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  • Che cosa riscattò Cristo?

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  • Che cosa riscattò Cristo?
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1959
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  • COME RICONQUISTARE CIÒ CHE ERA PERDUTO
  • COME FU PROVVEDUTO IL RISCATTO PER L’UOMO
  • PERCHÉ È NECESSARIA LA FEDE NEL RISCATTO
  • QUANDO I BENEFICI DEL RISCATTO SARANNO APPLICATI IN GENERALE
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La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1959
w59 15/2 pp. 108-111

Che cosa riscattò Cristo?

Perché il riscatto è importante? Chi ne avrà beneficio?

NEGLI anni dopo il 1930 il rapimento era un delitto popolare fra i ricattatori. Era un mezzo di facile guadagno. La vittima veniva presa e trattenuta per un riscatto stabilito che variava secondo le sue possibilità finanziarie o quelle dei suoi amici. Quando la somma richiesta veniva pagata costituiva il riscatto perché otteneva il rilascio della vittima. La parola “riscatto” è definita nel Novissimo Dizionario della Lingua Italiana di Fernando Palazzi: “Il prezzo pagato per riscattare; redenzione, liberazione da schiavitù”.

Un riscatto non deve necessariamente essere in denaro. Può essere qualsiasi cosa di valore. Può consistere anche di uomini. Nel 1780 un trattato fra Francesi ed Inglesi specificò che un vice ammiraglio francese o un ammiraglio inglese potevano essere riscattati con sessanta prigionieri di guerra. Il riscatto variava secondo il grado dell’ufficiale.

Tutto il genere umano ha bisogno di un riscatto. Tutti si trovano in una condizione di schiavitù a causa di ciò che accadde molto tempo fa allorché vi erano solo due abitanti umani sulla terra: Adamo ed Eva. Quella prima coppia umana venne creata perfetta con la prospettiva della vita eterna. Essi erano liberi e avevano la prospettiva di una vita pacifica dedicata a sottomettere la terra e riempirla di creature umane perfette come loro. “E Dio li benedì e Dio disse loro: ‘Crescete e moltiplicatevi e riempite la terra e assoggettatevela’”. — Gen. 1:28.

Era soltanto giusto che Dio esigesse l’ubbidienza di queste due sue creature intelligenti. Egli diede loro l’opportunità di dimostrare quale condotta avrebbero scelto di seguire e diede loro il leale avvertimento di ciò che sarebbe accaduto se avessero disubbidito. (Gen. 2:16, 17) Ma nonostante l’avvertimento essi disubbidirono mangiando il frutto dell’albero che fu detto loro di non mangiare. Poiché peccato significa disubbidienza alla legge di Dio o trasgressione della sua volontà, si può dire che Adamo ed Eva peccarono.

Poiché ignorarono l’avvertimento e trasgredirono l’espressa volontà di Dio divennero schiavi del peccato e sotto la condanna di morte. Per loro non vi era alcuna possibilità di liberazione, e questo significava che i loro figli sarebbero nati nella stessa condizione di schiavitù in cui essi si trovavano. Questa situazione potrebbe essere paragonata a quella di un uomo e una donna che sono in schiavitù. I loro figli non nascerebbero liberi ma erediterebbero la condizione di schiavitù dei loro genitori. Così è stato di tutti i discendenti di Adamo ed Eva. “Ecco perché, come per mezzo di un sol uomo il peccato entrò nel mondo e per mezzo del peccato la morte, e così la morte si estese a tutti gli uomini perché essi ebbero tutti peccato”. — Rom. 5:12.

Tutto il genere umano ha ereditato il peccato e la condanna di morte da Adamo perché la sua forza vitale venne da lui mediante la procreazione. Il suo peccato fu trasmesso agli uomini come alcune malattie possono passare dai genitori ai figli.

COME RICONQUISTARE CIÒ CHE ERA PERDUTO

Per il loro atto di disubbidienza Adamo ed Eva persero la vita umana perfetta. Non erano più perfetti agli occhi di Dio; e col passar del tempo l’imperfezione ereditata sarebbe divenuta sempre più manifesta nel fisico dei loro discendenti. Essi persero pure il diritto di vivere nel paradiso di Eden e di goderne gli abbondanti frutti. Oltre a ciò persero la prospettiva di vivere indefinitamente, di popolare la terra di creature umane perfette, e di assoggettare la terra trasformandola in un grande, pacifico giardino. Per quanto grandi fossero queste perdite ve n’era una ancora maggiore, ed era la perdita della loro giusta posizione dinanzi a Dio.

Era al di sopra del potere degli uomini riscattare o riacquistare ciò che era perduto. Essi non potevano liberarsi dalla schiavitù del peccato e della morte con i propri sforzi. Ciò di cui avevano bisogno era un riscatto che avrebbe recato liberazione, ma questo doveva venire da una fonte esterna. Nessun discendente di Adamo poteva provvederlo. “Nemmeno uno di loro può in alcun modo redimere perfino un fratello, né dare a Dio un riscatto per lui”. — Sal. 49:7.

