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  • Condotta teocratica nel cerchio della famiglia

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  • Condotta teocratica nel cerchio della famiglia
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1955
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  • DOVERI IMPOSTI AI MARITI
  • MODELLI DI SOTTOMISSIONE FEMMINILE
  • CONSIGLIO PRATICO PER I MARITI E LE MOGLI
  • GENITORI E FIGLI
  • Il matrimonio conforme ai modelli divini
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1954
  • Facciamo la nostra parte per avere una famiglia felice
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1978
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    Come rendere felice la vita familiare
  • Come avere successo nella vita familiare
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La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1955
w55 15/9 pp. 552-561

Condotta teocratica nel cerchio della famiglia

“Mogli, siate soggette ai vostri mariti, come si conviene nel Signore. Mariti, continuate ad amare le vostre mogli, e non siate amaramente in collera con loro. Figli, siate ubbidienti ai vostri genitori in ogni cosa, poiché questo è accettevole al Signore. Padri, non esasperate i vostri figli, affinché non siano scoraggiati”. — Col. 3:18-21, NM.

1. Qual è la disposizione di Geova per il governo della famiglia, e come vi venne meno Adamo?

GEOVA Dio è il Promotore del cerchio familiare. Egli fece la terra, fece l’uomo per abitarla, vide che non era bene che l’uomo fosse solo, creò la donna come sua compagna, li dotò della facoltà di riprodursi e diede loro un mandato di procreazione affinché si moltiplicassero e riempissero la terra. Fu volere di Geova che Adamo fosse un uomo di famiglia e avesse una moglie e dei figli e tenesse il cerchio familiare indenne da contrasti e conflitti. Per preservare l’unità e l’armonia tra i membri della famiglia ne fu affidato all’uomo il governo, ma come capo famiglia Adamo si dimostrò un disastroso fallimento. Eva ignorò la sua autorità, ed egli non le evitò la seduzione. Ella prese l’iniziativa nel peccato e Adamo la seguì. Benché egli biasimasse sua moglie per la trasgressione, la responsabilità della colpa gravava fortemente sulle sue spalle. Egli come capo famiglia non era all’altezza del compito. Sua moglie non gli era sottomessa; il suo primogenito fu un omicida. Egli permise che il cerchio della sua famiglia fosse spezzato dalla ribellione, dal peccato, dalla recriminazione, dalla morte.

2. Come vengono meno oggi le persone a questo riguardo?

2 Fino ad oggi i vincoli familiari vengono infranti, allo stesso modo e per gli stessi motivi. Tanto gli uomini che le donne si sono allontanati dalla condotta prescritta da Geova nel governo della famiglia, tanto i mariti che le mogli hanno mancato di assolvere le loro responsabilità e obbligazioni. I mariti abusano della loro autorità, le mogli vi si ribellano, e i figli, ignorandola, si abbandonano ad una delinquenza senza precedenti. Benché il numero di consulenti matrimoniali aumenti, aumentano molto più rapidamente le difficoltà familiari, i misfatti e i divorzi. Rigettando il consiglio teocratico di Geova, le famiglie seminano secondo l’umana sapienza e raccolgono la sua stoltezza. Il mondo presume d’esser savio, ma i suoi frutti non esprimono forse la stoltezza della sua saggezza? L’unico rimedio è introdurre nel cerchio della famiglia la condotta teocratica.

3. Quali sublimi modelli ci sono del matrimonio e dell’unità?

3 Per vedere in una giusta prospettiva i doveri e le obbligazioni esistenti fra i membri della famiglia, consideriamo alcuni sublimi modelli. Primo, Geova Dio usa il simbolo del matrimonio per indicare la stretta relazione esistente tra lui e la sua organizzazione universale, dichiarandosi Marito della sua organizzazione. Di nuovo, la figura del matrimonio è impiegata per illustrare lo stretto vincolo tra Cristo e la sua chiesa, parlandosi di lui come Sposo e della chiesa come sposa, in un matrimonio consumato in cielo. (Isa. 54:5; 2 Cor. 11:2; Apoc. 19:7) Ricorderete che nell’Eden l’uomo e la donna furono dichiarati “una sola carne”, e lo stesso è detto oggi riguardo ai coniugi. Similmente, esiste unità fra Geova ed il capo dell’organizzazione universale, Cristo Gesù. Inoltre, Cristo e la sua sposa, la chiesa, sono riguardati come una sola cosa. Però, la Bibbia mostra chiaramente che Geova e Cristo non sono una sola cosa in una misteriosa trinità pagana. Neppure Cristo e la classe della chiesa sono resi letteralmente una sola cosa; più che l’uomo e la moglie, due persone, non divengano letteralmente uno solo. In nessuno di questi casi v’è una unità organica letterale, ma c’è in tutti unità di intenti, di propositi, di mire, di desideri e di attività. — Matt. 19:4-6; Giov. 14:10; 17:21-23.

