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  • Impegnatevi vigorosamente come operai di Dio

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  • Impegnatevi vigorosamente come operai di Dio
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1960
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  • COME SI FORMANO LE QUALITÀ CHE SALVANO LA VITA
  • FEDE
  • VIRTÙ
  • CONOSCENZA
  • PADRONANZA DI SÉ
  • PERSEVERANZA
  • SANTA DEVOZIONE
  • AFFETTO FRATERNO E AMORE
  • CHE SPECIE DI OPERAI SIETE?
  • Progresso dopo aver “ottenuto una fede”
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1980
  • Rispondiamo alle promesse di Dio esercitando fede
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1993
  • Viviamo in aspettazione dell’adempimento della promessa
    Scegliamo il miglior modo di vivere
  • Rendiamo sacro servizio con tutta l’anima
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1978
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La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1960
w60 1/1 pp. 11-17

Impegnatevi vigorosamente come operai di Dio

“Se continuate a fare queste cose non fallirete mai”. — 2 Piet. 1:10.

1-3. Come si può paragonare l’opera del ministro di Dio al lavoro di un fabbro o di un costruttore?

IMMAGINATE la vecchia bottega di un fabbro di paese. All’interno vi è un fabbro che lavora strenuamente nella sua fucina. Sta saldando insieme gli anelli di una grande catena che un giorno o l’altro sosterrà l’àncora di una nave. Ogni giorno, da mattina a sera, potete sentire il fabbro che aziona il suo pesante maglio. Finalmente la catena è finita. Ogni anello è un capolavoro d’abilità, che rispecchia le qualità del fabbro stesso, ciò che è, come pensa e ciò che crede.

2 Gli anni passano. Il fabbro è morto, ma in alto mare c’è una nave, e la tempesta infuria. Il capitano è costretto a calare l’àncora e attendere. Venti impetuosi ed enormi marosi infieriscono contro la nave. Ogni vita a bordo ora dipende dalla catena, da ogni anello forgiato nella vecchia bottega del fabbro. Per tutta la notte la nave è agitata e sbattuta, ma la catena resiste. Finalmente la tempesta si placa. Tutti i passeggeri si raccolgono sul ponte e ringraziano Dio per lo scampato pericolo. Sì, ringraziano Dio perché sono salvi e lo lodano perché sulla terra c’è stato un fabbro timorato di Dio che aveva messo il cuore e l’anima nel suo lavoro, un uomo che non aveva avuto paura di dare se stesso, che aveva riconosciuto il bisogno di qualità nel lavoro, che non si era stancato di far bene ma era stato fedele al suo lavoro fino a completarlo.

3 Come il fabbro, ogni ministro di Dio è un operaio. È un operaio di Geova, e non può essere incerto o timoroso per quello che è, né può trascurare di dar prova di questo fatto. Non può aver paura del lavoro, né essere fiacco nell’adempiere i suoi doveri, perché è impegnato in un’opera di salvataggio, in un lavoro che salva delle vite. Riconoscendo questo fatto, l’apostolo Paolo avverte l’operaio cristiano: “Badi ciascuno come edifica”, o potremmo dire “come lavora”. “Ora se uno edifica sul fondamento oro, argento, pietre preziose, legno, fieno, paglia, l’opera di ognuno sarà manifesta, perché il giorno la smaschererà, poiché sarà rivelata mediante il fuoco, e il fuoco stesso proverà di che specie è l’opera di ciascuno. Se l’opera che ciascuno ha edificato su di esso rimane, egli riceverà una ricompensa”. L’apostolo Pietro dichiarò che Geova “giudica imparzialmente secondo l’opera di ciascuno”. — 1 Cor. 3:10-15; 1 Piet. 1:17.

4. Come sarà messa alla prova la nostra opera di ministri?

4 L’opera del fabbro resistette alla prova; fu durevole e salvò delle vite. Resisterà la vostra opera quando sarà esposta alle severe prove di oggi? Quando la battaglia di Armaghedon scoppierà, sarà combattuta e vinta, ci sarà qualche cosa rimasto per indicare che avete lavorato? Ciò che sarà rimasto della vostra opera vi recherà la ricompensa di Geova? Felice l’uomo che allora vedrà di non aver lavorato invano! — 1 Cor. 15:58; Ebr. 6:10.

