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  • Domande dai lettori (3)
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La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1964
w64 15/9 pp. 575-576

Domande dai lettori

● Poiché il Logos, Gesù preumano, non era tra gli angeli di cui Geova si servì per trasmettere la Sua legge a Mosè, come si deve intendere Esodo 23:20-23, che parla di un angelo che aveva in sé il nome di Geova? — A. M., Stati Uniti.

Che il Logos, il Figlio di Dio, non fosse tra gli angeli di cui Dio si servì al tempo in cui trasmise la sua legge a Mosè è chiaro dalle parole di Paolo in Ebrei 2:2, 3: “Se la parola detta per mezzo degli angeli si mostrò ferma e ogni trasgressione e atto di disubbidienza ricevette una retribuzione in armonia con la giustizia; come sfuggiremo noi se avremo trascurato una così grande salvezza che era dichiarata dal nostro Signore e fu confermata per noi da quelli che lo udirono?” Ne consegue dunque che a quel tempo furono usati gli angeli, e non il Figlio di Dio, Gesù preumano.

Comunque, questo non esclude la possibilità che il Logos fosse usato con qualche incarico speciale nei rapporti di Dio con Israele. Esodo 23:20-23 (VR) dice: “Io mando un angelo davanti a te per proteggerti per via, e per introdurti nel luogo che ho preparato. Sii guardingo in sua presenza, e ubbidisci alla sua voce; non ti ribellare a lui, perch’egli non perdonerà le vostre trasgressioni; poiché il mio nome è in lui. Ma se ubbidisci fedelmente alla sua voce e fai tutto quello che ti dirò, io sarò il nemico de’ tuoi nemici, l’avversario de’ tuoi avversari; poiché il mio angelo andrà innanzi a te”. È ragionevole concludere che questo angelo di cui Geova dice “il mio nome è in lui” fosse Gesù Cristo nella sua forma spirituale preumana. (1 Cor. 10:1-4) Gesù, il cui nome significa “Geova è salvezza”, è il principale che può sostenere e rivendicare il glorioso nome di suo Padre.

Non è detto che l’angelo che ha il nome di Dio in sé desse ad Israele il suo codice di leggi, ma, piuttosto, che guidava gli Israeliti sulla via verso la Terra Promessa. Così le parole di Paolo in Ebrei 2:2, 3 non escludono la grande probabilità che l’angelo di Esodo 23:20-23 fosse Gesù Cristo nella sua forma spirituale preumana.

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