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  • Sorveglianti per la gioia del gregge

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  • Sorveglianti per la gioia del gregge
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1961
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La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1961
w61 1/11 pp. 655-660

Sorveglianti per la gioia del gregge

1. Che cosa è essenziale per continuare a compiere con diligenza un lavoro?

È DIFFICILE compiere con diligenza un lavoro quando non si prova la gioia di farlo. Dopo un certo tempo il lavoro diventa noioso e aumenta il desiderio di smettere. Perciò Geova invita i suoi servitori a ‘rallegrarsi in ogni loro impresa’, per non ‘cessar di fare il bene’. Chi è triste e abbattuto non può contribuire a guarire quelli che gemono e piangono a causa delle terribili condizioni che li circondano in questo vecchio mondo. Come dice Proverbi 17:22: “Il cuore gioioso fa bene come un rimedio, ma lo spirito abbattuto secca le ossa”. — Deut. 12:18; Gal. 6:9.

2. Che cosa deve avere prima di tutto il sorvegliante per promuovere la gioia del gregge?

2 Nelle congregazioni del popolo di Dio, i sorveglianti sono ansiosi d’aiutare i loro fratelli a perseverare fedelmente nel servizio del Regno. Per questa ragione hanno il compito di fare in modo che lo spirito di gioia e allegrezza sia fra il gregge. Prima di tutto dev’esser gioioso il sorvegliante circa la propria assegnazione. Se egli lascia che la sua assegnazione di servire i fratelli divenga un peso, dando il suo tempo e la sua energia scarsamente, brontolando, come se vi fosse costretto, avrà la tendenza a ‘signoreggiare sopra il gregge’ e sarà privo di gioia, zelo e buona volontà. Quindi il sorvegliante deve avere profondo apprezzamento per il suo meraviglioso privilegio di servizio, essendone grato, rivolgendosi sempre a Geova perché lo sostenga col suo spirito santo e gli permetta di servire per la gioia del gregge. — 1 Piet. 5:2, 3.

3. Qual è il principale interesse del sorvegliante?

3 Qualunque assegnazione di servizio riceviamo nella congregazione, sia quella di servitore contabile, servitore delle riviste e del territorio o simili, il dovere del servitore non è solo di tenere le registrazioni come un impiegato, né deve solo comunicare ai fratelli le istruzioni del corpo direttivo. Piuttosto, la parte più importante della sua assegnazione è quella d’aver cura del benessere spirituale della congregazione, affinché essa renda più efficace lode a Geova. La buona salute fisica si riflette nel desiderio di vivere. La buona salute spirituale si riflette nello zelo per il servizio di Geova con spirito felice e gioioso. Siate desti ai sintomi d’infermità spirituale: mancanza di gioia, la sensazione che l’opera di predicazione sia faticosa, mancanza di risultati nel ministero. Cercate quindi supplichevolmente di applicare la guarigione spirituale, per ridonare la salute spirituale a quelli che sono infermi.

4. Come dovrebbe dare consigli il sorvegliante, e che cosa ci vuole per far questo?

4 Nell’opera del Regno non si ottiene mai sano progresso spingendo o rimproverando i fratelli. Vi può essere qualche progresso o aumento iniziale, ma questo scompare a causa della mancanza di gioia da parte dei fratelli. È facile essere critici, trovar da ridire o vedere debolezze. Ci vuol tempo e devota considerazione per essere in grado di offrire consigli buoni ed edificanti che incoraggino e rafforzino, e per dare aiuto pratico che consenta di superare le debolezze. Il sorvegliante cercherà di far questo se s’interessa veramente dei suoi fratelli, se è gioioso nel suo servizio e se ha il desiderio di far ‘rallegrare i suoi fratelli in ogni loro impresa’.

5, 6. (a) Qual è un requisito basilare per avere gioia? (b) Come mostra il sorvegliante di comprendere questo requisito?

