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  • “Un solo corpo” di compartecipi

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  • “Un solo corpo” di compartecipi
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1956
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La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1956
w56 15/2 pp. 120-125

“Un solo corpo” di compartecipi

1. Come dovrebbero essere i commensali del pasto serale del Signore nella loro adorazione e nel loro servizio a Geova, e, a sostegno di questo, a quale “solo corpo” si riferisce Paolo?

GLI Israeliti spirituali, cristiani vincolati dal nuovo patto, dovrebbero serbare indivisa la loro adorazione e il loro servizio a Geova sia individualmente che come congregazione. Ecco perché, dopo aver parlato del calice e del pane del pasto serale del Signore, ad essi l’apostolo dice: “Siccome v’è un solo pane, noi, quantunque molti, siamo un solo corpo, poiché siamo tutti partecipi di quel solo pane”. (1 Cor. 10:17, NM) A quale corpo si riferisce Paolo con le parole “un solo corpo”? Non al personale, carnale corpo di Gesù simbolizzato dal pane senza lievito. No, ma all’intera congregazione di Israeliti spirituali di cui Gesù Cristo è Capo spirituale. Questa congregazione a lui sottoposta è più tardi, in questa stessa lettera di Paolo, chiamata corpo: “Ora voi siete il corpo di Cristo, e membra d’esso ciascuno per parte sua. E Dio [vi] ha collocati rispettivamente nella congregazione”. — 1 Cor. 12:27, 28, NM.

2. Per indicare quale fatto Gesù adoperò un solo pane al pasto serale, e per quale motivo Geova non è partecipe di questo “solo corpo” menzionato da Paolo?

2 Nei primi tre capitoli di questa lettera Paolo dimostra che la congregazione, il corpo di Cristo, dovrebbe essere indivisa nel suo modo di pensare e agire. Dev’essere quindi indivisa nel suo atteggiamento rispetto al pasto serale del Signore e rispetto a tutto ciò che ogni membro della congregazione è obbligato ad essere ed a fare. Se tutti i membri partecipano al pasto serale del Signore, è quindi necessario che siano uniti per formare un solo corpo. Nell’istituire il pasto serale del Signore, Gesù non adoperò che un solo pane, e ciò per indicare che coloro che partecipano al pane ossia al corpo carnale di Gesù costituiscono “un solo corpo” soggetto a lui, quale loro Capo. Gli Israeliti spirituali del nuovo patto che partecipano a questo unico pane senza lievito prendono insieme uno stesso pasto; raffigurano così di essere “un solo corpo”, partecipando agli stessi benefici e privilegi e mangiando alla stessa mensa spirituale. Qualunque sia il loro numero, sono tuttavia “un solo corpo”, poiché sono “tutti partecipi di quel solo pane”. Geova Dio non è partecipe con loro di questo “solo corpo”, poiché egli non ne è membro. Gesù Cristo è il Capo di quel “solo corpo”, ma è sottomesso a Geova. “Il capo del Cristo è Dio”. (1 Cor. 11:3, NM) Come Capo, Geova accettò il sacrificio di Gesù.

3. (a) Quindi quale atto indica che sono tutti “un solo corpo”? (b) Partecipando alla carne e al sangue di Cristo che cosa hanno ricevuto da Dio, e quali altri privilegi hanno potuto ottenere con questo mezzo?

3 Quest’unico pane senza lievito non simbolizza in se stesso il “solo corpo” sottomesso a Gesù. Tale pane simbolizza il corpo umano da Gesù sacrificato. Ciò che indica che tutti i commensali costituiscono “un solo corpo”, “il corpo di Cristo”, è l’atto di mangiare quel pane in comune partecipazione. Partecipando alla carne e al sangue di Gesù Cristo sono stati tutti giustificati da Dio ovvero sono stati dichiarati giusti. Questa loro giustificazione nella carne non è un fine in se stessa, cioè, non si tratta solo di questo; ma tale giustificazione o dichiarazione di essere giusti è stata loro data con un particolare proposito. Quale? Servire come mezzo per offrirsi in sacrificio con Cristo e quindi essere generati da Geova Dio per divenire suoi figli spirituali, una “nazione santa, un popolo di speciale possesso”, in un nuovo patto con lui. (Rom. 5:1, 2, 9; 8:15-17; Giac. 1:18; 1 Piet. 2:9) Così, quali suoi figli spirituali con una speranza di vita celeste Geova Dio li ha unti con il suo spirito, facendoli membri del corpo di Cristo. Mediante ciò egli li ha accettati nel patto per il regno celeste, patto che Gesù menzionò subito dopo il pasto serale del Signore, dicendo ai suoi fedeli apostoli: “Voi siete quelli che hanno persistito con me nelle mie prove; e io faccio un patto con voi, come il padre mio ha fatto un patto con me, per un regno, affinché mangiate e beviate alla mia tavola nel mio regno, e sediate su troni per giudicare le dodici tribù d’Israele”. — Luca 22:28-30, NM.

