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  • Il matrimonio teocratico in un mondo estraneo

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  • Il matrimonio teocratico in un mondo estraneo
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1957
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La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1957
w57 1/3 pp. 140-147

Il matrimonio teocratico in un mondo estraneo

“Non contrarrai con esse matrimoni. Non darai tua figlia ai loro figli, e non prenderai la loro figlia per tuo figlio; perché essa indurrà con seduzioni tuo figlio a non venir dietro a me, e a servir piuttosto a dèi stranieri”. — Deut. 7:3, 4, Sales.

1. Perché il matrimonio è altamente dignitoso, e che cosa lo renderà sicuro e felice?

IL MATRIMONIO umano fu concepito dalla mente elevata del Dio Altissimo, e fu stabilito da lui nel paradiso terrestre con una coppia perfettamente coniugata. Poiché proviene da una sorgente pura e divina, è qualche cosa di altamente dignitoso, dovrebbe essere intrapreso in modo degno della sua Sorgente e adempiuto secondo la volontà del Dio che benedisse tale unione coniugale. Questo è ciò che lo rende teocratico o soggetto alle regole di Dio. Questo è dunque ciò che porterà le Sue benedizioni e renderà il matrimonio sicuro e felice.

2. (a) Che cosa dovremmo fare per trovare felicità nel matrimonio e sapienza per risolvere i suoi problemi, e perché? (b) Che cosa ha reso la questione così complessa, e come possiamo rendere sia a Dio che a Cesare ciò che spetta a ciascuno?

2 La volontà e le regole di Dio sono state amorevolmente scritte per tutti i coniugati e per quelli che hanno intenzione di sposarsi, nella sua Parola ispirata, la Sacra Bibbia. Se desideriamo la vera felicità nel matrimonio o vogliamo la saggezza per poter risolvere i problemi del matrimonio ci rivolgeremo alla Parola di Dio e impareremo ad essere guidati dai princìpi qui esposti inerenti al matrimonio. Durante i millenni, in seguito al male recato al matrimonio dall’invasione del peccato e della morte la questione del matrimonio è divenuta alquanto complessa a causa di tutte le diverse cerimonie, usanze, disposizioni e leggi che si sono sviluppate fra le molte nazioni, popoli e tribù. Potremmo essere confusi o incerti se non avessimo la Parola di Dio per guidarci e legarci ai divini princìpi del matrimonio. Questi princìpi si applicano al popolo di Dio in tutta la terra, senza alcuna eccezione. Attenendoci ad essi e dando loro la precedenza su tutte le disposizioni umane, renderemo a Dio ciò che appartiene a Dio e nello stesso tempo potremo rendere a Cesare (o governi umani di questo mondo estraneo) ciò che appartiene a Cesare. I Cristiani seguono questa regola di condotta. — Matt. 22:21.

3, 4. (a) Che specie di paternità pose Dio dinanzi a Gesù, e quando cominciò ad adempiersi Isaia 9:5, 6? (b) In che modo e per aver seguito quale condotta Gesù diventa per noi un padre migliore di Adamo?

3 Quando Gesù Cristo venne sulla terra millenovecento anni fa, non si sposò. Egli era il perfetto Figlio di Dio venuto dal cielo e non era sceso sulla terra per prendere moglie, stabilirvisi e divenire un padre umano, legato a questa terra. Geova Dio aveva posto dinanzi a suo Figlio Gesù Cristo una più grandiosa paternità che sarebbe stata di beneficio a incalcolabili moltitudini della famiglia umana, viventi e morti. Quando Gesù nacque da una devota vergine giudea nella piccola città di Betlemme, ciò che Dio aveva predetto di lui cominciò ad avverarsi, e il popolo di Dio sulla terra potette applicare le Sue parole profetiche e dire: “Un fanciullo ci è nato, un figliuolo ci è stato dato, e l’imperio riposerà sulle sue spalle; sarà chiamato Consigliere ammirabile, Dio potente, Padre eterno, Principe della pace, per dare incremento all’impero e una pace senza fine . . . questo farà lo zelo dell’Eterno [Geova] degli eserciti”. (Isa. 9:5, 6) Vogliate notare che oltre agli altri titoli egli avrebbe meritato i nomi di Consigliere e Padre eterno. Prendendo una sposa umana e allevando la propria famiglia egli non avrebbe potuto divenire un Padre eterno per noi, figli del nostro primo padre Adamo che peccò e ci trascinò nella morte.

