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  • “Siate vigilanti in vista delle preghiere”

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  • “Siate vigilanti in vista delle preghiere”
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1959
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  • NECESSITÀ DI FIDUCIA
  • PERCHÉ VI È ORA MAGGIOR NECESSITÀ DI VIGILANZA
  • CONSAPEVOLI DELLA NOSTRA NECESSITÀ SPIRITUALE
  • GESÙ ERA CONSAPEVOLE DELLA SUA NECESSITÀ SPIRITUALE
  • LODE, RINGRAZIAMENTO E SUPPLICA
  • “Siate vigilanti in vista delle preghiere”
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 2013
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La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1959
w59 15/2 pp. 113-118

“Siate vigilanti in vista delle preghiere”

“Ma la fine completa di tutte le cose si è avvicinata. Siate dunque sani di mente, e siate vigilanti in vista delle preghiere”. — 1 Piet. 4:7.

ERANO le 23,40 della notte del 14 aprile 1912. Il più grande transatlantico del mondo con 2.207 anime a bordo navigava a tutto vapore nell’Oceano Atlantico settentrionale. Era stato salutato come “Il più superbo successo dell’ingegneria umana”. Il suo nome, “Titanic”, indicava la fiducia che i proprietari avevano in esso, infatti significa “titanico, di enorme grandezza, forza e potenza”. Questo transatlantico, ritenuto inaffondabile, era al quinto giorno del suo viaggio inaugurale, quando nell’oscurità s’intravide un masso di ghiaccio galleggiante e prima che la nave potesse cambiare sufficientemente la rotta un grande squarcio era stato provocato nel suo fianco. In meno di tre ore l’“inaffondabile” Titanic affondò, trascinando con sé in una tomba acquea 1.502 persone tra uomini, donne e bambini.

2 Che cosa provocò quella terribile tragedia? Mancanza di vigilanza dovuta ad eccessiva fiducia! Il radiotelegrafista aveva ricevuto sei allarmi, uno dei quali dava l’esatta ubicazione dello stesso iceberg contro cui cozzò il Titanic! Perché il suo capitano continuò a navigare a tutto vapore nonostante tali allarmi? Per la gran sicurezza che la sua nave non sarebbe affondata. Davvero una vigorosa illustrazione dell’insensatezza dell’eccessiva fiducia!

NECESSITÀ DI FIDUCIA

3 Essendo Cristiani dedicati noi siamo nel mondo ma non ne facciamo parte. Siamo come capitani di una nave, che navighi da questo vecchio mondo o sistema di cose verso il nuovo mondo dopo Armaghedon. Adesso a molti di noi sembra di avere una navigazione facile e perciò vi potrebbe essere la tendenza ad allentare la vigilanza. Ma non osiamo farlo, perché anche il nostro mare è cosparso di iceberg, ostacoli posti da Satana e dai suoi demoni, dal mondo e dalla carne, che possono facilmente provocare un naufragio, la perdita dell’integrità verso Dio.

4 Che cosa significa essere vigilanti? Il termine “vigilante” deriva da una radice che significa “turno di guardia”. Essere vigilante, ci è detto, significa prestare solerte attenzione, essere circospetti, cauti, “attenti a scoprire ed evitare il pericolo, o a provvedere per la salvezza”. “Vigilanza implica perspicace, coraggiosa, spesso guardinga attenzione, specialmente per la giusta causa”. (Dizionario inglese Webster) Quindi essere vigilante è proprio il contrario di essere trascurato, negligente, sventato, incurante, indifferente o indolente. Per imprimere nel nostro cuore e nella nostra mente l’importanza della vigilanza abbiamo gli esempi ammonitori e i comandi espliciti della Parola di Dio.

5 Per eccessiva fiducia e per mancanza di vigilanza, anche fedeli servitori di Geova come Noè, Mosè e Davide a volte ‘fecero un passo falso prima di rendersene conto’. E specialmente nell’apostolo Pietro abbiamo un esempio ammonitore. Certamente Pietro era interamente devoto a Geova Dio e al suo Signore. Non aveva lasciato la sua azienda peschereccia e ogni altra cosa per seguire Gesù come pescatore di uomini? Eppure come inciampò, rinnegando tre volte il suo Signore, tutto per mancanza di vigilanza dovuta ad eccessiva fiducia! — Matt. 26:31-35, 75.

