Agli angoli delle vie

SOTTO questo titolo l’Episcopal Churchnews del 15 marzo 1953 portò il seguente articolo di fondo, che citiamo con loro gentile permesso:

“Li trovate dovunque, nella parte più animata delle grandi città. Durante il Congresso Generale di Boston essi erano agli angoli delle vie dove la circolazione era più intensa, e pazientemente, cortesemente, mostravano esemplari de La Torre di Guardia. Più di un ecclesiastico cedette frettolosamente alla curiosità e ne fece l’acquisto, cacciandola in tasca per la futura lettura.

“Intanto, i Testimoni di Geova si rendono impopolari rifiutandosi di salutare la bandiera e andando in prigione piuttosto che in guerra. La nostra tendenza — da persone ragionevoli e rispettabili che siamo — è quella di spazzarli via dalla nostra coscienza, e di mormorare: ‘Che gente estremista!’ sorbendo un’altra tazza di tè o un secondo bicchierino di liquore.

“Ma diamo uno sguardo a una copia de La Torre di Guardia per vedere come il mondo appare a quelle ‘strane persone’ che son pronte tanto a stare agli angoli delle vie che ad andare in prigione per la loro fede. Troviamo anzitutto che non è necessaria una conoscenza dell’inglese per la salvezza che i Testimoni proclamano. La Torre di Guardia si può ottenere in trent’otto altre lingue, compresi l’indonesiano, il tagalog, il silozi, il twi, e lo yoruba (questi nomi non li stiamo inventando). Vorremmo poter dire la stessa cosa dell’Episcopal Churchnews.

“Quando si legge La Torre di Guardia, quale parola può meglio descrivere il senso che pervade tutti i suoi articoli? Forse la parola è ‘urgenza’. I Testimoni di Geova credono che Cristo ritornò nel 1914 e che ora regna, benché invisibilmente; che noi viviamo alla mezzanotte meno 5 minuti e che il finale epilogo della storia si sta visibilmente manifestando; che ora o mai più si sceglie Dio per partecipare alla risurrezione dei giusti; rinnegarlo significa cancellare e annientare la vostra esistenza.

“I Testimoni di Geova hanno fretta. Essi credono che il tempo sia brevissimo, e che la decisione che ognuno deve prendere sia un semplice SI o un semplice No; che il SI sia il lasciapassare per entrare nella vita eterna, e il No l’invito all’estinzione.

“Essi hanno più ragione che torto. In qualità di Episcopali noi non cerchiamo di scoprire l’orario di Dio; noi non osiamo predire lo scoccare dell’attimo del ritorno di Cristo. Ma abbiamo la Sua promessa ch’Egli ritornerà. E per gl’individui, ogni secondo di questa presente esistenza è pieno di eterne conseguenze come dicono i Testimoni. Noi scegliamo ora, oggi, in questo istante; le nostre grandi e piccole decisioni non fanno altro che aggiungersi alla decisione finale.

“Quando cominciamo a sentire questo nelle nostre ossa e nel nostro sangue, forse qualche cosa di nuovo si vedrà sulla faccia della terra: Episcopali (laici o clericali) in piedi agli angoli delle vie, con trattati nelle mani. Ed essi guarderanno verso l’altro lato della via al venditore de La Torre di Guardia con un amichevole cenno di saluto. Per quanto siano diversi, essi sono membri della Fratellanza dell’Urgenza”.