5, 6. Quale “fucina” e quali “arnesi” ha il ministro di Dio, e in che cosa consiste il suo lavoro? Che importanza ha la qualità del suo lavoro?

5 La fucina del ministro di Dio è il territorio personale che gli è stato assegnato. Come arnesi ha la Parola di Geova, la Bibbia, ed anche La Torre di Guardia e Svegliatevi!, libri ed opuscoli e altre pubblicazioni di studio biblico che l’aiutano a svolgere un buon lavoro. Ha lo spirito di Dio e l’organizzazione di Geova che lo sostengono. La sua opera, come quella del fabbro, salva delle vite. Anch’egli salda insieme gli anelli di una grande catena, non una catena di ferro, ma delle durevoli qualità spirituali di Dio. Egli deve forgiare queste qualità non solo in se stesso, ma anche nelle persone di buona volontà che desiderano far parte dell’antitipica arca, del nuovo sistema di cose, ed esser salvate con esso dal grande uragano di Armaghedon che s’avvicina rapidamente.

6 Da questa catena dipende non solo la vita stessa dell’operaio, ma anche le vite di tutte le persone di buona volontà che si trovano nel territorio a lui assegnato. Queste costituiscono il campo che deve lavorare. Egli le trasforma per la salvezza. Paolo si riferì alla congregazione di Corinto come al prodotto della “mia opera nel Signore”. Le visite ulteriori e gli studi biblici con le persone di buona volontà che guidiamo verso la società del Nuovo Mondo sono la nostra opera nel Signore. Se come operai di Dio siamo indifferenti o apatici nel nostro lavoro, questo risulterà dalla qualità del nostro lavoro, dalla qualità dei nostri studi e del nostro servizio a Geova. Se il nostro lavoro è scadente, indeboliamo le probabilità di salvezza di altri. L’incompetenza nel lavoro può costare delle vite, e fra le vite che potranno andare perdute per la nostra negligenza ci potrebbe essere la nostra stessa vita. Quindi badate come lavorate. — 1 Cor. 9:1.

7, 8. Che cosa si richiede per compiere un lavoro che abbia qualità superiori e possa salvare delle vite?

7 Ogni anello è una qualità spirituale essenziale per la salvezza. Nessun anello può essere trascurato o preso alla leggera, perché una catena è forte solo finché resiste il suo anello più debole. Ogni anello che unisce l’àncora alla nave deve resistere per evitare il naufragio. Ogni anello potrà resistere alla tensione durante una tempesta solo se è di ferro buono e ben forgiato.

8 Quali sono queste qualità durevoli come il ferro che dobbiamo forgiare nella nostra vita? Come possiamo renderle parte dei nostri pensieri, del nostro lavoro e della nostra rinnovata personalità? Non vi è modo di raggiungere queste durevoli qualità agendo con leggerezza o facendo di testa propria. Solo impegnandoci vigorosamente come operai di Dio possiamo sperare di forgiarle nella nostra vita, per essere all’altezza dei requisiti stabiliti da Geova e ottenere la vita.

COME SI FORMANO LE QUALITÀ CHE SALVANO LA VITA

9, 10. Quale catena di qualità spirituali menziona Pietro, e quale valore vi attribuisce?

9 La nostra speranza è di ottenere la salvezza o la vita eterna mediante il regno del nostro Signore Gesù Cristo, il Capitano della nostra nave. Paolo chiama la nostra speranza “un’àncora dell’anima”. La fede che tale vita è raggiungibile è il primo anello unito saldamente all’àncora, la nostra speranza. Quindi Pietro dice: “Aggiungete alla vostra fede la virtù, alla vostra virtù la conoscenza, alla vostra conoscenza la padronanza di sé, alla vostra padronanza di sé la perseveranza, alla vostra perseveranza la santa devozione, alla vostra santa devozione l’affetto fraterno, al vostro affetto fraterno l’amore”. Queste qualità spirituali formano la catena essenziale per la salvezza, poiché ispirato Pietro ci dice: “Poiché se queste cose esistono e abbondano in voi, v’impediranno di essere inattivi o infruttuosi riguardo all’accurata conoscenza del nostro Signore Gesù Cristo. Poiché se queste cose non si trovano in qualcuno, egli è cieco, avendo chiuso gli occhi alla luce, ed ha dimenticato d’esser stato purificato dai peccati d’un tempo. Per questa ragione, fratelli, tanto più fate del vostro meglio per rendere sicura la vostra chiamata e la vostra elezione; poiché se continuate a fare queste cose non fallirete mai. Infatti vi sarà generosamente concessa l’entrata nel regno eterno del nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo”. — Ebr. 6:19; 2 Piet. 1:5-11.

