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  • Una domanda che confuse due studenti di teologia
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1960
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La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1960
w60 15/5 p. 307

Una domanda che confuse due studenti di teologia

IN IUGOSLAVIA i seguaci della chiesa serbo-ortodossa praticano il culto dei morti. Nel “Giorno dei morti” ogni famiglia si reca al cimitero con cesti colmi di cibo. Non deve mancare un dolce speciale preparato apposta per il rito. È un dolce fatto di puro grano, latte, miele e cannella, e a chiunque s’avvicina alla tomba, sia che conoscesse il morto o no, ne viene offerta una cucchiaiata che egli mangia. Questo dolce è offerto alla cosiddetta “celebrazione del Parastos” (commemorazione dei defunti), che si tiene in casa ogni anno nell’anniversario della morte di un familiare. Tutti i parenti ed amici vi sono invitati.

Facendo una visita ulteriore alla figlia di un sacerdote defunto, una sorella testimone di Geova inaspettatamente giunse mentre la famiglia stava celebrando la cerimonia del Parastos. Entrando nella stanza si trovò di fronte tutto un gruppo di persone, compresi due studenti della chiesa ortodossa. Una testimone in mezzo a questa gente! La padrona di casa le diede un cucchiaio e le offerse il dolce del Parastos. È consuetudine, vedete, che il visitatore prenda il dolce prima di essere presentato. Nel prendere il cucchiaio la sorella chiese se poteva fare una domanda. Poiché vi erano tanti presenti, certamente avrebbe potuto avere la risposta giusta.

“Certo può fare una domanda”, rispose l’ospite. La testimone continuò: “Supponiamo che suo fratello sia stato accusato e messo in prigione e che lei sia ricorsa ad un avvocato per ottenere la sua liberazione. Lei paga più volte quest’avvocato per la sua opera. Ora, diciamo, dopo due anni, lei non ha forse diritto di chiedere all’avvocato a che punto è con la liberazione di suo fratello?”

“Ma senz’altro!” fu la risposta. “E l’avvocato non è forse obbligato ad informarla dei progressi e delle possibilità che suo fratello possa essere assolto?” “Certamente!” dissero i presenti. “Ebbene dunque”, disse la testimone rivolta alla padrona di casa, “suo padre è morto molti anni fa, e almeno una volta all’anno, nel giorno del Parastos, lei paga molto denaro per messe, per parastosse e per le cerimonie presso la tomba. I preti dicono che suo padre potrà andare in cielo. Ha mai chiesto a un sacerdote a che punto è suo padre? Certo egli dovrebbe saperlo. Può darsi che suo padre sia già arrivato e che non vi sia più bisogno di messe né di queste cerimonie. Qualcuno dei presenti può rispondere alla mia domanda?”

Silenzio di tomba. Nessuno rispondeva. Gli occhi di tutti erano rivolti ai due studenti di teologia. Ma i due uomini erano in una situazione imbarazzante. La testimone depose il cucchiaio senza aver preso il dolce rituale. Allora uno studente ruppe il silenzio dicendo: “Che audacia fare un simile confronto, disturbare e degradare a tale livello questa sublime cerimonia”. “Perché audace?” chiese una risoluta donna serba. “Queste domande sono eccellenti e molto appropriate”. “Giustissimo”, disse un altro. “Lei dovrebbe essere in grado di rispondere con esattezza a questa domanda. Perché cerca di farla franca ricorrendo agli insulti?”

Quindi si fece avanti una zia: “Farò queste domande al padre alla prima occasione. Per vent’anni ho continuato senza fine a pagare messe e parastosse per il mio caro Jovan, e a quest’ora egli sarà certo dove si merita. Perché dovrei stringere ancora la cinghia per raggranellare ogni anno il denaro?” Rivolgendosi alla testimone, la donna chiese: “Di che religione è lei?”

“Sono cristiana”, essa rispose semplicemente. Quindi mostrò ciò che la Bibbia dice dell’anima, che è mortale. Spiegò che cos’è la morte, la sua causa e qual è la speranza dei morti, cioè, la risurrezione. Tutti ascoltarono attentamente. Essa concluse promettendo di tornare il giorno dopo. Ora in questa casa viene tenuto uno studio biblico. Le due zie assistono ai discorsi biblici insieme alla signora interessata. La verità libera molti dalla falsa religione.

“Io udii, ma non compresi. Allora domandai: ‘Signor mio, quale sarà l’ultimo di questi avvenimenti?’ Egli rispose: ‘Va’, Daniele, poiché queste parole rimarranno chiuse e sigillate fino al tempo della fine. Molti saranno saggiati, purificati e provati col fuoco; gli empi commetteranno delitti su delitti ma nessun di loro intenderà nulla; i saggi invece intenderanno”. — Dan. 12:8-10, Na.

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