Domande dai lettori
● Come dobbiamo intendere la parte di Michea 4:3 (Ri) che dice: “Egli sarà arbitro tra molti popoli, e imporrà leggi a potenti e remote nazioni”? — L. S., Stati Uniti.
Questa parte della profezia di Michea dev’essere compresa in armonia col contesto. In Michea 4:2 (Ri) leggiamo che “molte genti” avrebbero detto: “Venite, saliamo al monte del Signore, alla casa del Dio di Giacobbe e ci insegnerà le sue vie, e cammineremo nei suoi sentieri”. Queste numerose nazioni e genti non sono le nazioni e i governi politici come tali. Queste molte nazioni e genti sono invece i singoli credenti che provengono da tutte le nazioni politiche e salgono al monte di Geova, com’è espressamente dichiarato in Apocalisse 7:9.
Conseguentemente, il versetto tre del quarto capitolo di Michea, che dice che Geova giudicherà certamente tra “molti popoli” e che metterà le cose a posto tra “remote nazioni”, non si riferisce all’intervento di Geova negli affari delle nazioni politiche. Deve riferirsi invece al fatto che giudicherà e metterà le cose a posto in senso spirituale tra i credenti che sono usciti dalle nazioni politiche e si sono schierati dalla parte del regno di Geova.
Essi si conformano a questi giudizi facendo ciò che dice il resto del versetto tre: “E trasformeranno le loro spade in vomeri, e le loro aste in zappe, e non impugnerà più un popolo le armi contro l’altro e non si addestreranno più oltre a maneggiare le armi”. (Ri)
I veri cristiani agiscono in tal modo in armonia con la Risoluzione approvata alla loro Assemblea “Volontà Divina” del 1958, e che dice in parte: “Parlando figurativamente, abbiamo trasformato le nostre spade in vomeri e le nostre lance in falci e, benché di molte diverse nazionalità, non alzeremo la spada l’uno contro l’altro perché siamo fratelli cristiani e membri della stessa famiglia di Dio, né impareremo più a far la guerra l’uno contro l’altro, ma cammineremo sulle vie di Dio nella pace, nell’unità e nell’amore fraterno”.