4. Da quali due cose sono stati santificati, e quindi in che cosa li distingue la loro partecipazione al pasto serale del Signore?

4 Possiamo dunque comprendere come sia loro necessario essere ora giustificati o dichiarati giusti mediante la fede. Essi sono “santificati mediante l’offerta del corpo di Gesù Cristo fatta una volta per sempre”. Ognuno di essi conosce il valore del “sangue del patto per mezzo del quale fu santificato”. (Ebr. 10:10, 29, NM) Questi sono i fatti ch’essi simbolizzano partecipando al pane e al calice di vino. La loro comune partecipazione al pasto serale del Signore li distingue come l’esclusivo, solo corpo santificato sotto Gesù Cristo, il Capo. La loro santificazione dev’essere preservata. — 1 Tess. 4:3, 7.

5. Rispetto alle loro responsabilità, perché devono ricordare Gesù nella carne?

5 Pertanto quale corpo unito e santificato essi riconoscono di avere in comune non solo certi privilegi ma anche certe responsabilità; e a questo riguardo devono ricordare Gesù nella carne. Egli non discese dal cielo alla terra solo per la soddisfazione di vivere nella carne, come i disubbidienti “figliuoli di Dio” dei giorni di Noè. (Gen. 6:1, 4; 1 Piet. 3:19, 20) Egli nacque da una donna e fu fatto carne onde fare di quella carne uso speciale al servizio di Geova. In quel corpo egli soffrì, sopportando in esso il vituperio del palo di tortura, lasciando così un modello a noi che siamo nella carne. In quel corpo egli compì l’opera terrestre di Geova, facendolo anche battezzare in acqua e predicando poi la buona notizia del regno di Dio. Questo corpo da lui offerto in sacrificio non fu quindi gettato nella geenna, ma fu sepolto in una nuova, inusata tomba commemorativa. (Luca 23:53; Isa. 53:9) Coloro che ricevono i suoi benefici devono seguire le sue orme.

6, 7. Che cosa dunque si può dire dei loro corpi mortali, e come devono tutti come un solo corpo serbarsi degni di mangiare il pasto serale del Signore?

6 Quelli che partecipano al pasto serale del Signore devono, come il Signore Gesù, servire Geova Dio. I loro corpi mortali devono essere animati o vivificati mediante il suo spirito che dimora in loro. (Rom. 8:10, NM) Essi devono ubbidire all’esortazione: ‘Presentate i vostri corpi in sacrificio vivente, santo, accettevole a Dio, un sacro servizio razionale’. (Rom. 12:1, NM) Devono deporre la loro vita in sacrificio al servizio di Geova, consumando così la loro vita terrena ma anche vivendo come Cristo. Paolo dice: “Portiamo sempre nel nostro corpo la morte di Gesù, perché anche la vita di Gesù si manifesti nel nostro corpo; . . . onde anche la vita di Gesù sia manifestata nella nostra carne mortale”. (2 Cor. 4:10, 11) I corpi mortali di quelli che partecipano al pasto serale del Signore devono essere serbati puri da ogni immoralità. Ad essi Paolo dice: “Il corpo non è per la fornicazione, ma per il Signore, e il Signore è per il corpo. Non sapete voi che i vostri corpi sono membra di Cristo? Toglierò io dunque le membra del Cristo e ne farò membra di una meretrice? Non sia mai! . . . voi non appartenete a voi stessi, poiché foste comprati con un prezzo. In ogni modo, glorificate Dio nel vostro corpo”. — 1 Cor. 6:13, 15, 19, 20, NM.

7 Portando in sé tale segno, i nostri corpi sono schiavi di Gesù. (Gal. 6:17, NM) I nostri corpi non possono darsi al demonismo, poiché Satana il Diavolo è il capo di quella religione. Ma Gesù Cristo è il Capo del suo corpo, la congregazione. Questo corpo non è chiamato per la divisione, per l’odio razziale, per il nazionalismo, ma per la pace e l’unità. (Col. 3:15; Efes. 2:14-18) Deve serbarsi puro dal lievito della malizia e dell’empietà e tenersi unito come “un solo corpo”, degno di mangiare simbolicamente di quel “solo pane” al pasto serale del Signore e mediante la fede ogni giorno.