5 Per coltivare la gioia tra i fratelli, bisogna conoscere le cose che suscitano gioia. Paolo indicò un requisito basilare per avere gioia, quando scrisse: “E io continuerò a rallegrarmi, . . . in armonia con la mia ansiosa aspettazione e speranza”. Certamente Paolo provava ansiosa aspettazione e speranza di ottenere la vita eterna con Cristo Gesù. La chiara visione che ebbe della sua speranza, con l’apprezzamento per i rallegranti privilegi di servizio che offriva, gli diede una gioia che lo sostenne in ogni sorta di persecuzioni e difficoltà. E come si rallegrò lo stesso Maestro, Gesù che “per la gioia che gli era posta davanti . . . sopportò un palo di tortura”. Sia se abbiamo la speranza della vita celeste come uno del rimanente del “piccolo gregge” che se abbiamo la speranza della vita terrestre come una delle “altre pecore”, è importante che tale speranza sia salda perché ci sostenga gioiosamente nel servizio di Geova. — Filip. 1:18-20; 3:13, 14; Ebr. 12:2; Luca 12:32; Giov. 10:16.

6 Per avere una forte fede o la “sicura aspettazione di cose sperate” ci vuole una buona conoscenza della Parola di Dio. Comprendendo questo, il sorvegliante sarà egli stesso un buono studioso e incoraggerà tutti i componenti della congregazione a studiare personalmente la Bibbia. Avendo cura della sorveglianza della congregazione, farà in modo che le adunanze siano animate, edificanti, istruttive e incoraggianti. Nelle sue conversazioni coi fratelli parlerà della speranza che condividono. Se, nel suo personale studio della Bibbia, de La Torre di Guardia e di altre pubblicazioni della Società, è desto, notando nuove verità, suggerimenti incoraggianti e consigli edificanti, sarà preparato a edificare in maniera pratica i suoi fratelli e a rafforzarli nella loro speranza. Visitando i proclamatori deboli e inattivi, non faccia una semplice visita di dovere per farsi dare un rapporto di servizio di campo o per prendere disposizioni onde compiano attività di predicazione, ma colga l’opportunità di edificare la persona, suscitando il desiderio d’acquistar conoscenza, e ricordi che affinché questa persona intraprenda l’opera di Geova e si attenga ad essa deve averne buon apprezzamento e rallegrarsi nel compierla. — Ebr. 11:1; 1 Tess. 5:14.

7. In che modo espresse Paolo il suo interesse di buon sorvegliante?

7 Se avete il privilegio d’essere un sorvegliante fate in modo che la vostra considerazione per la congregazione abbracci tutti quelli che vi sono associati. Sia il vostro desiderio quello d’aiutare ciascuno a rallegrarsi nel servizio di Geova. Come Gesù e gli apostoli, siate pronti a consumarvi generosamente in loro favore. Paolo si espresse in questo modo: “Ma quand’anche (il mio sangue) debba servire di libagione per il sacrificio e per l’offerta della vostra fede, ne godo e me ne rallegro con tutti voi; ed anche voi godetene e rallegratevene con me”. Notate le parole: “Me ne rallegro con tutti voi”. Scrivendo un’altra bella espressione di ciò che dovrebbe essere il desiderio di ogni sorvegliante, Paolo dice ulteriormente: “Rimarrò e continuerò a rimanere in mezzo a voi tutti, per il vostro progresso e la gioia della vostra fede, affinché, col ritorno in mezzo a voi, abbiate in me una maggior ragione di gloriarvi in Cristo Gesù”. — Filip. 2:17, 18; 1:25, 26, Na.