4. Perché è necessario un capo famiglia, e chi è esso?

4 Dove due o più persone sono unite in un’impresa comune vi deve essere organizzazione, una specie di guida per impartire intelligenti direttive alle energie delle persone associate. Negli affari umani due capi possono valere più di uno solo quando si tratta di raccogliere le idee o di considerare eventuali programmi, ma quando si tratta di una decisione definitiva un unico capo deve avere l’autorità di decidere per entrambi. Una unione senza capo sarebbe priva di appropriata forza direttiva, mentre una stravagante unione con due capi genererebbe discordia ed una possibile rottura. Consideriamo tutti questo fatto: ciascuno ha un capo su di sè eccetto Geova, che è Capo di tutti. Leggiamo in 1 Corinzi 11:3 (NM): “Voglio che sappiate che il capo d’ogni uomo è il Cristo; a sua volta, il capo della donna è l’uomo; a sua volta, il capo del Cristo è Dio”. Questo ordinamento non fu fatto da qualche creatura, ma è la legge del Creatore dell’universo. Adeguarsi ad esso significa ubbidienza a Geova; respingerlo significa ribellione contro di lui. Le donne e i figli teocratici riconosceranno l’uomo come il capo della casa.

DOVERI IMPOSTI AI MARITI

5, 6. Quali esempi mostrano i doveri imposti ai mariti?

5 In certe nazioni nelle quali vi è una forte tendenza da parte di molte donne a tentare di condividere o assumere il governo della famiglia, sorgono forti opposizioni all’esigenza divina dell’autorità dell’uomo e della sottomissione della donna. Questa viene ritenuta una parzialità contro le donne, un peso opprimente e troppo grave perché lo possano sopportare. Però, un’accurata riflessione rivelerà che è il marito che ha il peso più grave da portare e la responsabilità maggiore da sostenere. Egli deve sforzarsi di imitare il perfetto esempio di Geova Dio, Capo e Marito dell’organizzazione universale. Geova non creò soltanto tutte le cose ma stabilì poi leggi e regole per governarle e provvide il necessario per la loro continuazione. Perfino nei suoi stessi procedimenti ed atti Geova segue armoniosamente giusti princìpi e svolge la sua autorità con incomparabile manifestazione di giustizia, sapienza, pazienza, misericordia, compassione e, soprattutto, amore. Cosa incoraggiante per noi qui sulla terra, “egli conosce la nostra natura; egli si ricorda che siam polvere”. — Sal. 103:14.

6 Non soltanto nell’eccellente governo di Geova sulla sua organizzazione universale, ma anche nel dominio di Cristo sulla classe della chiesa il marito umano trova un sublime esempio a cui mirare. Non si prodigò forse Gesù operando nell’interesse dei membri del corpo, insegnando e predicando, provvedendo il sostentamento spirituale che è assai più vitale del pane materiale? Non furono la sua pazienza e longanimità esemplari, il suo comportamento misericordioso verso i suoi discepoli terreni, le sue concessioni per le loro debolezze carnali, piene di compassione? Non sopportò egli straziante persecuzione e sofferenza nel serbare l’integrità verso Geova, divenendo in tal modo un sicuro modello per i suoi seguaci? E finalmente non arrivò fino al colmo deponendo la sua vita a favore della sua sposa e moglie, la classe della chiesa? Certamente il governo di Cristo sulla sua chiesa prova meravigliosamente diligente provvisione, tenera cura, sapiente comprensione, costante perdono, sollecitudine protettrice ed un amore che giunge all’estremo grado sacrificando la sua stessa vita — nessun uomo può avere un amore più grande! — Giov. 15:13.