Il riscatto necessario per liberare l’uomo doveva avere lo stesso valore di Adamo. Poiché fu un uomo perfetto che perse la vita per il genere umano era necessaria una vita umana perfetta per redimerla. Nessuno dei discendenti di Adamo era uguale a lui nella perfezione, e quindi nessuno poteva essere il riscatto necessario. Anche la vita animale non aveva sufficiente valore. I sacrifici animali degli Israeliti potevano tutt’al più raffigurare il sacrificio umano perfetto che avrebbe potuto riscattare l’umanità.

Spargendo il sangue di animali in quei sacrifici veniva messo in evidenza un altro fatto, e cioè, che vi doveva essere spargimento di sangue perché l’uomo potesse essere liberato dagli effetti del peccato di Adamo. Questo perché la vita di una creatura è nel sangue. In Ebrei 9:22 è scritto: “Sì, quasi tutte le cose son purificate col sangue secondo la Legge, e se non si versa il sangue non ha luogo nessun perdono”. Quindi la vita di un uomo perfetto, rappresentata dal suo sangue, doveva essere offerta per redimere ciò che Adamo aveva perduto.

COME FU PROVVEDUTO IL RISCATTO PER L’UOMO

Solo Geova Dio poteva provvedere un appropriato riscatto per i discendenti di Adamo. Lui soltanto poteva portare all’esistenza un uomo la cui forza vitale non provenisse da Adamo. Questo venne compiuto trasferendo la forza vitale di uno dei suoi figli spirituali nel grembo di Maria. Mediante il normale processo di nascita, nacque una creatura umana perfetta la cui vita non venne da Adamo mediante procreazione. Per questo Cristo era perfetto e libero dal peccato ereditario. Egli non era schiavo del peccato e della morte.

Poiché Cristo venne nel mondo in questo modo, era una creatura umana perfetta con tutti i diritti della vita umana che Adamo aveva prima di peccare. Egli era uguale ad Adamo e quindi era l’appropriato riscatto per il genere umano. Se fosse stato un’incarnazione, uno spirito rivestito di carne, non sarebbe stato uguale ad Adamo. Come tale non avrebbe avuto i diritti della vita umana e non avrebbe potuto riscattare il genere umano. Solo rinunciando alla sua vita come creatura spirituale e divenendo una creatura umana mediante il processo della nascita egli poté acquistare questi diritti. “Egli annichilì se stesso e prese la forma di uno schiavo divenendo simile agli uomini”. (Filip. 2:7) Poiché non era un’incarnazione egli era “come i suoi ‘fratelli’ sotto tutti gli aspetti”. — Ebr. 2:17.

Cristo non fu obbligato a rinunciare alla vita umana e ai suoi diritti per riscattare i discendenti di Adamo. Lo fece volontariamente. Fu un atto d’amore da parte sua. “Come il Figlio dell’uomo non è venuto per essere servito, ma per servire e per dare la sua anima come riscatto in cambio di molti”. — Matt. 20:28.

Il terzo giorno dopo la sua morte sul palo, Cristo fu risuscitato come creatura spirituale con diritto alla vita celeste. Pietro attestò questo allorché disse: “Infatti, anche Cristo morì una volta per sempre in quanto ai peccati, un giusto per gli ingiusti, affinché vi conducesse a Dio, essendo messo a morte nella carne, ma reso vivente nello spirito”. (1 Piet. 3:18) Come spirito egli era in grado di presentare a Dio il valore della sua vita umana sacrificata come prezzo di riscatto per redimere i discendenti di Adamo.

Ma questo riscatto non reca una redenzione indiscriminata a tutti gli uomini. Quelle persone che persistono nel seguire la condotta di Adamo di disubbidienza a Dio non avranno il beneficio del riscatto. Fu predisposto per coloro che non avrebbero seguito la condotta cattiva ma per coloro che sarebbero stati ubbidienti e avrebbero mostrato fede. “Chi esercita fede nel Figlio ha vita eterna; chi disubbidisce al Figlio non vedrà la vita, ma l’ira di Dio resta su di lui”. — Giov. 3:36; 1 Tim. 4:10.

Perché Dio dovrebbe essere un Salvatore per coloro che non ripongono la loro speranza in lui e che non sono fedeli? Perché la preziosa vita del suo amato Figlio dovrebbe essere usata per dar loro le cose preziose che Adamo perse, quando essi non ne sono meritevoli? Geova non diede suo Figlio come riscatto per ogni uomo ma piuttosto per quelli che avrebbero esercitato fede e sarebbero stati ubbidienti. Questi sono quelli che egli desidera salvare.

Un mondo composto esclusivamente di tali persone provenienti da ogni specie di uomini è ciò che Dio vuole. È il giusto nuovo mondo che egli amò tanto da dare suo Figlio come sacrificio per espiare il peccato. Il riscatto fu pagato per tutti gli uomini ubbidienti che esercitano fede e che sarebbero stati gli abitanti di quel giusto nuovo mondo. “Perché Dio ha tanto amato il mondo che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque esercita fede in lui non sia distrutto ma abbia vita eterna”. — Giov. 3:16.