8. In che modo il sorvegliante o il servitore di ministero ‘si rallegra con tutta’ la congregazione?

8 Quale sorvegliante potreste essere molto occupato quando siete nella Sala del Regno per le adunanze della congregazione. Prima dell’adunanza e anche dopo vi sono cose necessarie da considerare coi servitori della congregazione. Ma prendetevi ciò nondimeno un po’ di tempo, anche se solo pochi minuti, per parlare ai diversi fratelli e sorelle. Nelle grandi congregazioni non è possibile parlare individualmente a tutti i fratelli in ciascuna adunanza, ma fate in modo di parlare ogni volta a diverse persone. Notate quelli che sono stati assenti e cercate di parlar loro all’adunanza successiva, e abbiate qualche cosa incoraggiante da dire. Questo cercheranno di fare similmente gli altri servitori di ministero nella congregazione. Il servitore degli studi biblici, per esempio, può notare che è stato fatto un nuovo rapporto di studio biblico. Forse è il primo studio biblico che quel proclamatore del Regno tiene. L’interesse personale del servitore lo spingerà a prendersi alcuni minuti per parlare a quel fratello, esprimendogli la propria gioia per il progresso conseguito nel ministero e chiedendogli con interesse notizie del nuovo studio iniziato. Benevoli, quantunque per necessità forse brevi, parole del sorvegliante o di un altro servitore sono molto apprezzate dai proclamatori e contribuiscono molto alla loro gioia nel servizio. Nel far questo voi vi rallegrate con loro, ed essi, a loro volta, son felici e si rallegrano con voi. Non siate mai così occupati nell’attività dell’organizzazione da non aver tempo per rivolgere ai vostri conservi alcune parole d’incoraggiamento ed edificazione.

9, 10. (a) Come, seguendo il sorvegliante, la congregazione rende gioioso il servizio che egli compie? (b) Che cosa è dannoso per la gioia della congregazione?

9 Ma perché il sorvegliante compia bene la sua opera e provi gioia e soddisfazione nel compierla, quelli ai quali rende servizio devono seguirlo felicemente, come dice Paolo nelle summenzionate parole. Se i membri della congregazione mostrano rispetto per l’organizzazione teocratica, essendo ubbidienti e sottomessi alla volontà divina, adempiendo ordinatamente la volontà di Dio e seguendo la direttiva dei sorveglianti nominati mediante lo spirito, pronti a seguire i suggerimenti e i consigli, e mettendo da parte ogni spirito di lamentela, come contribuisce questo alla felicità del sorvegliante e quanto più efficace è la sua cura per la vita spirituale del gregge! Quindi, “siate ubbidienti a coloro che vi governano e siate sottomessi, perché essi vegliano sulle vostre anime come chi ne renderà conto, affinché possano farlo con allegrezza e non sospirando, perché questo sarebbe dannoso per voi”. — Ebr. 13:17.

10 Come sono veraci queste parole! Dove vi è mancanza di unità e cooperazione fra la congregazione e il sorvegliante, per cui il sorvegliante svolge i suoi compiti ‘gemendo’, forse con uno spirito di esasperazione e scoraggiamento, non è questo dannoso per noi tutti e non conduce alla perdita della gioia nella nostra attività e nelle nostre adunanze cristiane? D’altra parte, “quanto è buono e piacevole che i fratelli dimorino insieme uniti!” In tale atmosfera di pace e serenità la buona opera cristiana prospera e i frutti dello spirito crescono abbondantemente per la gioia di tutti. — Sal. 133:1.

SAPIENZA PRATICA E PREVIDENZA

11, 12. Come la mancanza di sapienza pratica e previdenza influisce sulla pace e sull’unità della congregazione?

11 Tali benedette condizioni devono essere coltivate e preservate, e la sapienza pratica e la previdenza contribuiscono molto a conseguire questo fine. La mancanza di queste qualità può creare condizioni che ostacolano grandemente l’unità e la pace della congregazione. Per esempio, quasi tutti noi abbiamo udito parlare d’una proverbiale famiglia che si accinse a fare una gita in campagna. Partirono con l’automobile della famiglia, pieni di speranza, per una piacevole giornata in campagna. La difficoltà sorse quando si trattò di scegliere la migliore via da percorrere. Quindi, su un isolato tratto di strada, esposta al sole cocente, l’automobile si fermò. Il padre aveva dimenticato di fare il rifornimento di benzina. Cercarono di prendere una ristoratrice tazza di caffè per calmare i nervi, ma notarono che il termos era vuoto; la madre aveva dimenticato di riempirlo! E così avvenne che un giorno, cominciato con una brillante promessa, terminò con una lite, inutili recriminazioni e scoraggiamento di tutti. In modo simile le belle prospettive d’attività teocratiche possono offuscarsi per la mancanza di predisposizioni e previdenza. Può trattarsi di predisposizioni per costruire una Sala del Regno, prestabilire il trasporto per un’assemblea, qualche speciale attività in territorio isolato o annunciare una serie di adunanze pubbliche. L’attenta preparazione anticipata dei particolari assicurerà il buon successo e la gioia in ogni impresa.