6 Ed abbiamo anche gli espliciti comandi: “Siate vigilanti in vista delle preghiere”. “Mantenetevi sobri, siate vigilanti”. “Continuate a vigilare e pregare”. “Restiamo svegli e siamo sobri”. “Chi pensa di avere una salda posizione, guardi di non cadere”. — 1 Piet. 4:7; 5:8; 1 Tess. 5:6; 1 Cor. 10:12.

PERCHÉ VI È ORA MAGGIOR NECESSITÀ DI VIGILANZA

7 Anche se i Cristiani hanno sempre dovuto prendere a cuore questi ammonimenti, oggi abbiamo ancora maggior necessità di farlo. È sempre stato vero che ‘il Diavolo va attorno come un leone ruggente, cercando di divorare qualcuno’. Ma dato che viviamo nel tempo in cui “le nazioni si adirarono”, in due guerre mondiali, sappiamo che Satana ha ancora maggior furore ora, “sapendo che ha un breve periodo di tempo”, e quindi sta facendo guerra con ancora maggior furia contro tutti quelli “che osservano i comandamenti di Dio e hanno l’opera di recar testimonianza a Gesù”. Questi più forti attacchi da parte di Satana richiedono maggior vigilanza da parte nostra. — 1 Piet. 5:8; Apoc. 11:18; 12:12, 17.

8 Lo stesso si verifica con il nostro nemico, il mondo. Con l’“aumento dell’illegalità” viene il maggior pericolo che il nostro amore si raffreddi. E non mostrano forse i fatti che stiamo vivendo in “tempi molto difficili”, quando l’egoismo ha fruttificato? Quindi anche se il mondo ha sempre tentato i Cristiani, il suo egoismo, il suo maggiore materialismo e la sua malvagità richiedono maggior vigilanza da parte nostra. — Matt. 24:12; 2 Tim. 3:1-5; 1 Giov. 2:16.

9 Oggi vi è ancora maggior bisogno di vigilanza riguardo alla nostra carne. Come mai? Notate di nuovo che, benché si sia sempre verificato, come confessò Paolo, che “il bene che desidero non lo faccio, ma il male che non desidero è ciò che pratico”, oggi la carne possiede maggiori allettamenti per farsi valere. Proprio come ‘l’abbondanza del pane, e l’ozio indolente’ contribuirono alla depravazione dell’antica Sodoma, così oggi la prosperità materiale e il maggior tempo libero che molti di noi godono forniscono ulteriori opportunità alle cattive tendenze della carne di farsi avanti, rendendo più difficile il controllarsi. Come sia grave questa minaccia si può vedere dal fatto che alcuni testimoni di Geova cristiani che avevano resistito fedelmente per anni alla brutalità nei campi di concentramento nazisti o, più recentemente, nelle prigioni comuniste, in seguito dovettero essere scomunicati o disassociati per condotta immorale! — Rom. 7:19; Ezech. 16:49, VR.

10 Poiché i nostri tre nemici, il Diavolo, il mondo e la carne, pongono sempre più numerosi ostacoli sulla nostra via, veramente, oggi come mai nel passato, dobbiamo stare all’erta, attenti e vigilanti. Non osiamo diventare troppo fiduciosi perché nella maggior parte del mondo non vi è persecuzione e per la grande espansione della pura adorazione. Al contrario, poiché “la fine completa di tutte le cose si è avvicinata”, abbiamo maggior bisogno di prendere a cuore gli esempi ammonitori e i comandi espliciti che ci invitano a vigilare.

CONSAPEVOLI DELLA NOSTRA NECESSITÀ SPIRITUALE

11 Come possiamo essere vigilanti? Come possiamo evitare il laccio dell’eccessiva fiducia? In che modo? Essendo sempre consapevoli della nostra necessità spirituale. Come disse Gesù: “Felici quelli che sono consapevoli della loro necessità spirituale”. E perché l’essere consapevoli della nostra necessità spirituale ci fa essere vigilanti e ci protegge dal laccio dell’eccessiva fiducia? Perché, prima di tutto, ci renderà diligenti nello studiare la Parola di Dio con gli aiuti che egli ha provveduto per comprenderla, sapendo che “l’uomo non deve vivere soltanto di pane, ma di ogni espressione che esce dalla bocca di Geova”. Quella Parola, come abbiamo visto, contiene molti consigli ammonitori che ci aiuteranno ad essere vigilanti. — Matt. 5:3; 4:4.

