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  • Lo scopo della mia vita
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1961
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  • GALAAD E HONG KONG
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La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1961
w61 1/6 pp. 348-351

Lo scopo della mia vita

Narrato da William Carnie

GUARDANDO al passato, posso vedere quale memorabile giorno fu quello in cui mio padre mi portò ad ascoltare il giudice Rutherford che parlò nella Synod Hall a Edimburgo, in Scozia. Eravamo nei primi anni della Prima Guerra Mondiale, ed io avevo soltanto dieci anni circa allora. Una precedente visita del pastore Russell aveva evidentemente suscitato interesse, sebbene noi fossimo una famiglia metodista, e mio padre fosse un anziano molto attivo. Quella riunione a Edimburgo diede inizio a un’associazione molto gioiosa con gli Studenti Biblici ai quali si unì tutta la nostra famiglia. La verità divenne la cosa più importante della nostra vita.

Presto subimmo le conseguenze. Il fervore patriottico era ardente nella scuola. Mio padre venne chiamato alle armi per il servizio militare. Sebbene otto persone dipendessero da lui, noi eravamo preparati a resistere a ogni compromesso e a mantenerci neutrali fra le nazioni combattenti. Vivevamo per la verità. Vivevamo in un’atmosfera in cui predominava l’idea dell’imminenza di Armaghedon. Vedevamo il vecchio sistema scomparire rapidamente ed era nostra opinione personale che esso non avrebbe sopravvissuto alla Prima Guerra Mondiale.

Io ero confuso quando la guerra terminò ed ebbe inizio un periodo di cosiddetta pace. Non avevo mai preparato la mia mente a perseguire una vocazione nella vita. Il mio futuro era sempre stato collegato al millennio. Nella mia mente tuttavia vi era una grande divergenza fra quello che avrei potuto fare e i requisiti stabiliti dalla Società per il servizio di colportore, servizio che sembrava fosse soltanto per gli anziani. Ma ricordo distintamente di aver avuto l’idea di intraprendere il servizio continuo come una carriera e speravo che qualcuno mi invitasse a farlo, ma nessuno lo fece.

La confusione che seguì negli Stati Uniti alla manifestazione di Cristo Gesù nel tempio spirituale non sembrò ripercuotersi in Scozia che un anno o due più tardi. Vi fu un disaccordo e una separazione. Poiché io non avevo mai consistentemente studiato per conto mio, ma mi ero sempre affidato a mio padre, mi trovai insieme a lui nel gruppo che si distaccò. Come ricordo desideravamo i giorni e le vie del passato che si accentravano sulla gloria del pastore Russell.

Nel 1922 gli affari della vita di ogni giorno sembrarono acquistare una più grande importanza. Grandi cose erano attese nel 1925. Per quello che riguarda la mia carriera nella vita, un fratello fidato del nostro nuovo gruppo mi consigliò di cercarmi un impiego che mi avesse assicurato il cibo quotidiano.

Per più di un anno feci parte del personale di un grande albergo. Questo non era il luogo adatto per me. Decisi di cominciare una nuova vita nei quartieri più puliti di qualche zona rurale e arrivai in Australia nel dicembre del 1923, ansioso di penetrare nel territorio isolato del paese.

Non ero mai stato un lettore delle pubblicazioni della Torre di Guardia, ma sapevo che la verità si trovava in quelle pagine. Così presi un volume o due degli Studi delle Scritture, con la sincera speranza di far mio quel messaggio. Quella sincera speranza non si realizzò mai. Non ero mai stato capace di trarre un po’ di entusiasmo dalla fredda stampa.

Negli anni dal 1923 al 1929 io bramai di riunire i miei genitori, i miei fratelli e le mie sorelle in una specie di circolo patriarcale lontano dal vecchio mondo. Ma ohimè! Quando finalmente noi tutti ci trovammo insieme poco fu detto della calda fede che precedentemente ci aveva dato gioia. Guadagnare i mezzi di sostentamento sembrava lo scopo della vita.

Gli anni passavano. Qualcosa mancava nella mia vita. L’anno 1925 passò senza che si verificasse nulla di ciò che avevo atteso. La nostra famiglia era morta alla verità. A malincuore giunsi alla conclusione: devo riordinare il mio senso dei valori, arricchirmi un poco e farmi un nome.

Essendomi unito a una società culturale e avendo cominciato a vivere in una grande città che precedentemente detestavo, assistei a una funzione sociale in cui un cosiddetto “Reverendo” raccontò una storiella basata sulla dottrina della trinità. Mi unii alle risate, ma quando ritornai a casa mi venne in mente come un tempo conoscevo a menadito questo soggetto, mentre ora la mia mente brancolava alla ricerca della verità sull’argomento. Sapevo di essermi addentrato nell’oscurità ma non sapevo dove rivolgermi per avere aiuto.

