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  • Si vuole forse nascondere il nome di Geova?
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1958
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La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1958
w58 1/6 pp. 348-349

Si vuole forse nascondere il nome di Geova?

DIO, il grande Creatore dell’universo, si diede un nome particolare. Perché? Perché, come ci dice l’apostolo Paolo, “vi sono molti ‘dei’ e molti ‘signori’”, e perciò per distinguersi da tutti gli dèi inferiori e falsi, il Creatore e Supremo Sovrano diede a se stesso un nome singolare. — 1 Cor. 8:5.

Nelle Scritture Ebraiche questo nome è rappresentato da quattro consonanti, JHVH. Mentre questo nome singolare ricorre almeno 6.823 volte nel testo ebraico, le comuni Bibbie italiane lo sostituiscono con i termini “Signore” o “Eterno” riportandolo soltanto nelle note in calce: la Versione Riveduta adopera “Jahveh” e “Geova”, le versioni cattoliche “Jahvè”. Soltanto Il Nuovo Testamento e I Salmi per opera del prof. O. Cocorda e la Traduzione di G. Luzzi riportano il nome molte volte nel testo.

Tuttavia, la Versione Standard Americana del 1901 rese giustizia a questo nome, rendendolo “Geova” in ognuna delle sue 6.823 ricorrenze. Spiegando perché lo fecero, i traduttori di quella versione, dichiararono fra l’altro nella loro prefazione: “Questo nome personale, così spesso adoperato in relazione a cose sacre, viene ora rimesso nel testo sacro al posto a cui ha un incontestabile diritto. I testimoni di Geova sono pienamente d’accordo con questa decisione e perciò hanno preferito la Versione Standard Americana alle traduzioni che non riportano il nome di Geova.

Questo spiega anche perché, in una lettera del 20 agosto 1944, indirizzata al soldato americano Richard Boeckel, che si trovava in difficoltà con i suoi superiori a causa della sua posizione scritturale nei confronti della guerra, la signora Ida Eisenhower scrisse: “Come madre del generale Eisenhower e testimone del grande Geova degli eserciti (lo sono da 49 anni) sono lieta di scriverti per esortarti alla fedeltà”. Ed è anche per questo motivo che quando suo figlio Ike completò il corso all’Accademia Militare di West Point nel 1915, ella gli regalò una copia della Versione Standard Americana della Bibbia come appare chiaramente da una fotografia pubblicata dall’Illustrated London News del 2 febbraio 1957.

Tuttavia, commentando il giuramento fatto dal presidente Eisenhower mentre aveva la Bibbia aperta al Salmo 33:12, la stampa non citò quella scrittura dalla Versione Standard Americana della Bibbia: “Beata la nazione il cui Dio è Geova, il popolo che egli ha scelto per sua eredità”. No, ma la stampa citò il versetto dalla Versione del Re Giacomo: “Beata la nazione il cui Dio è il SIGNORE; e il popolo che egli ha scelto per sua eredità”. A proposito, si noti che il salmista non avrebbe detto nulla di particolare se il nome del Dio d’Israele fosse stato semplicemente “Signore”, poiché ogni specie di falsa deità è riconosciuta come “signore”.

Perché viene fatta questa sostituzione del termine “SIGNORE” al nome “Geova”, e da chi? Vuol forse la stampa lasciare il nome di Geova nell’oscurità come hanno fatto le comuni versioni della Bibbia? Che ciò sia veramente accaduto lo dimostra Jack Anderson, collaboratore di Drew Pearson, nella rubrica di quest’ultimo, “Washington Merry-Go-Round”, le cui parole furono riportate nel giornale Free Press di Detroit del 19 dicembre 1956:

“Il presidente Eisenhower, la cui madre un tempo vendeva trattati per i testimoni di Geova, sta cercando un modo delicato per togliere il nome della sua famiglia da questo gruppo. Egli è imbarazzato per il fatto che i testimoni di Geova non salutano la bandiera e non prestano servizio militare. . . . Certi informatori riferiscono che la madre del Presidente venne influenzata nella sua vecchiaia da un’infermiera che apparteneva alla setta. Essendo interessata nella Bibbia, la signora Eisenhower volentieri accettò di aiutare i testimoni di Geova a diffondere trattati biblici. . . . Ora i fratelli Eisenhower vorrebbero trovare un modo garbato per far sapere che la loro madre non fu in realtà una Testimone di Geova”.

“Non fu in realtà una Testimone di Geova”, e lo fu solo “nella sua vecchiaia”. Come si può affermare ciò, quando nel 1944 ella scrisse a Boeckel di essere “testimone del grande Geova degli eserciti (lo sono da 49 anni)”?

L’atteggiamento di coloro che sostituirono il versetto del Salmo 33:12 della Versione Standard Americana con un altro in cui il nome di Geova non compariva, a scopo di eliminarlo, è simile a quello di un governante del mondo antico. Quando, circa 3.500 anni fa, Mosè si presentò al Faraone d’Egitto in nome di Geova, quel governante disse beffardamente: “Chi è Geova, che io debba ubbidire alla sua voce e mandar via Israele? Io non conosco affatto Geova e, per di più, non manderò via Israele”. — Eso. 5:2.

Come i governanti moderni, Faraone preferì ignorare il nome di Geova. Ma Dio fece conoscere a Faraone chi Egli era, allorché mandò su di lui una piaga dopo l’altra, proprio come lo aveva avvertito: “Per questa ragione io ti ho mantenuto all’esistenza, per mostrarti la mia potenza e per far proclamare il mio nome in tutta la terra”. E quando infine Faraone e il suo esercito furono inghiottiti dalle acque del mar Rosso, Faraone dovette ammettere la sua sconfitta e riconoscere che il Dio degli Israeliti, Geova, è certamente il Supremo. — Eso. 9:16.

E come le piaghe gradatamente costrinsero Faraone a rendersi conto del significato del nome di Geova, così nei tempi moderni, la predicazione dei testimoni di Geova tormenta i governanti del mondo e li costringe a rendersi conto della Sua potenza. E poiché essi, come il Faraone dell’antichità, sono decisi a voler ignorare Geova, saranno costretti a riconoscerlo in un modo che ad essi non piacerà, quando egli li distruggerà nella “guerra del gran giorno di Dio l’Onnipotente”, chiamata Armaghedon. — Apoc. 16:14, 16.

Allora sarà adempiuta la preghiera del salmista: “Siano confusi e periscano; e sappiano che tu solo, il cui nome è Geova, sei l’Altissimo sopra tutta la terra”. — Sal. 83:17, 18, SA.

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