10 Il desiderio del nostro cuore è di poter entrare in quel regno eterno e nel suo reame. Pietro dice che queste qualità ce ne assicureranno l’entrata. Quindi dovremmo voler sviluppare in noi queste qualità spirituali a tutti i costi. Qual è il modo migliore di farlo?

FEDE

11. Come si può riconoscere un ministro buono e un ministro cattivo?

11 Come vi sono fabbri buoni e fabbri cattivi, così vi sono ministri buoni e ministri cattivi. Potete rendervene conto dall’opera di ciascuno. Quando uomini che hanno poca o niente fede iniziano la carriera di ministri, il livello o la qualità dell’opera spirituale s’abbassa considerevolmente. Per questo oggi è difficile trovare nella cristianità uomini di vera fede in Geova e nella sua Parola, perché gli ecclesiastici sono operai senza fede. Gli operai di Geova non devono essere così; devono essere uomini di fede, perché “senza fede è impossibile ottenere il suo beneplacito”. Questo richiede di avere fede viva, attiva, poiché “la fede, se non ha opere, è in se stessa morta”. Questa fede non solo deve trovarsi negli operai, ma essi devono saperla comunicare ad altri. L’operaio fa questo esprimendo la propria fede, predicando il Regno e la salvezza mediante Gesù Cristo. — Ebr. 11:6; Giac. 2:17.

12. Come si acquista fede?

12 Si acquista forte fede studiando la Parola di Dio ed essendo convinti di tale Parola: “Così la fede vien dall’udire e l’udire si ha per mezzo della parola di Cristo”. Più esprimiamo la nostra convinzione riguardo alla Parola di Geova, più forte diviene la nostra fede. Sappiate che i giusti ‘vivranno a causa della fede’, ma se se ne allontanano Geova ‘non avrà piacere in loro’. — Rom. 10:17, VR; Ebr. 10:38, 39.

VIRTÙ

13. Che cos’è la virtù, e perché il cristiano deve dar prova di virtù?

13 Pietro dice che dovremmo aggiungere la virtù alla fede. La virtù consiste nella pratica o azione morale in armonia con i giusti princìpi, in relazione con la condotta retta e l’integrità. Gli ecclesiastici della cristianità, come fabbri inetti, possono considerarsi operai di Dio, ma la disonestà, i guadagni illeciti, i delitti e la corruzione che esistono fra i loro parrocchiani dimostrano che le loro opere sono senza virtù. Il cristiano deve produrre evidenze di virtù sia in se stesso che nella sua opera, per essere in grado di provare a se stesso e agli altri la buona e accettevole e completa volontà di Dio. Altrimenti la sua fede non ha alcun valore, è morta. — Rom. 12:2.

14. Come si acquista virtù?

14 La virtù si acquista ponendo buoni pensieri nella mente e nel cuore, pensando a cose giuste, vere, caste, amabili, di cui si parla bene, riducendo “in cattività ogni pensiero per renderlo ubbidiente al Cristo”. Questo non è facile a farsi; richiede autodisciplina, rinuncia, assiduo lavoro; ma riceve un premio. Eliminando il male delle proprie azioni dinanzi agli occhi di Geova, si dimostra a se stessi e agli altri la profondità della propria sincerità e devozione a Geova. Senza virtù i cristiani non potrebbero mai essere “irreprensibili e innocenti, figli di Dio senza macchia in mezzo a una generazione perversa e storta”. La virtù è essenziale per la salvezza. — 2 Cor. 10:5; Filip. 4:8, 9; 2:15.