CONTATTO CON I TESTIMONI DI GEOVA

Anno 1937. I tamburi di guerra rullavano. Mio fratello ed io ci dedicammo ad attività belliche. Un giorno mentre camminavamo con l’albergatore vedemmo in un terreno attiguo dietro a un garage un furgone con un’insegna dei testimoni di Geova. Fummo prontamente informati che si trattava di alcuni fanatici religiosi. Fu detto che il proprietario del garage, invece di accumulare le ricchezze che gli sarebbero derivate dal suo esercizio, perdeva il suo tempo andando attorno per il paese a predicare.

Fu suscitato il nostro interesse. Decidemmo di vedere che cosa avessero queste persone più di noi. In risposta fummo invitati ad unirci al settimanale studio del libro Ricchezza. Questo fu per noi il più interessante studio della nostra vita. Facemmo discussioni dopo discussioni. Le adunanze si protraevano fino a tarda notte. Un argomento dopo l’altro dovevamo cedere. Una notte, dopo una lunga discussione ritornammo alla nostra stanza d’albergo, e mentre ero seduto sul letto, dissi: “Questa sembra la verità”. Quando mio fratello rispose: “È proprio quello che penso”, la mia gioia non conobbe limiti. In uno slancio di gratitudine ringraziai Geova per l’immeritata benignità di averci ricondotti all’ovile.

Questa volta decidemmo di riparare il nostro precedente fallo, la mancanza di studio personale. Ottenemmo Bibbie e libri. Come Paolo ci ritirammo pure nella quiete dei colli e dei boschi e qui meditammo e ci accertammo della verità. Fu come vivere in un nuovo mondo. I nostri amici si stupirono di ciò che ci era accaduto.

Quando apprendemmo che il giudice Rutherford stava per visitare Sidney, N. S. W., nella primavera del 1938, decidemmo di ritornare nell’est per assistere alla grande assemblea e per parlare della verità alla nostra famiglia. Ma essa non l’accolse con gioia. Ci accorgemmo che avremmo dovuto continuare da soli. I vincoli famigliari erano molto stretti, ma i vincoli con l’organizzazione di Geova erano ora più stretti.

I preparativi per l’assemblea diedero inizio a una nuova e felice esperienza. Questa era l’atmosfera in cui avevo sempre desiderato lavorare. Ora dovevo fare il servizio continuo, sebbene io confessi che pensai di non riuscire mai ad essere un predicatore. Se avessi potuto fare il servizio casualmente o in disparte io sarei stato felice. La mia parte sembrava quella di un assistente. Non mi sentivo per nulla qualificato per essere fra i primi e prendere la direttiva in qualità di pioniere nel servizio continuo. Ciò era per gli unti.

Tuttavia, avevo già deciso fermamente che la carriera della mia vita era quella di servire la Teocrazia a pieno tempo; ma invece di prendere lo slancio lì per lì, mi sentii obbligato a portare a termine prima alcuni impegni secolari. Ma com’è facile e stolto essere legati! Come dovevo rammaricarmene fra una settimana o due soltanto. Correndo in motocicletta fra un lavoro e l’altro fui investito da una macchina che andava veloce e fui scagliato sulla strada come morto. Mentre ero per terra, cosciente, con otto ossa rotte, il mio immediato pensiero fu: “Perché non sono morto?” “Quale servizio avrei potuto rendere se fossi stato ucciso?” “Quanto è importante il misero lavoro secolare in confronto al servizio del vivente Dio?”

In quel momento mi convinsi perfettamente che Geova aveva risparmiato la mia vita. L’importanza di ogni cosa all’infuori del servizio del Regno scomparve. Con questo vigoroso incentivo la mia guarigione fu notevolmente rapida. Lo scontro era avvenuto nell’agosto del 1938, e verso la metà di novembre iniziai il mio servizio a pieno tempo alla Bethel. Pur con un inizio così ritardato, ma per immeritata benignità di Geova, mi son rallegrato nel perseguire la mia carriera nel servizio continuo di Geova d’allora in poi.

Dopo neppure un anno di servizio continuo ricevetti la nomina di sorvegliante di una grande congregazione della città. Quando pensai alla responsabilità affidatami io impallidii e imparai a confidare pienamente in Geova.

Verso il 1940 in Australia come in ogni altro luogo l’opposizione contro la verità fu molto intensa. Presto divenimmo provati combattenti. L’opera con le automobili fornite di altoparlanti e le sfilate con le insegne provocarono grande eccitazione. Tre volte mi trovai nell’oscura cella di una prigione, ma tre volte fui liberato, con maggior apprezzamento per le esperienze degli apostoli narrate in Atti, capitolo cinque.