4 Invece, Gesù Cristo è ora in cielo, pronto a divenire il Padre eterno di tutte le creature umane desiderose di un padre vivificante, un padre in grado di dar loro vita eterna e di essere loro padre eternamente. Gesù Cristo ricevette questo meraviglioso incarico perché non si sposò sulla terra ma piuttosto rinunciò alla possibilità di divenire padre di una sua propria famiglia umana e sacrificò per noi la sua vita umana. L’Onnipotente Dio lo risuscitò dalla morte e lo innalzò al cielo, accettando il suo sacrificio umano a nostro favore. In tal modo Gesù Cristo nella gloria celeste è in grado di trasmettere a noi la vita eterna, se vogliamo accettarla. Egli diventa quindi per noi un padre migliore di Adamo.

5. Con che specie di moglie Dio premia il Figlio?

5 Oltre a conferire a Gesù Cristo maggior gloria in cielo Geova Dio premia il suo amorevole e immolato Figlio anche con una sposa, una “moglie”; questa non è un angelo né qualche altra creatura particolare. Proprio come la “donna” o “moglie” di Geova è un’organizzazione di creature, la sua organizzazione universale, così la “sposa” che egli presenta al Figlio è un’organizzazione di fedeli, sante creature, i suoi 144.000 leali seguaci scelti d’infra il genere umano, che accettano il suo sacrificio. Essi sono rassomigliati ad una gloriosa città celeste piena di abitanti. (Apoc. 21:2, 9-23) Dopo che hanno dato prova della loro pura fedeltà a Gesù Cristo fino alla morte Dio li risuscita alla vita celeste e li dà in matrimonio come classe al Figlio suo. — Apoc. 2:10; 19:7; 20:4, 6.

IL FIDANZAMENTO

6. Quali persone contribuirono a portare membri della sposa in associazione con il loro Capo, e in base a quale usanza umana?

6 Giovanni Battista presentò a Gesù i primi che l’avrebbero seguito, e fu molto felice di fare questi passi iniziali verso il matrimonio del Figlio di Dio. Giovanni disse: “Chi ha la sposa è lo sposo. Ma l’amico dello sposo, che sta ad ascoltarlo [mentre parla alla classe della sposa], prova molta gioia a causa della voce dello sposo. Questo infatti si è adempiuto nella mia gioia”. (Giov. 3:29, NM) Giovanni dunque consegnò la classe della sposa a Gesù Cristo. Anche l’apostolo Paolo ebbe la gioia di portare membri della classe della sposa in associazione con Cristo e di prepararli per la loro unione celeste con lui. Avendoli promessi o fidanzati a Cristo, egli giustamente ebbe molto a cuore che rimanessero incontaminati, fedeli e idonei per essere uniti a Cristo dopo il loro periodo di fidanzamento. Egli disse: “Io son geloso di voi con una gelosia di Dio, perché personalmente vi ho promessi in matrimonio ad un solo marito [non a due o più] onde vi presenti come una casta vergine al Cristo. Ma io temo che in qualche modo, come il serpente sedusse Eva con la sua astuzia, le vostre menti siano sviate dalla sincerità e dalla castità che sono dovute al Cristo”. (2 Cor. 11:2, 3, NM) Ciò corrisponde bene alla comune procedura del genere umano nell’istituire un matrimonio. Non si tratta di rubare una moglie, ma c’è un impegno, fidanzamento o promessa della ragazza verso l’uomo. Segue quindi un certo periodo di tempo prima che la ragazza sia effettivamente data all’uomo e i due siano uniti privatamente nel proprio luogo di dimora.

7, 8. (a) Quali esempi scritturali illustrano la necessità di cura nella scelta di un coniuge? (b) Quali buone ragioni scritturali vi sono per far ciò?

