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  • Fede nella fede: È questa la vostra fede?

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  • Fede nella fede: È questa la vostra fede?
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1962
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  • IL PRIMO PASSO
  • UN FONDAMENTO SOLIDO
  • MEDIANTE I LORO FRUTTI
  • Esercitiamo fede nelle promesse di Geova
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova (per lo studio) 2016
  • Esercitiamo fede nelle promesse di Geova
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova (di facile lettura) 2016
  • La fede che Dio gradisce
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1969
  • La vostra fedeltà alla prova
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1955
Altro
La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1962
w62 15/1 pp. 37-39

Fede nella fede: È questa la vostra fede?

La fede è importante, ma la fede in che cosa? In se stessa, o in Dio e nella sua Parola la Bibbia?

AVETE mai sentito l’affermazione o forse l’avete fatta voi stessi: “Ciò che un uomo crede non è importante finché crede”? In caso affermativo, sapevate che questo è l’insegnamento di alcune delle principali religioni orientali? Sì, esse affermano che la dottrina o l’insegnamento non sia importante, ma che la religione in se stessa, qualunque essa sia, è una buona cosa.

Commentando questa corrente tendenza, un tipico scrittore del mensile americano Cosmopolitan dichiarò una volta: “Abbiamo sviluppato una specie di affermazione religiosa, che il sociologo Will Herberg chiama ‘fede nella fede’”. Quindi richiamando l’attenzione su coloro che avevano partecipato al programma radiofonico “Questo è ciò che credo”, e sul libro dallo stesso titolo, proseguì osservando che “pochi, se non nessuno, dicono a che cosa credono, ma tutti sono decisamente a favore del credere. Quanto si avvicinino a concrete asserzioni è indicato da osservazioni come: ‘Credo nella gente, nell’umanità pura e sincera’. Altri fanno dichiarazioni come: ‘Sono incoraggiato dal fatto che nel mondo vi sono sufficienti provviste di cibo per tutta la popolazione’. Altri dicono di esser devoti al ‘Grande Tutto’, altrimenti chiamato quella Potenza, quella Presenza, quell’Essere Supremo, quella Forza Vitale, quel Grande Artista, che alcuni chiamano Natura e alcuni chiamano Ispirazione e alcuni chiamano Dio”.

Ma la fede nella fede non è fede! La fede non può basarsi sulla fede più di quanto noi non possiamo stare in piedi o una botte stare ritta se non v’è nulla al di sotto. La fede nella fede non è che una questione di sentimenti, un’abitudine, uno stato emotivo. È strettamente affine alla credulità e alla superstizione. Né la fede nella fede né la credulità né la superstizione si basa sull’esistenza di fatti o sull’uso della ragione. Ma la vera fede ha tale base. Per questo l’apostolo Paolo dichiarò che la conoscenza deve precedere la fede: “Ma in qual modo invocheranno Colui, nel quale non hanno creduto? E in che modo crederanno in Colui, che non hanno udito? . . . Dunque la fede dipende dall’ascolto, e l’ascolto dalla parola di Cristo”. — Rom. 10:14, 17, Na.

IL PRIMO PASSO

Quindi facciamo il primo passo della fede quando prendiamo nota dei fatti che riguardano l’infinito universo, il suo disegno e ordine, la sua potenza e bellezza e poi ragioniamo su queste prove. In tal modo, arriviamo all’inevitabile conclusione che le invisibili qualità di Dio, “perfino la sua eterna potenza e Divinità, si vedono chiaramente fin dalla creazione del mondo, perché sono comprese dalle cose fatte, così che sono inescusabili” se negano l’esistenza del Creatore, Geova Dio. — Rom. 1:20.

Ma Dio non vuole che basiamo la nostra fede solo su ciò che ci rivela di lui la sua creazione visibile, chiamata “Natura”. La natura non può dirci perché esistiamo o quale sarà il nostro destino. Né può farci conoscere il nome di Dio, la sua giustizia, la sua misericordia e il suo amore. Si può dire che la conoscenza di queste cose è ancora più importante per la nostra fede, perciò Dio ci ha provveduto un Libro scritto, la Bibbia. Per piacere a Dio dobbiamo non solo credere che esiste ma anche che egli “è il rimuneratore di quelli che sinceramente lo cercano”. Lo cerchiamo sinceramente se studiamo la sua Parola e ci sforziamo di mettere la nostra vita in armonia con i suoi giusti princìpi. — Ebr. 11:6.

Nella Traduzione del Nuovo Mondo della Bibbia il primo riferimento alla fede indica che Abrahamo ebbe fede. In che cosa? Nella fede? No, ebbe fede in Dio, in ciò che Dio aveva promesso ad Abrahamo. Dio promise, ed Abrahamo agì in armonia con la promessa. Perché? Perché aveva conoscenza; sapeva che Dio era degno di fiducia e aveva i mezzi per mantenere la sua promessa, anche di risuscitare Isacco dai morti se fosse stato necessario. Questa era fede, e per essa Abrahamo fu chiamato “il padre di tutti coloro che hanno fede”, e ricevette la promessa che “per mezzo della tua progenie tutte le nazioni della terra si benediranno certamente”. — Gen. 15:6; Ebr. 11:17-19; Rom. 4:11; Gen. 22:18.

La stessa cosa avviene per noi. Dobbiamo avere conoscenza come base della fede. Saremmo disposti a dare del denaro in cambio di un assegno emesso da uno sconosciuto che non abbiamo mai visto? Naturalmente no! Vorremmo avere alcune informazioni su tale persona prima di fidarci di lei e accettare il suo assegno. Nello stesso modo, non possiamo veramente riporre fede in Geova Dio se non lo “conosciamo”.

