La Bibbia non è un libro cattolico!
La Bibbia. Nessun altro libro ha avuto amici più leali e ferventi o nemici più acerrimi. A chi ne spetta il credito? Ed è essa indispensabile alla salvezza o se ne può far a meno?
“LA BIBBIA è un libro cattolico”. “No . . . la Bibbia non è la nostra sola guida”. “Prima venne la Chiesa, poi la Bibbia”. Queste sono le tipiche intestazioni degli annunci che apparvero su giornali e riviste statunitensi durante il 1954, a cura dell’Ufficio Informazioni Religiose dei Cavalieri di Colombo.
Fra l’altro questi annunci dichiarano: “I cattolici hanno per la Bibbia vero amore e rispetto. Non potrebbe essere diversamente, poiché la Chiesa Cattolica è la Madre della Bibbia”. “Nel tempo intercorso dalla Crocifissione al tempo in cui le Scritture furono raccolte in un unico Libro, milioni di persone ricevettero e accettarono gli insegnamenti di Gesù Cristo. . . . e morirono senza mai vedere la Bibbia completa”. “Ciò avvenne 1400 anni prima che fosse inventata la stampa e prima che la distribuzione in massa delle Scritture fosse resa possibile. Se Cristo avesse voluto che la Bibbia fosse la sola guida per il Suo insegnamento, avrebbe egli permesso questo ritardo, lasciando che milioni di persone morissero nell’ignoranza della Parola stampata?”
È veramente la Chiesa Cattolica la “Madre della Bibbia”? E cosa si può dire dei Cristiani che non hanno veduto una Bibbia completa prima della fine del quarto secolo? E del fatto che nessuna distribuzione in massa della Bibbia fu possibile prima che Gutenberg inventasse la stampa? Ragioniamo seriamente e sobriamente proprio su questo argomento di controversia alla luce della Bibbia e dei fatti storici.
La Chiesa Cattolica si vanta d’essere la “Madre” della Bibbia a motivo del suo Concilio di Cartagine del 397, nel quale essa fissò il canone della Bibbia secondo il suo parere. In questo canone elencò non soltanto i sessantasei libri generalmente accettati ma anche sette dei libri apocrifi scritti prima di Cristo, i quali libri “nascosti” erano stati rigettati dal Gran Sinedrio di Gerusalemme. Quanto al merito di questi scritti apocrifi Gerolamo, traduttore della Vulgata latina usata dalla Chiesa Cattolica Romana per molti secoli, dice: “Tutti i libri apocrifi dovrebbero essere evitati; . . . essi non sono le opere degli autori di cui portano il nome, . . . contengono molti difetti, . . . il compito di cercare l’oro in mezzo all’argilla richiede molta prudenza”.
È stato asserito che Gesù e i suoi apostoli usassero la versione delle Scritture Ebraiche dei Settanta e ch’essa contenesse questi libri apocrifi. Però, la Versione dei Settanta non incluse sempre questi libri, dato che non erano ancora stati scritti al tempo in cui la Settanta cominciò ad essere tradotta, nel 280 a.C. È quindi discutibile se le copie della Versione dei Settanta che Gesù e i suoi apostoli usarono comprendessero o no questi libri. Una cosa, comunque, è certa: nessun riferimento o citazione dei libri apocrifi viene riscontrata nelle Scritture Greche Cristiane. Perciò, la Bibbia di cui la Chiesa Cattolica Romana si ritiene “Madre” non è certamente la Parola di Dio, nella sua interezza.
Questo non è tutto. Secondo studiosi biblici moderni come Goodspeed, la raccolta delle lettere di Paolo cominciò prima dell’anno 100 d.C., e nello spazio di qualche altro decennio i quattro Vangeli furono pure raggruppati insieme e messi in circolazione. Sei dei dieci cataloghi antichi di data assai anteriore al 397 d.C. riportano il canone con lo stesso elenco che abbiamo oggi, e all’inizio del terzo secolo, ossia 175 anni circa prima del 397 d.C., Origene riportò lo stesso canone nella sua Hexapla (sei versioni della Bibbia in una). Dunque, in considerazione del fatto che c’era accordo generale su ciò che costituiva il canone della Bibbia molto prima dell’anno 397 d.C., e dato che la Chiesa Cattolica aveva aggiunto altri sette libri apocrifi, è chiaro che essa non può pretendere d’essere la “Madre” della Bibbia.
LA BIBBIA COMPLETA?
Dire che milioni di persone che avevano accettato Cristo Gesù morirono durante i primi quattro secoli senza aver mai visto una Bibbia “completa” è far uso di gesuitismo o di argomento disonesto. Dal tempo di Mosè in poi il canone della Bibbia continuò ad essere accresciuto finché Giovanni scrisse il suo vangelo e le sue lettere verso l’anno 98 d.C. Quanto era stato scritto sotto ispirazione in qualsiasi tempo era tutto il necessario per ottenere l’approvazione di Dio e costituiva la completa Parola di Dio per quel tempo. Ne consegue dunque che la Bibbia venne prima della chiesa, perché quando Gesù, il capo e il membro principale della vera chiesa, venne sulla terra, la Bibbia, le Scritture Ebraiche, esistevano già.