8. Nel bere del calice di vino perché devono ricordare il sangue di Cristo e anche le speciali responsabilità di cui sono stati investiti?

8 Mentre bevono del calice di vino i membri del corpo devono ricordare il sangue di Cristo, poiché per esso hanno ricevuto il perdono dei peccati causa della loro giustificazione e sono stati portati nel nuovo patto. Investiti così di speciali responsabilità, bevendo il vino del calice che raffigura il “calice di Geova”, essi fanno comprendere che riconoscono queste responsabilità. Ossia devono “essere ministri di un nuovo patto” e servire il proposito di tale patto. (2 Cor. 3:6, NM) Sono divenuti un “real sacerdozio”, essendo spirituali sacerdoti di Dio e assistenti sacerdoti di Gesù Cristo il Sommo Sacerdote. Questo significa che offrono a Dio i “sacrifici spirituali” di lode e di buone opere. Ciò implica anche la loro morte, morte in sacrificio simile a quella di Gesù, essendo partecipi delle sue sofferenze e sottomessi ad una morte come la sua per rivendicare la sovranità universale di Geova. Significa, come sacerdoti, non aver nulla a che fare con la “mensa dei demoni” e il “calice dei demoni”, ma dare a Geova devozione esclusiva, mettere l’adorazione per lui al primo posto nella vita, aver sempre sulle labbra la conoscenza di lui e servire come messaggeri di Geova, per convertire molti dall’ingiustizia alla Sua adorazione. (1 Piet. 2:5, 9; Filip. 3:9-11; Mal. 2:6, 7) È scritto che essi vinceranno Satana il Diavolo “a causa del sangue dell’Agnello e a causa della parola della loro testimonianza”. — Apoc. 12:11, NM.

QUANDO E COME SI DEVE CELEBRARE

9. Come celebrazione, in che modo il pasto serale non è simile al battesimo?

9 La celebrazione del pasto serale del Signore non è come il battesimo. Il battesimo in acqua viene fatto una sola volta, al principio della condotta cristiana dell’individuo, per simbolizzare pubblicamente che egli si è dedicato a Dio mediante Cristo. Ma riguardo alla celebrazione del pasto serale del Signore, Gesù mentre la stabiliva disse: “Fate questo in ricordo di me”. — Luca 22:19, NM.

10. Perché dev’essere celebrato regolarmente, e per confermare questo come descrisse Paolo il pasto serale del Signore?

10 Deve essere celebrato regolarmente per ricordare ai celebranti ciò che egli voleva significare. Paolo mette in risalto la necessità di celebrare regolarmente. Spiegando alla congregazione di Dio di Corinto che non lo celebravano nel modo giusto, Paolo disse: “Quando vi radunate insieme in un luogo, non è possibile mangiare il pasto serale del Signore. . . . In questo non vi lodo. Poiché io ho ricevuto dal Signore ciò che vi ho anche trasmesso, che il Signore Gesù nella notte in cui stava per essere consegnato prese un pane e, dopo aver reso grazie, lo ruppe e disse: ‘Questo significa il mio corpo che è in vostro favore. Fate questo in memoria di me’. Egli fece la stessa cosa anche relativamente al calice, dopo aver preso il pasto serale, dicendo: ‘Questo calice significa il nuovo patto per virtù del mio sangue. Fate questo, tanto sovente che ne berrete, in ricordo di me’. Poiché ogni volta che mangiate questo pane e bevete questo calice, voi continuate a proclamare la morte del Signore, finché egli giunga”. — 1 Cor. 11:20-26, NM.

11. Fino a quale avvenimento era necessario che lo ricordassero così, e come dimostra questo per chi fosse intesa questa celebrazione?

11 Specialmente durante l’assenza da loro nella carne del Signore Gesù era per essi necessario celebrare, in ricordo della sua morte, finché ritornasse per riceverli presso di sé in cielo. E poiché egli non comincia a radunare le sue “altre pecore” fin dopo il suo ritorno, possiamo comprendere perché il pasto serale del Signore fosse destinato al “piccolo gregge” di Gesù, cioè la congregazione, “il suo corpo”, di 144.000 membri. — Giov. 10:16; Matt. 25:31, 32.