12 In secondo luogo, se siamo consapevoli della nostra necessità spirituale ad ogni opportunità saremo desiderosi di stare in compagnia di Cristiani che hanno la stessa mentalità, riconoscendo che nessuno può dire ad un altro: “Non ho bisogno di te”. Forse non penseremo di esprimerci con queste parole, ma se volontariamente trascuriamo di associarci con i nostri fratelli, diciamo proprio questo con le nostre azioni e nel nostro cuore. Se tutti i Cristiani dedicati fossero ben consapevoli della loro necessità spirituale di associarsi l’un con l’altro, non sarebbe necessario ricordare loro continuamente di non trascurare “la nostra comune adunanza, come alcuni ne hanno l’abitudine, ma incoraggiandoci l’un l’altro, e tanto più mentre vedete avvicinarsi il giorno”. L’associarsi un con l’altro è incoraggiante ed aiuta a restare vigilanti. — 1 Cor. 12:21; Ebr. 10:25.

13 Inoltre, se siamo consapevoli della nostra necessità spirituale riconosceremo che si verifica per noi quello che si verificò nel caso di Gesù: “Il mio cibo è che io faccia la volontà di colui che mi ha mandato e finisca la sua opera”. Avendo ricevuto di buon cuore la buona notizia di Geova e del suo regno e l’annuncio della prossima distruzione ad Armaghedon, ci accorgiamo di avere un vero bisogno di dire ad altri queste verità. Sì, come Elihu e Geremia non saremo capaci di restare in silenzio. Il miglior modo di mantenersi vigilanti è quello di essere occupati a predicare la verità. — Giov. 4:34; Giob. 32:18-20; Ger. 20:9, VR.

14 Ed infine, essendo consapevoli della nostra necessità spirituale riconosceremo il valore della preghiera, di parlare col nostro Padre celeste, Geova Dio. Con la preghiera dimostriamo che ci rendiamo conto di aver bisogno del suo aiuto, riconosciamo la necessità di restare in contatto con lui, la Fonte della vera sapienza e di ogni energia. Sembra che oggi ci sia in alcuni la tendenza a trascurare l’importanza della preghiera, sì, della frequente e ardente preghiera. È molto facile trascurare la preghiera o lasciare che diventi una cosa automatica, formale. Questo è un grave errore! Ardente e frequente preghiera ci aiuterà ad evitare il laccio dell’eccessiva fiducia. Non è meraviglia che la Parola di Dio ripetutamente unisca la preghiera alla vigilanza.

GESÙ ERA CONSAPEVOLE DELLA SUA NECESSITÀ SPIRITUALE

15 Gesù ci diede un esempio perfetto riguardo alla preghiera, come in ogni altra cosa. Il suo apprezzamento per questo prezioso privilegio ha un posto preminente nella narrazione del suo ministero terreno. Infatti, si potrebbe dire che nessuno sulla terra ebbe mai l’apprezzamento per la preghiera che egli ebbe. Benché fosse perfetto di mente e di cuore e disponesse di poteri soprannaturali, non ebbe mai eccessiva fiducia ma fu sempre consapevole della sua necessità spirituale. Continuamente si rivolse al suo celeste Padre per ricevere sapienza e forza, ed anche per esprimere lode e ringraziamento in preghiera.

16 Così a proposito dell’inizio del suo ministero terreno leggiamo che “Gesù pure fu battezzato e, mentre egli pregava, il cielo si aprì”. Ben consapevole della sua necessità spirituale, egli era in comunione col Padre, cercando il Suo aiuto. Era estremamente zelante; non vi era alcuna vanità o leggerezza nella sua condotta. Né possiamo concludere altrimenti se non che Gesù trascorse molto tempo in preghiera durante i quaranta giorni che passò nel deserto. Perciò quando venne Satana con le sue astute e sottili tentazioni, Gesù non fu preso alla sprovvista. Egli era vigilante. — Luca 3:21; Matt. 4:1-10.

