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  • Domande dai lettori (3)
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La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1954
w54 1/10 pp. 606-607

Domande dai lettori

◆ Alcuni tentano di giustificare il loro divorzio e successivo matrimonio dicendo che il coniuge precedente commise adulterio con un altro nel suo cuore, anche se ciò non è avvenuto letteralmente. Citano all’uopo Matteo 5:27, 28. Che cosa dite di un tale modo di ragionare? — F. R., Stati Uniti.

Un tale ragionamento rappresenta un disperato ma vano sforzo di giustificarsi. Le parole di Gesù ch’essi torcono per servirsene ai propri fini egoistici sono queste: “Voi avete udito che fu detto: ‘Non dovete commettere adulterio’. Ma io vi dico che chiunque continua a guardare una donna al punto di nutrire per essa una passione ha già commesso adulterio con lei nel suo cuore”. (Matt. 5:27, 28, NW) L’argomento che tale intima e taciuta passione costituisca adulterio e giustifichi il divorzio e un successivo matrimonio entra nella stessa categoria dell’ingannevole gesuitico ragionamento che facevano i Farisei quando con le loro tradizioni indebolirono, trascurarono ed annullarono i comandamenti di Dio. — Matt. 15:3-9.

Cristo Gesù, con queste parole, mostrava come doveva essere un cuore che era realmente puro, che non doveva nutrire pensieri e desideri illeciti. Non si tratta soltanto di frenarsi dal fare il male per tema delle punizioni o delle conseguenze, ma si tratta piuttosto di amare tanto la giustizia da non lasciar posto nella mente e nel cuore per scorrette brame. Non vi sarà posto per meditare cattive azioni se ubbidiamo a Filippesi 4:8 (NW): “Infine, fratelli, tutte le cose vere, tutte le cose di seria importanza, tutte le cose giuste, tutte le cose caste, tutte le cose amabili, tutte le cose delle quali si parli bene, se vi è qualche virtù e qualche cosa lodevole, continuate a considerare queste cose”. Gli atti immorali non dovrebbero essere argomento di conversazione fra i Cristiani, a meno che la discussione su di essi non si renda necessaria per qualche ragione teocratica. (Efes. 5:3) La mente si deve rinnovare in vista della giustizia, la vecchia personalità con i suoi pensieri e le sue pratiche sensuali dev’essere tolta per rivestire la nuova personalità creata secondo la volontà e la giustizia di Dio. — Rom. 12:2; Efes. 4:22-24; Col. 3:5-10.

Se non sradichiamo dalla nostra mente cattivi pensieri essi vi prospereranno e infine si trasformeranno in azioni. Come Giacomo avvertì: “Ciascuno è provato essendo attirato e adescato dal suo proprio desiderio. Quindi il desiderio, quando è divenuto fertile, partorisce il peccato; a sua volta, il peccato, quando è stato compiuto, produce la morte”. (Giac. 1:14, 15, NW) Ma notate che è il peccato a produrre la morte, non il solo desiderio. Il desiderio ingiusto condurrà al peccato che produrrà la morte se sarà stato alimentato e coltivato invece d’essere scacciato dalla mente e dal cuore; ma finché non partorisce il peccato vero e proprio la pena della morte non viene applicata. Gesù disse: “Ciò che esce dall’uomo è quello che contamina l’uomo; poiché dal di dentro, dal cuore degli uomini, escono ragionamenti dannosi: fornicazioni, ladrocini, omicidi, adulterii, cupidigie, atti di malvagità, tradimento, condotta dissoluta, sguardo invidioso, bestemmia, superbia, azione stolta. Tutte queste malvage cose escono dal di dentro e contaminano l’uomo”. (Marco 7:20-23, NW) Il solo pensiero di tali cose non avrebbe portato il castigo. Un accesso d’ira omicida che non risulta nell’effettivo delitto ma si tiene dentro non causa la condanna di un uomo per omicidio. E neppure l’ardente pensiero di commettere adulterio ma che non viene mai adempiuto lo renderà colpevole del vero e proprio peccato. Perciò, non potrebbe mai costituire motivo di divorzio. Ma il Cristiano deve combattere ed eliminare dalla mente e dal cuore tutti questi cattivi pensieri in modo che non portino mai a compiere l’azione peccaminosa che recherebbe sul suo capo la pena capitale. Le nostre menti devono esser pure. Ecco quello che Gesù metteva in risalto in Matteo 5:27, 28.

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