7. Quali numerose obbligazioni sono comprese nella giusta autorità?

7 Guardino i mariti umani a questi modelli divini ed esempi celesti di autorità, ponendo le loro mire su di loro e su tale perfetta condotta teocratica per i loro circoli familiari. Il marito deve provvedere il cibo, il vestiario e l’alloggio per la propria moglie. Ma le sue obbligazioni vanno ben al di là di queste fondamentali necessità fisiche. L’uomo fa questo anche per il proprio bestiame. Egli deve provvedere alla sua felicità mentale e preoccuparsi del suo benessere spirituale, mostrandole un amore altrettanto profondo quanto quello che nutre per se stesso. I mariti non dovrebbero trascurare la costituzione emotiva e le vicissitudini delle loro mogli, ma dovrebbero “continuare a convivere in tale maniera con loro secondo conoscenza, accordando loro onore come a un vaso più debole, il femminile”. (1 Piet. 3:7, NM) Dovrebbero impartire una giusta direttiva ai loro sforzi uniti prendendo sagge decisioni, sostenendo le responsabilità di queste decisioni e facendo fronte a qualsiasi conseguenza ne potesse derivare. I mariti devono procurare di seguire con fermezza i princìpi giusti, di esercitare pazienza e longanimità, di praticare la misericordia e la clemenza, di mostrare apprezzamento e comprensione, e, soprattutto, di conservare vivo e attivo un amore modellato su quello mostrato da Geova verso la sua organizzazione universale e su quello mostrato da Cristo verso la sua organizzazione della chiesa cristiana. Corrispondere a tali alti requisiti è certamente più difficile che star sottoposti a tale giusta autorità, non è vero? Quale donna ragionevole potrebbe opporsi alla sottomissione a questa autorità?

MODELLI DI SOTTOMISSIONE FEMMINILE

8. Che cosa dovrebbero tener presente i coniugi?

8 Udremo qualcuna delle nostre lettrici replicare che si sottometterebbero lietamente a tale autorità, ma qual è l’uomo che sia in grado di esercitarla? È vero, nessun uomo può conformarsi perfettamente a queste regole sublimi. Ma prima che le mogli si basino su questo per rifiutare la loro sottomissione, riflettano se esse svolgono perfettamente il compito che Geova assegnò loro. I coniugi dovrebbero ricordare, proprio come Geova lo ricorda, che gli umani sono fatti di polvere e le debolezze devono essere pietosamente tenute in considerazione. Prima di covare verso l’altro amaro rancore, ciascun coniuge dovrebbe ponderare le parole di Gesù: “Cessate di giudicare, affinché non siate giudicati; poiché col giudizio col quale giudicate, sarete giudicati, e con la misura con la quale misurate sarà misurato a voi. Perché, dunque, guardi tu la pagliuzza nell’occhio del tuo fratello, ma non consideri la trave nel tuo proprio occhio? O come puoi tu dire al tuo fratello: ‘Lascia che ti tolga dall’occhio la pagliuzza’; quando, ecco! una trave è nell’occhio tuo? Ipocrita! leva prima la trave dal tuo proprio occhio, e poi vedrai chiaramente come togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello”. — Matt. 7:1-5, NM.

9, 10. Quali esempi di sottomissione hanno le mogli, e chi non dovrebbero imitare?

9 La principale creatura dell’organizzazione universale di Geova non prova amarezza nell’essere sottomessa al grande Marito e Capo di quell’organizzazione. Cristo Gesù si diletta di fare la volontà di Geova, e una volta dichiarò che fare l’opera di Dio era vitale come il cibo per il suo sostentamento. (Sal. 40:8; Ebr. 10:7; Giov. 4:34) Per il suo attaccamento e la sua devozione a Geova sopportò la persecuzione e la morte, provando la sua integrità verso Dio e contribuendo potentemente alla rivendicazione della Sua Parola e del Suo nome. Questa fu una meravigliosa manifestazione della completa sottomissione di Gesù all’autorità di Geova, e da tutto ciò Gesù trasse grande gioia nella sua sottomissione. Non fu mai in alcun momento, per lui, un lavoro penoso. E non tentò mai di strappare a Geova quell’autorità oppure di condividerla come eguale di Geova: “Serbate in voi questa attitudine mentale che fu pure in Cristo Gesù, il quale, benché esistesse in forma di Dio, non considerò affatto la rapina, cioè, che dovesse essere uguale a Dio. No, ma egli annichilì se stesso e prese la forma di uno schiavo divenendo simile agli uomini. Inoltre, quando si trovò nella forma di un uomo, umiliò se stesso, e divenne ubbidiente fino alla morte, sì, la morte su un palo di tortura”. — Filip. 2:5-8, NM.