7 Secondo la Parola di Dio un matrimonio nella Sua nazione veniva stabilito dai genitori sia del ragazzo che della ragazza o da un mediatore, chiamato da Giovanni Battista “l’amico dello sposo”. Per la sposa di Cristo Giovanni Battista ebbe cura di scegliere le persone dedicate a Geova Dio e battezzate, cioè i Giudei ravveduti che speravano nel promesso Messia o Cristo. Anche l’apostolo Paolo ebbe cura di scegliere le persone dedicate e battezzate, rivolgendosi sia ai Gentili che ai Giudei in seguito all’autorizzazione di porgere l’invito al matrimonio ad entrambi, Gentili e Giudei. Tale procedura era teocratica. Nel paese pagano di Canaan vi erano molte ragazze, ma Abrahamo rifiutò di accettarne qualcuna per il proprio figlio ed erede, Isacco. Egli ordinò al servo più anziano della sua casa quale “amico dello sposo” di recarsi fuori di Canaan verso il nord da parenti, dalla famiglia del proprio fratello, per scegliere una ragazza per Isacco, poiché essi erano credenti in Geova Dio. — Gen. 24:1-9, 34-41.

8 Vi era una buona ragione di fedeltà per questo: salvaguardare la fede del figlio nel vero Dio sposandolo ad una credente. “Le cattive compagnie corrompono le utili abitudini”. (1 Cor. 15:33, NM) L’intima vita coniugale di un credente con una miscredente potrebbe indurlo a contaminare la propria fede in Dio e così provocare la sua morte spirituale e la sua eterna distruzione per mano del Dio a cui sarebbe infedele. Egli potrebbe essere influenzato in ciò dalla consorte come lo fu Adamo da Eva. Gli stipulatori del contratto matrimoniale erano responsabili di tale triste esito in quanto ne ponevano il fondamento. Dio prevedeva questa possibilità, anzi, questa probabilità. Quindi prima di stabilire in Canaan il suo popolo eletto, l’antica nazione d’Israele, egli gli diede questa legge, non un semplice consiglio: “Non contrarrai con [gli abitanti pagani] matrimoni. Non darai tua figlia ai loro figli, e non prenderai la loro figlia per tuo figlio; perché essa indurrà con seduzioni tuo figlio a non venir dietro a me, e a servir piuttosto a dèi stranieri. — Deut. 7:3, 4, Sales.

9. Che cosa consiglia la lealtà verso Geova rispetto alla scelta di un coniuge e alla celebrazione della cerimonia del matrimonio?

9 La successiva e disastrosa storia degli Israeliti dimostra l’esattezza di quell’avvertimento e la giustizia di quella legge. “Non siate inegualmente aggiogati con gl’infedeli”. (2 Cor. 6:14, NM) Siate dunque teocratici, leali a Geova Dio, nella scelta di una moglie sia per voi stessi che per un figlio o amico. Non rendetevi responsabili di un naufragio spirituale. Non imponete le mani frettolosamente, antiteocraticamente, su una coniuge per nessuno: “E non partecipare ai peccati altrui; conservati puro”. (1 Tim. 5:22, NM) Spetta ad un rappresentante legale della società del nuovo mondo determinare secondo la propria coscienza se dovrà celebrare o no il matrimonio di una coppia inegualmente aggiogata. Se egli decide di compiere la cerimonia nella Sala del Regno o altrove, agisce semplicemente come strumento dell’autorità governativa ed ha almeno l’opportunità di precisare all’individuo mondano o non dedicato le responsabilità del matrimonio per un Cristiano e di incoraggiare tale persona a divenire testimone di Geova come il coniuge.

10-12. (a) Quali usanze si sono sviluppate riguardo alla dote? (b) Quali esempi scritturali dimostrano che non vi è in questo nulla di male? (c) Ma che cosa sarebbe ingiusto, e perché?

