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  • Sono cristiani i testimoni di Geova?

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  • Sono cristiani i testimoni di Geova?
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1960
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  • CHI È CRISTIANO?
  • I TESTIMONI DI GEOVA SODDISFANO I REQUISITI
  • CREDENZE SCRITTURALI
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La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1960
w60 15/12 pp. 745-748

Sono cristiani i testimoni di Geova?

Perché si parla male di loro? Qual è il loro scopo?

TRA le religioni ortodosse della cristianità si è stabilito un modello tradizionale per l’adorazione e la pratica religiosa. Vi è una classe ecclesiastica e una classe laica, con gli ecclesiastici che compiono tutta la predicazione mentre i laici ascoltano. Vi sono attività sociali, programmi per raccogliere denaro, interessi politici e molti insegnamenti comunemente accettati e feste. Qualsiasi gruppo religioso che non si conformi a questo modello viene considerato strano. Le autorità politiche e legali possono persino rifiutare di riconoscerlo come gruppo religioso negandogli libertà garantite dalla costituzione. I capi religiosi ortodossi possono schernirlo, accusandolo di essere un ingannatore, un falso profeta e di non essere cristiano. Questa è stata l’esperienza dei testimoni di Geova in questo ventesimo secolo.

Il trattamento riservato ai Testimoni è simile a quello subito dai cristiani del primo secolo che non vollero conformarsi al modello religioso popolare fra i Giudei e i Romani di allora. Quei primi cristiani erano una minoranza, con adorazione, credenze e pratiche religiose completamente diverse da quelle dei Romani adoratori di idoli e dei tradizionalisti aderenti al giudaismo. Era consuetudine popolare mostrarsi intolleranti verso di loro. Gli imperatori romani li cacciavano nelle arene per essere bruciati vivi o per essere sbranati da bestie feroci. I capi religiosi del giudaismo incitavano le turbe contro di loro, facendoli perseguitare di città in città. Gesù Cristo predisse questo quando disse ad alcuni di quei religiosi ortodossi: “Io vi mando profeti e saggi e pubblici istruttori. Alcuni li ucciderete e metterete al palo, ed alcuni li torturerete nelle vostre sinagoghe e li perseguiterete di città in città”. — Matt. 23:34.

Quegli stessi capi religiosi decoravano le tombe commemorative dei profeti che erano vissuti prima dei loro giorni, dicendo: “Se fossimo stati ai giorni dei nostri padri, non saremmo stati loro complici del sangue dei profeti”. (Matt. 23:30) Eppure trattavano i cristiani come i loro padri avevano trattato i profeti ebrei che non si erano conformati alla consuetudine popolare.

Anche se sono passati molti secoli dai giorni dei primi cristiani e molti milioni di persone oggi professano il cristianesimo, i cristiani non conformisti sono ugualmente maltrattati. I gruppi religiosi ortodossi deplorano i maltrattamenti fatti ai primi cristiani e dicono che se fossero vissuti allora non sarebbero stati fra i persecutori, ma poi si volgono e perseguitano i testimoni di Geova perché non si conformano al modello religioso oggi popolare. Gesù Cristo predisse che questo sarebbe accaduto quando parlò dei suoi seguaci che sarebbero vissuti in questi ultimi giorni: “Allora vi daranno alla tribolazione e vi uccideranno, e sarete odiati da tutte le nazioni a motivo del mio nome”. “Viene l’ora in cui chiunque vi ucciderà crederà di aver reso sacro servizio a Dio”. — Matt. 24:9; Giov. 16:2.

CHI È CRISTIANO?

Ciò che determina se si è cristiani non è l’aderenza alle credenze popolarmente accettate delle organizzazioni religiose ortodosse né la partecipazione alle popolari pratiche religiose e alle feste religiose. Conformarsi alla concezione popolare del cristiano non significa essere cristiano. Ciò che rende cristiani è l’osservanza delle qualità scritturali. L’apostolo Pietro disse: “Cristo soffrì per voi, lasciandovi un modello affinché seguiate attentamente le sue orme”. (1 Piet. 2:21) Si deve seguire l’esempio dato da Cristo.

Oltre ad essere completamente familiare con le Scritture e a vivere secondo i loro giusti princìpi, Cristo rese testimonianza al nome e ai propositi del suo celeste Padre. “Io ho fatto conoscere loro il tuo nome e lo farò conoscere”. (Giov. 17:26) Egli affermò che lo scopo della sua venuta era di rendere testimonianza alla verità. (Giov. 18:37) I cristiani del primo secolo seguirono il suo esempio dando testimonianza della verità, benché questa fosse in conflitto con gli insegnamenti tradizionali popolarmente accettati in quei giorni.

Quei primi seguaci di Cristo rifiutarono di adottare le convinzioni filosofiche o il formalismo religioso pagano dei Greci e dei Romani. Essi sapevano che l’adorazione del cristiano dev’essere pura, incontaminata da influenza pagana. “Non siate inegualmente aggiogati con gli increduli. Poiché quale associazione ha la giustizia con l’illegalità? O quale comunione ha la luce con le tenebre?” — 2 Cor. 6:14.

