Una fanciulla tredicenne di Berlino mantiene l’integrità
LA TREDICENNE Renata Grosse si lamentava continuamente di sentirsi molto stanca. Il medico di famiglia, però, eludeva le sue lagnanze con questa osservazione alla madre: “Le ragazzine si divertono a simulare. Non se ne preoccupi”. Ma quando Renata ebbe uno svenimento a scuola e dovette essere condotta a casa, fu ricoverata in ospedale, dove il suo caso si ebbe la diagnosi di reumatismo articolare. Quando però la cura per il reumatismo articolare non diede alcun risultato, fu chiamato uno specialista del sangue il quale dichiarò che si trattava di leucemia, cancro delle cellule del sangue, per cui non è stata ancora trovata nessuna cura, e per cui i medici raccomandano regolari trasfusioni di sangue.
● La madre di Renata, testimone di Geova, si oppose alle trasfusioni, facendo esplodere l’ira dello specialista. Egli non poteva capire come mai una madre che diceva di amare la sua bambina potesse rigettare l’unico mezzo di guarigione, e così alla presenza del direttore dell’ospedale e dei medici di guardia gli fu spiegata la posizione dei testimoni di Geova riguardo alle trasfusioni di sangue. Un medico testimone di Geova esaminò la condizione della malata e dichiarò che la malattia era talmente avanzata che Renata aveva ancora appena sei settimane di vita.
● Nell’apprendere la decisione presa parenti, infermieri e pazienti del reparto bombardarono di argomenti tanto la madre che Renata, ma tutto invano. Il medico del reparto, cattolico romano, cercò con insistenza di superare le obiezioni della madre rivolgendosi ripetutamente a Renata. Una sera alle 21,30 egli si sedette sul letto di Renata e le tracciò un terribile quadro di come presto sarebbe morta ed in che modo, ma inutilmente. Dopo che se ne fu andato Renata scrisse una lettera esprimendo le sue convinzioni, affinché tutti sapessero che la decisione era anche sua, e non soltanto di sua madre.
● Visitata qualche settimana più tardi, essa era felice, benché il suo stato peggiorasse visibilmente. Desiderava conoscere le cose nuove che si trovavano ne La Torre di Guardia e in Svegliatevi!, e parlava poco della sua malattia. Infatti, scherzava sull’offerta che le aveva fatto il medico di trasfonderle il proprio sangue, e osservò: “Mamma, se dovessi riacquistare la salute, vorremmo fare molte cose in modo diverso e servire di più Geova; ma se ciò non fosse — allora c’è quella lettera nella mia tasca, tu sai”.
● Discutendo il caso di Renata con un testimone di Geova, il direttore medico esclamò: “Credete voi che una fanciulla di tredici anni possa avere convinzioni religiose tanto profonde da rifiutare le cure di un medico trovandosi in pericolo di morte?” Gli fu reso certo che la stessa condotta di Renata rispondeva alla sua domanda, poiché dopo aver saputo che doveva morire essa era ancora più felice ed amichevole di prima. Quando il tentativo di costringere Renata fu portato alla sua attenzione egli fu sorpreso, e da allora in poi Renata non dovette più subire insistenze per trasfusioni di sangue, benché gli altri pazienti del reparto si mostrassero ostili, finché non fu portata in una camera privata. Il direttore medico osservò inoltre: “In tutta la mia carriera non ho mai visto un caso simile, in cui una fanciulla sia tanto felice dopo aver saputo di dover morire”.
● Renata morì. Al suo funerale venne letta ad alta voce la lettera che aveva scritto quella notte, dopo che il medico del reparto aveva tentato di forzarla:
● “A tutti i parenti e persone che conosco: Cari, vi chiedo gentilmente ma con molta serietà di non recare il minimo disturbo a mia madre per aver rifiutato la trasfusione di sangue che il dottore mi voleva fare. È altrettanto mia ferma volontà essere fedele e ubbidiente alla Parola di Dio anziché trasgredirla e vivere artificialmente subendo una trasfusione di sangue ogni sei mesi. Le parole: ‘Chi ama la sua vita la perderà, ma chi perde la sua vita nella fedeltà verso me la riceverà ancora’, sono veraci.
● “Però la mia grande speranza non è quella di andare vagando per il cielo come spirito. No, ma riposerò nella tomba fin dopo Harmaghedon, e se il grande Datore di vita, Geova, mi considera degna mi darà una risurrezione — in vera e propria carne e sangue come creatura umana sulla purificata terra paradisiaca nella gioia e nella felicità. Così voi sapete perché non mi è stato difficile morire. Potete capire questo?
● “Sono giovane, è vero, ma ho messo la mia vita nelle mani del Creatore, ed egli dirige ogni cosa in modo giusto. Perciò concludendo vi prego ancora una volta sinceramente di non mettere pietre sulla strada della mamma. Risparmiatele ogni turbamento inutile. Invece, siate gentili e amichevoli con lei, e non usate parole cattive in nessun caso. Saluti cordiali e baci a tutti voi dalla vostra affezionata Renata. Vi prego di prendere a cuore tutto questo”.