10 Il mediatore di matrimonio inviato da Abrahamo offrì molti preziosi doni alla ragazza Rebecca e al fratello e alla madre di lei, prima di portar via Rebecca da casa sua alla casa d’Isacco. (Gen. 24:22, 30, 50-53) In alcune nazioni o fra alcuni popoli si è sviluppata l’usanza di pagare denaro per la sposa o di dare una dote, e perfino la legge del paese riconosce tale usanza. Fra alcuni popoli la dote è data all’uomo dai genitori della sposa; più spesso la dote è il dono o il premio che l’uomo o i suoi genitori danno alla sposa o per la sposa come rimunerazione per il matrimonio. In Africa fra alcune tribù il prezzo per la sposa è chiamato “lobòla” ed è stabilito dal padre della sposa venendo poi consegnato a lui o al suo fratello maggiore, zio della sposa. Questa lobòla potrebbe consistere di denaro o bestiame o di entrambi, e potrebbe anche essere necessario per soddisfare la legge e consuetudine locale ed essere registrato come matrimonio all’anagrafe del villaggio.

11 Fondamentalmente c’è forse qualche cosa di sbagliato in ciò? No. Giacobbe, figlio d’Isacco, pagò per le mogli Lea e Rachele con quattordici anni di lavoro per il loro padre Labano. (Gen. 29:18-28) Davide, che aveva ucciso un gigante, pagò duecento prepuzi del nemico filisteo per sua moglie Mical, figlia del re Saul. (1 Sam. 18:20-27) Perfino Gesù Cristo sacrificò se stesso per la sua “sposa”, la congregazione cristiana di 144.000 membri. (Efes. 5:25) Geova non diede nulla per la sua “donna”, perché egli è il Creatore di lei, la sua santa organizzazione universale. (Isa. 54:5) Non c’è dunque nulla di male nel dare il prezzo della sposa al padre per la perdita della figlia che egli ha allevata e ammaestrata. Ciò che è ingiusto riguardo al prezzo della sposa o lobòla è l’abuso che ne viene fatto. È male, indegno di un Cristiano e antiteocratico, considerarlo non come ricompensa, ma come mezzo per far denaro con la propria figlia, e poi far pagare una somma eccessiva o estorcere più di ciò che è giusto o esigere qualche cosa che costituisca un grande peso.

12 Dio odia tutti i colpevoli di estorsione, compresa l’estorsione del prezzo della sposa, praticata da quelli che commerciano le proprie figlie. Ogni persona così avara che si professa cristiana diverrà soggetta alla scomunica o disassociazione dalla congregazione cristiana in qualsiasi momento commetta estorsione nel caso di lobòla o prezzo della sposa. Paolo disse: “Ora vi scrivo di cessar di mischiarvi con chi si chiama fratello ed è fornicatore, o avido, o idolatra, od oltraggiatore, o ubriacone, o ricattatore e di non mangiare neppure con un tal uomo. . . . ‘Togliete il malvagio di mezzo a voi’”. (1 Cor. 5:11, 13, NM) Chi commette estorsione fissa un prezzo irragionevolmente alto, non tenendo conto delle circostanze ed esigendo più che una giusta ricompensa per la perdita di una figlia. L’avarizia dell’uomo per il denaro sarà specialmente manifestata quando l’alto prezzo da lui richiesto renda impossibile ad un Cristiano di ottenere la figlia di lui ed egli insista sul suo prezzo eccessivo fino a sposarla ad un pagano che possa pagare. Ciò rivela mancanza di amore per i fratelli e un dannoso amore per il denaro. — 1 Tim. 6:10.

13. (a) Perché un padre non dovrebbe accettare denaro da un mondano per la figlia cristiana? (b) Quale condotta potrebbero seguire i figli o le figlie qualora i genitori violassero la regola scritturale, e perché?

13 Non è affatto teocratico ricevere da un mondano qualsiasi somma di denaro in pagamento della sposa per dargli in matrimonio una dedicata figlia cristiana. Ciò facendo non si segue l’esempio della rigorosa legge di Geova ad Israele, ma si mette in pericolo l’eterno benessere della figlia, assoggettandola così ad un mondano non dedicato. Il fratello colpevole dev’essere almeno escluso da certi speciali privilegi di servizio nella congregazione cristiana. Potrebbe non essere scomunicato per questa azione, come potrebbe non esserlo in un altro luogo il genitore che permetta al figlio o alla figlia di sposarsi fuori della società del nuovo mondo, oppure lo stesso figlio o la stessa figlia che si sposi così ‘fuori del Signore’, fuori della verità. Ma tali persone non sono buoni elementi da scegliere come sorveglianti di congregazione o servitori di ministero. Sono cattivi esempi ai credenti. Se i figli o le figlie rifiutano di sposarsi con mondani e pagani, non sono colpevoli di disubbidienza al comandamento di onorare il padre e la madre, dal momento che i genitori, contrattando matrimoni col mondo, non mostrano d’essere “in unione col Signore”. I figli e le figlie che vi si oppongono cercano soltanto di restare “in unione col Signore”, e ciò è giusto. — Efes. 6:1-4, NM.