10 Le mogli cristiane dovrebbero serbare questa attitudine mentale di Cristo, e non l’attitudine di molte mogli mondane che strepitano per avere l’uguaglianza con i loro mariti e spesso il predominio su di loro. Le mogli veramente cristiane non penseranno neppure di impadronirsi in maniera non teocratica di una parte o di tutta l’autorità della famiglia, divinamente assegnata ai loro mariti. Esse si sottometteranno all’ordinamento matrimoniale, rendendosi conto che così è stato stabilito, non da qualche uomo, ma da Geova stesso. Ribellarsi contro l’ordinamento è come ribellarsi, non contro qualche uomo, ma contro Geova stesso. Ricordate che in Eden fu il cherubino protettore ad essere indomabile, a sentirsi ostacolato ed oppresso dall’autorità di Geova ribellandosi e degradandosi a tal punto da divenire Satana il Diavolo. Le mogli non sottomesse ai loro mariti copiano Satana, non Cristo.

11. Quale ulteriore esempio c’è per le mogli, e che condotta eviteranno?

11 Di nuovo, le mogli possono trovare un esempio nella sottomissione della classe della chiesa al suo Capo, Cristo Gesù. I membri della sposa di Cristo rinunciano alla loro propria volontà per seguire le orme di Gesù, per collaborare con lui nella sua opera. Si assumono l’obbligo di predicare in armonia con la sua volontà, e ciò comporta per loro una certa misura di persecuzione e tribolazione carnale. Ma le gioie di servire sotto l’amorevole autorità di Cristo superano di molto le tribolazioni carnali. La sottomissione a tale giusta autorità non è difficile o degradante, sebbene nel corso dei secoli le persone indomite e superbe l’abbiano considerata tale, ed in questi ultimi giorni tali individui si siano costituiti nella classe dello “schiavo malvagio” con la loro diserzione dall’autorità di Cristo. La classe dello “schiavo fedele e discreto” è quella che trova vera gioia nella sottomissione a Cristo. E quando quello “schiavo malvagio” si stacca dall’autorità di Cristo, raggiunge forse una libertà e una liberazione che diano grande felicità? No, poiché approda fuori dall’ordinamento di Geova per associarsi con gli ipocriti, ed “ivi sarà il pianto e lo stridore de’ denti”. (Matt. 24:45-51) Le mogli cristiane non sottomesse ai loro mariti copiano lo “schiavo malvagio”, non lo “schiavo fedele e discreto”, e la loro diserzione dall’ordinamento di Geova per aggrapparsi ad una falsa libertà non apporterà loro vera felicità e contentezza, ma delusioni morali e colpevolezza spirituale.

CONSIGLIO PRATICO PER I MARITI E LE MOGLI

12. Che cosa prova la falsità della concezione moderna che il consiglio biblico non sia pratico?

12 Gesù disse: “Ogni buon albero produce buon frutto, ma ogni albero guasto produce frutto cattivo; un albero buono non può portare cattivo frutto, né può un albero guasto produrre buon frutto”. Lo stesso si applica al consiglio. Se si segue il consiglio buono si otterranno buoni risultati, mentre il consiglio cattivo porta a una cattiva fine. La tendenza attuale di molti è quella di ripudiare il consiglio biblico come privo di praticità rivolgendosi per consiglio ad autorità moderne, ma la conseguenza niente affatto pratica è la profusione di divorzi e delinquenza che sta a dimostrare quanto i consigli moderni manchino di praticità. Invece, quando la Bibbia era tenuta in alta considerazione e il suo consiglio veniva osservato i divorzi erano più rari e la delinquenza limitata. Pertanto l’accusa di alcuni che il consiglio biblico non sia pratico viene rinfacciata loro dai fatti! — Matt. 7:17, 18, NM.