Il regno di Dio era preminente nella predicazione compiuta da Gesù Cristo. Egli diede al Regno moltissima importanza, e disse ai suoi seguaci di cercare “prima il regno e la giustizia [di Dio]”. (Matt. 6:33) Questo è un requisito che i cristiani devono soddisfare, e, come i primi cristiani, non devono solo cercare il Regno ma anche parlarne. — Matt. 10:7.

Come Gesù serbò l’integrità verso il suo celeste Padre nelle più dolorose circostanze così deve fare chi cerca di essere cristiano. Quando gli uomini del mondo cercano di costringerlo a venir meno alla sua integrità verso Dio, egli deve fare come disse Pietro: “Dobbiamo ubbidire a Dio come governatore piuttosto che agli uomini”. (Atti 5:29) Il cristiano non deve venir meno alla sua integrità quando su di lui s’abbatte la persecuzione a motivo del rifiuto di conformarsi a ciò che è popolare ma contrario alla Parola di Dio. Non può aspettarsi che tutti gli uomini parlino bene di lui. “Tutti quelli che desiderano vivere in santa devozione con Cristo saranno pure perseguitati”. — 2 Tim. 3:12; Luca 6:26.

I frutti dello spirito vengono prodotti dal cristiano continuamente, non solo un giorno alla settimana. Di questi frutti la Bibbia dice: “D’altra parte, il frutto dello spirito è amore, gioia, pace, longanimità, benignità, bontà, fede, mitezza, padronanza di sé”. (Gal. 5:22, 23) Queste qualità richiedono più che devozione a parole da parte di chi desidera essere cristiano.

Poiché i testimoni di Geova sono differenti dai membri delle chiese ortodosse nelle loro convinzioni ed attività religiose, alcuni possono asserire che non siano cristiani; ma vediamo se soddisfano i requisiti scritturali che determinano chi è cristiano. Questo è ciò che conta, non quello che è popolare.

I TESTIMONI DI GEOVA SODDISFANO I REQUISITI

Le attività dei testimoni di Geova si addicono al loro nome. Come Gesù Cristo, che nella Scrittura è chiamato “il testimone fedele e verace”, i testimoni di Geova recano testimonianza al nome, al proposito e alla verità di Dio. (Apoc. 3:14) Non nascondono il suo nome ma dichiarano pubblicamente che è Geova. Come noterete esso risalta sulla copertina di questa rivista, che è la principale pubblicazione usata dai Testimoni. È volontà di Geova che il suo nome sia fatto conoscere a tutti gli abitanti della terra. — Sal. 83:18; Ebr. 13:15.

Come suoi testimoni essi attestano il fatto che egli è l’unico Dio e che giustamente esige esclusiva devozione. Considerate questa loro espressione, riportata ne La Torre di Guardia del 15 marzo 1956: “L’esclusiva devozione a Geova è un requisito molto serio. . . . Egli è esclusivo. Ogni altra persona sta al di fuori della sua elevatissima posizione che egli solo può occupare. Egli è solo, altissimo su tutto l’universo, e non includerà nessun altro con lui. La sua gloria non è condivisa con nessun altro”. Questo fatto elimina la devozione religiosa ad immagini e capi umani. — Eso. 20:5.

Come i primi cristiani, i testimoni di Geova insistono nel serbare incontaminata la loro adorazione a Geova Dio. Essi rifiutano di usare icone, simboli, processioni, paramenti ecclesiastici e le molte altre cose che la cristianità religiosa ha adottato dalle religioni pagane molti secoli fa. Rifiutano di contaminare la loro adorazione con l’osservanza di feste religiose che hanno origine dal paganesimo o con credenze religiose derivate dalla filosofia umana e non dalla Parola di Dio. Questa determinazione di mantenere l’adorazione incontaminata tiene lontani i Testimoni dalle credenze e pratiche religiose popolari. Come i capi religiosi del tempo di Gesù furono molto turbati dalle verità scritturali da lui insegnate, così i capi religiosi della cristianità sono turbati a motivo delle attività di predicazione dei testimoni di Geova.

Come fu chiaramente dimostrato dalla Risoluzione adottata dai Testimoni nella loro Assemblea Internazionale “Volontà Divina” del 1958, il regno di Dio è il tema principale della loro predicazione. Essa afferma: “L’unico governo stabile dell’universo è il regno di Dio stabilito nelle mani del suo unto Figlio”. Essi seguono l’esempio di Gesù cercando “prima il regno e la sua giustizia”. — Matt. 6:33.