Coloro che esercitano fede saranno purificati dal peccato ereditato da Adamo mediante il sangue di Cristo, poiché questo soltanto può purificare dal peccato. (1 Giov. 1:7) In tal modo essi saranno liberati e non saranno più soggetti al peccato e alla morte. L’unico sacrificio di Cristo compie questo, e per compierlo non deve essere ripetuto. “Ma ora egli si è manifestato una volta per sempre alla consumazione dei sistemi di cose per abolire il peccato mediante il sacrificio di se stesso”. — Ebr. 9:26.

PERCHÉ È NECESSARIA LA FEDE NEL RISCATTO

Se a un prigioniero viene detto come può essere riscattato ma egli rifiuta di aver fede in ciò che potrebbe liberarlo e quindi non lo accetta, rimarrà in prigionia. Lo stesso è per il genere umano. Dio non impone ad alcuno i benefici del riscatto di Cristo. La sua esistenza è stata proclamata al genere umano, e sta a ciascun individuo di accettarlo o rigettarlo. Soltanto accettandolo ed esercitando fede in esso una persona godrà la liberazione dal peccato e dalla sua condanna di morte. “Ma la Scrittura ha consegnato tutte le cose insieme alla custodia del peccato, affinché la promessa che viene dalla fede in Gesù Cristo fosse data a quelli che esercitano la fede”. — Gal. 3:22.

Vi sono molti che si dicono Cristiani e rifiutano di esercitare fede nel sacrificio di riscatto di Cristo. Rifiutano di vedere il valore espiatorio del suo sangue sparso. Assomigliano a quelli a cui accennava Pietro quando disse: “Però si vennero pure a trovare falsi profeti fra il popolo, come fra voi ci saranno anche falsi maestri. Queste stesse persone introdurranno silenziosamente deleterie sette e rinnegheranno anche il proprietario che li comprò, attirando su di sé subitanea distruzione”. (2 Piet. 2:1) Cristo acquistò i Cristiani con la sua vita umana perfetta, ma queste persone cessarono di riconoscere la sua proprietà. Quando gli uomini lo rigettano, egli rigetta loro. Essi non riceveranno mai ciò che Adamo perdette e Cristo redense.

Se una persona non ha conoscenza del riscatto e del perché sia necessario, non è possibile che eserciti fede in esso. Deve prima saperne qualche cosa, e ciò richiede istruzione delle verità della Parola di Dio. Le Scritture dicono chiaramente che Dio non era obbligato a provvedere un riscatto per il genere umano. Il fatto che lo fece fu un’espressione di immeritata benignità verso l’uomo. Questo deve essere riconosciuto da coloro che vogliono la liberazione dal peccato adamico. — Tito 3:4, 5.

Per beneficiare del riscatto una persona deve riconoscere la propria condizione peccaminosa. Non può ignorarla e immaginare di essere libera dal peccato, come alcuni tentano di fare. “Se facciamo la dichiarazione: ‘Non abbiamo alcun peccato’, inganniamo noi stessi e la verità non è in noi”. (1 Giov. 1:8) Tale persona deve acquistare accurata conoscenza, e quindi avrà una base per esercitare fede nel riscatto e nel fatto che Dio è “il rimuneratore di quelli che sinceramente lo cercano”. — Ebr. 11:6.

QUANDO I BENEFICI DEL RISCATTO SARANNO APPLICATI IN GENERALE

Dio ha unto Cristo Gesù come Re del giusto mondo che egli prestabilì nel principio. Per mezzo suo e del Regno capeggiato da lui, l’attuale sistema di cose malvagio sarà spazzato via dalla terra. Egli quindi adempirà il proposito del Padre suo per la terra estendendo a coloro che sopravvivranno a quell’azione purificatrice i benefici del suo sacrificio di riscatto. Questo inizierà l’opera vivificatrice del genere umano che continuerà finché gli uomini avranno riacquistato tutto ciò che Adamo perse per loro.

Durante questo periodo di rinnovamento di mille anni i morti che saranno giudicati meritevoli di risurrezione saranno risuscitati alla vita. Così la comune tomba del genere umano sarà vuotata e quindi la morte dovuta al peccato di Adamo cesserà di affliggerci. Il peccato adamico non sarà più causa di morte per l’uomo. I benefici del sacrificio di riscatto di Cristo lo annulleranno. Allora sarà adempiuta la profezia che dice: “Come ultimo nemico, sarà distrutta la morte”. — 1 Cor. 15:26.

Dopo una breve e definitiva prova il genere umano ubbidiente sarà giustificato da Dio e sarà di nuovo considerato giusto dinanzi a lui. Allora gli uomini riceveranno il dono della vita eterna. Il sacrificio di riscatto di Cristo non solo li avrà liberati dalla schiavitù del peccato e della morte, ma avrà redento per loro tutto ciò che Adamo perdette.

Ma perché una persona oggi possa trovarsi fra coloro che vivranno per vedere questo, deve essere ubbidiente alla volontà di Dio. Deve esercitare fede nelle promesse di Dio e nel valore del sacrificio di riscatto di Cristo. Soltanto per l’ubbidienza e la fede di adesso potrà vivere allora.

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