13. Quali dovrebbero essere le relazioni fra marito e moglie?

13 La Bibbia indica quali rapporti debbano essere mantenuti tra marito e moglie: “Siano le mogli sottomesse ai loro mariti come al Signore. Mariti, continuate ad amare le vostre mogli, come il Cristo pure amò la congregazione e si diede per essa. In questo modo i mariti devono amare le loro mogli come i propri corpi. Chi ama la propria moglie ama se stesso, perché nessuno ha mai odiato la propria carne, anzi la nutre e ne ha tenera cura, come anche il Cristo fa con la congregazione, perché noi siam membri del suo corpo. ‘Per questa ragione un uomo lascerà suo padre e sua madre e si terrà unito a sua moglie, e i due saranno una sola carne’. Nondimeno, anche, ciascuno di voi individualmente ami così sua moglie come ama se stesso; d’altra parte, la moglie dovrebbe avere profondo rispetto per suo marito”. — Efes. 5:22, 25, 28-31, 33, NM.

14. Cosa deve fare il marito per meritare il profondo rispetto di sua moglie?

14 Il marito dovrebbe essere all’altezza di un capo se vuol ottenere il profondo rispetto di sua moglie. Insistere sulle sue prerogative di capo mentre non ne è all’altezza lo farà apparire un vano fantoccio. L’esercizio dell’autorità comprende ben più che un limitarsi a prendere l’iniziativa ed avere l’ultima parola; richiede sana conoscenza, buon intendimento e padronanza di sé tale da conferire calma, pazienza e ragionevolezza nel far fronte a situazioni difficili. È difficile per una moglie cristiana rispettare un marito incurante o negligente delle responsabilità familiari o dei privilegi di ministero, che mangi con ingordigia o tracanni bevande alcooliche, che sia sventato o grossolano oppure osceno nel parlare, o che mostri per lei poca considerazione o faccia poca attenzione a lei pur essendo estremamente socievole con le altre donne. Se il marito è poco serio ben difficilmente può pretendere che il rispetto di sua moglie sia profondo. Essa può sottomettersi per ragioni morali, fisiche, economiche o teocratiche, ma sarà per lei molto più facile, e molto più soddisfacente per il marito, farlo per amore e per il profondo rispetto che nutre per lui in considerazione della sua degna condotta.

15. Che cosa succede quando la moglie si rifiuta d’essere sottomessa?

15 D’altra parte, è estremamente difficile che un uomo ami veramente e n’abbia tenera cura e protegga una donna che non sia sottomessa, poiché con la sua indipendenza essa manifesta di non aver bisogno di lui. Essa lo deruba, spogliandolo della posizione che gli appartiene di diritto. Come può egli amare come la sua propria carne una tale donna, quando essa non è una stessa cosa con lui ma è divisa da lui, compete con lui anziché cooperare insieme? Perché dovrebbe prodigarsi tanto per provvedere a una ingrata rivale? Egli può perdere ogni incentivo ed iniziativa e lasciarla fare a modo suo per evitare questioni, ma nell’acquistare la direzione della famiglia essa perderà il suo amore. Ed ambedue perderebbero l’approvazione di Geova, la donna per aver voluto usurpare la posizione dell’uomo e l’uomo per averlo permesso. Se un marito lascia che sua moglie prenda il sopravvento essa perderà il profondo rispetto verso di lui ed egli perderà il rispetto di se stesso, e questa perdita produrrà risentimento nel suo amore per lei. Quando cessano tutte le chiacchiere moderne sull’eguaglianza, resta sempre il fatto che soltanto nelle case in cui il marito è un giusto capo esiste soddisfazione e intima gioia. Se la donna governa la casa, ella la rovinerà, tanto di fronte all’uomo che di fronte a Dio.

16. Invece di esser soltanto cuoca e donna di servizio, quali doveri ha la moglie, che rendono il suo compito variato e piacevole?