CONOSCENZA

15. Quale conoscenza pratica dovrebbe avere il ministro di Dio?

15 Pietro collega la virtù alla conoscenza. Come i bravi fabbri devono avere la conoscenza e l’abilità di compiere lavori di ogni specie, così gli operai di Geova hanno un vasto campo di conoscenza spirituale e la capacità di compiere un’efficace e fidata opera spirituale. Hanno una buona conoscenza pratica della Bibbia; conoscono la giusta dottrina e sono preparati ad insegnarla. Sanno diversi sermoni da tre a otto minuti da pronunciare nel ministero di casa in casa e altri sermoni per fare visite ulteriori alle persone interessate, oltre a numerose brevi presentazioni per distribuire le riviste Torre di Guardia e Svegliatevi! Sanno parlare in pubblico; sanno confortare e mostrare compassione. Hanno un vastissimo campo di conoscenza biblica. Conoscono i propri arnesi, i propri libri per lo studio biblico e sanno usarli con efficacia alla gloria di Geova.

16. Come si può essere operai ‘che non hanno nulla di che vergognarsi’?

16 Poiché hanno l’obbligo di rispondere a coloro che chiedono la ragione della loro speranza, gli operai di Geova devono studiare, privatamente, in gruppo e come congregazione. Devono sapere le risposte, risposte giuste, risposte scritturali. L’accurata conoscenza edifica la fede, rafforza la virtù, tiene viva in noi la speranza. Se abbiamo accurata conoscenza possiamo impartire conoscenza alle persone di buona volontà, nel nostro campo di servizio, rendendole così forti nella speranza, nella fede e nella virtù. Ma se non abbiamo conoscenza dei propositi di Geova, come potremo istruire altri? È impossibile che facciamo un buon lavoro. Paolo ci esorta: “Fa’ tutto il possibile per presentar te stesso approvato a Dio, operaio che non ha di che vergognarsi, maneggiando rettamente la parola della verità”. Quindi impegnatevi vigorosamente per acquistare accurata conoscenza, perché “il vantaggio della conoscenza è che la sapienza stessa preserva in vita chi la possiede”. È un anello essenziale per aver la salvezza. — 2 Tim. 2:15; Eccl. 7:12.

PADRONANZA DI SÉ

17. Perché dobbiamo dimostrare di avere padronanza di sé, e come?

17 Pietro ci dice di aggiungere alla conoscenza la padronanza di sé. Perché? Perché la conoscenza è potenza, e una potenza incontrollata può danneggiare e distruggere. I fabbri hanno molta forza nelle loro grandi braccia muscolose, ma devono controllare questa forza per forgiare delicati metalli, altrimenti distruggerebbero la propria opera. Devono sapere quando colpire e con quanta forza. La stessa regola si applica ai proclamatori del Regno, agli operai di Geova. Per esempio, se ad uno studio biblico appena iniziato si va a dire che non vi è trinità, né inferno ardente, né anima immortale, né speranza celeste per loro, né Natale, né Pasqua, sapete che cosa succederebbe? Niente studio! Perciò il servitore di Geova non deve solo imparare le verità, ma deve sapere quando e come applicarle. Si deve avere padronanza di sé non solo nel campo, ma anche a casa, nel lavoro secolare, ai centri di servizio e nella congregazione. Essa deve divenire parte dei pensieri del cristiano. Formate in voi la qualità della padronanza di sé, perché la morte e la vita dipendono da essa.

PERSEVERANZA

18. Che cosa dobbiamo tutti sopportare, e perché?

18 Strettamente unita alla padronanza di sé è la perseveranza. Paolo disse: “Non gettate dunque via la vostra franchezza nel parlare, che riceverà una grande ricompensa. Poiché avete bisogno di perseveranza, affinché, dopo aver fatto la volontà di Dio, riceviate l’adempimento della promessa”. Tutto il mondo oggi manca di perseveranza; è irrequieto, nervoso, impaziente, ma noi non dobbiamo imitarlo. Dobbiamo perseverare nelle giuste opere per poter ricevere la promessa, la ricompensa per il nostro lavoro. Dobbiamo perseverare nell’opera di casa in casa. Dobbiamo perseverare nell’opera di visite ulteriori e di studi biblici a domicilio. Dobbiamo sopportare le prove che ci colpiscono, con la convinzione che Dio che ha promesso è fedele. Dobbiamo sopportarci l’un l’altro. Paolo disse: “Perciò io sopporto ogni cosa per amor degli eletti, affinché anch’essi conseguano la salvezza che è in Cristo Gesù con gloria eterna”. Non è chi inizia la corsa che vince il premio, ma “chi avrà perseverato sino alla fine è quello che sarà salvato”, disse Gesù. “Quindi non cessiamo di fare ciò ch’è giusto, perché a suo tempo mieteremo se non ci stanchiamo”. — Ebr. 10:35, 36; 2 Tim. 2:10-13, VR; Matt. 24:13; Gal. 6:9.