17 E lo stesso durante il suo ministero. Ripetutamente leggiamo che si ritirava per pregare in privato: “In seguito, mentre pregava da solo, i discepoli vennero insieme da lui”. E di nuovo: “Avendo congedato le folle, salì sul monte da solo a pregare”, rimanendovi fino all’alba, allorché si affrettò a raggiungere i discepoli che erano minacciati da un uragano. E un’altra volta, “di prima mattina, mentre era ancora buio, si alzò ed uscì dirigendosi ad un luogo solitario, e quivi cominciò a pregare”. — Luca 9:18; Matt. 14:23; Mar. 1:35.

18 Prima di scegliere i dodici apostoli fra i suoi discepoli “uscì sulla montagna a pregare, e rimase tutta la notte in preghiera a Dio”. Quale esempio per noi di supplicare Dio ardentemente quando ci troviamo di fronte ad una decisione importante! Di nuovo, fu quando Gesù “prese con sé Pietro e Giovanni e Giacomo e salì su un monte a pregare” che ebbe luogo il meraviglioso episodio della trasfigurazione. In risposta alla preghiera di Gesù? Senza dubbio! Per merito dell’esempio datoci da Gesù stesso nel pregare abbiamo ricevuto la preghiera modello, come leggiamo: “Mentre dunque era in un certo luogo a pregare, quando terminò, uno dei suoi discepoli gli disse: ‘Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni insegnò ai suoi discepoli’”. — Luca 6:12; 9:28-30; 11:1.

19 E specialmente l’ultimo giorno del suo ministero terreno come uomo Gesù lo dedicò alla preghiera. Sapendo che presto avrebbe lasciato i suoi seguaci, egli pregò a lungo e ardentemente per loro, com’è riferito in Giovanni, capitolo 17. E preconoscendo l’immediato futuro pregò specialmente per Pietro perché la sua “fede non venga meno”. Quindi poco prima che la turba venisse ad arrestarlo, Gesù pregò tre volte riguardo alla volontà del Padre suo per lui: “Padre mio, se è possibile, si allontani da me questo calice. Ma, non come voglio io, bensì come tu vuoi”. Senza dubbio l’apostolo Paolo aveva in mente questa particolare occasione quando scrisse che “nei giorni della sua carne Cristo offrì supplicazioni e anche invocazioni a colui che poteva salvarlo dalla morte”, il suo celeste Padre. (Luca 22:31, 32; Matt. 26:39; Ebr. 5:7) Non dobbiamo pensare che Gesù indietreggiasse di fronte alla morte, o di fronte al genere di morte che lo attendeva. Non aveva egli forse detto ai suoi discepoli che sarebbe stato messo a morte ed anche in che modo? (Matt. 16:21; Giov. 12:33) Piuttosto, dobbiamo concludere che la sua preoccupazione maggiore era che la morte del Figlio di Dio su un palo di tortura avrebbe recato vituperio al suo celeste Padre, Geova Dio.

20 Gesù continuò a pregare mentre soffriva in agonia inchiodato al palo. La vergogna e il dolore non lo allontanarono dal suo Dio, ma anzi lo avvicinarono a lui. Nelle sue preghiere citò due salmi profetici che Dio aveva fatto scrivere proprio per quel proposito tanti secoli prima: “Dio mio, Dio mio, a qual fine mi hai abbandonato?” E: “Padre, nelle tue mani io affido il mio spirito”. E quindi abbiamo le sue ultime parole al Padre: “È stato compiuto!” Si può fra l’altro notare che tutto questo dimostra che mentre era sulla terra Gesù non aveva natura umana e divina, non era un’incarnazione, non era un membro della trinità, ma era interamente terreno, una creatura umana perfetta, tuttavia, perché il Padre suo era Geova Dio. — Matt. 27:46; Luca 23:46; Giov. 19:30; Sal. 22:1; 31:5.

21 Non vi è dubbio che Gesù fosse sempre consapevole della sua necessità spirituale. Se il perfetto, innocente Figlio di Dio, che compiva miracoli, continuamente sentì il bisogno di pregare, quanto più dovremmo sentirlo noi, imperfetti, peccatori e deboli figli e figlie di Adamo. Che gli apostoli avessero la stessa attitudine mentale è chiaro dalle loro lettere, che sono ricche di comandi di pregare e di riferimenti alle preghiere per i fratelli. — Rom. 15:30; 1 Tess. 1:2; 1 Piet. 4:7.