14. (a) In che caso sarebbe appropriato che un Cristiano pagasse per una sposa? (b) Tuttavia perché è consigliabile che i genitori desistano dall’esigere il prezzo per la sposa?

14 Dovrebbe un Cristiano pagare denaro per la sposa? Sì, qualora questa fosse l’usanza prevalente e né lui né i genitori fossero in grado di ottenere la ragazza in nessun altro modo. Se offrire qualche dono secondo le possibilità di chi cerca moglie sarà accettato come simbolo o segno di apprezzamento e di devozione per la sposa, sarà bene farlo. Non è lecito rapire la sposa. Quindi pagate per ciò che desiderate se non riuscite a spiegare la vostra posizione cristiana ed ottenere qualche concessione o riceverlo gratuitamente. Generalmente per i beni acquistati si paga il prezzo del mondo. Il solo fatto che si facciano abusi sul prezzo per la sposa o lobòla non rende la pratica ingiusta. Paolo come ministro in servizio continuo aveva diritto al soccorso da parte della congregazione che serviva, ma egli non l’accettò né ne fece richiesta, per non abusare del proprio privilegio e perdere l’approvazione di Dio. Egli non accettò doni dalla congregazione di Filippi. (1 Cor. 9:6-18; Filip. 4:15-18) Paolo rifiutò di fare un regalo in denaro al governatore romano Felice perché non voleva abbassarsi a corrompere ma voleva essere liberato soltanto in base alla pura giustizia. (Atti 24:26, 27) Quindi è consigliabile che i genitori cristiani desistano dall’esigere il prezzo per la sposa o la dote onde non imitare questo mondo facendo un abuso del privilegio e provocando turbamenti spirituali. Comunque dobbiamo lasciare che ognuno sia guidato dalla propria coscienza.

15. (a) Quale veduta circa il prezzo per la sposa dovrebbe avere una moglie africana e cristiana? (b) Che cosa si dovrebbe fare se l’iscrizione nel villaggio fosse negata per mancanza di pagamento per la sposa?

15 La moglie cristiana sposata con un miscredente il quale esiga il pagamento della sposa per una figlia non può controllare la situazione, ma può dare suggerimenti al marito. Le spose cristiane che sono state acquistate col pagamento in denaro per la sposa non dovrebbero vantarsi né sentirsi umiliate a causa della grandezza o piccolezza della somma pagata. Nessuna moglie cristiana dovrebbe umiliare un’altra ricordandole che è una sposa di poco prezzo, né dovrebbe farlo un marito cristiano per svergognare la propria moglie. Egli è sottoposto al comandamento divino di amare la moglie ed ella di amare lui. (Efes. 5:25, 28-33; Tito 2:4) Se c’è amore per i nostri fratelli questo imprudente paragone di noi stessi con altri o questo disprezzo di altri non avrà luogo. Il numero di mogli prese senza pagamento di denaro per la sposa continua a superare il numero di quelle acquistate a pagamento, e questo maggior numero di mogli non dev’essere biasimato solo per questo. Se un matrimonio africano è stato celebrato senza pagamento di lobòla o prezzo per la sposa e l’ufficio del registro nel villaggio non accetterà il matrimonio per tale motivo, i coniugi non dovranno preoccuparsene. Essi possono e devono registrare il matrimonio presso la loro congregazione locale. Qui specialmente è molto vitale che gli sposi siano in buone relazioni con la società del nuovo mondo.

NON C’È UN ESPERIMENTO MATRIMONIALE, MA UN PURO FIDANZAMENTO

16. (a) Quanto durevole è il matrimonio basato su un pagamento per la sposa? (b) Che cosa dunque non dovrebbe fare il padre della sposa e soltanto in quali circostanze può farlo?