SANTA DEVOZIONE

19. Quali sono i risultati della santa devozione?

19 Per perseverare fino alla fine dobbiamo avere santa devozione. L’esclusiva devozione a Geova è richiesta da tutti coloro che vogliono compiere un buon lavoro. È una devozione comunicativa che incoraggia i nostri fratelli ad essere attivi nel servizio di Geova. È una devozione che produce frutto. Nella parabola dei talenti narrata da Gesù impariamo che non solo dobbiamo tenere e preservare ciò che abbiamo, ma dobbiamo raddoppiarlo. Lo schiavo che aveva aumentato i suoi talenti da cinque a dieci, e l’altro da due a quattro, ebbero dal padrone il riconoscimento “Ben fatto!” Ma quello che aveva nascosto il suo talento venne chiamato “malvagio e infingardo”. Il talento gli fu tolto e venne dato a colui che ne aveva dieci. La regola divina è: “A chiunque ha, sarà dato dell’altro e sarà nell’abbondanza; ma a chiunque non ha, sarà tolto anche quello che ha”. Quindi impegnatevi vigorosamente affinché i privilegi di cui godete ora non vi siano tolti e non siano dati ad un altro. — Matt. 13:12.

AFFETTO FRATERNO E AMORE

20. Come si manifesta affetto fraterno?

20 A quest’anello della santa devozione la Parola di Dio ci dice di unire l’affetto fraterno. Paolo scrive: “Quanto all’amor fraterno abbiate tenero affetto gli uni per gli altri. Quanto al mostrar onore gli uni verso gli altri prendete l’iniziativa. Non vi attardate nel vostro lavoro. Siate ardenti nello spirito. Siate schiavi di Geova”. Una parte essenziale dell’opera del cristiano è d’avere profondo affetto per i suoi fratelli. Riguardo a coloro per cui abbiamo profondo affetto, noi speriamo nella loro salvezza come nella nostra. Ci occupiamo di loro, andiamo a trovarli quando sono malati, li incoraggiamo a perseverare quando si trovano in difficoltà, provvediamo alle loro necessità materiali quand’è necessario, preghiamo per loro, desideriamo vederli e li amiamo. L’affetto fraterno serba la nostra catena in una condizione di salute spirituale, libera da ogni influenza corruttrice che potrebbe corrodere la catena e quindi indebolirne la resistenza. — Rom. 12:10, 11.

21-24. Perché l’amore è così importante, e chi dobbiamo amare?

21 L’affetto fraterno e l’ultimo anello, che è l’amore, sono uniti molto strettamente. Dimostrando l’importanza dell’amore, Paolo disse che se avesse parlato nelle lingue degli uomini e degli angeli, se avesse avuto il dono di profetare e di comprendere tutti i sacri segreti e ogni conoscenza, se avesse avuto fede sufficiente da trasportare montagne, se avesse dato tutti i suoi averi per sfamare gli altri, se avesse sacrificato il suo corpo, per vantarsene, ma non avesse avuto amore: “Non sarei nulla”, egli disse. “Non ne traggo nessun profitto”. — 1 Cor. 13:1-3.

22 Si deve amare, perché “Dio è amore”. “L’amore edifica” sia chi ama che chi è amato. Pietro dice: “Più di ogni cosa, abbiate intenso amore gli uni per gli altri, perché l’amore copre una moltitudine di peccati”. Paolo ci incoraggia: “Rivestitevi di amore, perché è un perfetto vincolo d’unione”. “Esso sopporta ogni cosa, crede ogni cosa, spera ogni cosa, tollera ogni cosa. L’amore non viene mai meno”. Gesù disse: “Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avete amore gli uni per gli altri”. — 1 Giov. 4:16; 1 Cor. 8:1; 1 Piet. 4:8; Col. 3:14; 1 Cor. 13:4-8; Giov. 13:35.