12. Quanto sovente si deve mangiare il pasto serale annualmente, e quanto sovente è stato mangiato fino ad ora?

12 Quanto sovente si deve celebrare? Gesù lo indicò istituendo il pasto serale del Signore nella notte pasquale, il 14 Nisan secondo il calendario biblico, e dicendo poi ai suoi discepoli di continuare a celebrarlo. Vale a dire, in quello stesso giorno di pasqua, che occorre solo una volta l’anno. È molto appropriato celebrarlo annualmente in quel tempo, perché fu in quella data che Gesù diede il suo corpo letterale in sacrificio sul palo di tortura e versò il suo sangue vitale del nuovo patto per il perdono dei peccati. Quello fu il giorno della “morte del Signore”, e questa è la data per commemorarla e proclamarla mediante il pasto serale del Signore. Ma sebbene tale pasto sia stato mangiato solo una volta l’anno la notte del 14 Nisan, lo è stato “sovente” durante i diciannove secoli di vita della congregazione cristiana fino ad oggi. E quest’anno sarà quindi mangiato dal rimanente dei membri del “corpo di Cristo” lunedì sera, fra il tramonto e la mezzanotte del 26 marzo 1956. Pertanto cominciando dal 14 Nisan 33 d.C., il pasto serale del Signore è stato finora celebrato 1.923 volte, ed è in preparazione la celebrazione di quest’anno.

13, 14. Come è stato assente da lui il rimanente dei suoi seguaci anche dopo il 1914 e il 1918?

13 Ma perché questo pasto non fu smesso dopo l’ottobre 1914, quando il Signore Gesù assunse il suo regno alla destra di Geova nei cieli? Perché non fu sospeso almeno dopo che Geova Dio venne al suo tempio spirituale accompagnato da Gesù Cristo quale suo “messaggero del patto”, nella primavera del 1918? — Matt. 25:31; Mal. 3:1.

14 Ebbene, al tempo dell’uno o dell’altro di questi avvenimenti Gesù Cristo non trasferì i suoi seguaci dalla loro condizione nella carne alla propria presenza. Egli li lasciò nella carne e quindi erano ancora “assenti dal Signore”. Rispetto a questo Paolo dice loro: “Noi sappiamo infatti che se questa tenda ch’è la nostra dimora terrena viene disfatta, noi abbiamo da Dio un edificio, una casa non fatta da mano d’uomo, eterna, nei cieli. Poiché in questa tenda noi gemiamo, bramando di esser sopravvestiti della nostra abitazione che è celeste, se pur sarem trovati vestiti e non ignudi. . . . mentre abitiamo nel corpo, siamo assenti dal Signore (poiché camminiamo per fede e non per visione); ma siamo pieni di fiducia e abbiamo molto più caro di partire dal corpo e d’abitare col Signore. Ed è perciò che ci studiamo d’essergli grati, sia che abitiamo nel corpo, sia che ne partiamo”. — 2 Cor. 5:1-3, 6-9.

15. Perciò, per “essergli grati”, che cosa continueranno a celebrare, e fino a quando?

15 Quindi il rimanente, pur essendo ancora assente da lui nella carne, cerca di ‘essergli grato’ ubbidendo al suo comando di mangiare il pasto serale del Signore in ricordo di lui dal quale è assente. Se in questo senso i membri del rimanente sono ancora assenti da lui, da questo punto di vista egli per loro non è venuto né ha mutato il semplice ricordo di lui in una visione letterale e nella presenza con lui in cielo. Perciò il rimanente del “suo corpo” deve continuare a mangiare il pasto serale del Signore fino alla sua glorificazione, anche dopo aver sopravvissuto ad Armaghedon.

16. Quale atteggiamento intimo si deve avere per celebrare il pasto serale del Signore, e che cosa disse in proposito Paolo ai Corinzi?

16 Quando, in questo 14 Nisan o 26 marzo 1956, dopo il tramonto, i membri si raduneranno per celebrare il pasto serale del Signore essi dovranno venire con la giusta attitudine mentale e con il dovuto apprezzamento di cuore per celebrarlo in modo degno dell’occasione, con pieno riconoscimento del significato del pasto serale del Signore. Paolo così consigliò i negligenti, spensierati, egocentrici Corinzi, dicendo: “Conseguentemente, chiunque mangia il pane e beve il calice del Signore indegnamente sarà colpevole rispetto al corpo e al sangue del Signore. Un uomo approvi prima se stesso dopo uno scrutinio, e così mangi del pane e beva del calice. Poiché chi mangia e beve mangia e beve un giudizio contro se stesso se non discerne il corpo. Ecco perché molti fra voi sono deboli e infermi e molti dormono nella morte [spirituale]. Ma se discernessimo quello che siamo noi stessi, non saremmo giudicati. Tuttavia, quando siamo giudicati, siamo disciplinati da Geova, affinché non siamo condannati col mondo. Conseguentemente, fratelli miei, quando vi riunite insieme per mangiarlo, aspettate l’un l’altro. Se qualcuno ha fame, mangi [prima] a casa, onde non vi raduniate insieme [in un luogo] per il giudizio [con il mondo]”. — 1 Cor. 11:27-34, NM.