LODE, RINGRAZIAMENTO E SUPPLICA

22 Per esortarci alla preghiera vi sono pure molte ingiunzioni scritturali ed espressioni che implicano la preghiera. Solo pregando possiamo continuare ad ‘invocare il Padre’. Solo pregando possiamo ‘gettare il nostro carico su Geova, lasciando che egli ci sostenga’. Per poter ‘confidare in Geova con tutto il nostro cuore’ e ‘riconoscerlo in tutte le nostre vie’ dobbiamo venire a lui in preghiera come pure investigare la sua Parola. Né possiamo ‘camminare umilmente con il nostro Dio’ senza pregare; perché chi non conversa con la persona con cui sta camminando; e che cos’è la preghiera se non parlare con Dio? E quando in primo luogo veniamo a Dio nella dedicazione, non è forse in preghiera che gli diciamo, ‘son venuto per fare la tua volontà, o Dio’? — 1 Piet. 1:17; Sal. 55:22; Prov. 3:5, 6; Mich. 6:8, VR; Ebr. 10:9.

23 Tuttavia, non trascuriamo il fatto che la preghiera non si limita a chiedere a Dio qualche cosa. No, include pure lode e ringraziamento. Infatti Gesù non solo rivolse ripetutamente suppliche a Dio ma molte volte lo lodò e lo ringraziò in preghiera. (Matt. 11:25; Mar. 8:6; Luca 22:17, 19; Giov. 6:11, 23; 11:41) Quindi ricordiamo continuamente che è sempre appropriato nelle nostre preghiere lodare Geova per chi e che cosa egli è, ed includiamo sempre espressioni di ringraziamento per tutto quello che egli continuamente fa per noi. Coltivando l’attitudine mentale di lode e gratitudine saremo ricompensati con appagamento o contentezza, che, con la devota dedizione, è un mezzo di grande guadagno. — 1 Tim. 6:6.

24 Un bell’esempio di preghiera che include lode, ringraziamento e supplica è quella che offrì Davide allorché egli e la nazione fecero offerte per la costruzione del tempio di Geova. Con appropriata eloquenza egli lodò Geova per le sue qualità e quindi rese grazie a Lui poiché egli e il suo popolo erano in grado di contribuire così generosamente, perché tutto in primo luogo veniva da Dio. E quindi Davide supplicò Geova perché il popolo rimanesse sempre così generosamente disposto, col cuore sempre rivolto a Lui. Davide pregò pure per il regno tipico, dicendo: “E da’ a Salomone, mio figliuolo, un cuore integro, affinch’egli osservi i tuoi comandamenti”. Imitiamo dunque Davide permettendo alle nostre preghiere di dar prova non soltanto che siamo consapevoli della nostra necessità spirituale ma anche che riconosciamo la generosità di Geova Dio e quello che egli continuamente fa per noi. — 1 Cron. 29:10-20, VR.

[Domande per lo studio]

1-3. (a) Quale terribile tragedia illustra vigorosamente la stoltezza dell’eccessiva fiducia? (b) Quale analogia possono trarre da ciò i Cristiani?

4. Che cosa significa essere vigilanti?

5, 6. (a) Quali esempi scritturali abbiamo di mancanza di vigilanza dovuta ad eccessiva fiducia? (b) E quali ammonimenti scritturali?

7-10. (a) Perché è necessaria maggiore vigilanza ora rispetto all’opposizione di Satana? (b) Del mondo? (c) Della nostra stessa carne?

11-14. (a) L’essere consapevoli della nostra necessità spirituale ha forse effetto sul nostro studio della Parola di Dio? Perché? (b) Sulla nostra partecipazione alle adunanze? (c) Sulla nostra attività di predicazione? (d) Sulla nostra preghiera?

15. Che cosa dimostra che Gesù era consapevole della sua necessità spirituale?

16-18. (a) Qual era l’attitudine mentale di Gesù al tempo del suo battesimo? (b) Quali prove abbiamo che Gesù faceva ricorso alla preghiera durante il suo ministero?

19, 20. (a) Quali preghiere formulò Gesù nell’ultimo giorno del suo ministero terreno? (b) Perché egli pregò in tal modo?

21. Quale lezione possiamo ricevere dall’esempio di Gesù?

22. Quali ingiunzioni scritturali implicano la preghiera?

23, 24. (a) Quali sono le tre forme o aspetti della preghiera, e che cosa ne fornisce il motivo? (b) Quale bell’esempio di ciò diede Davide?

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