Benché fosse egli stesso il Figlio di Dio, Gesù si riferì continuamente all’autorità della Bibbia, dicendo ripetutamente: “È scritto”. Biasimò i suoi oppositori perché non conoscevano “le Scritture, né la potenza di Dio”. Essi avevano la possibilità di esaminare la Parola di Dio. E Paolo lodò i Bereani che controllavano con le Scritture Ebraiche ciò ch’egli, apostolo, aveva loro insegnato. — Matt. 21:13; 22:29; Atti 17:11.
Parimenti Paolo disse a Timoteo, non relativamente alla “Bibbia completa” dell’anno 100, ma relativamente alle Scritture Ebraiche: “Fin dall’infanzia hai conosciuto i sacri scritti che possono renderti saggio per la salvezza mediante la fede relativa a Cristo Gesù. Tutta la Scrittura è ispirata da Dio e utile a insegnare, a rimproverare, a mettere le cose a posto, a disciplinare nella giustizia, affinché l’uomo di Dio sia pienamente capace, del tutto fornito per ogni opera buona”. Notate che la Parola di Dio poteva completamente fornire il Cristiano per ogni opera buona, molto tempo prima che essa divenisse “completa”, secondo l’idea cattolica del termine. — 2 Tim. 3:15-17, NM.
NESSUNA BIBBIA “STAMPATA”?
Gli annunci dei Cavalieri di Colombo riferiscono che per più di mille anni non era esistita nessuna Bibbia “stampata”, come se fosse importante che le copie fossero scritte a mano o stampate. Infatti i primi Cristiani diffusero estesamente la Bibbia benché fossero vissuti mille anni prima che fosse inventata la stampa. Essi riprodussero e divulgarono una gran quantità di copie. Mentre le religioni pagane si vantano dei loro misteri e i libri sacri orientali vengono deliberatamente nascosti alla massa del popolo, questo non si è verificato nel vero Cristianesimo, poiché cinquant’anni dopo la sua nascita era divenuto una fede proclamata, non soltanto facendo il massimo uso dei rotoli ma anche iniziando l’uso dei codici, manoscritti in forma di libri moderni con pagine e copertina. È stato riportato che i primi Cristiani acquistavano e leggevano libri e nello stesso tempo traducevano e diffondevano libri.
Però, quando il Cristianesimo apostata si fuse con la religione pagana, con la filosofia mondana e con le tradizioni religiose per formare la Chiesa Cattolica, ebbe luogo un cambiamento. Al riguardo Goodspeed dice: “Nel Medio Evo la pubblicazione di libri come professione praticamente scomparve. La copiatura di manoscritti fu eseguita ancora fino a un certo limite nelle sale di scrittura di alcuni conventi e palazzi, ma si trattava in massima parte di singole copie, e non risulta che vi sia stata alcuna produzione in quantità come quella antica; le copie non erano fatte sotto dettatura, come si faceva nelle antiche fabbriche di libri”. — Christianity Goes to Press (Il Cristianesimo e la Stampa).
Sì, il ben noto lavoro di copiatura attribuito ai monaci non era fatto per il popolo comune ma per i ricchi e il clero. I monaci facevano copie riccamente decorate e impiegavano molto tempo nella copiatura, spesso consumando due anni per terminare una copia che avrebbero potuto fare in un mese se avessero lavorato assiduamente. Alcuni produssero soltanto una copia durante l’intera vita. A proposito, i monaci erano così indifferenti alla distribuzione della Bibbia che considerarono l’invenzione della stampa una minaccia al loro monopolio della copiatura della Bibbia!
Estremamente riprovevole, però, fu il fatto che tutto questo fu eseguito in latino, non nella lingua del popolo comune. Wycliffe e i suoi associati produssero una Bibbia in inglese verso la fine del quattordicesimo secolo e fu l’unica Bibbia inglese che il popolo comune avesse per 150 anni. I suoi seguaci ne fecero quante poterono, per l’uomo comune e nella sua lingua. Pertanto la pubblicazione della Bibbia non dovette attendere finché fosse inventata la stampa; il popolo comune cominciò ad ottenere copie scritte a mano.
E invece di cooperare in questo lavoro, colei che si vanta d’essere la “Madre” della Bibbia fece tutto quanto poteva per impedirlo, distruggendo tutte le copie che poteva sequestrare e imprigionando e bruciando sul rogo traduttori, copisti e lettori della Bibbia, proseguendo nella sua distruzione di Bibbie fino a questo ventesimo secolo.
Gli annunci dei Cavalieri di Colombo attribuiscono alla Chiesa Cattolica il merito d’aver preservato la Bibbia. È forse oggi l’umanità debitrice a lei della Bibbia? No, non lo è affatto. In primo luogo, due dei più preziosi manoscritti della Bibbia in esistenza, il Sinaitico e l’Alessandrino, furono ritrovati in Paesi non cattolici. Essa non può pretendere d’averli preservati. E in secondo luogo, non si può attribuire il merito d’aver preservato la Bibbia alla Chiesa Cattolica più di quanto non si possa attribuire agli increduli Giudei dei giorni di Gesù il merito d’aver preservato le Scritture Ebraiche.
Il grande Autore della Bibbia è stato pure il suo grande Preservatore. Malgrado tutto quello che i suoi nemici abbiano tentato di fare per distruggerla, sia che fossero deisti, agnostici, atei, pagani o Cristiani professanti, Geova Dio ha provveduto che fosse adempiuta la sua promessa che dice: “La vegetazione appassisce, e il fiore cade, ma la parola detta da Geova dura per sempre”. No, la Bibbia NON è un libro cattolico! È il Libro di Dio. — 1 Piet. 1:24, 25, NM.