Lo studio della Parola di Dio ci dà non solo una solida base per aver fede in lui e nelle sue promesse, ma ci impedisce di aver fede nell’uomo debole e imperfetto. Come consiglia il salmista: “Non confidate nei prìncipi, nel figlio dell’uomo, in cui non è salvezza”. Perché no? Perché “il suo spirito se ne va ed egli ritorna alla sua terra: in quel giorno periscono i suoi disegni”. È similmente una follia riporre fede nei beni materiali. Non solo alla ricchezza ‘spuntano le ali come aquila e vola in aria’, ma nel giorno dell’ira di Dio, tanto vicino, tale ‘ricchezza non sarà d’aiuto’. Tuttavia, chi ripone fede in Dio e nel suo Figlio e Re, Gesù Cristo, “non sarà affatto deluso”. — Sal. 146:3, 4; Prov. 23:4, 5; 11:4, Na; 1 Piet. 2:6.

Paolo dice che la fede è “la sicura aspettazione di cose sperate, l’evidente dimostrazione di realtà benché non vedute”. Notate che tale fede non si riflette su se stessa, non è fede nella fede, ma è quella che si ripone in altri, in persone e in cose. È convinzione di cose benché non vedute; o perché l’oggetto della propria fede è spirito e quindi è invisibile, o perché le cose in cui si ha fede sono future. Perciò possiamo dire che la fede si estende in senso verticale, nei cieli, dove sono Geova Dio, Gesù Cristo e le miriadi di altre creature spirituali nei cieli; e in senso orizzontale, risalendo all’inizio della creazione ed estendendosi fino all’adempimento delle promesse di Dio nel lontano futuro; cioè, la completa rivendicazione del nome di Dio e il pieno adempimento dei suoi propositi riguardo alla terra e all’uomo. E la fede stessa, dice l’apostolo Paolo, è l’evidente dimostrazione di queste cose. — Ebr. 11:1.

UN FONDAMENTO SOLIDO

La Parola di Dio ci provvede un solido fondamento per la fede rivelandoci il nome di Dio, Geova, e le sue qualità o i suoi attributi principali: potenza, sapienza, giustizia e amore. E non solo la sua Parola ci dice che Dio ha queste qualità, ma ci parla dei rapporti che ha con le sue creature mediante i quali ha continuamente dato prova di avere questi attributi, perché noi possiamo pienamente confidare in lui. — Sal. 62:11; 89:14; Prov. 2:6; 1 Giov. 4:8.

Indicando che dobbiamo anche aver fede nel Figlio di Dio, Gesù disse: “Dio ha tanto amato il mondo che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque esercita fede in lui non sia distrutto ma abbia vita eterna”. E ancora “Questo significa vita eterna, che acquistino conoscenza di te, il solo vero Dio, e di colui che tu hai mandato, Gesù Cristo”. — Giov. 3:16; 17:3.

Poiché la fede è anche “la sicura aspettazione di cose sperate”, ne deriva che dobbiamo pure avere conoscenza delle cose nelle quali possiamo e dobbiamo sperare. Anche in questo caso, la Parola di Dio ci provvede la conoscenza necessaria. Ci assicura che su questa terra saranno restaurate condizioni paradisiache, che si estenderanno a tutto il mondo, e che tale opera di restaurazione comincerà entro la presente generazione. Allora nessuno ‘farà alcun danno né causerà alcuna rovina . . . perché la terra sarà certamente piena della conoscenza di Geova come le acque coprono lo stesso mare’. Tutta l’umanità sarà unita nell’adorazione del solo vero Dio, Geova. Inoltre Dio “asciugherà ogni lagrima dai loro occhi, e la morte non sarà più, né ci sarà più lutto, né grido, né dolore”. Veramente saranno fatte tutte le cose nuove. — Isa. 11:9; Apoc. 21:4, 5.

Sì, abbiamo non solo il divino libro della natura che ci parla di Dio, ma anche la sua Parola scritta, la Bibbia, a solido fondamento della nostra fede, come fecero i Bereani dell’antichità, che esaminavano ogni giorno le Scritture, per vedere se le cose insegnate loro in nome del cristianesimo erano veramente confermate dalla Parola di Dio oppure no. Per questo l’apostolo Paolo scrisse a Timoteo: “Tutta la Scrittura è ispirata da Dio e utile a insegnare, a rimproverare, a mettere le cose a posto, a disciplinare nella giustizia, affinché l’uomo di Dio sia pienamente capace, del tutto preparato per ogni opera buona”. È ovvio che in tale considerazione scritturale non v’è posto per una religione di semplici sentimenti o per una fede basata sull’attitudine mentale della fede. — Atti 17:11; 2 Tim. 3:16, 17.

MEDIANTE I LORO FRUTTI

Che la fede basata sulla fede sia una follia lo dimostra la cristianità e questo si verifica specialmente negli Stati Uniti: La religione non è mai stata professata tanto eppure il cristianesimo non è mai stato così poco manifesto nella vita delle persone.

Desiderate una fede vera e viva, basata su un solido fondamento, che vi aiuti a portare i frutti coi quali otterrete l’approvazione e la benedizione di Dio? Acquistate conoscenza della Parola di Dio, studiatela servendovi dei mezzi che Dio ha opportunamente reso disponibili. Agite secondo tale conoscenza come fece l’uomo saggio che costruì la sua casa sulla roccia. Mettete la vostra vita in armonia con le giuste esigenze di Dio. Associatevi a coloro che hanno questa stessa attitudine mentale, e quindi, ogni volta che ne avete l’opportunità, parlate ad altri delle cose imparate. Agendo in tal modo, proverete di avere una fede viva; e ricordate che “chi fa la volontà di Dio rimane per sempre”. — 1 Giov. 2:17.

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