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  • Un sacerdote consiglia Einstein
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1956
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La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1956
w56 15/3 pp. 163-164

Un sacerdote consiglia Einstein

UN DISPACCIO dell’Associated Press del 13 aprile 1955 da Atlantic City diceva: “Un eminente educatore cattolico ha esortato oggi gli scienziati, compreso Alberto Einstein, a dedicarsi ai loro neutroni e a smettere di ‘filosofare’. Il rev. Robert Henle, rettore dell’“University Graduate School” di St. Louis, ha detto che la nazione ‘ha una grande quantità di scienziati’ che ‘all’età di 40 anni cominciano a filosofare’. Egli asserì che la maggioranza tra essi non è ‘in grado di farlo’. In un’intervista stampa al congresso annuale dell’Associazione Cattolica Nazionale di Educazione, Henle disse che nei recenti anni Einstein ha filosofato sulla ‘natura e sull’esistenza di Dio’. ‘Mi oppongo al suo far autorevoli dichiarazioni su un assoluto’, disse Henle. ‘Egli non è in grado di parlare dell’esistenza o inesistenza di Dio’”. — Post di New York, 13 aprile 1955.

Secondo la rivista Life del 2 maggio 1955, Alberto Einstein, ora defunto, aveva detto: “Non credo nel Dio della teologia che ricompensa i buoni e punisce i malvagi. . . . Non posso accettare alcun concetto di Dio basato sulla paura della vita o sulla paura della morte, oppure sulla fede cieca”. Da tutte le informazioni risulta che Einstein era di temperamento mite, ed è comprensibile che non potesse credere nel Dio della teologia, un Dio che torturi eternamente le anime in un inferno di fuoco, oppure le bruci per secoli in un fiammeggiante purgatorio finché sulla terra i sacerdoti siano pagati abbastanza da pregare abbastanza per ottenere la loro liberazione.

Questa stessa edizione della rivista Life riportava che Einstein aveva detto: “La presenza di una forza superiore intelligente . . . rivelata dall’incomprensibile universo, forma la mia idea di Dio”. Poiché il Dio della teologia insegnato dalle religioni ortodosse era inaccettabile, Einstein brancolava in cerca di un altro Dio. Egli credeva in uno spirito o intelligenza suprema che si celasse dietro tutte le meraviglie create ed era impressionato dall’ordine universale, come mostra la rivista Time del 2 maggio 1955, citando le sue parole: “Non posso credere che Dio giochi a dadi col cosmos”. La rivista continuava: “Alberto Einstein, che aveva spesso affermato di non poter accettare la dottrina dell’immortalità dell’anima, vagò sull’orlo del mistero e ammise che alle volte questo lo aveva fatto sentire vicino a Dio. ‘Io affermo’, disse una volta, ‘che l’esperienza religiosa del cosmos è la più forte e la più nobile forza direttiva. . . . La mia religione consiste di un’umile ammirazione per l’illimitato spirito superiore che si rivela nei minimi dettagli a noi percepibili con le nostre fragili e deboli menti’”. La Bibbia concorda con Einstein nel “non poter accettare la dottrina dell’immortalità dell’anima”, poiché essa dichiara: “L’anima che pecca sarà quella che morrà”, e dice che perfino il perfetto Gesù “consegnò la sua vita [anima] alla morte”. — Ezech. 18:4; Isa. 53:12, Tintori.

Einstein disse che non poteva accettare qualsiasi concetto di Dio basato sulla “fede cieca”. La fede biblica in Geova Dio non è cieca nel senso di non aver assolutamente alcuna base per essa. La fede è “l’evidente dimostrazione delle realtà benché non vedute”. (Ebr. 11:1, NM) Pur non vedendo elettricità o gravitazione Einstein credette nella loro esistenza perché aveva visto evidenze dimostranti la loro realtà. Senza vedere “l’illuminato spirito superiore” Einstein credette nella sua esistenza a motivo della maestà, della potenza e dell’ordine che aveva riscontrato nell’universo. La Bibbia indica queste meraviglie della creazione come evidenza dell’invisibile Creatore: “Le sue invisibili qualità, perfino la sua eterna potenza e Divinità, si vedono chiaramente fin dalla creazione del mondo, perché sono comprese dalle cose fatte”. (Rom. 1:20, NM) Che la conoscenza e la comprensione delle informazioni della Bibbia siano necessarie per aver fede nel Dio della Bibbia è mostrato da Romani 10:17: “Così la fede vien dall’udire”. Ma la fede nel Dio della teologia ortodossa è una fede cieca perché non è basata sulle verità bibliche, ma piuttosto sulle immaginazioni pagane degli antichi sacerdoti oppure sulle filosofie personali dei ministri moderni. Nessuna persona ragionevole dovrebbe accettare tale concetto di Dio basato sulla fede cieca. Tuttavia, non si dovrebbe permettere che il falso concetto di Dio insegnato dalle religioni ortodosse allontani dal vero Dio della Bibbia. Si dovrebbe studiare la Bibbia per conoscere l’Iddio che ha creato l’universo, senza avere contro di lui i pregiudizi creati dalle falsità religiose.

Se le religioni ortodosse si fossero attenute alla Bibbia forse Einstein si sarebbe attenuto ai suoi neutroni. Se queste religioni avessero insegnato il Dio della Bibbia, e non qualche ripulsiva deità pagana che si pretende torturi anime immaginarie in inesistenti purgatori e inferni di fuoco e zolfo, forse Einstein non avrebbe sentito la necessità di cercare un altro concetto di Dio. Forse Henle dovrebbe rimuovere la trave dal suo occhio prima d’irritarsi per la pagliuzza nell’occhio di Einstein. Egli farebbe bene a cercare di attenersi al Dio della Bibbia che pretende di servire, e abbandonare le dottrine pagane e le tradizioni umane, rinunciare ai titoli adulatori di reverendo e padre che la Bibbia limita a Geova Dio, e rinunciare ai fruttuosi redditizi affari di preghiere per il purgatorio e al gioco della tombola. (Giob. 32:21, 22; Matt. 7:1-5; 21:13; 23:9) Henle accusa Einstein di non attenersi al campo scientifico, ma egli stesso è colpevole di aver deviato dalla sua opera, con cui pretende di servire Dio. Chiaramente Romani 2:1 dice: “Perciò, o uomo, chiunque tu sii che giudichi, sei inescusabile; poiché nel giudicare gli altri, tu condanni te stesso; perché tu che giudichi, fai le medesime cose”.

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