16 Forse questo significa ch’essa non ha nulla da dire negli affari familiari? No, perché il principio biblico non è questo. La donna deve ‘governare la casa’. Finché fa questo dovutamente il marito dovrebbe lasciarle con piacere l’iniziativa al riguardo. Molte mogli amministrano una considerevole parte del denaro destinato alla famiglia, fanno il bilancio dei fondi, spendono saggiamente per il bene di tutti, e risparmiano per futuri bisogni. Il governo della casa dovrebbe includere anche l’ornamento della casa, gli acquisti per abbellirla ed equipaggiarla per un funzionamento efficiente. La casa include le persone che compongono i membri della famiglia, e la moglie solerte esercita un’influenza assai benefica su tutti i membri, badando che siano ben nutriti e adeguatamente vestiti, come pure che abbiano una casa linda e piacevole in cui vivere. Essa è molto più di una cuoca o di una donna di servizio, poiché nella sua posizione direttiva dev’essere una brava donna d’affari per curare gl’interessi del marito e dei figli. Infine, esercita un’influenza di grande portata sullo sviluppo dei figli, essendo molto più vicina a loro durante i primi anni educativi. Li può aiutare a seguire la giusta direzione, insegnando loro buone abitudini e buoni princìpi e, soprattutto, le verità di Geova. Plasmare una giovane vita, metterla su una buona strada, è una delle più gravi responsabilità e delle maggiori gioie. Allo stesso modo che è difficile per un marito corrispondere ai requisiti di capo, così non è facile per una moglie assolvere la responsabilità di accudire alle faccende di casa. Quando fa bene il suo lavoro è una lode per la sua famiglia nella comunità, e l’uomo che la possiede è benedetto da Geova. — 1 Tim. 5:14, NM; Prov. 18:22; 19:14; 31:10-31.

17. Quando deve prendere decisioni l’uomo, e come dovrebbe cooperare la donna?

17 Tanto il marito che la moglie hanno le loro sfere di doveri e responsabilità, e ciascuno dovrebbe lasciare che l’altro porti il carico assegnato. Ciò non significa che l’uno non possa ragionare sui progetti dell’altro, perché il benessere familiare dipende dai doveri sia del marito che della moglie. Ci dovrebbero essere cooperazione e comunanza di sforzo, un tirare assieme il giogo, condividendone il peso. Entrambi dovrebbero esser disposti a transigere, a cedere qualche volta. Tuttavia, quando non sia possibile ottenere un’intesa su una questione di famiglia e debba essere presa una decisione definitiva in base a cui stabilire una linea di condotta, tocca all’uomo prenderla. Ciò è giusto. È lui che deve assumersi la responsabilità delle conseguenze, siano buone che cattive. Se la decisione è sbagliata tocca a lui sostenerne le conseguenze, riparare il danno finanziario o quant’altro vi sia implicato. Quando il marito prende una decisione in cui la moglie non concorda, essa non dovrebbe fare il broncio o nutrire rancore e ostacolare, sperando che fallisca per poterlo rimproverare: “Te lo dicevo io!” No, essa dovrebbe esser teocratica, ciò vuol dire che dovrebbe cooperare affinché il progetto riesca per il bene della famiglia.

GENITORI E FIGLI

18. Quale consiglio governa i rapporti tra genitori e figli?

18 Geova non trascura i figli nel cerchio della famiglia. Essi sono sottoposti al controllo dei genitori, nondimeno non devono esser maltrattati o irritati. La Parola di Dio dà questa duplice ingiunzione: “Figli, siate ubbidienti ai vostri genitori nell’unione del Signore, poiché questo è giusto: ‘Onora tuo padre e tua madre’; questo è il primo comando con una promessa: ‘Affinché tu stia bene e viva a lungo sulla terra’. E voi, padri, non irritate i vostri figli, ma continuate ad allevarli nella disciplina e nell’autorevole consiglio di Geova”. Figli di genitori dedicati, se volete vivere a lungo sulla terra, e nel nuovo mondo per sempre, dovete prestare ascolto alla “disciplina e all’autorevole consiglio di Geova” che vi offrono i vostri genitori. Genitori, impartite questa disciplina in maniera ferma e amorevole, non in maniera che irriti o esasperi. — Efes. 6:1-4, NM.

