Nessuna compagnia generale delle religioni!
La più sbalorditiva informazione sul movimento per unire le religioni fu presentata dal dott. Norman Vincent Peale della Chiesa Marble Collegiate di New York nella rivista American del giugno 1948. Fece questo esempio: “Una generazione fa parecchie differenti compagnie che fabbricavano molti diversi tipi di automobili si unirono in un’unica grande società. Questa società non annullò tutti i vecchi modelli per produrre un unico tipo di automobile. Essa continuò a produrre molti differenti modelli, per soddisfare le preferenza dei clienti, ma assorbendo le compagnie essa ha enormemente accresciuto l’efficienza del suo funzionamento ed ha così reso possibile che un maggior numero di automobili sia messo a disposizione d’un numero di persone maggiore di quante ne beneficiassero prima”. Questa è la sua proposta in fatto di unione delle fedi; conservare ogni sorta di concezioni per soddisfare i clienti. La pura adorazione e la giusta dottrina sono relegate in un posto secondario. Tali propugnatori dell’unione delle religioni vogliono piacere alle persone, non a Dio; vogliono piacere ai loro contribuenti, vogliono lasciar dire ai clienti che cosa attendersi dalla loro religione, invece di lasciare che Dio dica ciò che si deve attendere da loro. Essi sono più preoccupati dell’unione delle fedi che della vera fede, e chi non approva la loro larga veduta religiosa è considerato “di mente ristretta”. Essi non avrebbero affatto gradito lo stato di separazione di Cristo. In contrasto con la loro teoria, egli disse “Stretta è la porta e angusta la via che conduce alla vita, e pochi sono quelli che la trovano”. I saggi seguiranno il suo ammonimento di investigare, studiare, conoscere la ragione della loro fede, accettare soltanto ciò che può essere assolutamente provato, e attenersi strettamente alla pura dottrina: ecco l’unica via che conduce veramente alla vita — Matt. 7:13, 14, NW; 1 Tess. 5:21.