16 Quando un genitore accetta il pagamento in denaro per la sposa e dà la figlia in matrimonio, tale matrimonio è permanente. A meno che la sposa non diventi ora adultera in violazione dei suoi doveri coniugali, il matrimonio non può essere annullato solo perché il marito è insoddisfatto e decide di sbarazzarsi della ragazza rimandandola a suo padre e richiedendo la restituzione del denaro pagato per la sposa. Secondo la legge della Parola di Dio il matrimonio non può essere annullato con il semplice ritorno a casa della ragazza e la restituzione del denaro pagato per la sposa. Un padre cristiano dunque non può sentirsi libero di risposare la figlia ad un altro uomo sia per lobòla che per nessun pagamento di denaro per la sposa. Far questo significherebbe indurre la figlia a commettere adulterio, a meno che il marito che l’ha mandata via non si sia sposato di nuovo, o non abbia avuto relazioni sessuali con un’altra donna, oppure non sia morto.

17, 18. (a) In qual caso soltanto può l’uomo aver relazioni con la donna qualora il prezzo per la sposa non sia stato tutto pagato? (b) In qual modo la legge di Dio faceva distinzione fra le vergini fidanzate e le vergini non fidanzate? (c) Che cosa merita la seduzione di una vergine, e perché?

17 Un uomo potrebbe non accordarsi su un certo prezzo per la sposa o su una dote e quindi avendo pagato una caparra sentirsi autorizzato a prendere la sua futura sposa e aver con lei relazioni sessuali per fare una prova del matrimonio con lei. Se non è soddisfatto, la legge di Dio non lo autorizza a restituire la ragazza e riprendersi la caparra del prezzo per la sposa. Finché egli non avrà finito di pagare la sua dote non avrà diritto di aver con lei rapporti sessuali. Egli è soltanto fidanzato con lei, e unirsi a lei sessualmente durante tale periodo di fidanzamento significa contaminarla e commettere immoralità, fornicazione. Nell’antico Israele quando una ragazza era promessa in matrimonio ad un Israelita, era ritenuta santificata per lui e veniva trattata come se fosse sposata con lui, in modo diverso da una vergine non fidanzata che aveva relazioni con un uomo. “Se uno seduce una fanciulla non ancora fidanzata e si giace con lei, dovrà pagare la sua dote e prenderla per moglie. Se il padre di lei rifiuta del tutto di dargliela, paghi la somma che si suol dare per le fanciulle”. — Eso. 22:16, 17; Deut. 22:28, 29.

18 Non così per una ragazza fidanzata: “Quando una fanciulla vergine è fidanzata, e un uomo, trovandola in città, si giace con lei, condurrete ambedue alla porta di quella città, e li lapiderete sì che muoiano: la fanciulla, perché essendo in città, non ha gridato; e l’uomo perché ha disonorato [chi?] la donna del suo prossimo”. (Deut. 22:23, 24) Perciò quando la vergine Maria fu trovata incinta durante il tempo del suo fidanzamento con Giuseppe, egli voleva allontanarla o divorziare da lei segretamente per impedire che fosse lapidata come una infedele vergine fidanzata. (Matt. 1:18, 19) In Messico e a Singapore un matrimonio può essere annullato se risulta che la sposa abbia commesso immoralità durante il suo fidanzamento. Sedurre una vergine, violare la sua verginità e fare che si senta costretta a sposarlo, non è per un uomo un passo puro e cristiano verso il matrimonio, ed è buon motivo per disassociare dalla congregazione cristiana il violatore, e anche la vergine se avrà consentito appassionatamente alla violazione.

19, 20. (a) Perché i fidanzati non possono aver relazioni sessuali fra loro, e quale responsabilità ricade sui genitori a questo riguardo? (b) Quale azione della congregazione merita la fornicazione, e quindi quando soltanto potrebbero tali persone sposarsi religiosamente?