12 È anche bene esser chiari ed espliciti quando si prendono le disposizioni per ogni attività. L’ambiguità conduce alle incomprensioni, che a loro volta conducono alle delusioni e alla perdita di tempo ed energia. È vero che noi dobbiamo esser longanimi e clementi, mostrando comprensione per gli errori degli altri, ma possiamo evitare di porre su di loro indebiti pesi facendo uso della sapienza pratica e della previdenza, che contribuiscono al successo di ciò che ci proponiamo di fare. — Prov. 11:14.

PRESERVATE LA GIOIA CON LA SAGGIA SORVEGLIANZA

13. Perché è importante spiegare lo scopo e la ragione di ogni attività o consiglio?

13 Qualche cosa che contribuisce alla gioia in ogni impresa è l’apprezzamento non solo di ciò che si deve fare, e di come si deve fare, ma anche della ragione per cui deve farsi. Quando si incoraggia a compiere qualche particolare attività o si pone in risalto qualche nuovo metodo o disposizione, è sempre bene aiutare la congregazione a capirne la ragione perché è necessario svolgerla e in che modo altri ne trarranno beneficio. Senza di ciò l’attività potrebbe non esser sostenuta con tutto il cuore. Dando consigli alla congregazione il servitore di circoscrizione, per esempio, dovrebbe lasciare che il tempo mostri i benefici dell’osservanza di questi consigli, perché sono preferibili e come contribuiranno al benessere della congregazione. Quindi i fratelli vi seguiranno con gratitudine, apprezzando il privilegio di servizio. Sì, lo spirito con cui si intraprende un lavoro ha molto in comune con la gioia di compierlo.

14, 15. Come si applica questo alla vita familiare, e, ciò nondimeno, che cosa non significa questo?

14 La stessa cosa può dirsi dell’educazione dei figli. I genitori teocratici s’interessano con gioia e felicità dei loro figli. Quindi, quando assegnano ai figli delle faccende nella casa o li correggono per il modo in cui si comportano, i genitori saggi prendono il tempo di spiegarne il perché, onde i figli siano soddisfatti di ubbidire, comprendendo di partecipare al benessere e alla felicità dell’intera famiglia. Questo non significa che i genitori debbano cedere ad ogni ribelle tendenza dei figli. Ci vuol tempo per far capire ai fanciulli perché alcune cose sono buone e altre cattive e ci vuole la disciplina per correggerli. Ma i genitori hanno sempre a cuore gli interessi dei figli; e mentre i genitori acquistano maggior intendimento, saranno pronti ad aiutare i figli a capire le buone cose, affinché imparino ad esser soddisfatti di ciò che è giusto e si rallegrino nel conoscere e fare la volontà di Dio.

15 Similmente nella congregazione, mentre s’interessa della gioia e della felicità dei fratelli nel servizio di Geova, il sorvegliante non farà mai compromesso sui princìpi biblici. Egli non abbandonerà mai il buon ordine teocratico per seguire individui egoisti e ribelli. Nello stesso tempo non porrà sui fratelli il peso di inutili regole e disposizioni, ma cercherà di servire i suoi fratelli, disponendo di lavorare e adunarsi insieme nel modo più efficace e conveniente.

16. (a) In che modo il sorvegliante mostrerà equilibrio nel risolvere le difficoltà? (b) Quali domande indagatrici si possono fare in tali circostanze?