19. Come i giovani considereranno gli adulti, e gli adulti i loro figli?

19 Anni fa la gioventù nutriva rispetto per l’età matura, ma in questi ultimi giorni di tempi critici e immensa delinquenza la gioventù in generale sembra abbia mutato il rispetto col disprezzo, considerando le persone più anziane come vecchi antiquati rimasti molto indietro nel tempo. Ma i giovani teocratici ricorderanno che esiste una saggezza e una maturità di giudizio che viene soltanto con l’età, con anni di studio ed esperienza. Non saranno simili ai delinquenti del tempo d’Eliseo i quali beffavano e schernivano quel profeta di Dio come un vecchio “calvo” e di conseguenza furono castigati. Ricorderanno, invece: “Nei vecchi si trova la sapienza e lunghezza di giorni dà intelligenza”. (Giob. 12:12; 2 Re 2:23, 24) D’altra parte, i genitori non considereranno i loro figli come un peso, come qualche cosa da cui voler essere sollevati ad ogni opportunità. Non penseranno che dovrebbero esser visti e mai ascoltati. Essi hanno bisogno di svilupparsi come oratori, devono esser istruiti per esprimere le lodi di Geova Dio. Geova ha un posto per loro al suo servizio, ha stabilito che la sua organizzazione li riconosca nelle proprie attività di congregazione come nella scuola di ministero, e ha comandato ai genitori d’essere continuamente pronti ad insegnar loro la verità biblica. I genitori devono sorvegliare i loro figli in casa, nelle adunanze e nel servizio del Regno, benché qualche volta possano esser aiutati da altre persone. Gli adulti si comporteranno con i giovani nello stesso modo comprensivo che usa Geova con i suoi figli terreni, ed i giovani dovrebbero prestare agli adulti dedicati la stessa doverosa ubbidienza che gli uomini approvati prestano al Padre celeste.

20. Quale consiglio generale è offerto?

20 I membri della famiglia devono avere sempre rispetto reciproco, senza umiliare gli altri ma lasciando loro una certa dignità. Quando occorre correggere fatelo nel modo in cui gradireste essere corretti. Vi piacerebbe esser rimproverati bruscamente e pubblicamente, davanti ai vostri amici? Non fate questo al vostro coniuge. Vi piacerebbe esser tormentati per banali mancanze? Non irritate quindi i vostri figli. Come genitori, quando correggete i vostri figli vi sostenete reciprocamente oppure formulate una correzione contraddittoria? Fate concessioni ai temperamenti singolari, ai cambiamenti di umore, e agli stati d’animo turbati. Quando sta per scatenarsi una lite, ricordate di usare pazienza e padronanza di voi stessi. Il momento buono per arrestare i litigi è prima che comincino. Allora è più facile. Anziché sapere quando smettere, siate abbastanza avveduti da non cominciare. Il marito dovrebbe essere sufficientemente virile da trascurare le piccole irritazioni, e la moglie non dovrebbe mai lasciare che le lagnanze arrivino al punto deplorevole di urtare. Una moglie che irrita è più un ostacolo che una compagna, e la Bibbia assomiglia il suo continuo borbottare frasi bisbetiche al gocciolio della pioggia: “Le risse d’una moglie sono il gocciolar continuo d’un tetto”. “Un gocciolar continuo in giorno di gran pioggia e una donna rissosa son cose che si somigliano. Chi la vuol trattenere vuol trattenere il vento, e stringer l’olio nella sua destra”. Siate ragionevoli, logici, consistenti, facilmente placati, pronti a perdonare, e pronti a riconoscerlo quando le cose sono ben fatte. — Prov. 19:13; 27:15, 16.

21, 22. Quali suggerimenti sono migliori delle regole, e specialmente quale?

21 Insomma, mostrate amore e misericordia, non prendetevi troppo sul serio, abbiate il senso dell’umorismo, e non soltanto impedirete che mucchietti di terra diventino montagne ma potete ridurre le montagne a mucchietti di terra. Si potrebbero prescrivere molte regole, ma per prescriverne abbastanza da rispondere a tutti i casi bisognerebbe compilare un voluminoso talmud. Questo non è il nostro scopo. Non è necessario; fallirebbe. Invece che aver bisogno di regole da seguire, tipo talmud, abbiamo bisogno d’inculcare in noi princìpi che ci dirigano. In fatto d’unità familiare principalmente un princìpio, quello dell’amore: Amate gli altri come voi stessi; siate gentili e riguardosi verso gli altri come lo siete per voi stessi; trascurate le loro debolezze come siete pronti a fare per le vostre. I nostri numerosi errori e peccati recano difficoltà agli altri, proprio come i loro recano difficoltà a noi, ma la Bibbia dice: “L’amore copre una moltitudine di peccati”. L’amore non tien conto delle offese, dei peccati e delle mancanze, ma li copre, benché siano innumerevoli. Avete voi tanto amore per gli altri da coprire i loro peccati come fate per voi stessi per nascondere i vostri? Predomina tale amore nella vostra famiglia? — 1 Piet. 4:8, NM.

