. Ma i discorsi di tutte e tre le classi son vani e vuoti, e l’archeologia ha debellato molti degli argomenti che esse esprimono contro la Parola di Dio. Malgrado ci manchi lo spazio per presentare altri particolari archeologici, riportiamo tuttavia come interessante testimonianza indiretta dell’accuratezza della Bibbia alcune dichiarazioni di archeologi e altre fonti erudite.
18-20. Quali interessanti dichiarazioni sono fatte circa (a) le Scritture Ebraiche (b) la Bibbia nel suo insieme (c) l’alto criticismo?
18 Qui sono due dichiarazioni relative alle Scritture Ebraiche. “Io non penso che potremo per molto tempo, anche se lo possiamo ora, negare la rilevante accuratezza di particolari delle narrazioni del Vecchio Testamento. Avvenimenti fino ad ora considerati come leggenda, sono stati dimostrati come storici dalla recente scoperta. . . . Vi è effettiva storia alla base di tutte le narrazioni”.g “È pertanto legittimo affermare che, rispetto a quella parte del Vecchio Testamento contro la quale il criticismo disintegratore della seconda metà del secolo diciannovesimo era diretto principalmente, le prove dell’archeologia sono servite a ristabilirne l’autorità, e ad aumentarne anche il valore rendendola più intelligibile per mezzo di una più piena conoscenza dei suoi precedenti. L’archeologia non ha detto ancora la sua ultima parola; ma i risultati già raggiunti confermano ciò che la fede suggerirebbe, che la Bibbia non può far altro che guadagnare da un aumento di conoscenza”.h
19 Queste sono ora alcune dichiarazioni che si riferiscono alla Bibbia nel suo insieme. “Nessuna maggiore disputa della Scrittura è stata dimostrata non storica”.i “L’archeologia ha prove inconfutabili delle dichiarazioni bibliche. Particolareggiati racconti di quasi innumerevoli scoperte rivelate con picco e pale nelle antiche tombe e nelle città sepolte dei paesi biblici sostengono abilmente le Scritture”.j “Questo scrittore una volta lesse il libro di Genesi e notò mentalmente che ognuno dei cinquanta capitoli è o illuminato o confermato da qualche scoperta archeologica; la stessa cosa si potrebbe dire per la maggioranza dei rimanenti capitoli della Bibbia, sia del Vecchio che del Nuovo Testamento”.k Circa la ricchezza di scoperte archeologiche in quanto si riferiscono alla Bibbia, un archeologo ha detto: “Nella sorprendente quantità di tutte queste prove le quali insieme peserebbero tante tonnellate che la cifra, se fosse calcolata, sembrerebbe favolosa, non c’è una sola parola, una sola testimonianza, o un solo fatto che abbia contraddetto o mostrato falso un singolo rigo della Sacra Bibbia”.l
20 Tre ultime citazioni concernono l’alto criticismo. “Le asserite inaccuratezze storiche di Daniele non sono dichiarazioni che la storia dimostri false, ma solo dichiarazioni che sono sembrate difficili a metter d’accordo con i poveri racconti degli storici secolari. Le asserite inaccuratezze storiche, ad ogni modo, sono costantemente diminuite dinanzi alla crescente conoscenza dei tempi di Ciro. . . . La conoscenza che noi abbiamo accresciuta su questo periodo mostra come si dovrebbe esser cauti nel dubitare dell’accuratezza storica dei racconti biblici”.a “Durante gli ultimi dieci anni la scienza dell’archeologia biblica ha mostrato che il criticismo biblico non è sano nelle sue premesse e nelle sue conclusioni è errato”.b “Uno dei più brillanti archeologi moderni, che rappresenta una delle più grandi università del mondo, disse nell’Iraq: ‘Io fui educato come un “Grande Critico”, e quindi non credetti all’effettiva verità delle prime narrazioni della Bibbia. Da allora ho decifrato migliaia di tavolette, e più imparo, più credo che la Bibbia è verace.”’c
21. Quale migliore testimonianza indiretta abbiamo della veracità della Bibbia?
21 Tutta questa indiretta testimonianza della veracità della Bibbia è un’accettevole conferma della fede, ma in vista d’una prova testimoniale molto migliore essa non è necessaria per i veri Cristiani. Questa testimonianza migliore noi l’abbiamo nella preghiera che Gesù esprime a Geova: “La tua parola è verità”. (Giov. 17:17, NW) L’archeologia è richiesta da alcuni per dare un fondamento alla loro fede nella Bibbia. Ma c’è un fondamento migliore di questo.
[Note in calce]
a Scritto di H. S. Coffin, già presidente del Seminarlo di Unione Teologica di New York e già moderatore della Chiesa Presbiteriana negli Stati Uniti d’America pubblicato nella Liberal Christianity (1942) e citato nell’Archeology and Bible History di Giuseppe Free, a pagina 341.
b New Discoveries in Baby About Genesis, di P. J. Wiseman. La Torre di Guardia, 15 gennaio 1949.
c Pagine 266 e 267 di The Bible Comes Alive, di Sir Carlo Marston, edizione del 1940.
d The Westminster Historical Atlas to the Bible, pagina 25.
e Dead Men Tell Tales, pagine 23 e 24.
f Pagine 139 e 140 di The Story of Jericho, di Giovanni Garstang e J. B. E. Garstang.
g The Story of Jericho, pagine 136, 141, 142, 146, 150. The Bible Comes Alive, pagine 85-89.
h The Bible Comes Alive, pagine 7 e 8.
i Pagine 138-141 di Diggers for Facts, di J. O. Kinnaman. Dead Men Tell Tales, pagine 325-327.
j Pagina 54 di The Bible and Archaeology, di Sir Federico Kenyon.
k Pagine 189 e 190 di Light from the Ancient Past, di Gianni Finegan.
l The Bible and Archaeology, pagine 54 e 55; Dead Men Tell Tales, pagine 338 e 339.
a Modern Science and Christian Faith, pagina 215.
b Archaeology and Bible History, pagine 228 e 229.
c Apion, Libro 1, Sezione 8, di Giuseppe Flavio.
d Antiquities, Libro XI, Capitolo VIII, Sezione 5, di Giuseppe Flavio.
e The Bible and Archaeology, pagina 223.
f Archaeology and Bible History, pagina 229.
g Accuracy of Old Testament in Light of Recent Palestinian Archaeology, di J. Garrow Duncan.
h The Bible and Archaeology, pagina 279.
i Archaeology and Israel, di W. P. Albright.
j Archaeology and the Bible, di Giorgio A. Barton.
k Archaeology and Bible History, pagina 340.
l Dead Men Tell Tales, pagina 160.
a Westminister Dictionary of the Bible, pagina 130.
b Fresh Evidence About Old Testament, di Sir Charles Marston.
c New Discoveries in Babylonia About Genesis, pagina 140.