23 Temprata dall’amore, la nostra catena non si romperà mai, resisterà ad ogni tribolazione causata da Satana e dalla sua empia organizzazione. Senza amore la nostra catena non è nulla, la nostra opera non è nulla, noi non siamo nulla. L’amore di Dio e l’amore del prossimo devono permeare ogni fase della nostra vita perché possiamo ricevere l’approvazione di Geova. (1 Cor. 16:14) “Questo è ciò che significa l’amor di Dio, che osserviamo i suoi comandamenti”. E un comandamento è: “Chi ama Dio dovrebbe amare anche suo fratello”. Il meglio di un operaio di Dio non sono i sermoni che pronuncia, le istruzioni che dà, né l’entusiasmo che suscita, ma la vita d’amore che vive. “Cercate l’amore”. Questa è la via seguita da Cristo; è la via che conduce alla vita eterna. — 1 Giov. 5:3; 4:21; 1 Cor. 14:1.

24 La nostra catena è completa; ogni anello è stato forgiato. Pietro disse: “Se queste cose esistono e abbondano in voi, v’impediranno di essere inattivi o infruttuosi . . . poiché se continuate a fare queste cose non fallirete mai”. “Attieniti a queste cose, perché facendo questo salverai sia te stesso che quelli che ti ascoltano”. La vostra opera produrrà frutti; resisterà quando sarà esposta al fuoco. — 2 Piet. 1:8, 10; 1 Tim. 4:16.

CHE SPECIE DI OPERAI SIETE?

25. Come si dimostra se l’opera di un ministro è debole?

25 Che specie di operai siete? Abbondano in voi queste durevoli qualità? Siete diligenti nell’applicarle al vostro lavoro, alle visite ulteriori e agli studi biblici, in modo che quelli a cui insegnate a loro volta possano trasmetterle ad altri in una reazione a catena? Se siete attivi e portate frutto, allora molto probabilmente siete buoni operai di Geova. Ma se siete inattivi e infruttuosi, la vostra catena spirituale è debole, e voi avete bisogno di esaminarvi e di rafforzare queste qualità.

26, 27. Quale opera ha vero valore, e perché?

26 Il più grande privilegio che un uomo possa avere è quello di essere operaio di Geova. Se lavoriamo la pietra, sarà frantumata; se incidiamo il metallo, il tempo lo cancellerà; se costruiamo grattacieli e imperi, saranno ridotti in polvere; ma se lavoriamo per Geova, se instilliamo buoni princìpi d’azione nel cuore e nella mente degli uomini, infondendo loro timore del male e amore per il bene; se li trasformiamo con fede, virtù, conoscenza, padronanza di sé, perseveranza, santa devozione, affetto fraterno e amore; se creiamo nelle persone di buona volontà la devozione verso Geova e il suo regno, incideremo sulle tavolette dei cuori umani qualche cosa che il tempo non cancellerà, un’opera che diventerà sempre più luminosa col passar degli anni e per tutta l’eternità, un lavoro che vivrà nelle vite di uomini e donne creati ad immagine e somiglianza di Dio.

27 Poi, quando l’uragano di Armaghedon scoppierà in tutta la sua violenza, scuotendo i cieli e la terra, la vostra opera non sarà perduta ma sussisterà. I superstiti di Armaghedon ringrazieranno Geova e lo loderanno perché ha avuto sulla terra operai che non avevano paura di mettere il cuore e l’anima nel loro lavoro, uomini pronti ad impegnarsi vigorosamente per il Regno. La vostra opera non sarà distrutta, ma rimarrà per sempre nelle vite di coloro che vivranno nel nuovo mondo di Dio. “Perciò, miei diletti fratelli, siate saldi, incrollabili, avendo sempre molto da fare nell’opera del Signore, sapendo che il vostro lavoro non è vano riguardo al Signore”. — 1 Cor. 15:58.

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