Come servitore di zona, ebbi molte piacevoli esperienze ed ora godo di molti meravigliosi ricordi del servizio. Quando il bando fu imposto in Australia non vi fu mai un momento di inattività. Sì, ebbi il mio turno nel lavoro dei poderi del Regno e in altre imprese. All’inizio del 1943 fui chiamato a lavorare all’ufficio della Bethel per la corrispondenza con le congregazioni. Dovevamo addestrare e inviare i servitori ai fratelli che dovevano servire sotto il bando. Dopo circa due anni trascorsi nell’ufficio cominciai di nuovo il lavoro che amavo moltissimo, quello di servitore di circoscrizione. Questo servizio mi trattenne per altri due anni nella Nuova Zelanda.

GALAAD E HONG KONG

Fu una disposizione completamente inattesa quella con cui la Società aprì la Scuola Biblica di Galaad. Allora ci sembrava molto lontana a causa della guerra e della distanza. Non avevo mai pensato di essere chiamato alla scuola. La nostra gioia non conobbe limiti quando apprendemmo che eravamo stati invitati all’undicesima classe.

Ho goduto ogni momento trascorso a Galaad. Quei sei mesi rappresentano un avvenimento notevole nella mia vita. Essi mi han provveduto tanti ricordi che sono stati fonte di gioia nei nove anni successivi.

Dopo aver servito una circoscrizione nel Wisconsin, dove mi feci degli amici coi quali sono stato in contatto fino a ora, ricevetti una lettera dalla Società nel novembre del 1948, che mi invitava a intraprendere il servizio missionario a Hong Kong. L’oriente non mi aveva mai attratto, ma mi ero offerto di andare in qualsiasi luogo fossi mandato, così Hong Kong fu la mia assegnazione.

Attraversammo il Pacifico. A quel tempo gli eserciti comunisti stavano impetuosamente scendendo dal nord e si pensava che Sciangai cadesse ad ogni momento, per cui la nostra nave avrebbe dovuto entrare in qualche piccolo sconosciuto porto. Tuttavia arrivammo a Sciangai in tempo per provare la strana sensazione che accompagna la scomparsa di un potere che sta per cedere il posto al successivo. Trascorremmo qualche tempo con i fratelli che avevano coraggiosamente fatto proseguire il servizio durante i tempi critici fino ad ora. Fummo sollevati quando salpammo per la tappa finale di Hong Kong, poiché avevamo temuto di essere trattenuti a Sciangai lontani dalla nostra assegnazione.

Come ansiosamente mirammo la bella e tumultuosa isola di Hong Kong allorché entrammo nel riparato porto. Quali frutti del Regno avrebbe essa prodotto? Quali risultati avrebbe avuto il nostro addestramento? Ogni cosa era così strana e nuova che non sapevamo dove cominciare. Fortunatamente due proclamatori erano venuti giù da Sciangai prima di noi e ci incontrarono e ci aiutarono a sistemarci. Hong Kong era sovrappopolata. Fu quasi impossibile trovare un alloggio. I prezzi per gli alloggi erano altissimi. Il club della Marina Britannica ci ospitò per alcune settimane, finché fummo fortunati abbastanza da trovare una camera. Nel frattempo avevamo disposto l’opera. Molte persone a cui testimoniammo parlavano inglese e quando dovevamo trattare con Cinesi imparavamo a memoria una breve testimonianza e presentavamo una cartolina e questo sistema risultò molto efficace. La distribuzione di letteratura e gli studi furono facili.

Eravamo arrivati a metà di gennaio del 1949 e nel maggio di quell’anno avevamo organizzato una piccola congregazione; soltanto tre proclamatori con i due missionari. Questi tre sono ancora forti e uniti agli altri per raggiungere un massimo di centoquarantotto proclamatori.

Io non sapevo quanto amassi la mia assegnazione fino a che visitai gli Stati Uniti per l’Assemblea della Società del Nuovo Mondo nel 1953. Ero ansioso di ritornare. Hong Kong era divenuta la mia casa.

Talvolta guardo indietro agli oziosi anni trascorsi nel cercare i rifiuti del vecchio sistema di cose e questo mi fa pensare alla longanimità di Dio. Io provo una sovrabbondante gratitudine poiché Geova ha trovato per me un posto nella sua casa e un lavoro nel suo campo di raccolta. Prego che egli voglia sostenermi mentre conseguo il mio scopo nella vita come ministro a pieno tempo, a sua lode e rivendicazione.

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