22 Guardate se il vostro amore corrisponde a questa descrizione: “L’amore è longanime e gentile. L’amore non è geloso, non si vanta, non si gonfia, non si comporta indecentemente, non cerca i propri interessi, non viene provocato. Esso non tiene conto dell’offesa. Non si rallegra dell’ingiustizia, ma si rallegra della verità. Esso sopporta ogni cosa, crede a ogni cosa, spera ogni cosa, tollera ogni cosa. L’amore non viene mai meno”. Neppure falliranno i matrimoni basati su quel genere di amore! Naturalmente, essendo entrambi i coniugi imperfetti mancheranno in molte maniere, ma non c’è breccia che questa specie di amore non possa colmare! — 1 Cor. 13:4-8, NM.

23. Che cosa prova la potenza unificante dell’amore?

23 Soprattutto, un comune amore per Geova unirà le famiglie. Esso unisce ora centinaia di migliaia di persone di molte diverse nazioni, razze, colori, lingue, gradi sociali e basi culturali. La sua meravigliosa potenza in questo stupisce questo vecchio mondo, la cui storia fatta d’intrigo politico e guerre sanguinose esprime a gran voce il suo misero fallimento. Non è assai più facile unire una famiglia, che ha pochi membri e minori contrasti? Certamente, e quindi se l’amore verso Geova unisce migliaia e migliaia di persone di molte nazioni e razze non dovrebbe esser difficile che questo comune amore per il Creatore mantenga inviolato il cerchio della famiglia. Lo sta facendo per decine di migliaia di famiglie in molti paesi saldando insieme gruppi familiari mediante la Parola di Dio; infatti la studiano insieme, partecipano in gruppo alle adunanze della congregazione, e adorano insieme nel servizio di campo. La devozione verso Geova li unisce insieme strettamente e armoniosamente. La condotta teocratica nel cerchio della famiglia tiene quel cerchio intatto; tale condotta è specificata per tutti come segue:

24, 25. Come siamo consigliati da Colossesi 3:13-21, 23, 24?

24 “Continuate a sopportarvi l’un l’altro e perdonatevi liberamente l’un l’altro se qualcuno ha motivo di lagnarsi contro un altro. Come Geova vi ha liberamente perdonati, così perdonate anche voi. Ma, oltre a tutte queste cose, rivestitevi di amore, poiché esso è un perfetto vincolo d’unione. E la pace di Cristo controlli i vostri cuori, perché, infatti, foste chiamati ad un unico corpo. E mostratevi riconoscenti. La parola di Cristo abiti riccamente in voi in ogni sapienza. Continuate ad ammaestrarvi e ammonirvi gli uni gli altri con salmi, lodi a Dio, canti spirituali con benignità, cantando nei vostri cuori a Geova. E qualunque cosa facciate in parola o in opera, fate tutto nel nome del Signore Gesù, ringraziando Dio Padre per mezzo di lui. Mogli, siate soggette ai vostri mariti, come si conviene nel Signore. Mariti, continuate ad amare le vostre mogli, e non siate amaramente in collera con loro. Figli, siate ubbidienti ai vostri genitori in ogni cosa, poiché questo è accettevole al Signore. Padri, non esasperate i vostri figli, affinché non siano scoraggiati. Qualunque cosa fate, dedicatevici con tutto l’animo come per Geova, e non per gli uomini, poiché sapete che è da Geova che riceverete la dovuta ricompensa dell’eredità. Voi siete schiavi del Signore Cristo”. — Col. 3:13-21, 23, 24, NM.

25 Applicate dunque questo pratico consiglio di perdono, pace, amore, spiritualità, sottomissione, ubbidienza e tolleranza nel cerchio della famiglia. E se qualche volta riesce difficile — e lo sarà — sforzatevi con tutta l’anima come se lo faceste per Geova. Se questo viene fatto come se fosse per lui ne riceverete il premio da lui, se non da membri della famiglia in grado di apprezzarlo.

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