16 Quando nella congregazione sorgono difficoltà, il sorvegliante deve mantenere un sano equilibrio. Il sorvegliante si potrebbe preoccupare tanto di proteggere l’organizzazione e mantenerla pura da perdere di vista la situazione di chi ha fatto il male e il bisogno di cercare di ristabilirlo nell’amore. Naturalmente, se l’individuo manifesta uno spirito d’empietà, essendo volontariamente ribelle e impenitente, l’unica soluzione potrebbe essere quella di disassociarlo dalla congregazione. Ma in altri casi possiamo ristabilire chi ha sbagliato? Veramente, dovremmo chiederci: Poteva il suo sbaglio esser prevenuto con precedenti consigli e suggerimenti da parte nostra? Eravamo sufficientemente desti mentre s’indeboliva spiritualmente? Si è trattato di mancanza dello spirito di gioia e felicità nella congregazione, che ha condotto a questo stato di debolezza? Mentre consideriamo sinceramente queste domande possiamo essere indotti a vedere un bisogno ancor più grande dell’errore del fratello, un bisogno che influisca sull’intera congregazione e su noi stessi quali servitori di ministero. — Gal. 6:1, 2; 2 Cor. 2:7, 8.

17, 18. Quali qualità di Filemone e Timoteo lodano le Scritture?

17 Certamente le condizioni che nella congregazione producono tristezza e scoraggiamento devono essere sollecitamente eliminate, e il sorvegliante mostrerà il suo interesse per la gioia dei fratelli prestando a tali questioni immediata attenzione. (2 Cor. 1:24–2:4) In ogni tempo, sia l’opera del sorvegliante frutto di profondo interesse per il benessere del gregge affidatogli, tenendo specialmente presente la loro salvezza per la vita eterna. A tal fine il sorvegliante ‘spenderà e sarà completamente speso’. –2 Cor. 12:15.

18 Che benedizione sono i sorveglianti di questo genere per i fratelli! Il loro servizio diviene nella congregazione fonte di grande gioia ed edificazione. A tali sorveglianti è rivolta la lode espressa a Filemone: “Ho provato una grande allegrezza e consolazione pel tuo amore, perché il cuore dei santi è stato ricreato per mezzo tuo, o fratello”. Sì, essi sono come i fedeli Epafrodito e Timoteo, il cui servizio fu una tale benedizione fra i primi cristiani. Di Timoteo fu scritto che non vi era ‘alcuno d’animo pari al suo, che abbia sinceramente a cuore quel che vi concerne [la congregazione di Filippi]”. — Filemone 7; Filip. 2:25-30, 19-23, VR.

19. Che cosa terranno quindi presente i sorveglianti viaggianti quando parleranno ai loro fratelli?

19 Come Epafrodito e Timoteo, che erano rappresentanti viaggianti del corpo direttivo della chiesa primitiva, così oggi, quei fratelli che viaggiano per visitare le congregazioni, come servitori di circoscrizione e di distretto, servitori di zona e di filiale, possono trarre profitto dal loro esempio e da ciò che fu detto di loro. In questi giorni nei quali la pressione del grande nemico Satana è così grande ed egli si sforza per scoraggiare i servitori di Geova e farli desistere dal Suo servizio, come è grande il bisogno di parlare in modo incoraggiante al cuore dei fratelli! Tali ministri, dunque, vorranno fare più che una limitata conversazione analitica delle condizioni esistenti, offrendo consigli pratici per migliorare; essi parleranno con calore e incoraggiamento suscitando nel cuore dei loro fratelli la gioia dell’attività. Lo scopo della visita che Tichico fece ai fratelli di Efeso, essendo egli un “caro fratello e fedel ministro del Signore”, fu quello di ‘confortare i loro cuori’. — Efes. 6:21, 22, VR.

20. A quale impresa possiamo ora partecipare, e con quale spirito?

20 Le prospettive del servizio del Regno che ci stanno dinanzi, prima che la distruzione dell’attuale sistema di cose ponga fine ad Armaghedon alla nostra predicazione della buona notizia, sono rallegranti. La crescente affluenza di persone di buona volontà provenienti da ogni nazione è una prova del grande radunamento che ora è in corso nella società del Nuovo Mondo. Noi non sappiamo per quanto tempo avremo il privilegio di partecipare a questa grande impresa. Ma prendiamo la determinazione di parteciparvi con gioia. Perseguiamo le cose che contribuiscono alla pace e rallegriamoci dell’allegrezza della nazione di Geova. — 1 Piet. 3:11, 12; Sal. 106:5.

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