17. Perché il pasto serale del Signore dev’essere tenuto separato dai pasti ordinari, sebbene Gesù abbia istituito il pasto serale subito dopo la pasqua e alla stessa mensa?

17 È vero che Gesù istituì il pasto serale del Signore dopo che avevano mangiato la pasqua e alla stessa mensa. Ma ciò era dovuto alle circostanze e al rapporto fra i due eventi. Però, non è lecito mangiare insieme un pasto ordinario nel luogo di riunione della congregazione per saziarci di cibo e bevanda e far poi seguire il pasto serale del Signore come una specie di finale. Il pasto serale del Signore dev’essere tenuto separato dagli ordinari pasti serali. Poiché, mediante il suo pasto serale, noi usiamo il pane e il calice per simbolizzare la nostra partecipazione ai benefici spirituali che, per quanto riguarda i membri del rimanente, significano la vita eterna nei cieli. Essi devono considerare l’occasione e gli emblemi, il pane e il calice, degnamente. Parteciparvi indegnamente è peggio che non partecipare affatto, poiché, partecipandovi in modo immeritevole, spregevole, l’individuo attira su di sé la condanna di Dio, per morire con il mondo.

18. Perché l’individuo mangia e beve un giudizio contro se stesso se non ‘discerne il corpo’, e quindi che cosa dovrebbe fare la persona che riceve un giudizio disciplinario da Geova?

18 E perché? Perché, avendo conosciuto il Signore, egli ora non ‘discerne il corpo’ che il Signore offrì in sacrificio. È come se avesse detto: “La mensa di Geova è spregevole”, e quindi il sacrificio su di essa non è senza difetto, perfetto: “La mensa di Geova è contaminata”. (Mal. 1:7, 12, SA) Ciò si avvicina all’azione “colpevole” degli increduli che “mettono di nuovo al palo il Figlio di Dio e lo espongono a pubblica infamia” e che hanno “calpestato il Figlio di Dio e . . . stimato come di valore ordinario il sangue del patto per mezzo del quale fu santificato”. Tale individuo, rendendosi colpevole, si destina ad una punizione molto più severa di quella del violatore del vecchio patto della legge. Viene destinato ad una morte dalla quale non c’è sacrificio per il peccato, poiché peccato volontario, che possa liberarlo. Egli incorrerà nell’“ardente gelosia [di Geova] che consumerà quelli dell’opposizione”. (Ebr. 6:4-8; 10:26-31, NM) Perciò farebbe bene a trarre profitto dal giudizio correttivo e disciplinario datogli da Geova. Dovrebbe discernere ciò che egli stesso è, e correggersi. Se è stato in difetto, dovrebbe tuttavia ubbidire al comando e mangiare il pasto serale del Signore, ma far ciò discernendo il corpo sacrificato del Signore e chiedendo perdono per il proprio peccato. Così questa celebrazione lo rafforzerà a seguire le orme di Cristo più fedelmente durante il nuovo anno.

19. Che cosa dovrebbero discernere i membri della “gran folla” proveniente da tutte le nazioni al pasto serale del Signore, e come riceveranno una grandissima benedizione dalla celebrazione?

19 Solo i membri del rimanente degli Israeliti spirituali, che sono nel nuovo patto come membri del corpo di Cristo, possono ora partecipare al pasto serale del Signore. Però la “gran folla”, gli adoratori di Geova provenienti da tutte le nazioni, popoli, tribù e lingue, possono assistere come spettatori. Essi sono saliti all’elevato “monte dell’Eterno [Geova], alla casa dell’Iddio di Giacobbe”, e radunandosi ora per il pasto serale del Signore devono discernere che si trovano alla presenza simbolica della “mensa di Geova” e del “calice di Geova”. (Apoc. 7:9; Isa. 2:2, 3) E devono in tal modo dimostrare che evitano la “mensa dei demoni” e offrono devozione esclusiva a Geova, confessando che il loro unico mezzo di avvicinarsi a Geova è il sacrificio del suo Sommo Sacerdote, il Signore Gesù Cristo. Così facendo, si troveranno in armonia col rimanente dei compartecipi e saranno uniti con loro come “un solo gregge” sotto il solo Giusto Pastore di Geova. (Giov. 10:14-16) Insieme ad essi riceveranno una grandissima benedizione dalla celebrazione del pasto serale del Signore e considereranno la “mensa di Geova” onorevole e il sacrificio di Cristo su di essa incontaminato e ad onore dell’altare, tutto alla lode e alla gloria dell’unico vivente e vero Dio, Geova.

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