Come i primi cristiani, i testimoni di Geova serbano l’integrità verso Dio nonostante tutti i perfidi tentativi di metterli a tacere. Durante il 1940 negli Stati Uniti, 600 azioni di turbe non riuscirono ad incuter loro paura facendoli tacere. Hitler non riuscì a piegarli nelle prigioni e nei campi di concentramento dove torturò 10.000 di loro, né ci riescono i comunisti con le loro terribili prigioni e campi di lavoro forzato. I Testimoni ritengono che le seguenti parole di Gesù siano vere oggi come lo erano 1900 anni fa: “Se faceste parte del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo. Ora poiché non fate parte del mondo, ma io vi ho scelti dal mondo, per questa ragione il mondo vi odia”. — Giov. 15:19.

Quello di annunciare pubblicamente le verità scritturali è un obbligo che hanno tutti coloro che aspirano a seguire l’esempio di Cristo. I testimoni di Geova non ignorano questo fatto. Essi s’impegnano tutti nel ministero predicando ad altri. Nel 1959 più di 870.000 di loro dedicarono più di 126 milioni di ore a quest’opera autorizzata da Dio. Essi sanno che la predicazione è una delle cose richieste per la salvezza. “Poiché col cuore si esercita fede per la giustizia, ma con la bocca si fa pubblica dichiarazione per la salvezza”. — Rom. 10:10.

Manifestando i frutti dello spirito danno ulteriore prova di essere cristiani. Il loro amore, la loro mitezza e padronanza di sé si rivelano al pubblico quando tengono assemblee. In occasione della loro assemblea di New York del 1958, il Daily News riferì che un funzionario del Convention and Visitors Bureau di New York “chiamò i Testimoni un ‘bene per la comunità’ e disse che la loro condotta era ‘non di questo mondo’ per la cortesia”.

CREDENZE SCRITTURALI

Benché differiscano spesso da ciò che la cristianità considera ortodosso, le credenze dei testimoni di Geova sono scritturali. I Testimoni credono che coloro che muoiono siano in una condizione simile al sonno, una condizione di inconsapevolezza. La speranza per i morti è di ridestarsi alla vita mediante la risurrezione. Questa credenza è scritturale poiché Gesù stesso paragonò la morte al sonno, dicendo: “Lazzaro il nostro amico è andato a riposare, ma io vado a svegliarlo dal sonno. Gesù, tuttavia, aveva parlato della sua morte”. — Giov. 11:11, 13; Sal. 146:4; Eccl. 9:10.

Il destino degli empi è un altro punto di divergenza fra le credenze dei Testimoni e quelle delle religioni ortodosse. Invece di predicare che gli empi sono tormentati dopo la morte in un inferno ardente, essi sostengono che gli empi vanno alla morte seconda. Anche questo è d’accordo con la Parola di Dio. È scritto: “Geova protegge tutti quelli che lo amano, ma annienterà tutti gli empi”. — Sal. 145:20; Rom. 6:23.

Una credenza popolare nella cristianità è che Dio sia uno in tre persone, tutte e tre coeguali e coeterne. I testimoni di Geova rigettano questa credenza perché non si trova nella Bibbia. Si trova invece nell’induismo e in altre religioni pagane. I Testimoni seguono l’insegnamento scritturale che il Padre e il Figlio sono persone diverse, poiché il Figlio è stato creato dal Padre. È scritto che Cristo fu “il principio della creazione di Dio”. (Apoc. 3:14) Geova è suo Padre e il Dio che egli adora. Questo fu dichiarato da Gesù stesso: “Io ascendo al Padre mio e Padre vostro e all’Iddio mio e Iddio vostro”. — Giov. 20:17.

La salvezza dell’uomo, riconoscono i Testimoni, è possibile solo mediante il sacrificio di riscatto di Cristo. Anche questo è un insegnamento scritturale. (Matt. 20:28) Il regno di cui Cristo fu fatto Re, come annunciano i Testimoni, è un governo celeste che reggerà la terra. È un vero e proprio governo. — Isa. 9:6, 7; 1 Cor. 15:24.

Sarà questo governo divino, stabilito nei cieli, che distruggerà tutti i governi umani ed ogni autorità che non abbia l’approvazione di Dio. (2 Piet. 3:7) La terra sarà allora abitata da persone mansuete che, per la loro fedeltà al Creatore, riceveranno il dono della vita eterna. Le Scritture sostengono questa credenza dicendo: “Poiché quelli che Dio benedice erederanno la terra”. “Felice l’uomo che sopporta la prova, perché essendo approvato riceverà la corona di vita, che Geova ha promesso a coloro che lo amano”. — Sal. 37:22, VR; Giac. 1:12.

Queste e le altre cose che i testimoni di Geova credono, anche se differiscono dalle credenze ortodosse della cristianità, sono scritturali. Sono cose rivelate dalla Parola di Dio e non derivano da religioni pagane dell’antichità. Con le loro credenze e le loro attività i testimoni Geova dimostrano di essere veri cristiani. Essi soddisfano le qualifiche scritturali del cristiano. Il loro principale intento è di predicare la buona notizia del regno di Dio “in tutta la terra abitata a scopo di testimonianza a tutte le nazioni”. In questo e in molte altre cose seguono attentamente le orme di Cristo com’è richiesto dai veri cristiani. — Matt. 24:14.

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