19 Se durante il periodo di fidanzamento il giovane e la ragazza promessi in matrimonio hanno relazioni sessuali fra loro, questa sarà una relazione illegale, perché il matrimonio non è stato ancora legalizzato e i promessi sposi non sono stati dichiarati marito e moglie con pieni privilegi matrimoniali. Che limitino l’atto sessuale soltanto a se stessi non vuol dir niente; è sempre impurità morale, fornicazione. Ciò significa permettersi di fare qualche cosa senza aver ottenuta una licenza legale. È un atto di incontinenza o mancanza di controllo di sé nel cedere alla bramosia sessuale. È da parte dei fidanzati una condotta dissoluta, quindi un’opera della carne in lotta contro lo spirito. Se i genitori lo permettono o anche se lo avvertono e lo rendono possibile, diventano delinquenti, venendo meno ai loro doveri teocratici. Qui c’è un buon motivo per disassociare i fidanzati per fornicazione, sia che dal rapporto risulti una gravidanza o no, e i genitori per aver considerato la fornicazione con sanzione e approvazione. — 2 Piet. 1:6; Gal. 5:19-21.

20 Un rappresentante legale della congregazione non può celebrare il matrimonio di tali impuri fidanzati mentre sono disassociati. Per i fidanzati immorali un passo verso il risanamento spirituale è confessare il loro peccato a Dio, poi al comitato della congregazione; esprimere il loro pentimento e manifestarlo astenendosi da ulteriori relazioni impure fra loro e sottomettendosi al periodo di prova e alle esigenze che il comitato della congregazione impone loro prima di poter concedere un matrimonio religioso.

21. Che cosa non dovrebbero fare i genitori per non esporre i giovani alla fornicazione?

21 È dunque contrario al buon giudizio, per i genitori, permettere o anche incoraggiare una figlia di quindici o sedici anni ad andare lontano da casa, trovar lavoro e prendere una camera in affitto solo per essere vicina al fidanzato. Similmente significa esporre i giovani alla fornicazione che i genitori permettano ad una coppia non sposata, un giovane e una ragazza, di fare insieme un viaggio di vacanza o una gita ciclistica e di campeggio per una o due settimane. Permettere ai due giovani in vacanza di campeggiare insieme li espone a una tentazione che spesso conduce alla fornicazione. L’apostolo Paolo dice: “Tenetevi lontano da ogni specie di malvagità”. — 1 Tess. 5:22, NM.

22. Quando può esservi una particolare tentazione di sposarsi fuori dell’unione col Signore, ma con quale responsabilità e colpevolezza?

22 Ognuno ha il dovere di osservare gelosamente questo divino consiglio di sposarsi soltanto nei ranghi del dedicato popolo di Geova Dio, in seno ai fedeli seguaci del suo Figlio Gesù Cristo. Nei luoghi in cui le ragazze superano in numero i fratelli che possono sposarsi c’è la tentazione di darle in matrimonio a uomini mondani solo per assicurarsi che prendano marito o che i genitori siano liberati da un peso. D’altra parte, dove vi sono meno ragazze da marito di quanto vi siano fratelli c’è un’appassionata tendenza ad ignorare la legge e l’ammonimento di Dio e sposarsi ‘fuori dell’unione col Signore’, fuori della società del nuovo mondo. Chi lo fa oppure chi dispone affinché un altro lo faccia deve assumerne la responsabilità davanti al Dio del puro matrimonio teocratico e deve riconoscere la propria colpevolezza per tutte le cattive conseguenze di tale impari unione.

23. (a) Quali precauzioni si dovrebbero prendere per garantire un matrimonio felice e teocratico? (b) Come si dovrebbe mantenere il fidanzamento?

23 Poiché alla solenne disposizione del matrimonio sono legate tante gravi questioni, ciascuno dovrebbe investigare scrupolosamente ogni circostanza riguardante il coniuge desiderato e poi determinare se sia teocratico o possa condurre a felici legami proporre un matrimonio o accettare una proposta di matrimonio. Chi si impegna con un fidanzamento dovrebbe mantenerlo puro con una casta condotta morale affinché abbia luogo un’unione incontaminata come quella di Gesù e della sua sposa: “per presentare a se stesso la congregazione nel suo splendore, senza macchia o grinza o alcunché di simile, ma perché sia santa e senza difetto”. — Efes. 5:27, NM.

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